Al ministero della Salute non si sbilanciano ma nel Consiglio dei ministri di
venerdi' prossimo potrebbe fare capolino anche un disegno di legge
sull'utilizzo della cannabis per uso terapeutico, voluto dal titolare della
Salute Livia Turco. L'apertura anche dell'Italia a queste modalita' per curare
il dolore causato da alcune malattie - come cancro, aids e sclerosi multipla -
e' salutata con differenti auspici dal mondo politico. "Se l'uso dei derivati
della cannabis avviene veramente in funzione antidolorifica, se i principi
contenuti in queste sostanze si dimostrano efficaci - come e' ad esempio la
morfina nel trattamento del dolore - e se, infine, le procedure avverranno
sotto stretto controllo medico e con l'ausilio di un ricettario speciale
-dichiara al VELINO Carlo Giovanardi dell'Udc- non ho obiezioni da
muovere nei confronti di una legge che ammetta questi metodi". Gianfranco
Fini, cofirmatario assieme all'ex ministro per i Rapporti con il Parlamento
dell'attuale legge sulla droga, attende di conoscere la proposta della Turco
per vedere "se in essa e' previsto che i derivati dalla cannabis vengano
prescritti dal medico per esclusivo uso terapeutico oppure se si cerchi -in
questo modo- di aggirare il divieto della sua assunzione".
Timore espresso anche da Giovanardi secondo cui "le terapie antidolore
richiedono patologie adeguate - per cui se le nuove norme liberalizzeranno
l'uso della cannabis con modalita' tali che chiunque, solo perche' depresso o
perche' soffre di disturbi neuro-vegetatvi, puo' accedere alla droga, non le
accetteremo". Due sono i principi attivi di sintesi che, dopo l'approvazione
di una legge in materia, potrebbero essere introdotti nel nostro sistema
sanitario nazionale: il Delta-8-tetraidrocannabinolo (Thc) e il Delta-9-
tetraidrocannabinolo (Thc). I farmaci che contengono queste molecole sono gia'
in vendita in Usa, Canada, Gran Bretagna, Germania, Belgio e Svizzera per
alleviare le sofferenze dei malati terminali e cronici.
Nella maggioranza c'e' chi ha espresso parole di elogio per le nuove
possibilita' di cura offerte dal disegno di legge in fieri. Fabio Mussi,
ministro dell'Universita' e della Ricerca ha manifestato pieno sostegno
all'iniziativa della Turco: "Sosterro' la sua proposta. Non capisco certe
resistenze", ha detto oggi Mussi a margine del Business International, in
corso a Roma. "Se c'e' qualcosa che possa alleviare il dolore in particolari
malattie, che ben venga. Finora ci sono stati alcuni pregiudizi su questo
fronte. Speriamo ora di poterli superare. Perche' nella terapia del dolore non
si dovrebbe usare un prodotto naturale soltanto perche' e' diventato una
droga?".
Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, interpellato dal
VELINO sottolinea che "l'introduzione della cannabis per uso terapeutico
costituisce un primo passo: la misura minima che sarebbe crudele non
introdurre per cura del dolore". E, in merito al rischio paventato da alcuni
esponenti della Cdl che le prossime misure sulla cura del dolore cronico
possano essere un veicolo per scardinare i divieti introdotti dalla
Fini-Giovanardi afferma: "L'unico rischio e' che restino in vigore sia il
divieto della cannabis a scopo terapeutico sia le misure contenute
nell'attuale legge sulla droga".
Anche le associazioni che si battono per implementare nel nostro Paese
l'utilizzo dei rimedi antidolore, come la Societa' italiana di cure
palliative, presieduta da Furio Zucco, sosterranno il provvedimento
della Turco.
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