Trovato un legame tra geni e tossicodipendenze, risultati che porteranno
all'identificazione di segmenti di dna specifici che modificano il rischio
individuale di dipendenza a oppiacei ed altre sostanze stupefacenti. E' quanto
scoperto dai genetisti della Yale School of Medicine diretti da Joel
Gelernter in un'analisi genetica eseguita su molte famiglie con membri con
problemi di dipendenza da eroina, morfina ed alcuni eccitanti come le
anfetamine. Lo studio è apparso sulla rivista The American Journal of Human
Genetics. Per quanto condizionamenti ambientali, per esempio vissuti
problematici e basso retroterra socio-economico e culturale, abbiano
indubbiamente un ruolo chiave nell'indurre alla tossicodipendenza, è ormai
largamente condivisa la tesi secondo cui la possibilita' di diventare
consumatori di droga sia anche geneticamente predeterminato.
Poiché la
comprensione dei fattori genetici che controllano il rischio individuale di
tossicodipendenza rappresenta un progresso significativo verso la scoperta
delle basi biologiche di questi problemi, gli esperti hanno arruolato nella
disamina dei geni 393 piccole famiglie al cui interno almeno due individui
avevano una qualche forma di dipendenza da oppiacei. I genetisti hanno
osservato l'intero genoma di questi soggetti alla ricerca di marcatori
genetici condivisi da tutti gli individui con problemi di tossicodipendenza ed
assenti invece nei parenti sani dei tossicodipendenti.
I ricercatori hanno
anche cercato eventuali marcatori genetici della dipendenza a sostanze diverse
dagli oppiacei, quali alcool, cocaina tabacco. E' così emersa la presenza
costante di un forte legame tra geni e tossicodipendenza. Molte sequenze
genetiche sono condivise da individui tossicodipendenti e assenti nei loro
parenti stretti non tossicomani. "Questi risultati forniscono le primissime
basi per identificare geni legati alle dipendenze a partire da un'analisi
genetica estesa su tutto il genoma", ha dichiarato Gelernter precisando che
nel suo laboratorio gli studi continuano alla ricerca di specifici geni che
possono modificare il rischio di divenire tossicodipendenti. "Una volta noti i
geni che aumentano o riducono questo rischio - ha affermato Gelernter - saremo
in una posizione tale da scoprire con esattezza quali possano essere i fattori
ambientali e, forse, come modificarli per proteggere le persone geneticamente
a rischio". Per Gian Luigi Gessa, professore di Neuropsicofarmacologia
all'università di Cagliari "lo studio dei colleghi statunitensi è importante
perché dimostra l'esistenza di una predisposizione genetica a un certo tipo di
temperamento caratteriale che poi, in un ambiente opportuno, può esprimersi in
modo positivo o negativo. Fino ad ora - sottolinea - questa predisposizione
genetica (temperamento 'sensation seeker') era stata osservata in animali di
laboratorio predisposti alle tossicodipendenze e in famiglie di individui con
problemi di alcolismo. Il nuovo studio - aggiunge il neurofarmacologo -
conferma che anche per le altre droghe può esistere una vulnerabilità
geneticamente trasmissibile.
All'interno delle famiglie studiate, ha
ipotizzato Gessa, dovrebbero trovarsi individui con altre patologie come la
bulimia, o il vizio del gioco d'azzardo, o magari dei 'mostri' di creatività,
ovvero tutti coloro che sono in un certo senso accomunati da estrema curiosità
e bisogno di sperimentare cose nuove non lesinando la tendenza agli eccessi
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