Aumenta la diffusione del consumo di droghe in Italia, con raddoppio, in 5
anni, di quanti fanno uso di cocaina. E' quanto emerge dalla "Relazione al
Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia" per il 2005 presenta
questa mattina dal ministero della Solidarieta' sociale Paolo Ferrero e
da Sabrina Molinaro, ricercatrice del Cnr.
"La Relazione e' formata da una serie di elementi che aiutano a leggere il
fenomeno delle tossicodipendenze", ha spiegato Molinaro. "Il primo elemento e'
la diffusione del consumo. Vediamo infatti un aumento di cannabis, cocaina,
stimolanti e allucinogeni. Si stima che nel 2001 erano due milioni le persone
a fare uso di cannabis e nel 2005 sono diventate 3 milioni e 800 mila. Per
quanto riguarda la cocaina nel 2001 i consumatori erano 350 mila che nel 2005
raddoppiano arrivando a 700 mila".
L'80% delle oltre 90.000 segnalazioni nel 2005 per uso e possesso di sostanze
stupefacenti riguardava la cannabis, il 13% la cocaina e il 7% l'eroina. Sono
in aumento le segnalazioni per possesso di cocaina e in diminuzione quelle per
possesso di eroina.
Dal documento risulta un aumento dei detenuti per reati connessi alla droga,
che nella maggior parte dei casi sono maschi e di nazionalita' italiana;
aumentano anche i tossicodipendenti in carcere, circa il 29% del totale della
popolazione carceraria del 2005. Circa un migliaio i minori tossicodipendenti
transitati nei servizi della giustizia minorile, che nel 70% dei casi sono
italiani fra i 14 ed i 17 anni.
La sostanza piu' semplice da reperire sul mercato risulta essere la cannabis,
anche se il 52% dei soggetti fra 15 ed i 34 anni, che hanno consumato almeno
una volta sostanze illegali, riferisce di poter trovare agevolmente sia
cocaina che stimolanti. Nell'ultimo anno sono aumentate del 5% le operazioni
delle Forze dell'ordine, e in particolare il numero di interventi volti al
contrasto del traffico di cocaina.
Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Puglia le Regioni in cui
si registra il piu' alto numero di operazioni, con un maggior coinvolgimento
delle Regioni settentrionali per le operazioni che riguardano l'eroina (in
particolare Lombardia e Veneto). La Lombardia, il Lazio e la Toscana sono le
regioni in cui si registrano piu' operazioni per la cocaina. Le regioni
meridionali e insulari risultano maggiormente coinvolte nelle intercettazioni
delle piante di cannabis, piu' del 64% intercettate in Calabria. Piu'
disomogeneo appare il quadro relativo ai sequestri e rinvenimenti di hashish e
marijuana.
Negli ultimi 5 anni si e' evidenziata una generale diminuzione del costo
unitario di alcune sostanze. Il prezzo della cocaina nel corso del quinquennio
e' passato dai 99 euro al grammo del 2001 agli 87 euro del 2005, quello
dell'eroina nera dai 69 euro al grammo del 2001 ai 54 euro del 2005. Una
maggiore stabilita' si osserva nei prezzi medi delle altre sostanze
stupefacenti.
Ferrero: depenalizzare il consumo di tutte le droghe
"La strada da intraprendere" per quanto riguarda il contrasto alla
tossicodipendenza "e' la depenalizzazione dei consumi (anche per quanto
riguarda le sanzioni amministrative) e un'azione di prevenzione che parta
dall'informazione sulla pericolosita' delle sostanze". Con queste parole, il
ministro Ferrero commenta i dati contenuti nella relazione annuale. Dai dati
"vengono confermate alcune riflessione fatte in questi mesi, e cioe' che
l'indirizzo dello scorso governo non fosse efficace a contrastare il fenomeno,
bensi' dannoso".
Secondo il ministro, "affrontare il nodo delle droghe soprattutto come
problema di ordine pubblico, e quindi sul versante della repressione, e' del
tutto fuori luogo: l'uso di sostanze e' un fenomeno sociale di massa che come
tale va affrontato, tenendo presente la stretta correlazione tra disagio
sociale e consumo".
Ferrero ha poi ricordato come sia sbagliato parlare di droga al singolare, dal
momento che sono molte in Italia le dipendenze che coinvolgono anche diverse
sostanze legali. A questo proposito, il ministro per la Solidarieta' sociale
ricorda il caso dell'alcool, che causa nel nostro Paese il maggior numero di
morti, e quello del doping.
"Per questo stiamo lavorando a un disegno di legge che ridisegni la normativa
sulle sostanze e che abbia la capacita' di cogliere il fenomeno nella sua
interezza. La logica di fondo e' quella dei quattro pilastri: prevenzione,
cura, riduzione del danno e lotta al narcotraffico".
I dati contenuti nella relazione al Parlamento sullo stato delle
tossicodipendenze, "spiegano perche' la legge Fini antidroga e antispaccio e'
necessaria e giusta". Lo sostiene Riccardo Pedrizzi, responsabile
nazionale di An per le politiche della famiglia.
"Per troppo tempo si sono trasmessi ai giovani messaggi nocivi, il piu'
inquietante dei quali e' stato l'assuefazione culturale alla droga". Fino
all'approvazione della legge Fini, "nessuno si faceva domande, lo Stato non
sanzionava l'uso di droga, lo tollerava, lo permetteva e allora andava bene.
Era un vero e proprio 'droga pride' sulla pelle dei nostri figli, con i
risultati evidenziati dalla relazione". Di qui la necessita', sostiene ancora
l'esponente di An, "di riaffermare, con la legge Fini, che lo Stato non e'
agnostico, non e' indifferente, non e' neutrale rispetto all'uso della droga".
Insomma, conclude Pedrizzi, "i dati della relazione ci dicono che su questo
fronte delicatissimo bisogna fare il contrario di quello che vorrebbero fare i
ministri Ferrero e Turco e il governo di sinistracentro: bisogna alzare la
guardia, coniugando la repressione dello spaccio con una forte politica di
prevenzione e una seria opera di recupero (ovvero di eliminazione del danno)".
"Il raddoppio dei consumatori, dal 2001 al 2005, di cannabis e cocaina
certifica il fallimento della politica proibizionista del centrodestra". E' il
commento di Tommaso Pellegrino (Verdi), componente della Commissione
Affari sociali-Sanita' della Camera.
Secondo l'esponente dei Verdi, "appare evidente, ancora una volta, che la
tossicodipendenza non si affronta con la repressione e il proibizionismo, ma
con il recupero e cure appropriate".
Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani, esponente della
Rosa nel Pugno) ha rilasciato la seguente dichiarazione:
"Ci sarà tempo per valutare a fondo le 232 pagine della Relazione sulle
tossicodipendenze. Due cose, però, saltano subito agli occhi: nel 2005, si
stima che 3.800.000 italiani hanno fatto uso di cannabis (erano 2 milioni nel
2001) e che 700.000 hanno fatto uso di cocaina (erano 350.000 nel 2001); negli
ultimi cinque anni sono triplicati i consumatori di allucinogeni e stimolanti
e il numero dei cittadini che iniziano ad abusare di eroina è in crescita
costante (dai 25.000 del 2001 ai 29.000 del 2005). Dunque, mai così tanti
“drogati” quanti nei cinque anni del governo di centro-destra di Silvio
Berlusconi, che aveva fatto della “lotta alla droga” il suo cavallo di
battaglia (tanto da far passare la sedicente “Legge Fini” nel decreto-legge
sulle Olimpiadi Invernali di Torino!); complimenti, Cavaliere! Di fronte a
tutto questo, il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, dà
dimostrazione del suo rigore piemontese e valdese con una disamina corretta e
completa di tutte le questioni sul tappeto (la sua corposa introduzione è ben
diversa in quantità e qualità dalle misere quattro righe di Maroni e
Giovanardi); il problema è che non va oltre. Certo, prefigura una nuova
Conferenza nazionale sulla droga; certo, ricorda che il programma di Prodi
prevede l’abrogazione della “Legge Fini”. Ma di provvedimenti concreti, per
ora, c’è solo lo smantellamento del Dipartimento Nazionale Antidroga,
inglobato dal ministero della Solidarietà Sociale.
Gli oltre 4 milioni di cittadini italiani consumatori di droghe illegali
dovranno affrontare i rigori dell’estate (con gli spacciatori che cambiano e
offrono sostanze diverse in qualità e quantità) e i rigori della legge
ereditata dal centro-destra; e, come per la peste del Manzoni, a chi la tocca
la tocca!”.
N.B. La “Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze
in Italia nel 2005” è disponibile sull’home page di
www.welfare.gov.it
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