Come volevasi dimostrare, il test antidroga e' la conseguenza logica
dell'approccio proibizionista sulle droghe. Non a caso i piu' agguerriti
proibizionisti chiedono a gran voce di rendere il test obbligatorio per
tutti i parlamentari.
Il prossimo passo sara' poi estendere il test anche ai ragazzi delle scuole
superiori e medie, e poi agli impiegati pubblici, come gia' accade negli
Usa, campioni della guerra alla droga.
E cosi', grazie alla legge, la privacy verra' violata "legalmente" e
sistematicamente, nel nome della guerra al male.
Il servizio televisivo delle "Iene" doveva far riflettere i parlamentari e
tutti i loro elettori sulla straordinaria ipocrisia e inutilita' del
proibizionismo. Perche' e' violazione della privacy il test condotto su
alcuni parlamentari da una trasmissione televisiva -tanto da censurare un
servizio giornalistico- quando la stessa cosa viene imposta per legge a
decine di migliaia di italiani? E come giustificare la presenza massiccia di
consumo di droghe in un Parlamento che continua a promulgare leggi
proibizioniste?
Invece di riflettere su politiche di riduzione del danno –non diciamo
neanche di legalizzazione- la reazione prevalente da parte dei
rappresentanti della volonta' popolare appare quella di continuare a testa
bassa sulla strada del proibizionismo. Quasi tutti ipocritamente
scandalizzati, intendono rendere legale cio' che fino a pochi istanti prima
avevano denunciato come violazione intollerabile della privacy. Il test non
per 50, ma per 1000 parlamentari.
Domani ci sveglieremo e sara' il nostro datore di lavoro a chiederci di fare
il test. Poco dopo sara' un agente di polizia a chiedercelo mentre torniamo
a casa da lavoro. Ed infine, giunti a casa, troveremo una lettera della
scuola di nostra figlia contenente i risultati di un test antidroga.
Ma sappiamo tutti che anche questo non servira' a fermare il consumo
di sostanze stupefacenti. Come gia' molti loro concittadini, i
parlamentari "dopati" adotteranno stratagemmi per non essere scoperti,
magari acquistando campioni di urine pulite online da consegnare a Pier
Ferdinando Casini. Il trucchetto verra' eventualmente scoperto da "Le Iene",
il cui servizio sara' pero' censurato perche' viola la privacy. Il giorno
dopo i parlamentari, quelli scandalizzati, chiederanno a gran voce che siano
resi pubblici tutti gli acquisti online per rendere i controlli antidroga
piu' efficaci. E cosi' via, nel nome della lotta alla droga.
Morale: il pericolo per la privacy non e' posto dai giornalisti de "Le
Iene", ma da leggi sciocche.
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Archivio le Iene, Parlamentari e Droga al Parlamento
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