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26/10/2006 Arezzo. Polemiche per il Servizio de 'Le Iene' su Arezzo Wave (www.aduc.it)

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    TUTTOFRANCOBOLLI per iniziare o continuare una collezione a prezzo favorevole o per regalare una bella collezioncina ad un giovane

     Il servizio televisivo de Le Iene sulla vendita di droga all'Arezzo Wave ha provocato forti reazioni nel Consiglio comunale di Arezzo ed anche al Parlamento.

    Dichiarazione del Presidente di Alleanza Nazionale in Regione Toscana Maurizio Bianconi e del Consigliere comunale di An ad Arezzo Francesco Macrì
    "Non si può non essere rimasti sconvolti da quanto la nuova puntata delle Iene ha messo ieri sera a nudo sulla vicenda del campeggio di Arezzo Wave: uno spaccio a cielo aperto, un porto franco della droga, dove ognuno la usa liberamente davanti a tutti come alla fiera del mestolo. Uno spaccio gestito non artigianalmente ma dalla criminalità organizzata (Sacra Corona Unita e altre mafie) oltre che dai nordafricani. Un'attività criminale in grande stile, che attenta alla salute dei giovani e che fa di un pezzo di questa città una zona senza controllo a densità di droga forse unica al mondo.
    Una vergogna, uno schifo, una cosa mai vista. E ciò che ha impressionato di più è che dopo che il giovane morto è stato caricato nel carro funebre e che carabinieri e polizia se ne erano andati tutto è ricominciato come prima, con gente che offriva, comprava e si faceva. Da festival della musica a festival della droga e della morte. Questa è la realtà documentata dalle immagini, e fa accapponare la pelle ripensare ai trionfalismi del sindaco e dell'assessore competente sull'ultima edizione del Festival".
    "L'escalation drammatica di spaccio e consumo dimostra come le politiche permissiviste e buoniste di chi ad ogni edizione di Arezzo Wave infila la testa sotto la sabbia siano in realtà un tragico percorso che porta al degrado, ai crimini, alla morte. Non ci possono essere indulgenze per chi, facendo finta di non vedere, finisce per mettere in atto veri comportamenti criminogeni, che favoriscono cioè la commissione di reati, attentano alla salute, degradano la città e non solo per una settimana. Perché in quei meeting si allacciano rapporti, si fanno conoscenze, si creano reti che poi rimangono. Ognuno si assuma le sue responsabilità, dalle autorità agli organizzatori, perché è chiaro che bisogna decidersi: o questo festival, manifestazione di importanza mondiale a cui tutti teniamo, viene aiutato a crescere con l'impegno di tutti separandolo nettamente e con decisione dai fenomeni che abbiamo visto dilagare in una crudezza di immagini che non ammette repliche, o è evidente che la città non si può permettere di essere teatro di uno scempio che neanche a Scampia sarebbe possibile vedere e che finisce per lasciare tracce permanenti in un tessuto sociale che già sta vivendo scossoni e cambiamenti da non sottovalutare".
    "Nelle riunioni in Prefettura il sindaco Fanfani, insieme alle altre autorità, avrebbe dovuto preoccuparsi della sicurezza come priorità nell'interesse del festival, della città e della legalità in generale. E non, invece, pensare che rimettendo il controllo interno del campeggio a dei volontari si fossero liberati del problema e delle responsabilità. Anzi: il sindaco Fanfani, che sa di legge, si sarebbe dovuto imporre perché carabinieri, polizia e vigili urbani vigilassero costantemente all'interno del campeggio come fuori. Avremmo evitato forse un morto, ma sicuramente una testimonianza televisiva che ha svergognato la città in tutta Italia".
    "Alleanza Nazionale, dal canto suo, chiederà in tutte le sedi una politica di tolleranza zero per le prossime edizioni di Arezzo Wave, mettendo sul piatto le sue proposte, ovvero: che la gestione torni completamente al Comune, che vigili, polizia e carabinieri siano presenti giorno e notte all'interno del campeggio, che si proceda a controllo delle identità, perquisizioni e registrazione per chi accede alla struttura. Infine, vogliamo di spezzare una lancia a favore dei ragazzi che quest'anno si sono occupati della sicurezza del campeggio, che si sono trovati soli a gestire un inferno. Non si può pretendere che loro, che non sono agenti di pubblica sicurezza, potessero reprimere lo spaccio. Semmai, grazie a loro, al campeggio non è successo di peggio".

    Dopo il servizio mandato in onda durante il programma Le Iene (ieri sera 24-10-06), Mauro Valenti, presidente della Fondazione Arezzo Wave Italia, ha indetto immediatamente una conferenza stampa per fare alcune considerazioni riguardo al filmato proposto.
    Questa estate durante il Love Festival, i 'giustizieri' di Italia Uno si sono infatti introdotti con una telecamera nascosta nel campeggio allestito come ogni anno per l'occasione e, fingendosi normalissimi ospiti, sono riusciti a filmare scene di spacciatori giunti ad Arezzo per fare affari.
    Durante la conferenza stampa Mauro Valenti non ha negato il problema evidenziato dalle Iene, anche perché si tratta di un problema vecchio che l'organizzazione Arezzo Wave e le strutture aretine da anni cercano di combattere.
    "Mandare in onda quel filmato senza nessuna intervista, senza nessuna replica, con una sola chiave di lettura, rischia di annullare gli sforzi di questi anni per restituire gli spazi di Arezzo Wave agli amanti del festival e soprattutto rischia di dare un'immagine distorta della realtà, come se il campeggio di Arezzo Wave fosse frequentato solo da spacciatori e drogati".
    "Non si tratta di negare o nascondere il problema, ma di proporlo nella sua giusta dimensione e mostrarlo da diverse prospettive, se non altro per tutti quei ragazzi che ogni anno giungono ad Arezzo per divertirsi e che con la droga non hanno niente a che fare".
    E' per questo che Mauro Valenti si è già messo in contatto con il programma di Italia Uno per chiedere il diritto di replica.

    Dichiarazione dei consiglieri comunali di Rifondazione comunista, Alfio Nicotra, Marco Bianchi e Cristiano Rossi
    Le immagini, anche crude, della trasmissione televisiva delle "Iene" riprese durante l'edizione di Arezzowave 2006 portano alla luce uno spaccato che in verità era noto a tutti.
    Con assoluta evidenza la legislazione antiproibizionista e tutta basata sulla repressione, meglio nota come legge Fini/Giovanardi, si dimostra alla prova dei fatti completamanete fallimentare.
    Chi si straccia le vesti oggi invocando "un carabiniere in ogni tenda" da schierare nel campeggio di Arezzowave, oltre ad essere anacronistico cerca inutilmente di nascondere questo fallimento.
    Già nella scorsa consigliatura avevamo denunciato come la scelta unicamente repressiva di contrasto del mercato delle droghe sarebbe stata controproducente ed inapplicabile in molti casi, come quello segnalato dal servizio delle "Iene".
    Nella nostra mozione "dal penale al sociale" denunciavamo come la svolta punitiva del governo Berlusconi avrebbe avuto "un evidente effetto criminogeno,in quanto le dinamiche del mercato illegale portano i consumatori ad approvviggionarsi di quantità di droga ben superiori a quelle necessarie al consumo individuale."
    Nella mozione, che il centrodestra non ha mai voluto discutere, scrivevamo: "occorre una politica di prevenzione , a partire dalle strutture scolastiche e dai luoghi di ritrovo delle giovani generazioni e ci si deve impegnare a costruire percorsi mirati ad abbattere il fenomeno delle dipendenze, attraverso un più marcato coinvolgimento dei soggetti interessati e alla costruzione di reti di opportunità sociali, culturali, ricreative" e che "l'illegalità del mercato induce a gravi fenomeni di micro e macro criminalità, e si impone una riflessione su questo tema". Il problema della droga è troppo serio per essere affrontato con semplici campagne d'ordine. Ora essendo impensabile abolire un evento internazionale di grande rilievo culturale come Arezzowave è necessario affrontare il problema droga aggredendo a fondo il legame tra consumatore e spacciatore. Per farlo è necessario modificare a fondo l'impianto proibizionista della legge."

    Il Sindaco Giuseppe Fanfani ha presentato un esposto al Procuratore della Repubblica dopo avere visto, ieri sera, il servizio andato in onda nella trasmissione televisiva Le Iene e relativo ad Arezzo Wave.
    "Nella trasmissione - si legge nell'esposto denuncia - si documentava un'ampia attività di spaccio di sostanze stupefacenti avvenuta nel campeggio allestito per i giovani ospiti della manifestazione canora".
    Particolarmente gravi alcuni fotogrammi nei quali "era ritratta una persona di sesso maschile che appariva per sua stessa ammissione come essere uno spacciatore professionale collegato alla malavita pugliese".
    Nell'esposto denuncia il Sindaco Fanfani annuncia che "l'Amministrazione comunale si farà tempestivamente carico di valutare la situazione e di assumere i provvedimenti del caso atti ad impedire che gli illeciti possano perpetuarsi anche per il futuro".
    L'esposto sottolinea che "nella trasmissione si documentavano con assoluta evidenza gravi e reiterati fatti costituenti il delitto di spaccio di sostanze stupefacenti tutti commessi nel territorio di Arezzo". Da qui la denuncia "a tutela della immagine e della legalità della città" "affinché contro i responsabili che saranno individuati si proceda penalmente per i delitti" che la Procura "riterrà di ravvisare nei fatti accertati".

    Interrogazione urgente alla Camera del deputato di An Riccardo Migliori.
    Con l'interrogazione urgente presentata alla Camera dal coordinatore regionale di An onorevole Riccardo Migliori, il caso di Arezzo Wave arriva anche in Parlamento". La notizia arriva dal Presidente provinciale di Alleanza Nazionale ad Arezzo Oreste Civitelli, che presso il parlamentare fiorentino di An si è fatto portavoce del caso denunciato con filmati choc dalle Iene di Italia 1.
    Quando An lanciava l'allarme e chiedeva maggiore attenzione sul festival musicale aretino -ricorda Civitelli- veniva accusata di cedere a tentazioni repressive immotivate. Ora che però le telecamere hanno dimostrato che, con nostro rammarico, avevamo purtroppo ragione, ecco che cominciano a volteggiare i soliti avvoltoi della politica pronti a farsi belli con dichiarazioni stupite per avere il loro quarto d'ora di celebrità. Tutte lacrime di coccodrillo da parte di chi sapeva ed ha preferito fingere di non vedere. Finché ci è scappato il morto e la televisione ha prodotto le prove dei crimini". Serve una riflessione - ammonisce Civitelli - sul futuro di Arezzo Wave. Se è vero infatti che questo festival di rilievo internazionale costituisce una risorsa per la città, bisogna però fare in modo che non rappresenti una risorsa anche per il crimine organizzato, vero nemico del festival stesso. A questo siamo chiamati oggi, e An porterà senz'altro il proprio contributo di idee e valutazioni".
    Intanto, il dibattito si apre anche a Roma grazie all'interrogazione parlamentare appena presentata dal parlamentare Migliori: Il servizio televisivo andato in onda il giorno 24 ottobre 2006 nella trasmissione Le Iene - si legge nel documento depositato alla Camera - è tale da evidenziare senza alcun dubbio un'assoluta situazione di illegalità diffusa all'interno della struttura denominata Campeggio di Arezzo Wave, appositamente allestita dall'Amministrazione Comunale di Arezzo per ospitare i numerosi giovani che accorrono al Festival ogni anno. Il Comune di Arezzo, La Fondazione Arezzo Wave e l'amministrazione provinciale coordinano l'organizzazione del Festival per quanto concerne gli aspetti legati all'ordine pubblico con i rappresentanti delle forze dell'ordine (Questura, Comando Provinciale Carabinieri e Comando e Guardia di Finanza) e del governo (Prefettura).
    In occasione dei vari incontri tra i soggetti sopra menzionati vengono decise e coordinate le misure atte a tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini al fine di prevenire reati, quali lo spaccio di stupefacenti, purtroppo comuni nell'occasioni di queste kermesse musicali". Ciò premesso Migliori chiede di sapere se vi erano già state segnalazioni da parte dell'amministrazione comunale riguardo ai fenomeni di illegalità diffusa presenti durante la kermesse musicale denominata Arezzo Wave" e quali azioni intende promuovere il Ministro degli Interni al fine di venire a conoscenza del perché nella struttura comunale Campeggio di Arezzo Wave si sia verificata nei fatti una palese situazione di illegalità diffusa".
    Ancora, Migliori domanda quali sono le misure che il Ministro intende adottare per garantire l'ordine e la sicurezza non solo nella città, ma anche nella struttura che ospiterà i ragazzi nelle prossime edizioni del Festival e se verranno posti in essere controlli sistematici su tutti i visitatori provenienti dai caselli autostradali (Monte San Savino e Arezzo) dalla Stazione di Arezzo e dalle principali arterie viarie". Quanto all'edizione appena trascorsa, il deputato domanda come mai non vi erano presidi delle forze dell'ordine all'interno della struttura comunale ospitante il campeggio del festival e se risulta vero che non erano stati autorizzati per "presunti problemi di ordine pubblico


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