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23/08/2006 Padova. Due Check Point per il Muro Antispaccio (www.aduc.it)

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    In tutto 350 famiglie in 125 alloggi, nella "zona rossa" di Padova: Via Anelli e dintorni, con due nuovi check point appena installati per impedire lo spaccio di droga, serrata da un muro di lamiera alto tre metri e lungo 80, vigilata da dieci telecamere che entro la fine di settembre saranno il doppio. Gli automobilisti che intendono accedere all' area devono quindi attraversare i varchi puntando un apposito telecomando che fa alzare le barriere una abbassata 24 ore su 24 e l'altra invece solo di notte.
    Questo e' il tempo delle telecamere in fibra ottica e wireless, collegate alle centrali operative delle forze dell'ordine, dei 200 telecomandi distribuiti a chi vi deve poter accedere, comprese forze dell' ordine, vigili del fuoco e personale ospedaliero per eventuali emergenze, delle sbarre che si alzano e si abbassano.
    Ma e' anche il momento in cui gli artisti intervengono, come mai era successo prima cosi' liberamente in Veneto, sulla cicatrice d'acciaio lunga ottanta metri: sono i writers che, su invito di un pittore naif, cercano di rendere piu' sopportabile una realta' dolorosa per tutti. Una "contaminazione" di stili che sa di Berlino, di avanguardia giunta in ritardo, ma arrivata, fino alle porte del Nordest.
    La via piu' famosa di Padova, ormai citatissima in internet, tanto da poter essere definita per certi versi "internazionale": con nove donne incinte che entro tre mesi partoriranno dieci bambini, perche' quella di una nigeriana e' una gravidanza gemellare. Una di queste donne, H.I., di nazionalita' marocchina, dice: "Vorrei che mio figlio nascesse fuori di qui".
    I residenti, qui, sono tutti immigrati, nessun italiano: in prevalenza nigeriani, ma con una comunita' maghrebina molto forte, per lo piu' operai in fabbriche padovane e nelle imprese di pulizia. La stragrande maggioranza dei delinquenti che spacciano nella zona non abita qui, ma ha scelto questa residenzialita' "debole" per il suo mercato.
    "Una specie di foresta di Sherwood", dice l'assessore alla sicurezza di Padova, Marco Carrai. Via Anelli, oggi, e' una sfida all'immaginazione: non solo per chi, dovendo prevenire il crimine, attua pratiche di controllo come quelle poste in essere nelle ultime settimane, ma anche per i politici e le istituzioni che devono pensare molto, e molto velocemente, la riconversione possibile.
    Scenari da "1984, fuga da New York", rapportati alla dimensione veneta, nella quale, a seconda delle differenti sensibilita' politiche e culturali, Via Anelli viene definita "ghetto", "luogo da recuperare", "piccolo Bronx" o "SuperBronx", "quartiere del degrado", "casa della criminalita'", "vergogna della citta' ", "futuro cpt", "zona di nuovi investimenti", "inferno", "armeria incontrollabile".
    "La realta' di via Anelli la si affronta positivamente solo procedendo speditamente allo smantellamento del ghetto e con una risoluzione abitativa alternativa per i residenti", afferma il consigliere regionale dei Verdi Gianfranco Bettin, che ha depositato un' interrogazione perche' la Giunta regionale collabori fattivamente al rilancio del piano gia' avviato nei mesi scorsi dalla Giunta comunale padovana. "La situazione di degrado di quel complesso la si conosceva da tempo - aggiunge - bastava ascoltare e leggere quanto prodotto sino ad oggi dalla meta' degli anni '90 dagli attivisti di Razzismo Stop e dai volontari della Parrocchia: il Comitato nato proprio in via Anelli aveva significativamente preso il nome 'per il superamento del ghetto'".
    Sul fronte opposto, il vicepresidente della giunta regionale Luca Zaia afferma, "in qualita' di esponente della Legna Nord", che "il deterrente a questo punto e' di militarizzare la zona come e' avvenuto per i Vespri Siciliani, anche perche' lo spaccio e la delinquenza in genere male convivono con il pressing dei controlli". Per Zaia ci vogliono "controlli piu' intensi e piu' severi di quelli che si fanno oggi. Tutto questo in attesa che il sindaco si decida di fare radere al suolo questi palazzoni. E' ora di finirla con questo buonismo".


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