Nei giorni scorsi sulla proposta delle narcosalas (o 'safe injection room',
'stanza per drogarsi') presentata alla regione Toscana ne abbiamo sentite di
tutti i colori. Soprattutto da parte di chi ritiene che il fenomeno droga e
tossicodipendenze sia piu' che altro una questione di ordine pubblico e non di
sanita', di cultura, di informazione, con cui ognuno si deve confrontare e
decidere di conseguenza.
Quello che ci ha piu' colpito e':
- l'aspetto sminuente (causa campagna elettorale?) da parte dei
proponenti: i Verdi toscani che hanno fatto un po' marcia indietro
rilevando che non e' una proposta su cui si giocano i loro posti di governo in
questa regione, visto la contrarieta' manifestata dall'assessore al Diritto
alla Salute della medesima maggioranza politica di cui fanno parte; insomma,
niente di nuovo, il solito tirarsi indietro dietro al talmud del "dio
politica" che tutto dispensa.
- Il coacervo di dinsinformazione e luoghi comuni con cui gli oppositori "idelogici"
hanno tuonato contro. Abbiamo letto di dati disastrosi relativamente a
dove questi esperimenti sono in corso, ma nulla relativamente alle fonti di
queste informazioni, alle indagini ad hoc e, soprattutto, ai presunti danni
che queste narcosalas avrebbero apportato li' dove sono sperimentate. Ci
rendiamo conto che, a fronte di un presupposto ideologico, la storia e' piena
di storici, letterati, politici, scienziati di ogni scienza, pronti a
giustificare l'ingiustificabile (da un punto di vista di osservazione
razionale), ma nel contempo ci rendiamo anche conto quanto male questo metodo
possa fare all'essere umano e alle istituzioni.
Noi non sappiamo se drogarsi faccia bene o male, e diffidiamo da tutti
coloro che invece lo sostengono magari brindando con un superalcolico
(pronti a berne altri dieci) o schiantando da qualche parte per il cervello
sfatto da metanfetamine. Ci preme solo informarci, con la curiosita'
che contraddistingue gli ingenui, e da questo aiutarci e aiutare a farci
meno male di quanto l'essere umano scientemente non faccia ogni giorno
ovunque.
Per questo registriamo (dati di oggi) i successi della narcosala di King
Cross a Sydney (Australia): oltre 100 mila episodi di iniezioni di droga
in luoghi pubblici prevenuti, con riduzione di morti e danni da overdose. I
dati sono ufficiali (National Centre in Hiv Epidemiology Research), del
Governo del Nuovo Galles del Sud. Da quando cinque anni fa fu istituita, nel
periodo maggio 2001 / dicembre 2004 ha avuto 214 mila visite e gestito, senza
casi mortali 1262 overdose; ha indirizzato 3620 persone a trattamenti di
disintossicazione e cure mediche. In aggiunta a questi dati, i 1700 casi di
overdose verificatisi fino a dicembre 2005 sono stati trattati immediatamente,
20 o 30 minuti prima di quanto sarebbe accaduto per strada e senza quegli
esiti letali che altrimenti avrebbero potuto avere.
Questi sono solo i dati di oggi, relativi alla citta' australiana, Chi
volesse documentarsi di piu' su tutti gli altri esperimenti in corso, non
ha che da usare il nostro specifico motore di ricerca su questo quotidiano.
Quello che ci preme sottolineare e' che, a differenza del furore ideologico
in corso pro e contro la criminalizzazione di droghe illecite, cio' che conta
sono i dati, che vanno presi in molta considerazione per decidere
politiche che, a partire dalle negative esperienze gia' effettuate e in corso,
con una forte "iniezione di realismo" aiutino i nostri politici a decidere di
conseguenza. A nostro avviso, chi non usa questo parametro, siccome
stiamo parlando di vite umane, e' solo in malafede, cercando di
mascherare a se stesso e agli altri l'uso strumentale che intende fare della
vita e della morte dei piu' demuniti.
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