Il rapporto sulla droga, che bolla Bologna come una citta' in cui il consumo
e' altissimo, "deve fare molto riflettere, su che cosa noi stiamo offrendo
ai giovani". L'arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra, a margine del
convegno "Il disagio mentale: la risposta della comunita' cristiana",
commenta con preoccupazione i dati dell'Osservatorio dipendenze del
capoluogo emiliano, che indicano una crescita nei consumi di cocaina e
cannabis, e quantificano in 25 milioni di euro il giro d'affari degli
spacciatori. Un dato, questo, su cui, secondo Caffarra, occorre meditare. E
lavorare, usando tre leve fondamentali per educare i ragazzi: la famiglia,
la scuola e l'esempio degli adulti.
"Nessun giovane nasce cocainomane", dice Caffarra. Che si chiede: "Perche'
questa ricerca di evasione? Io credo che i ragazzi abbiano bisogno di un
incontro con persone nelle quali risplenda un senso della vita, che dia loro
la certezza che e' possibile vivere una vita buona anche oggi", mentre le
droghe, "alla fine sono scelte di morte, non di vita".
Per educare i giovani contro la droga, sottolinea l'arcivescovo bisogna
innanzitutto mettere in campo politiche per "promuovere l'indispensabile
preziosita' e valore del nucleo famigliare", perche' "e' li' la culla dell'umanita'"
di ogni individuo. E poi puntare sulla scuola, che "e' un problema centrale
nella societa' civile". Bisogna chiedersi se "veramente la scuola educa",
spiega Caffarra. Che racconta di aver incontrato, proprio questa mattina un
gruppo di bambini di terza media, che hanno voluto salutarlo, mentre
visitavano alcuni monumenti del centro, tra cui san Petronio.
"Vedrete la meridiana di Cassini, gli ho detto. E ho chiesto: lo sapete chi
e' Cassini? Veramente no, mi hanno risposto. Ma vi piace la matematica?
Veramente no, mi hanno risposto. E allora gli ho raccomandato: pensate a
cosa potete avere dalla scuola, come capacita' di crescita e di pensare".
Altrettanto importante, poi, e' fare delle buone "proposte di vita
pubblica", ovvero dare il buon esempio. Perche', spiega l'arcivescovo di
Bologna, "ci sono proposte che sono educative e altre che non sono
educative, pero'-aggiunge in tono scherzoso- non vado oltre perche' poi
dicono che l'arcivescovo di Bologna e' un ruminante della Santa alleanza".
E l'intervento forze dell'ordine? La repressione? "Ci sono dei limiti che
non devono essere superati -risponde Caffarra-. Se c'e' una legge va
rispettata e chi non la vuole rispettare, deve essere costretto a
rispettarla. Questo e' l'abc, se no qui veramente diventa una giungla. Su
questo non si discute. Ma volevo attirare l'attenzione su cio' che e' piu'
profondo. Come dissi anche nella omelia di San Petronio: se la legalita',
che e' assolutamente necessaria, non si radica in una condivisione di
destini fra le persone, viene inesorabilmente sconfitta
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