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17/08/2006 Cannabis Terapeutica: per il Prc vanno ascoltate anche le Richieste dei Pazienti (www.aduc.it)

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    Finalmente anche in Italia dopo le campagne ideologiche del centro destra si e' aperta la discussione attorno alle proprieta' terapeutiche della cannabis, sono due infatti (Lazio e Liguria) le mozioni regionali approvate che riconoscono questo principio, sancito a chiare lettere anche nel programma dell'Unione.
    Cosi' un comunicato diffuso oggi da Francesco Piobbichi, responsabile nazionale del settore droghe del Partito della Rifondazione Comunista.
    Se questo e' vero registriamo il riprodursi di un'idea da parte di alcuni farmacologi e di alcuni componenti delle forze politiche dell'Unione a preclusioni ingiustificabili verso i farmaci naturali registrati, considerando invece farmaci solo quelli registrati con il principio sintetico. Questa e' una inesattezza, in realta' in Italia come affermano le associazioni dei pazienti che si curano con il principio attivo della sostanza, i farmaci naturali derivati dalla cannabis, registrati all'estero come il Bedrocan (farmaco a base d'influorescenza della cannabis gia' sperimentato e disponibile nelle farmacie europee gia' dal 2003) possono essere importati su autorizzazione del Ministero della Sanita' - Ufficio Centrale Stupefacenti, su semplice presentazione della richiesta alla ASL da parte del medico curante. Se in questi anni le richieste sono state poche e' solo perche', in mancanza di chiare circolari regionali, molti dirigenti delle Asl si sono sottratti (per scarsa informazione) ad adempiere al loro ruolo, come denunciano i pazienti stessi che sono costretti ad interminabili ping pong burocratici per veder riconosciuto il proprio diritto alla cura. Sempre i pazienti denunciano che le ricette sono rilasciate a volte anche dopo mesi, solo quando la loro determinazione e dei medici curanti supera gli ingiustificabili ritardi burocratici.
    Le mozioni regionali sono senza dubbio un passo in avanti che speriamo possa precludere un cambio di paradigma complessivo, occorre pero' moltiplicare nel Paese spazi di discussione pubblica per fare chiarezza sulla vicenda rimuovendo schemi preconcetti ed elementi di confusione tra farmaci "buoni" e "cattivi". Per quanto ci riguarda continueremo a vigilare affinche' venga riconosciuta la liberta' di scelta terapeutica e il diritto alla cura.
    16-08-2006, ore 15:51:50


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