Si' alla cannabis, come medicina. Come sostanza antidolore, stimolante
dell’appetito, antinausea per i pazienti oncologici sottoposti a
chemioterapia. Il disegno di legge firmato dal ministro della Salute Livia
Turco e' pronto, potrebbe arrivare molto presto sul tavolo del Consiglio
dei ministri, anche questa settimana: il sistema sanitario nazionale, dunque,
darebbe il via libera all’uso terapeutico (finora proibito) dei derivati dalla cannabis. Che la legge sulla droga Fini-Giovanardi del febbraio scorso, ha
stigmatizzato come privi di utilita' curativa.
In vista, dunque, un allargamento dei principi destinati, essenzialmente, a
controllare il dolore e a sedare gli effetti infiammatori di molte malattie.
Dalla sclerosi multipla, all’artrite reumatoide, all’inappetenza del malato di
Aids. "Una crescente mole di evidenze scientifiche - si legge in una lettera
che oltre una trentina di ricercatori appartenenti all’Associazione cannabis
terapeutica hanno inviato al ministro Turco - ha dimostrato l’efficacia di
queste sostanze in una vasta gamma di patologie acute e croniche spesso
resistenti alle terapie convenzionali. In particolare il dolore neuropatico
come la spasticita' da lesioni del midollo spinale. Abbiamo, inoltre,
indicazioni preliminari sulle potenzialita' in altre malattie, l’ansia,
l’insonnia, la depressione, l’epilessia".
Due sono i principi attivi di sintesi che potrebbero arrivare anche nelle
nostre farmacie e gia' in vendita in Usa, Canada, Svizzera, Belgio, Olanda,
Gran Bretagna e Germania: sono il Delta-8-tetraidrocannabinolo (Thc) e il
Delta-9-tetraidrocannabinolo (Thc). Tre, in Italia, le universita' che stanno
sperimentando la cannabis sintetica per i malati di tumore: La Sapienza di
Roma, la Bicocca di Milano e le Molinette di Torino. La cannabis non e' ancora
ufficialmente approvata per il trattamento del dolore ma le ricerche finora
concluse, secondo i medici, hanno dato risultati molto confortanti. A Torino,
per esempio, viene utilizzato un farmaco sintetico per via inalante. In
diversi casi, tutti malati oncologici terminali, e' stato deciso di associare
la morfina alla cannabis.
Lo stesso ministro della Salute Livia Turco nella Giornata mondiale
della lotta la droga aveva annunciato che avrebbe reso "piu' agevole la
prescrizione di medicinali a base di Dronabiol, il principio attivo analogo a
quello della cannabis". "Un farmaco -aveva aggiunto- ancora non in commercio
in Italia, ma da tempo utilizzato in altri paesi, anche europei per alleviare
le sofferenze di malati affetti da Hiv, sclerosi multipla, tumore e altre
gravi patologie". Ed ecco il disegno di legge che, oltre all’apertura ai
derivati della cannabis, prevede anche l’abolizione del ricettario ad hoc per
gli oppioidi. Per prescriverli, infatti, una volta approvato il testo, sara'
possibile utilizzare il normale ricettario. "Sono contraria all’eutanasia -ha
detto il ministro in questi giorni di polemica sui trattamenti di fine
esistenza- per il rispetto della sacralita' della vita. Sono convinta che sia
una scelta estrema. Piuttosto vanno incrementate le cure palliative e le
terapie antidolore". In un paese in cui solo il 40% dei malati di tumore
riceve cure per alleviare le sofferenze.
COMMENTI
La Societa' italiana cure palliative sostiene il provvedimento firmato dal
ministro Livia Turco. "Stiamo parlando di una molecola che va gestita e
controllata come gia' si fa con gli oppioidi e la morfina", spiega
Cristina Rebuzzi, anestesista coordinatore regionale della Societa'.
"Non e' assolutamente ammissibile banalizzare, avvicinare la terapia per i
malati al consumo dello spinello. Non va fatto alcun riferimento all’autosomministrazione.
Piuttosto, dobbiamo parlare di quelle sostanze come di un normale farmaco.
Quindi, dei suoi eventuali effetti collaterali, dell’efficacia e della
tollerabilita'. Aspettiamo che l’Aifa, l’Agenzia del farmaco, permetta la
commercializzazione. Ben venga un ulteriore strumento, testato e
sperimentato, da destinare alle persone che soffrono. Un nuovo strumento per
migliorare la qualita' della vita anche per chi e' nella fase terminale".
"Era ora che se ne parlasse: siamo certamente favorevoli al ddl del governo
sull'uso terapeutico dei derivati della cannabis". Lo ha detto il capogruppo
dei Verdi in commissione Affari sociali-Sanita' della Camera, Tommaso
Pellegrino, sottolineando che e' in corso di presentazione una proposta
di legge del Sole che ride sull'argomento.
"Da un punto di vista scientifico, i risultati dell'utilizzo dei derivati
della cannabis sono significativi- va avanti- in Italia, su questo tipo di
terapia ,siamo ancora troppo indietro, rispetto agli altri paesi europei".
"E' inconcepibile come talvolta le procedure burocratiche possano frapporsi
ad un'efficace lotta alla sofferenza e al dolore bisogna, infatti, prevedere
uno snellimento di queste procedure, per andare sempre piu' incontro alle
esigenze di tanti pazienti, che vivono una situazione di particolare
sofferenza".
Intervista all'on. Carlo Giovanardi (Udc), La Stampa 16-10-2006
Onorevole Carlo Giovanardi, lei insieme a Fini ha firmato la legge sulla
droga attualmente in vigore. Che cosa ne pensa dell'uso medico della canapa?
"Se verra' utilizzata come la morfina, se ci sara' il controllo diretto del
medico, una prescrizione su ricetta, con motivazioni molto serie, se ci
sara' un uso esclusivamente farmaceutico, come antidolorifico, allora va
bene, non ho obiezioni".
Ma il riconoscimento della terapeuticita' puo' costituire un nodo
politico?
"Potrebbe. Non siamo d'accordo con una liberalizzazione surrettizia, il
provvedimento deve avere finalita' chiare e ammettere l'uso dei derivati
solo per scopi strettamente medici. Certo, se uno depresso o con disturbi
neuro-vegetativi pensa di essere curato con la cannabis allora non ci siamo,
questo non e' ammissibile. Significherebbe scardinare la legge e aprire una
breccia al libero uso di hashish e marijuana. In ogni caso, se il testo,
come sembra, ha delle ambiguita' in Parlamento ci opporremo".
La Cdl in passato aveva negato l'uso medico
"No, questo non e' vero. La nostra linea politica e' che se una sostanza e'
efficace ed ha un riconoscimento scientifico come farmaco antidolore non
c'e' motivo per non essere d'accordo".
Presto arrivera' in Parlamento un nuovo testo di legge per la lotta alla
tossicodipendenza. Prevede la depenalizzazione del consumo. Approva?
"Si fa finta di non saperlo, l'uso e' gia' depenalizzato: la legge attuale
non prevede il reato penale, il reato scatta solo con lo spaccio. E' stata
una menzogna dire che migliaia di persone sarebbero finite in galera, il
punto e' che si fanno tanti proclami ideologici, nascondendo la verita'".
Verranno comunque tolte le sanzioni amministrative
"Vuol dire che se uno e' tossicodipendente gli lasciamo la patente, cosi' lo
facciamo circolare liberamente per strada e questo rappresenta un pericolo".
L'utilizzo della cannabis nelle terapie antalgiche non deve essere un
escamotage per aggirare la legge anti-droga. Lo sostiene il deputato di Fi,
Angelo Sanza, che ricorda come la legge Giovanardi-Fini avesse
'stabilito l'irrilevanza terapeutica dei derivati della cannabis. Ammettiamo
che la ricerca abbia fatto un passo in avanti, magari nel campo dei derivati
sintetici del principio attivo e si possa ipotizzare un suo utilizzo nella
battaglia contro la sofferenza. Quello che deve essere chiaro e' che il
disegno di legge Turco, non dovra' diventare una scorciatoia per aggirare la
legge proibizionista sulle droghe'.
'Siamo molto sensibili al problema della terapia del dolore, specialmente
nelle malattie terminali. Nella legge del ministro della Salute, non dovra'
esserci alcun riferimento all'auto-somministrazione. Comprendiamo che non
vada banalizzato il problema, che potenzialmente puo' coinvolgere la
coscienza di ognuno di fronte al dramma del dolore, quello che invece non va
sottovalutato e' il fatto che si tratta, comunque, di sostanze che andranno
trattate, come gia' avviene, alla stregua delle terapie a base di oppioidi'.
'Se quella del ministro e' una proposta per aggirare e annullare il divieto,
che attualmente c'e', di assumere sostanze stupefacenti, tra cui la
marijuana, certamente dico no'. E' questa la posizione espressa dal leader
di An Gianfranco Fini. 'Attendo di conoscere bene la proposta',
aggiunge Fini ricordando che 'anche la morfina e' somministrata negli
ospedali pubblici, ma non e' certamente in libera vendita ne' nessuno puo'
pensare di assumere liberamente morfina'. Quanto alla marijuana, Fini da' la
sua disponibilita' 'solo come linea terapeutica anti-dolorifica, sempre su
rigorosa prescrizione medico-scientifica e all'interno degli ospedali'.
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