Continua la polemica sulle dichiarazioni di Paolo Ferrero, ministro della
Solidarieta' Sociale, che ha affermato ai microfoni di Radio Radicale: 'Non ho
nessuna contrarieta' preconcetta a forme di sperimentazione di riduzione del
danno degli stupefacenti, come ad esempio le shotting room, ovvero le
cosiddette stanze del buco'. Inoltre, Ferrero ha detto che anche "tra i
politici e' diffuso il consumo di cocaina. Lo si e' visto da qualche inchiesta
giudiziaria di alcuni anni fa che ci sono droghe che girano nei Palazzi. Forse
non e' nemmeno un caso che le tabelle fatte dal precedente governo fossero
piu' permissive sul versante cocaina che su quello della cannabis".
Una riflessione approfondita e lontana dalle banalizzazioni. Secondo Marco
Rizzo, dei Comunisti italiani, cosi' va affrontato il dibattito sulla
droga e le cosiddette stanze del buco.
"Per quanto attiene il dibattito su droga e cosiddette stanze del buco -spiega
in una nota- credo che sia necessaria una riflessione pacata e approfondita,
che vada al di la' di semplificazioni o banalizzazioni magari a fini
elettorali". Pertanto, conclude l'esponente del Pdci, "si apra, senza
preconcetti, un dibattito con gli esperti".
La proposta del ministro per la Solidarietà Sociale finisce nel mirino dell'Osservatoe
Romano: "È ormai diventata una pericolosa abitudine -osserva il quotidiano d'Oltretevere-
quella di alcuni ministri italiani che su temi particolarmente complessi
invece di osservare un'auspicabile prudenza di giudizio sembrano gareggiare in
esternazioni 'a titolo personale'".
Richiamando le affermazioni del ministro, che parla di "possibilità di
sperimentare", l'organo ufficiale della Santa Sede sottolinea: "Per ridurre il
danno dunque si sperimenta. Sulla pelle dei tossicodipendenti".
L'Osservatore Romano riporta poi le critiche che la proposta Ferrero ha
ricevuto anche all'interno dello schieramento di centrosinistra. Si tratta di
un "ennesimo avventuroso intervento" proprio "mentre si sta lavorando affinchè
su temi etici e di particolare complessità il Governo sia in grado di
esprimere una posizione univoca che tenga conto delle diverse sensibilità
presenti anche all'interno dello stesso schieramento di maggioranza. Affinché
'sperimentazione' dunque, non diventi sinonimo di 'approssimazione'".
"Dalle dichiarazioni del ministro Paolo Ferrero sulle 'stanze del buco'
emergono chiaramente la leggerezza e l'incompetenza con le quali vengono
affrontati dal Governo temi cosi' delicati". Lo afferma, in una nota, il
consigliere regionale di Alleanza Nazionale Raffaele Zanon secondo il
quale "proporre l'allestimento di camere per la somministrazione controllata
di eroina equivale e trasformare lo Stato in spacciatore.
"Vorrei proprio capire dal Ministro presso quali clan malavitosi dovrebbero
rivolgersi le strutture pubbliche per procurarsi la droga da somministrare in
modo controllato". "Questa insensata proposta dimostra come non si voglia
affrontare il problema della tossicodipendenza con i soli metodi possibili per
sconfiggerla: prevenzione della diffusione delle sostanze e cura presso le
comunita' terapeutiche. A questo deve essere affiancata una seria e capillare
informazione del cittadino su un suo diritto fondamentale: quello di essere
affrancato da qualsiasi forma di dipendenza. Esattamente il contrario della
proposta del Ministro che invece, con la sua proposta, ha sposato la politica
della rassegnazione che implica la rinuncia ad ogni tentativo d'uscita dal
tunnel quasi che per il tossicodipendente l'unica possibilita' esistenziale
sia quella di continuare a drogarsi".
Umberto Veronesi su Grazia in edicola questa settimana spiega perche',
secondo lui, il proibizionismo non risolve il problema della tossicodipendenza
dalle droghe pesanti. "Liberalizzare le droghe pesanti fa calare il numero dei
tossicodipendenti: e' il risultato, pubblicato sull'ultimo numero del
settimanale scientifico Lancet, di uno studio condotto dall'universita' di
Zurigo. L'esperimento e' iniziato nel 1991, quando la Svizzera ha cominciato
un programma di somministrazione controllata di eroina. Se dieci anni fa i
neoconsumatori erano 850, oggi la cifra e' scesa a 150 (circa l'82% in meno).
Per gli autori dello studio, il sociologo Carlos Nordt e lo psichiatra Rudolf
Stohler, questi dati dimostrano che la politica "liberale" sulla droga della
Svizzera non ha provocato la tanta temuta "banalizzazione" del consumo di
eroina, cioe' il rischio di usarla di piu' perche' era piu' facile
procurarsela. Al contrario, la dipendenza da eroina e' diventata sempre piu'
un problema medico e ha perso la sua immagine di "atto di ribellione". I
risultati di questa ricerca non mi meravigliano: gia' dopo un anno dalla
legalizzazione dell'eroina per i tossicodipendenti gravi, all'inizio degli
Anni 90, il governo elvetico aveva ottenuto una riduzione del 20% delle morti
per overdose".
E aggiunge che: "Questo dimostra che la legalizzazione delle droghe ha effetti
positivi. Intendiamoci: io sono contro tutti gli stupefacenti, ma penso che
non sia con il proibizionismo che si risolva il problema. Siamo tutti contrari
alle droghe, leggere o pesanti, nessuno dice che fanno bene. Ma abbiamo
soltanto due scelte davanti a noi: proibire o educare. possibile proibire? E,
soprattutto, possiamo essere certi che la proibizione sia rispettata? Io credo
di no. La proibizione non e' un deterrente, al contrario fa aumentare nei
giovani il desiderio della trasgressione. Non solo: la proibizione rende
costosissime le droghe e spinge chi ne fa uso a compiere atti criminali per
procurarsele. E c'e' un ultimo argomento a favore della droga di Stato: il
proibizionismo e' all'origine del mercato nero che alimenta la malavita
internazionale e in Italia e' la principale fonte di sostentamento per la
mafia. Sono convinto che se vogliamo combattere davvero la criminalita'
organizzata bisognera' considerare seriamente l'abolizione del
proibizionismo".
"L'uscita del ministro Ferrero sulle cosiddette 'stanze del buco' dimostra
ancora una volta che questo governo e' distante anni luce dalla sensibilita'
dei cittadini italiani". Questo il commento del responsabile territoriale di
Forza Italia Maurizio Lupi.
"Non puo' sfuggire -continua Lupi- che tutti coloro che hanno speso la loro
vita a favore del recupero e del reinserimento dei tossicodipendenti stanno
nettamente prendendo le distanze dalla proposta di Ferrero. Da don Gelmini, a
don Mazzi fino ad Andrea Muccioli e' un coro unanime contro il governo".
"La cosa non ci meraviglia - conclude il deputato - in appena un mese a
palazzo Chigi questo governo ha dimostrato nei fatti quello che era gia'
emerso dal voto. Sono minoranza nel Paese e, per questo, si fanno portavoce di
priorita' assolutamente minoritarie e demagogiche addirittura in contrasto con
il bene comune della nostra societa'".
"In tutta Europa si discute e si sperimentano politiche di riduzione del danno
contro le droghe e le stesse 'stanze del buco' sono una realta' su cui ci si
confronta con metodo scientifico, con l'unico obiettivo di ridurre i morti per
overdose e sottrarre al mercato criminale i tossicodipendenti cronici". E'
questo il commento del sottosegretario all'Economia e alle Finanze Paolo
Cento sul dibattito che si e' aperto sulla droga dopo la proposta del
ministro della solidarieta' sociale Paolo Ferrero". "La reazione del
centrodestra alle affermazioni del ministro Ferero sono strumentali e
ideologiche piuttosto il centrodestra spieghi all'opinione pubblica la legge
Fini Giovanardi che punisce chi fuma uno spinello ed equipara con le tabelle
ministeriali, lo spaccio della cocaina con la distribuzione della marijuana e
dei suoi derivati".
"Alle parole pero' devono seguire i fatti". Cosi' la Lila (Lega italiana per
la lotta contro l'Aids) commenta le dichiarazioni del ministro Ferrero. "Il
ministro Ferrero ha aperto finalmente il confronto su un argomento spinoso e
su cui nessuno voleva arrischiare un dibattito serio, le shooting room o
all'italiana 'le stanze del buco' e le pratiche di riduzione del danno in
generale come pratica di contrasto ai fenomeni di abuso".
La Lila, che sostiene l'iniziativa di Ferrero, spiega che la sperimentazione
sarebbe opportuna a causa dei "dati europei sulle sperimentazioni effettuati
con le shooting room in Germania, Svizzera, Paesi Bassi, Spagna dove i casi di
overdose sono diminuiti sensibilmente grazie alla possibilita' dell'intervento
del medico presente".
"Da sottolineare, inoltre che la possibilita' di sperimentare progetti di
riduzione del danno di questo livello permetterebbe di incidere ulteriormente
sul livello dei contagi da HIV, HCV, HBV tra i tossicodipendenti". "Non
sappiamo quale credito possa avere in Italia e all'estero un ministro come
Ferrero. La sua proposta per l'istituzione delle cosiddette 'stanze del buco'
e' veramente una proposta indecente che ha dell'incredibile. Come incredibile
e' che a farla propria sia un ministro della Repubblica che con la sua
iniziativa, anche personale, si mette fuori dalla legge. La creazione di
'spazi' istituzionali per drogarsi e' una proposta vergognosa che finirebbe
per creare dei ghetti, un'idea devastante, fuorviante. Una tempesta non
foriera di eventi produttivi". Lo dichiara la portavoce di Forza Italia,
Elisabetta Gardini.
"Ferrero non ha la piu' pallida idea di cosa sia la tossicodipendenza, di come
siano i tossicodipendenti, di quali siano i loro bisogni e di quali interventi
si debbano attivare per aiutarli ad uscire dalla loro condizione. Se il
governo facesse sua la trovata del ministro di Rifondazione sarebbe una logica
di sconfitta. Una proposta che e' la presa d'atto del fallimento di ogni opera
di prevenzione e di cura. Insomma queste stanze del 'buco' -conclude Gardini-
non s'hanno da fare".
"Sia chiaro un concetto: se qualcuno della banda del buco ha in mente di
sperimentare le stanze della morte in Lombardia, regione in cui il fenomeno
della tossicodipendenza e' purtroppo una piaga profonda, se lo tolga dalla
mente perche' da noi trovera' sempre le porte sbarrate". Viviana Beccalossi,
vicepresidente della Regione Lombardia e membro della Direzione Nazionale di
Alleanza Nazionale, interviene cosi' sulle affermazioni del ministro Ferrero
relative alle 'stanze del buco'.
"Anzi -dice Viviana Beccalossi-, Prodi prenda in seria considerazione
l'ipotesi di ritirare la delega alla solidarieta' sociale ad un ministro che
propone soluzioni farneticanti e sconcertanti come questa. Da madre, prima
ancora che da rappresentante delle Istituzioni chiedo al Presidente del
Consiglio di intevenire tempestivamente evitando che una sciagurata proposta,
sotto la spinta dell'estrema sinistra, dei centri sociali e dei no-global, si
trasformi in realta'".
"Le polemiche scatenate contro il ministro Ferrero, cui va la mia totale
solidarietà e l'invito ad andare avanti, sono frutto di provincialismo e
ignoranza". Lo afferma Daniele Capezzone, della Rosa nel Pugno. "Ci
sono due cose da avere chiare la prima è che questo esperimento è stato
lanciato proprio dalla Spagna di Aznar, cioè da un centrodestra liberale e non
ideologico e clericale come il nostro. La seconda è che si tratta di un
tentativo di mettere in contatto il tossicodipendente con un medico, con
elementi di garanzia sanitaria, e non con lo spacciatore".
"Ma il ticket Giovanardi-Mantovano preferisce, evidentemente, da una parte il
carcere per i ragazzi presi con qualche spinello in tasca, e dall'altra parte,
di fatto -conclude l'esponente della Rosa nel Pugno- lasciare alle
organizzazioni criminali gli immensi proventi del narcotraffico".
"Ribadisce il secco no del movimento da lui rappresentato alle 'drug rooms' il
commissario regionale di FI Giovani dell'Emilia-Romagna Matteo Lunni. È
di ieri la proposta del ministro della Solidarieta' Sociale Paolo Ferrero, che
ha chiesto l'istituzione di 'stanze del buco', dove i tossicodipendenti
possano drogarsi liberamente. Tale proposta era gia' stata presentata qualche
mese fa dal Gruppo di Rifondazione Comunista presso la Regione Toscana: anche
allora Lunni si era espresso in modo nettamente contrario a tale ipotesi
definendola 'agghiacciante'. 'La sinistra non si fa scrupolo di mettere a
rischio la vita dei giovani pur di perseguire i propri obiettivi politici.
Ritengo che tale proposta sia inopportuna e profondamente sbagliata:
inopportuna perche' fa pagare a tutti i cittadini i costi dell'uso di
stupefacenti, e sbagliata perche' rischia di diffondere presso le giovani
generazioni la pericolosa idea che drogarsi sia una cosa facile e lecita. Noi,
al contrario, sosteniamo la legge approvata dal Governo Berlusconi: riteniamo
che l'uso della droga sia illecito e vada perseguito e che coloro che
incappano in questo tunnel necessitino aiuto e comprensione per poterne
uscire. Esprimo, pertanto, la mia personale solidarieta' alle comunita' e a
tutti quei volontari che si occupano di recuperare i tossicodipendenti,
offrendo loro valori solidi su cui fondare la propria rinascita ed il ritorno
ad un'esistenza normale'". Lo rende noto un comunicato di FI Giovani
dell'Emilia Romagna.
Sul problema della droga "c'è bisogno di tutto fuorché di proclami ideologici
(e talvolta farneticanti). Ben fa il Ministro Ferrero a chiedere di
confrontarsi e ragionare insieme, anche su temi ostici come la sperimentazione
delle 'stanze del buco', che altro non sono se non luoghi protetti dove
cercare di salvaguardare la vita e la salute di chi continua a drogarsi". E'
quanto afferma in una nota Beppe Vaccari, responsabile del progetto
Tossicodipendenze del dipartimento Welfare dei Ds.
"L'opposto di quanto fatto da Giovanardi e company che pur di non discutere
hanno infilato un problema così centrale come la lotta alla droga nelle
urgenti necessità delle olimpiadi invernali, in più chiudendosi ad ogni
apporto costruttivo del Parlamento con un voto di fiducia. Non stiamo
inventando nulla di nuovo si parla infatti di esperienze già collaudate in
svariati paesi europei, e non stiamo distruggendo nulla, perché al di là di un
ossessivo ritornello di proibizione e punizione, la destra ha costruito meno
di nulla. Nel programma dell'Unione sulle droghe abbiamo scritto cose
importanti per uscire da quel nulla. Chi, invece di confrontarsi con i dati
della realtà e sulle migliori pratiche sperimentate a livello internazionale,
comincia a mettersi di traverso per partito preso, è interessato solo alla
polemica".
"Lasciamoli perdere a noi interessa la qualità della vita e le prospettive per
il futuro di tutta una generazione di giovani, compresi quelli che sbagliano
assumendo droghe. E' a loro, e non ai vari Giovanardi di turno che dobbiamo
rispondere delle nostre scelte".
"C'è in giro tanta voglia di ragionare, di approfondire, di capire quali siano
oggi le strategie più efficaci per una vera e concreta lotta alla droga. Si
interrogano le famiglie deluse dall'inefficacia di ottuse quanto inutili
proibizioni si chiedono che fare migliaia di operatori dalla ricca e lunga
esperienza, messi alle corde da cinque anni di totale abbandono ed
improvvisamente chiamati ad assurde incombenze burocratiche, lontanissime dal
loro sapere scientifico e professionale".
"Sono allo sbando educatori ed insegnanti -conclude Vaccari- chiamati ad
aiutare i giovani a darsi progetti di vita da protagonisti, senza bisogno di
'darsi la carica' con le più svariate droghe, che vedono minato il loro
apporto educativo dalla diffidenza indotta dalla paura del carcere o di
pesanti sanzioni amministrative nei tanti che, anche se saltuariamente,
consumano stupefacenti".
I Popolari-Udeur hanno intanto presentato una interrogazione a risposta
immediata a firma del capogruppo Mauro Fabris e dell'on. Sandra
Cioffi per verificare la reale volonta' del Governo di utilizzare tale
sperimentazione quale strumento efficace nelle politiche di riduzione del
danno derivante dall'uso di droghe pesanti. All'interrogazione il Governo
rispondera' in diretta televisiva domani a partire dalle ore 15.00. Lo rende
noto un comunicato.
"A nome di chi parla Ferrero quando propone esperimenti di legalizzazione
della droga? A titolo personale? Come esponente di Rifondazione comunista?
Come ministro? Come esponente dell'Unione e quindi della sedicente maggioranza
che dovrebbe sostenere il governo?" E' questo l'interrogativo che si pone
Maurizio Gasparri.
"Meno male che Prodi aveva detto di voler porre un freno alla politica degli
annunci -dice con un pizzico di ironia l'esponente dell'Esecutivo di Alleanza
Nazionale- ed alle fughe in avanti dei singoli esponenti del governo".
"Del resto -prosegue Gasparri- il primo a disattendere questa regola e' stato
lo stesso Prodi parlando di 'folcklore' a proposito dei comunisti che non
hanno tardato a farsi sentire ed hanno fatto questa delirante proposta della
legalizzazione sostanziale dell'eroina. I cattolici di centrosinistra la
pensano in questo modo? Qual e' la linea che indica Prodi?".
"Per porre fine a questo balletto degli annunci - conclude l'esponente di An -
assumeremo tutte le iniziative parlamentari necessarie per portare nelle
Camere e capire quale sia, ammesso che ci sia, la linea del Governo. Siamo
convinti che anche l'attuale Parlamento ha una maggioranza contraria alla
legalizzazione delle sostanze stupefacenti. Ci batteremo nelle sedi
parlamentari e chiederemo gia' dai prossimi giorni, che sia quello il luogo di
confronto per fare chiarezza e dimostrare come la sedicente maggioranza non e'
tale su questo delicatissimo tema".
"Micidali: una cosa vergognosa. Mi domando se le priorità di questo governo
sono la legalizzazione delle droghe leggere e le stanze del buco. I primi
passi sono tutti sbagliati. È una cosa che mi fa pena". Don Antonio Mazzi,
fondatore della comunità di recupero per tossicodipendenti, Exodus, commenta
così al quotidiano on-line Affaritaliani.it la proposta del ministro della
Solidarietà sociale.
"Aprire le stanze del buco, per sostenere le famiglie dei tossicodipendenti,
equivale ad aprire i manicomi per sostenere le famiglie dei malati di mente":
a dirlo e' don Pierino Gelmini, fondatore della Comunita' Incontro di
Amelia. In un lungo intervento diffuso oggi rivolge tra l'altro appelli a
giovani, sacerdoti, famiglie, educatori cristiani e "agli uomini politici che
si dicono cristiani".
Secondo il sacerdote "e' angosciante e doloroso sentire una proposta di questo
genere rivolta ai ragazzi, quasi che i giovani di oggi siano persone senza
capacita', senza dignita', senza volonta"'.
"Respingiamo con tutta la forza possibile questo tentativo di soffocare la
volonta' di reagire e, in virtu' della filosofia della riduzione del danno,
vengono proposte questa famose 'casitas' tanto strombazzate al loro sorgere in
Spagna, ma altrettanto passate sotto silenzio per il loro attuale squallore
umano, sociale e sanitario. Riteniamo fuorviante l'accezione di 'scientificita"
attribuita a simili esperimenti gia' condotti in altri Paesi, quasi facendo
della droga un qualcosa che merita di essere conservato, custodito, concesso,
alimentato e, in qualche caso, anche proposto come un diritto (che, comunque,
non ti portera' alla morte fisica perche' noi siamo pronti a garantirti
qualsiasi assistenza per quanto riguarda la sua assunzione protetta), prima
ancora del lavoro, prima ancora di tutto quello che e' la vita. Non
toccherebbe a noi dirlo, ma non dimentichiamo il fallimento del tanto
decantato, quanto squallido, esperimento del Platz Spitz di Ginevra, a cui la
Svizzera ha cercato di porre una pezza con quello della distribuzione
dell'eroina controllata e protetta a un certo numero di ritenuti 'irrecuperabili',
senza degnarsi di farci piu' sapere nulla sui risultati".
"Noi proponiamo una lotta totale -sostiene ancora il fondatore della Comunita'
Incontro -, non di semplice riduzione del danno, ma di riscoperta e
riaffermazione dei grandi valori della vita attualizzati per l'uomo del nostro
tempo. Noi dobbiamo puntare alla salute integrale per i nostri figli e, solo
all'interno di un progetto condiviso, si possono prendere poi in
considerazione interventi correttivi ed eccezionali che, tuttavia, devono
sempre rimanere marginali e sottoposti a vaglio continuo di efficacia e di
serieta"'.
Don Gelmini rivolge quindi un appello ai giovani: "ribellatevi a queste
proposte minimaliste". "Quello delle overdose non puo' essere una
giustificazione per organizzare il 'buco assistito'; l'overdose si combatte
con altri strumenti, mentre ogni giorno si muore di dosi non 'over"'.
Si appella poi ai vescovi, ai sacerdoti, alle famiglie, agli educatori
cristiani, "consapevoli della loro dignita': e' vero, noi dobbiamo difendere
la famiglia". "Ma difenderla vuol dire mantenere alto il suo significato, con
la proposta dei grandi valori, con la capacita' di reagire, con la forza della
fede in Dio e nell'uomo, e non sminuzzarla in frammenti sul bancone dei vari
specialisti, troppo spesso imbonitori del nuovo millennio. La Chiesa e'
esperta in umanita'; ha una voce da far sentire; non puo' piu' restare assente
e muta, abbandonando il dono terapeutico dello Spirito per affidare l'uomo in
mani a sezionatori della psiche e imbonitori delle coscienze. Se combattiamo
l'aborto, per difendere coloro che devono nascere; non possiamo lasciare allo
sbaraglio, alla merce' di persone senza scrupoli questo tarlo che corrode il
senso dell'esistenza dell'uomo moderno".
"Facciamo, infine, appello agli uomini politici -conclude don Gelmini- che si
dicono cristiani, a non accettare, a non volere, a non sostenere soluzioni di
questo tipo, altrimenti dobbiamo riconoscere che, veramente, la ragion
politica uccide la ragione umana, sociale e civile".
Il ministro Ferrero ha espresso una posizione "sacrosanta che dovra' essere
realizzata nell'interesse dei tossicodipendenti e senza abbandonarsi ad
atteggiamenti squallidamente benpensanti". Lo dice il presidente dei deputati
di Rifondazione Gennaro Migliore in riferimento alla proposta del
ministro della Solidarieta' sociale Paolo Ferrero di istituire strutture dove
sia possibile far uso di droga sotto controllo medico a scopo terapeutico. "Se
una misura, come pare acclarato, funziona deve essere responsabilita' di una
struttura pubblica dare risposte in tal senso. E non c'e' bisogno di
abbandonarsi ad espressioni triviali come "buco", "spada", et similia".
Migliore spiega che le parole di Ferrero devono essere intese non solo in
quanto dette "da un ministro di Rifondazione, ma anche da un membro
dell'esecutivo che ha la responsabilita' della solidarieta' sociale. E come
tali esse non hanno natura ideologica ma possono trovare una veste operativa".
Parallelamente pero', aggiunge il presidente dei deputati comunisti, "occorre
abrogare la legge Fini-Giovanardi, che e' una legge ideologica che finirebbe
per riempire le carceri di giovani".
"Una scorciatoia, che rischia di aggravare il fenomeno della
tossicodipendenza, piu' che risolverlo". Cosi' il Servizio Informazione
Religiosa della Chiesa Italiana definisce la proposta di istituire anche in
Italia le cosiddette "stanze del buco", cioe' appositi luoghi in cui si
effettua la somministrazione di eroina sotto controllo medico.
L'agenzia della Chiesa Italiana pubblica un'intervista al sociologo Mario
Pollo, docente all'Universita' Salesiana, per il quale l'idea lanciata dal
ministro Ferrero "significa di fatto, anche se per finalita' di per se'
positive, l'introduzione dell'uso, sia pur limitato e controllato, di sostanze
stupefacenti all'interno dei nostri canoni culturali". "Non riuscendo a
vincere la battaglia contro il consumo di droga la si incorpora cercando di
renderla meno dannosa per chi la consuma e per la societa'".
Per Pollo, si tratta di "un segnale negativo, sintomo di indifferenza sociale
perche' parte dall'affermazione che dobbiamo rassegnarci e convivere con il
consumo di droga nella nostra societa', legalizzandola in modo indiretto".
Quanto ai Paesi, come la Svizzera, dove le stanze del buco sono state gia'
introdotte, Pollo fa notare che "il fine e' sempre quello di circoscrivere il
fenomeno e isolare i drogati, perche' i giovani 'non si facciano male'".
Secondo il sociologo, "invocare tali soluzioni per rendere minore il rischio
di malattie o di overdose e' una strada troppo facile", mentre la via da
percorrere resta quella di "agire sulla prevenzione e sulle strategie
alternative o di recupero da indicare ai giovani", tutti versanti dove per
Pollo "c'e' stato invece un arretramento generale".
"I reati di maggiore allarme sociale come gli scippi, le rapine e lo spaccio
di droga non possono in alcun modo essere previsti in un eventuale
provvedimento di amnistia". Lo afferma il parlamentare Marcello
Taglialatela, coordinatore cittadino di Alleanza Nazionale a Napoli, che
spiega: "Il permissivismo, la giustificazione sociale dei reati, le
scarcerazioni facili sono gia' tristi peculiarita' del nostro sistema
giudiziario. A Napoli la certezza della pena e' una mera chimera. Un'eventuale
amnistia sarebbe soltanto l'ultimo regalo in grado di garantire la totale
impunita' a coloro che si macchiano proprio dei reati di maggiore allarme
sociale".
Taglialatela aggiunge: "L'amnistia, che puo' scaturire da un'azione di
clemenza verso i detenuti, non puo' finire col trasformarsi in un atto di resa
dello Stato e diventare uno strumento attraverso il quale si assicura a
violenti e criminali una ulteriore forma di impunita'. Ritengo che occorra
procedere con cautela su questo fronte vista la pericolosa realta' di Napoli
dove il perdonismo e la continua giustificazione sociale dei reati ha creato
danni enormi mettendo in discussione la credibilita' del sistema giudiziario e
la certezza della pena. Una indiscriminata amnistia, dopo le scarcerazioni
facili che gia' caratterizzano l'amministrazione della giustizia a Napoli,
rischia di essere solo il nuovo passo di uno Stato che dichiara la resa
incondizionata verso i criminali".
Bando alle ideologie: se il governo vuole cambiare la legge sulla droga non ha
che da presentare un disegno di legge e aprirsi alla discussione parlamentare.
E' uno dei "padri" del provvedimento sulle tossicodipendenze varato allo
scadere della scorsa legislatura, Carlo Giovanardi, a parlarne con i
giornalisti ribadendo la sua nettissima contrarieta' alle "stanze del buco",
ovvero alla somministrazione controllata di sostanze stupefacenti.
"Noi abbiamo dibattuto due anni nella scorsa legislatura, poi abbiamo fatto la
conferenza di Palermo e infine varato un provvedimento. Ferrero venga in
parlamento, presenti un disegno di legge, ma per favore la smetta di dire cose
false sulla cosiddetta legge Fini-Giovanardi". Quel provvedimento, sostiene
l'ex ministro, "sta dando degli effetti positivi, assolutamente contrari ai
dati allarmistici che vengono diffusi sulle migliaia di giovani che avrebbero
dovuto finire in casrcere. Non e' cosi', anzi le prime statistiche dicono che
e' diminuito del 10 per cento il numero di coloro che sono stati segnalati
all'autorita' giudiziaria". Quindi serve, a suo giudizio, "meno propaganda,
meno ideologia, meno stanze del buco. che condannano a morte i giovani invece
di farli uscire dal tunnel della droga. Noi su questo piano- sottolinea- siamo
disponibili al confronto".
Giovanardi da' poi la sua personalissima interpretazione del tentativo di
ridurre i danni della tossicodipendenza con la somministrazione controllata.
"La stanza del buco- afferma- vuol dire: sei drogato? Rinuncio a recpurarti e,
per una questione di pace sociale, ti metto in un luogo dove prendi tanta
droga quanta vuoi fino ad annullarti completamente e magari perdi anche la
vita. E' una cosa che noi non possiamo assolutamente accettare, per motivi
politici e morali e perche' riteniamo che ogni tossicodipendente sia
recpurabile e non debba essere condannato a morte".
"La sinistra radicale torna a colpire. Un ministro propone addirittura le
stanze per drogarsi scatenando li ire di un altro collega, questa volta la
Bindi. Un'idea sconcertante ed irresponsabile e non degna di un governo con
questo nome. Siamo alla farsa". Lo afferma Paolo Romani, esponente di
Fi. "L'arrivo a Palazzo Chigi di una coalizione in cui la sinistra si fa beffa
del centro , ha portato quello che avevamo previsto: non c'e' un programma,
non c'e' un atteggiamento all'altezza di un grande Paese occidentale ma solo
il ricatto di movimentisti e gruppettari che stanno tirando fuori dalla
soffitta delle ideologie tutto quanto vi e' di piu' vecchio e fuori dalla
realta' solo per togliersi la soddisfazione di applicare ricette gia'
sconfitte ovunque ma saldamente radicate nel Dna di forze politiche alle quali
non puo' essere affidato il governo di un Paese".
"Sono contrario. È una strada battuta in altri Paesi e non ha dato risultato.
Mi sembra una cosa vecchia. A mio giudizio, non è questa la via da percorrere,
la prevenzione non si fa così". E' il commento di Renzo Lusetti,
deputato della Margherita. "Ferrero doveva essere più cauto -spiega Lusetti al
'Messaggero' - eppoi di questi temi occorre discutere prima. Dopo la bioetica
rischiamo di avere opinioni divergenti sulla droga. Dal momento che c'è il
tavolo di Amato, parliamone lì". In tal senso, per l'esponente dielle, "sui
temi così delicati i ministri si devono consultare, altrimenti rischiamo di
andare fuori strada".
Il ministro della solidarieta' sociale Paolo Ferrero quando parla di droghe
che circolano nei 'palazzi' "direi che ha ragione. Che il mondo della politica
non sia estraneo e' una cosa nota". Lo dice al 'Corriere della Sera'
Vittorio Sgarbi, ricordando che "ci fu quell'inchiesta qualche anno fa che
coinvolse esponenti del precedente governo. Ma ce ne saranno anche altri
perche' la cocaina e' una cosa chic, elitaria. Ce la vedo bene nelle classi
benestanti, dunque anche tra i politici".
Sgarbi racconta poi che la cocaina gli "fa schifo, come tutte quelle sostanze
che danno dipendenza", e aggiunge che quando era in Parlamento non ha "mai
visto nulla. Non ho idea -dice- di chi dentro al Parlamento consumi cocaina.
Io non la prendo, quindi neanche me la offrono o la condividono".
"La proposta di legge regionale che prevede anche l'eventuale sperimentazione
delle 'injecting rooms', e che abbiamo presentato circa un anno fa, trova una
conferma importante nelle parole del ministro Ferrero e penso possa
accelerarne la discussione e l'approvazione". Filippo Fossati,
consigliere regionale dei Ds della Toscana e primo firmatario della proposta
di legge regionale in materia di contrasto alla tossicodipendenza, commenta
così le dichiarazioni del ministro per le Politiche Sociali. "La proposta del
ministro Ferrero non mi stupisce: in Toscana abbiamo infatti presentato da un
anno una proposta di legge regionale che prevede anche l'eventuale
sperimentazione delle 'injecting rooms', né mi stupisce la reazione della
destra, che su questa materia si comporta solo in maniera ideologica, e con la
quale è impossibile avviare una discussione su basi culturali e scientifiche.
Mi stupiscono semmai alcune reazioni all'interno del centrosinistra: ricordo
infatti che la sperimentazione delle injecting rooms è contenuta in una
proposta di legge che alcune decine di deputati dell'intera l'Unione, compresa
il ministro della sanità Livia Turco, hanno sottoscritto e presentato nella
scorsa legislatura".
L'esponente diessino, a sostegno della proposta, ha citato alcuni dati
recentemente resi noti dalla comunità scientifica: "L'unica vera novità è
rappresentata dal primo studio sull'argomento pubblicato dalla rivista
scientifica Lancet sull'esperienza di Zurigo che dimostra l'assoluto successo,
non solo in termini di riduzione dei decessi per overdose, ma anche della
riduzione del fenomeno della tossicodipendenza, dell'approccio che unisca
accoglienza, trattamenti farmacologici, anche con la somministrazione
controllata di eroina, e grande lavoro psicologico e sociale di recupero e di
prevenzione dei comportamenti a rischio".
Per questo, secondo Fossati, "torna di attualità la proposta di legge che
abbiamo presentato lo scorso anno, che stiamo approfondendo all'interno della
commissione sanità e che, lungi dal rappresentare niente di devastante o
fuorviante, come pensa qualcuno, soprattutto nell'opposizione, vuole
valorizzare il lavoro dei servizi territoriali e delle comunità del privato
sociale in Toscana dotando il nostro sistema di tutti gli strumenti utili al
contrasto dell'abuso di sostanze pericolose, legali ed illegali, e dei
comportamenti a rischio. Sistema che va altresì valorizzato nella sua
vocazione al recupero delle persone in difficoltà e tossicodipendenti -ha
concluso Fossati- attraverso l'accoglienza ed il dialogo con tutti, anche i
più disastrati e marginali".
"Sono sconvolgenti le dichiarazioni del ministro Paolo Ferrero sulle 'stanze
del buco'. Ho intenzione di organizzare una serie di confronti pubblici per un
confronto diretto con la gente, anche attraverso il sito internet
www.destramoderna.com per capire le impressioni e le indicazioni dei cittadini
in merito a tali proposte neo-governative". E' quanto dichiara il capogruppo
di An alla Provincia di Roma, Piergiorgio Benvenuti. "Ho intenzione
inoltre di aprire un confronto nell'ambito del Consiglio provinciale con la
presentazione di un apposito ordine del giorno". "Nel rimanere fermamente
ancorato ad una lotta serrata ad ogni tipo di diffusione di droghe
sollecitando azioni di prevenzione della diffusione, cura presso le comunita'
terapeutiche, informazione e recupero, mi sento contrario ad ogni ipotesi di
rassegnazione e di diffusione addirittura attraverso canali statali. Quindi
confronti diretti con i cittadini, anche attraverso il piu' vasto mezzo
internet ed un confronto nelle sedi istituzionali come la Provincia di Roma".
Quanto afferma il ministro della solidarieta' sociale, Paolo Ferrero, a
proposito delle "stanze del buco" e' "meritevole di dibattito" ma prima di
dare avvio a un progetto cosi' impegnativo sarebbe bene mettere ordine nel
sistema socio sanitario destinato alla cura della tossicodipendenza: cosi'
Achille Saletti, presidente di Saman, associazione impegnata da 20 anni
nel recupero dei tossicodipendenti.
Saletti, che si dice d'accordo con l'ipotesi di Ferrero, invita il ministro a
visitare un servizio pubblico di Roma o una sconosciuta comunita' terapeutica
laziale, campana o siciliana: in tal caso, afferma, salterebbe agli occhi che
"prima di qualsiasi sperimentazione e' necessario intervenire prontamente per
rendere funzionale un sistema che ancora boccheggia, cercando per esempio di
integrare gli organici del Sert e di assicurare regolarita' di pagamenti alle
comunita' terapeutiche". "Accenno a queste due solitarie questioni per non
spingermi oltre nella disamina delle problematiche con cui ci scontriamo ogni
giorno e che dovrebbero essere risolte gia' da diversi anni".
"Le sperimentazioni inserite in una realta' che gia' 'sperimenta' quanto
dovrebbe essere mandato a regime da almeno 10 anni non capiamo che senso
abbiano. A meno che anche il governo del centro sinistra non voglia recuperare
gli aspetti peggiori del passato governo, limitandosi a enunciati e postulati
pre e post ideologici e non modificando di un grammo la realta' esistente". In
questa logica, Saman chiede al ministro, prima ancora delle narcosalas, di
"ampliare gli interventi di riduzione del danno, che ancora oggi mancano in
moltissime aree del paese, dando a questi interventi un assetto stabile;
permettere ai servizi una vivibilita' dignitosa; avviare una interlocuzione
stabile con le regioni che oggi sono le vere protagoniste delle politiche
sulla droga".
E a proposito delle dichiarazioni di Ferrero interviene anche Marco Contini,
Segretario dell’Associazione Politica Antiproibizionisti.it:
"La sequela di polemiche derivanti dalle esternazioni del ministro Ferrero non
fa altro che confermare che le nostre preoccupazioni, espresse l’ultima volta
non più di due settimane fa, erano fondate. Peggio, le parole del ministro
prospettano una situazione ancor più grave rispetto a quella da noi
prospettata: non solo trova conferma il nostro timore di dover affrontare
l’estate senza che venga posto dal governo alcun rimedio all’emergenza in
corso, ma addirittura viene annunciato che dificilmente si prevede di
intervenire -nemmeno con misure correttive marginali quanto necessarie- prima
della fine dell’anno in corso.
Nello scatenare questo gigantesco polverone il ministro Ferrero si è messo
nelle condizioni peggiori per poter operare in modo rapido ed efficace e ha
invece regalato ai suoi oppositori la possibilità di esibirsi in quella sagra
dell’ipocrisia nella quale sono maestri. Non solo: così facendo ha anche fatto
emergere le ben note divergenze interne alla maggioranza di governo (si vedano
a riguardo le numerose precisazioni di ministri e parlamentari del
centrosinistra, culminate nell’interrogazione presentata stamane dall’Udeur),
spostando l’attenzione dai temi su cui esiste una posizione almeno formalmente
condivisa (quelli contenuti nel programa dell’Unione) ad altri, certo pure
importanti, ma non ancora dibattuti.
Il rischio è che ne consegua una paralisi totale che lascerebbe la situazione
immutata per molti mesi, forse per anni.
La ridda che si è scatenata pare proprio dimostrare che -al di là del gioco
delle parti, utile solo a far sì che i presunti contendenti si legittimino a
vicenda- non esiste (né da una parte, né dall’altra) la reale volontà di
occuparsi della questione per risolverla. Per chi trae da ciò la propria
rendita di posizione è più utile, forse, tenerla sullo sfondo per tentare di
dimostrare che, in qualche modo, se ne sta interessando.
Noi continuiamo a pensare che 'sono le azioni che contano' e di azioni, per il
momento, non se ne vede neanche l’ombra.
Anche per questo, probabilmente, il servizio di consulenza e assistenza legale
che abbiamo attivato lo scorso 29 maggio è stato letteralmente preso d’assalto
da centinaia di richieste di soccorso inviate da tanti cittadini disperati che
si trovano, loro malgrado, intrappolati in situazioni kafkiane a causa della
normativa in vigore. Il nostro compito prioritario, adesso, è occuparci di
loro. Anche per questo non vogliamo e non possiamo partecipare alle finte
contese come quella attualmente in corso".
''A poco servono i distinguo sulla dichiarazione fatta a titolo personale o
meno, la 'stanza del buco' e' un'aberrazione sociale, prima ancora che
politica''. Lo afferma il deputato di Fi, Angelo Sanza, secondo cui
bisogna ''smetterla di dare un'immagine della politica verbalmente
irresponsabile, concettualmente estemporanea, quanto inefficace sul piano
concreto. E' un modo per distruggere quel poco di fiducia che ancora esiste
fra cittadini ed istituzioni''.
''La proposta non e' esclusivamente di carattere sanitario, come vorrebbe
farci credere Agnoletto, ma sostanzialmente politica, nel momento in cui lo
Stato si fa garante e testimone consenziente dell'autodistruzione degli
individui. Non capirlo significa essere digiuni di filosofia della politica e
del diritto, o peggio, essere consapevoli della valenza distruttiva che certe
iniziative avrebbero, se introdotte, nel nostro ordinamento. Questo -conclude
Sanza- prima ancora di affrontare qualsiasi considerazione di ordine etico''.
Il Piemonte respinga le "stanze del buco" del ministro Ferrero. A chiederlo il
capogruppo in regione della Lega Nord Piemonte Oreste Rossi, che
afferma: "L'idea del ministro Ferrero e' inaccettabile. Ricordo che proprio a
Torino, nel 2002, e' nata la prima stanza del buco autogestita, chiusa cinque
mesi dopo dalle forze dell'ordine". "L'esperimento e' dunque abbondantemente
fallito ma non vorrei - conclude Rossi -che questa giunta, troppo sensibile
alle sirene della sperimentazione contro ogni buon senso, volesse ancora una
volta fare la capofila di iniziative deplorevoli".
"Ferrero abbia il pudore di fare marcia indietro. Il suo atteggiamento e'
quantomeno tracotante". Il segretario della Democrazia cristiana, Gianfranco
Rotondi, stigmatizza le dichiarazioni di Ferrero. "Prodi aveva chiesto ai suoi
ministri di esternare il meno possibile complimenti, ci e' riuscito alla
grande". I ministri, continua, "esternano a piu' non posso e spesso a
sproposito come ha fatto Ferrero sparlando della questione droga come di un
qualsiasi argomento: la stanza del buco, cocaina nel Palazzo e chi piu' ne ha
piu' ne metta". Ferrero, auspica il senatore, "dopo essere stato smentito da
autorevoli dirigenti del centro-sinistra, abbia almeno la delicatezza di
chiedere scusa alle tante famiglie che hanno figli vittime della droga, e ai
politici bersagli di accuse generiche. Ferrero abbia il pudore di fare marcia
indietro".
''Con il nuovo governo la Toscana e' diventata maestra di sconcezza sanitaria
per tutta l'Italia''. Lo afferma, in una nota, la vicecapogruppo di Alleanza
Nazionale alla Regione Toscana, Giuliana Baudone, sull'ipotesi di
sperimentazione in Italia delle 'injecting rooms', le cosiddette 'stanze del
buco' per chi si droga.
''E' da un pezzo che la Toscana ha pronto un progetto di legge, fermo per ora
nei cassetti della commissione, per inaugurare stanze del buco nella regione.
Ora, dopo la distribuzione di pillola abortiva alle donne e di ormoni gratuiti
per i trans, ecco che la sanita' modello Martini-Rossi fa da esempio
all'Italia anche per questa idea che altro non e' se non un ipotesi di spaccio
istituzionale. Un vero e proprio sconcio mascherato dietro il paravento di un
buonismo di cui il centrosinistra imbianca volentieri il proprio sepolcro''.
''Incapace di adottare misure di prevenzione, la sinistra preferisce
rincorrere la riduzione del danno. Ma cosi', mentre si accaparra i consensi di
qualche manipolo di liberal-sbandati, non fa che arrendersi alla droga e alla
sua capacita' di mietere vittime: e questo non e' esser buoni''.
''Provo grande amarezza, perche' purtroppo le proposte della Toscana, prima
fortunatamente isolata nel panorama nazionale, ora che c'e' un nuovo Governo,
rischiano di diventare il modello per tutto il Paese: dai registri comunali
delle unioni di fatto, alla messa a regime dell'uso della pillola abortiva,
fino alla proposta della sinistra toscana di istituire in ciascuna Asl delle
stanze dove i tossicodipendenti cronici possano drogarsi in sicurezza''. Lo
afferma, in una nota, il capogruppo dell'Udc al Consiglio regionale della
Toscana, Marco Carraresi.
Per l'esponente dell'Udc le cosidette 'stanze del buco' rappresentano una
''logica di sconfitta, una logica simile a quella adottata per le 'case
chiuse'. Una proposta che da una parte e' la presa d'atto del fallimento di
ogni opera di prevenzione e di cura. Si accetta la cronicizzazione dello stato
di dipendenza, si offre al giovane tossicodipendente non una via d'uscita, ma
una poltrona dove farsi piu' tranquillamente, senza correre rischi, in modo
sicuro''. (Adnkronos) - ''Del resto nella cultura prevalente all'interno dello
schieramento di centrosinistra l'idea che drogarsi sia un diritto e'
maggioritaria. Magari non lo si scrive a chiare note, ma lo si fa capire. Si
spiega cosi' il fuoco di sbarramento alzato contro la nuova normativa
antidroga, che cerca di evidenziare che ogni droga fa male, e che anche le
cosiddette droghe leggere rischiano di essere la porta a cronicita' e
patologie distruttive. Purtroppo non ci si chiede mai quale futuro vogliamo
per i giovani. Sono loro che dovrebbero essere al centro delle proposte, non
la ricerca opportunistica di voti''.
E poi, ''prima di proporre leggi inattuabili e in totale disaccordo con il
testo unico sulle droghe e con i trattati internazionali, meglio sarebbe
incentivare la prevenzione, non certo pubblicizzare gli stupefacenti -
aggiunge il capogruppo dell'Udc - Parlare allora di tentativo di limitare i
danni evitando che un tossicodipendente si suicidi con sostanze tagliate e'
falso, fuorviante e dannoso: c'e' viceversa, oramai da tempo, una sorta di
filo rosso che lega purtroppo tutte le proposte 'innovative' della Regione
Toscana nella deresponsabilizzazione, che amplia a dismisura il fronte dei
'nuovi diritti' e restringe quello dei doveri''.
"Siamo pronti alla battaglia politica". Maurizio Gasparri e Carlo
Giovanardi alzano le barricate a difesa della nuova legge sulla droga,
sparano alzo zero contro il ministro della Solidarieta' sociale, Paolo Ferrero,
accusano il governo di 'confusione' e annunciano la nascita di un "intergruppo
parlamentare per la liberta' dalla droga".
A Montecitorio, in una conferenza stampa, i due ex ministri della Cdl vanno
subito all'attacco, criticando le aperture del ministro alla sperimentazione
delle 'shotting room'. Ma soprattutto chiedono al governo che sulla politica
contro le droghe vi sia chiarezza: "Non si capisce –dice Giovanardi- cosa
voglia fare che non sia gia' contenuto nella nuova legge, a meno che per loro
l'innovazione non siano le 'stanze del buco'". L'ex ministro Udc avverte:
"Resto esterrefatto quando continuo a leggere di colpi di mano sulla
Fini-Giovanardi, noi siamo disponibili a dibattere ma nelle sedi proprie: le
leggi si azzerano in Parlamento". Se si ha la forza, ovviamente: "Non ci pare
che la maggioranza- chiosa Gasparri- abbia i numeri per smantellare la legge
ne' per organizzare esperimenti". E comunque, il centrodestra si mettera' di
traverso. Specie se il governo Prodi tentera' di procedere per decreti
ministeriali: "Noi siamo pronti al confronto- insiste l'aennino- ma non ad
assistere allo smantellamento della legge per via amministrativa".
E infatti, in via preventiva, Gasparri e Giovanardi hanno lanciato una
campagna di adesione all'intergruppo parlamentare, che promuovera'- spiega il
deputato di An- "iniziative, proposte e leggi finalizzate al recupero dei
tossicodipendenti, contro ogni forma di legalizzazione della droga". Al
momento all'intergruppo- stando ai due promotori- hanno gia' aderito un
centinaio di parlamentari, ma l'obiettivo e' di raccogliere consenso anche nel
campo avversario: "Ci auguriamo che su questi temi- dice Gasparri- la coerenza
sia trasversale e che tanti nella maggioranza che si dicono dalla parte della
vita abbiano il coraggio di condividere queste battaglie".
Giovanardi, cofirmatario da ministro (insieme a Fini) della nuova legge sulla
droga, e' netto nel replicare alle argomentazioni del nuovo ministro della
Solidarieta' sociale, che invoca la depenalizzazione del consumo personale:
"Con la nostra legge chi consuma il massimo che rischia- risponde il
centrista- e' la sanzione amministrativa, il penale vale solo per gli
spacciatori e per i drogati che commettono reati. Dunque, non si capisce
Ferrero cosa voglia dire". E non solo: in galera rischiano di finire migliaia
di ragazzi? Giovanardi snocciola i dati dell'ultimo mese (a partire dal 10
maggio, da quanto sono uscite le 'tabelle'): "Non ho visto alcun carcere,
nessuna denuncia. In questo mese, rispetto allo stesso periodo dell'anno
scorso, c'e' stato un calo del 10% delle persone denunciate all'autorita'
giudiziaria per il possesso di sostanze". E comunque, insiste l'esponente
dell'Udc, il ministro stia attento ad eliminare per decreto le tabelle,
perche' cosi' -mette in guardia- "si potra' andare in carcere per qualunque
percentuale di sostanza si abbia in tasca".
Infine, la decisione "gravissima" di azzerare per decreto legge il
dipartimento della presidenza del consiglio che si occupa di droga: "Prodi
venga in Parlamento a spiegare -polemizza Giovanardi- come si puo' fare una
politica sulla droga quando per decreto si cancella l'organismo che deve
interessarsi di droga, quando si smantella lo strumento operativo necessario
per restare in contatto con il resto del mondo".
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