51 Parlamentari dell'Unione (in realta' siono 50 a cui si aggiunge il senatore
indipendente Luigi Pallaro) hanno inviato una lettera al Ministro Turco, ai
cofirmatari Mastella e Ferrero e, per conoscenza, ai Ministri Bindi e Melandri
in merito al recente decreto emanato dal Ministero della Salute in cui si
raddoppia la dose di cannabis che ciascuno puo' detenere a titolo di consumo
personale. Nella lettera si chiede di "promuovere un confronto vero e
approfondito, finalizzato a riesaminare il provvedimento, in modo tale che
nessuno possa pensare che si e' presa una decisione di tipo ideologico,
scientificamente debole, banalizzante rispetto ad un problema di questa
portata".
I primi firmatari sono i senatori Paola Binetti, Luigi Bobba, Emanuela Baio.
"Il tema delle dipendenze di ogni tipo-scrivono i 51 parlamentari- va
affrontato e approfondito nel suo insieme, confrontandoci serenamente prima di
prendere decisioni in merito, senza nasconderci le differenze e cercando di
arrivare ad un compromesso virtuoso che permetta di condividere una linea di
condotta che offra risposte a tutti i soggetti coinvolti". E cioe': coloro che
hanno gia' un rapporto di dipendenza dalla droga e i loro famigliari; i
giovani, che "hanno il diritto di conoscere la verita' scientifica su questi
temi"; gli operatori e i volontari che operano nelle comunita' di recupero, "affinche'
non si sentano soli, ma siano sostenuti nel loro difficile ed insostituibile
lavoro". Quindi, prosegue la lettera, "non ci e' parso saggio ne' prudente
emanare in questo momento un provvedimento di tale portata. Proprio la
rilevanza del problema richiede un confronto in parlamento, o almeno nelle
commissioni competenti, con una ampia consultazione delle parti sociali.
Limitarsi a raddoppiare la dose di cannabis consentita per non incorrere nelle
sanzioni penali non e' una soluzione per nessuno".
"Siamo convinti- si legge nella lettera- che vada rapidamente superata la
legge Fini-Giovanardi [...] Non c'e' dubbio: il carcere non e' luogo di cura e
di recupero per il tossicodipendente". "Servono misure alternative". E ancora:
"Una nuova legge deve poter rispondere a questa profonda esigenza dei giovani
che vogliono fare esperienze innovative, audaci e coraggiose. E' su questa
nuova prospettiva che vogliamo aprire il confronto con i ministri competenti.
Cerchiamo una soluzione multidimensionale in cui nessuno si senta escluso, ma
in cui tutti possano dare un contributo positivo che vada ben oltre il
raddoppio della dose di cannabis".
TURCO: PRONTA AL CONFRONTO, MA NON RITIRO IL DECRETO
Nessuna intenzione di ritirare il decreto che raddoppia la dose di cannabis
per uso personale.
Meglio aprire un tavolo di confronto. E' questa la posizione del ministro per
la Salute Livia Turco che in un'intervista pubblicata questa mattina su
La Repubblica afferma: 'Ho solo applicato il programma dell'Unione'.
Il ministro dice di essere disponibile al dialogo purche' non sia solo con i
51 parlamentari che le hanno inviato una lettera, ma 'con l'intera coalizione'.
'Aprire un tavolo di confronto - aggiunge - e' come invitarmi a nozze. Pero'
deve essere con tutta l'Unione'. E sul provvedimento incalza: 'E' ormai in
Gazzetta Ufficiale quindi non vedo cosa dovrebbe essere ritirato'. In quanto
all'ipotesi di dimissioni il ministro chiarisce: 'Se mi dimetto lo faccio e
non lo dico. Non sono tipo da annunci'.
'Sono serena con la mia coscienza di madre e di persona che e' contro le
droghe. - continua Turco - Sfido chiunque a essere coerente nella vita come lo
sono io sulle droghe. E sono serena come membro del Governo perche' siamo
all'interno del programma di centrosinistra'. Secondo il ministro la legge
Fini-Giovanardi 'prevede due cose gravi: l'equiparazione tra tutte le
sostanze: della persona non c'e' piu' traccia dal momento che il tema
diventano le sostanze stupefacenti. Impone inoltre che dopo la dose massima,
che si era voluto tenere bassissima scatta la presunzione di spaccio'.
ALTRI COMMENTI
Cio' che deve aumentare sono le occasioni di speranza, non gli spinelli': lo
diranno al ministro Livia Turco gli oltre 1.000 'ragazzi Doc' che da domani a
domenica prossima si incontreranno, nella casa madre di Mulino Silla, in
rappresentanza delle decine di migliaia di loro compagni che dopo avere
lasciato la Comunita' Incontro si sono realizzati nella societa'.
Nel loro documento finale - riferisce una nota della comunita' - i
partecipanti risponderanno infatti 'alla loro amica' Livia Turco, che ha
inviato loro un messaggio 'I 'ragazzi Doc' diranno al ministro - e' detto
nella nota - che questa battaglia non si risolve a forza di diktat ideologici
ma, soprattutto, che la loro esperienza e' per un no chiaro agli spinelli che,
prima del paventato carcere per alcuni, producono danni irreparabili nella
vita di una moltitudine di giovani. Non sono gli spinelli da aumentare, ma le
occasioni di speranze'.
A questo proposito don Pierino ha affermato che 'non possiamo pensare che l'
aumento della soglia di principio attivo che prevedrebbe il carcere, possa
risolvere qualcosa in bene o in male. Ma sicuramente, la fermezza di un
principio crea costume sociale, mentre l' altalena di pura contrapposizione
ideologica tra i politici crea confusione sociale nelle famiglie che non
avranno piu' sponde sicure di riferimento per sostenere i loro figli gia'
bersagliati dai messaggi piu' strani e contradditori di questa societa''.
"Dopo la presa di posizione dei 51 parlamentari dell'Unione che contestano il
raddoppio del quantitativo di cannabis detenibile per uso personale, mi sembra
ragionevole che i ministri firmatari del provvedimento Livia Turco e Clemente
Mastella lo ritirino, affinche' le commissioni competenti di Camera e Senato
possano adeguatamente approfondire il problema".
Lo dice Carlo Giovanardi, deputato Udc. "In quelle sedi, con onesta'
intellettuale, si potra' verificare dati alla mano sui risultati della legge
Fini Giovanardi, se i presupposti che hanno determinato la decisione siano
veri o falsi a cominciare dal dato indiscutibile che nei primi sei mesi
dall'applicazione della legge gli arresti sono diminuiti del 10%".
'La decisione del ministro Livia Turco relativa alla quantita' di cannabis per
uso personale e' un primo passo nella direzione dell'abolizione della pessima
legge Fini-Giovanardi, che ha criminalizzato i consumatori, ingolfato le
carceri, per cui e' stato necessario l'indulto, e lasciata irrisolta la
questione delle tossicodipendenza nel nostro Paese'. E' quanto sostiene il
senatore dell'Ulivo Nuccio Iovene (Ds), componente della commissione
Sanita'.
'Separare il ruolo di trafficanti e spacciatori che vanno combattuti con
grande determinazione e tossicodipendenti o consumatori di droghe leggere, che
devono essere aiutati e non criminalizzati - sottolinea Iovene - e' la base di
qualunque normativa sensata in questo campo, fin dai tempi del cartello
'Educare, non punire', promosso dall'associazionismo laico e cattolico, in
occasione della prima legge Iervolino'.
'Gia' nei giorni scorsi, le 'voci dal sen fuggite' dei vari Gasparri e
Giovanardi - osserva Iovene - non avevano mancato di attaccare il
provvedimento del ministro Turco, collegandolo in maniera ardita addirittura
ad argomenti che nulla avevano a che vedere, come i ticket sanitari. In
realta' la legge del centrodestra e' clamorosamente fallita, e oggi e'
necessario, invece che attardarsi in polemiche strumentali e demagogiche,
costruire passo dopo passo, cosi' come il provvedimento della Turco ha fatto,
una nuova politica nei confronti delle droghe'.
"Il decreto Turco e' un atto di grande responsabilita' e saggezza. Non
condivido affatto, ne' nel merito ne' nel metodo, la lettera dei 51
parlamentari dell'Unione, prevalentemente della Margherita, che critica il
decreto del ministro Turco sulle dosi di cannabis consentite per evitare il
procedimento penale". A dirlo e' Carlo Leoni (Ulivo), che aggiunge:
"Non ho alcun dubbio sul fatto che su tutta la materia delle droghe sia
necessaria una nuova legge che cancelli e sostituisca quella, grave e
autoritaria, voluta da Fini e Giovanardi. Questo prevedeva, infatti- prosegue
il senatore- lo stesso programma dell'Unione. Ma, mentre si discute e si
prepara la nuova legge, quella attuale continua a produrre i suoi danni sulla
pelle di tanti ragazzi e delle loro famiglie, soprattutto- continua Leoni- a
causa delle soglie di tollerabilita', previste dal vecchio decreto varato
dall'allora ministro Storace".
Il parlamentare difende "la grande serieta' dell'intervento di Livia Turco, al
contrario di quei parlamentari di maggioranza che- conclude Leoni- invece di
far agire la loro contrarieta' nelle sedi istituzionali, producono e inviano
lettere".
"Il decreto Turco che raddoppia la dose di cannabis per uso personale limita i
danni piu' gravi della legge Giovanardi-Fini, che noi abbiamo contrastato e
che e' necessario cambiare pesantemente". E' quanto dichiarano Vittoria
Franco (Ulivo), presidente della commissione Cultura di Palazzo Madama, e
Felice Casson, componente della commissione Giustizia.
"Questo decreto- spiegano i parlamentari- non nega la possibilita' di
confrontarsi sul tema delle tossicodipendenze. A patto che condividiamo il
punto di partenza, e cioe'- aggiungono-che la legge Fini-Giovanardi sia
sbagliata, perche' comporta una punizione che non risolve il problema".
"Riteniamo sbagliato- concludono Casson e Franco- porsi in un'ottica
repressiva e punitiva, specie in materia di droghe leggere. E' certo poi che
la pena non risolve la questione delle tossicodipendenze".
"I colleghi che si sono espressi contro il decreto che estende le
depenalizzazione della cannabis per uso personale, forse non si sono resi
conto che la maggior parte delle comunita' terapeutiche si sono espresse a
sostegno del ministro". A ricordarlo e' Franca Bimbi (Ulivo)
rispondendo alla lettera dei 50 parlamentari dell'Unione, pronunciatisi contro
il decreto Turco.
"Che ci siano posizioni diverse tra le comunita' e tra le personalita' che si
occupano di tossicodipendenza- spiega Bimbi- e' assolutamente normale: guai se
avessimo un unico modello e un unico approccio nell'affrontare i servizi alla
persona. Non siamo in Unione sovietica. Mi sembra invece problematico che-
aggiunge- molti colleghi che hanno votato contro la legge Fini-Giovanardi
esprimano coralmente, per ragioni cosi' dette morali, una sfiducia di fatto
nei confronti di Livia Turco".
"Il ministro- prosegue Bimbi- ha il merito di aver iniziato un percorso non
facile, allo scopo di dare maggiore fiducia ai giovani, agli operatori e alle
famiglie. Un'ideologia repressiva su questo e altri temi- conclude la
parlamentare- non diminuisce l'autorevolezza degli adulti (dei legislatori in
particolare) nei confronti dei giovani".
Il provvedimento del ministro Turco sulla cannabis 'rischia di far passare
come normale l'uso di stupefacenti nella nostra societa''. E' quanto afferma
il vicesegretario dei Popolari-Udeur Antonio Satta.
'Questo appare altresi' - aggiunge - dalla scarsa importanza data, anche
all'interno stesso della Camera, alle dichiarazioni rilasciate dall'onorevole
Caruso. Non conta tanto che si sia o meno piantata marijuana nel cortile di
Montecitorio, conta che della questione si e' parlato e si parla con una
superficialita' che rasenta il disinteresse o, appunto, la normalita'. Noi
Popolari Udeur - prosegue il parlamentare - siamo contro ogni logica
repressiva volta alla criminalizzazione della tossicodipendenza, ma riteniamo
che l'uso di qualsiasi tipo di droga sia un errore. Capiamo l'intento del
ministro di evitare che per uno spinello si finisca il galera, ma al contempo
bisogna lanciare segnali forti sul fatto che consumare droga e' un male'.
Per Satta, elevare la dose massima di consumo di cannabis 'rischia di far
calare l'attenzione nei confronti della lotta all'uso di stupefacenti'.'Consumare
droga - afferma - e' un male, non solo perche' questo porta a una spesa non
indifferente per le cure da parte del Servizio Sanitario Nazionale, ma anche
perche' e' ormai accertato che il traffico di droga e' tra le principali fonti
di finanziamento della criminalita' organizzata'.
'Un ministro deve governare e facendo atti conseguenti segue una linea
politica.Se governa, non puo' ogni volta, prima di compiere questi atti,
cercare una mediazione che comporterebbe tempi molto lunghi di decisione' Lo
dice il Presidente della Commissione Sanita' del Senato Ignazio Marino
che difende e sostiene la scelta fatta dal ministro Turco.
'E' evidente che in Parlamento si fanno le leggi e si verifica anche
l'efficacia degli atti di governo.
Ed io sono assolutamente certo che il ministro Turco e' disponibile a spiegare
la ratio delle sue decisioni.
Io penso, pero', che vada assolutamente separata la questione della cannabis
da quella degli altri stupefacenti.
Parlo da parlamentare, da medico, ma anche da padre di una figlia che
aborrisce anche il tabacco (che mi spaventa altrettanto)'.
'Se la scoprissi a fumare uno spinello la punirei severamente. Ma non
auspicherei certamente l'esistenza di una legge che la spedisca in carcere,
infliggendole un trauma esistenziale. A nessuno sfugge che le galere non sono
i posti piu' indicati per aiutare giovani che, magari in un momento di
esuberanza, si sono fatti uno spinello'.
"Se l'obiettivo dei 51 parlamentari dell'Unione, è quello di 'promuovere un
confronto vero e approfondito' sulla prevenzione della tossicodipendenza, dopo
la decisione del ministro Turco di raddoppiare il limite tabellare dei
derivati della cannabis, esso è del tutto condivisibile. E può trovare un
immediata possibilità di realizzazione nella discussione della mozione che An
ha depositato ieri al Senato".
Lo scrive in una nota il senatore di Alleanza Nazionale Alfredo Mantovano.
"Un confronto in Parlamento sul punto, da attivare senza ritardo, è il miglior
rimedio all'improvvido tentativo del ministro della Salute - conclude
Mantovano - di aggirare la legge in vigore con un decreto amministrativo".
"Non si faccia confusione sul decreto della Ministra Turco: quel decreto è
finalizzato esclusivamente a non mandare in carcere un giovane per uno
spinello". E' quanto precisa la responsabile nazionale Diritti civili dei Ds,
Ivana Bartoletti.
"Si tratta di un provvedimento - spiega Bartoletti - guidato da saggezza e
buon senso che ha come unico scopo quello di tamponare gli effetti di una
legge, la Fini-Giovanardi, che ha solo aumentato gli arresti e che non ha mai
inciso sulla diminuzione del consumo".
Secondo la diessina "non c'è messaggio più devastante, per un giovane che
essere trattato come uno spacciatore".
"Dunque, la strategia repressiva non ha alcun senso - sottolinea - vanno
invece combattute tutte le dipendenze, per una politica seria fatta di lotta
allo spaccio e tolleranza zero verso i trafficanti, come stiamo dimostrando
con i provvedimenti contenuti nella legge Finanziaria e - conclude Bartoletti
- come avevamo chiaramente indicato nel programma dell'Unione".
'Dinanzi al coro di civili proteste che sta condannando la scelta del ministro
Turco di raddoppiare la quantita' di cannabis che e' possibile detenere per
uso personale, appare francamente patetico e incongruamente politichese il
distinguo dell'onorevole Giachetti, che dal suo blog, autonominato organo
ufficiale del partito, scomunica gli autorevoli Castagnetti, Binetti, Bobba e
Carra'. E' l'opinione di Stefania Prestigiacomo.
'La Margherita, spiega Giachetti, e' pluralista, ma i deputati esprimendo le
proprie idee non devono dar l'impressione che quelle idee siano 'maggioritarie
o prevalenti' all'interno del partito. Cosa sia prevalente pero' non si sa,
visto che, dallo stesso blog, Giachetti ci informa che 'non risulta si sia mai
discusso o deciso in sedi formali sull'argomento'. Ma stupisce che se
l'autorevole Giochetti provvede a redarguire Castagnetti, Binetti, Bobba e
Carra, che proprio dei carneadi non sono, la Turco - prosegue Prestigiacomo -
sia stata circondata in questi giorni da un fragoroso silenzio dei leader del
suo schieramento, che non mi sembra si siano sprecati in messaggi di sostegno
al ministro'.
Per Prestigiacomo, la realta' e' che, 'elevando a 40 spinelli, una quantita'
spropositata, la dose personale, si e' di fatto liberalizzato non tanto l uso
quanto lo spaccio di marijuana'. 'E forse anche nella maggioranza cominciano a
capire - conclude l'esponente di Forza Italia - di aver fatto un errore
gravissimo, meritandosi la censura del Forum delle Famiglie e delle maggiori
Comunita' Terapeutiche e la corrosiva proposta di legge del presidente Cossiga
che provocatoriamente ha proposto la liberalizzazione dell'uso e del commercio
di tutte le droghe'.
'I 51 parlamentari dell'Unione che si oppongono al decreto Turco che
legittima l'uso della cannabis e ne legalizza lo spaccio votino la mozione
contro tale provvedimento presentata da An al Senato'. E' l'invito del
deputato di An Riccardo Pedrizzi, che chiede ai senatori del
centrosinistra di 'compiere dei fatti' e cioe' di dimostrare 'che le loro non
sono soltanto chiacchiere'.
Motivi di fibrillazione nella maggioranza per l'aumento della dose minima di
sostanze di cui disporre decisa dal ministro Turco, e il ministro Paolo
Ferrero scrive ai 51 deputati che hanno raccolto firme anti Turco.
'La necessita' di aprire una discussione seria ed approfondita nel paese che
tenga conto delle cose che scrivete nella lettera - scrive Ferrero
indirizzandosi ai 'Gentilissimi Deputati e Senatori' nella missiva diffusa in
tarda serata di ieri - e' - dal mio punto di vista - un'esigenza estremamente
importante. Lo e' perche' un fenomeno complesso come quello del consumo di
sostanze stupefacenti richiede alla politica la capacita' di saper ascoltare:
gli operatori, la scienza, la societa' civile.
Nessuno di noi pensa che l'utilizzo delle sostanze sia un diritto, ma un
fenomeno con il quale confrontarsi e sul quale intervenire cosi come avviene
in altri paesi tenendo in considerazione le evidenze scientifiche.
Per questo il mio ministero ha provveduto a ricostruire la consulta sulle
tossicodipendenza, la consulta sui problemi alcol correlati ed ha allargato il
raggio di azione del dipartimento antidroghe al complesso dei fenomeni legati
alle dipendenze.
Come voi del resto sottolineate questo fenomeno coinvolge larghe fette della
nostra popolazione. Dall'alcol agli psicofarmaci, dal doping alla nicotina o
alla dipendenza da videopoker, vi sono - assieme alle droghe illegali - una
vasta gamma di comportamenti nei quali occorre comunque sempre distinguere
l'uso, dall'abuso, dalle forme di dipendenza.
Di fronte ad una situazione cosi' complessa, - prosegue la lettera di Ferrero
- in questi anni abbiamo assistito ad una banalizzazione della discussione che
sotto il titolo droga ha ricompresso sostanze tra loro totalmente diverse, che
hanno differenti livelli di pericolosita', sia intrinsecamente che in rapporto
alle modalita' di assunzione, al contesto in cui si utilizzano, e alle
caratteristiche fisiche e psichiche dell'assuntore. Il passato Governo ha
parlato di droga al singolare senza svolgere azioni sistemiche di prevenzione;
questo ha contribuito a far si che oggi i nostri giovani considerino fumare
uno spinello alla stregua di fumare una sigaretta di cocaina; occorre
assolutamente superare questa situazione.
Del resto gli stessi dati ce lo dimostrano, come evidenzia la relazione al
parlamento nei 5 anni del governo Berlusconi e' raddoppiato il consumo di
Cocaina al pari di quello della Cannabis. Ritengo quindi utile cogliere
l'occasione della vostra lettera del tema per aprire una discussione seria
sulla questione. Io sono convinto che l'Italia deve smetterla di essere il
fanalino di coda dell'Europa, e che si possa finalmente impostare una politica
dei quattro pilastri in cui la prevenzione, la cura, la riduzione del danno, e
la lotta al narcotraffico siano gli assi principali della nostra azione di
governo. Per questo ritengo che il Decreto sulle tabelle sia giusto perche'
pur rifiutando la logica della soglia riesce ad attenuare lievemente gli
effetti perversi della legge Fini. Si tratta di un atto moderato, di mera
riduzione del danno, al fine di evitare che la legge in vigore determini, dopo
l'indulto, il paradosso di riempire le carceri di consumatori e
tossicodipendenti. Evitare che un giovane entri in carcere per qualche
spinello vuol dire ridurre il rischio che diventi tossicodipendente, dato che
in carcere le sostanze girano esattamente come fuori; molti genitori possono
essere preoccupati perche' i propri figli consumano cannabis; almeno adesso
potranno evitare di vederli finire in galera, con le conseguenze devastanti
che questo fatto determina.
In ogni caso, - conclude il ministro - al di la' delle diverse opinioni che
esprimiamo, mi pare necessario aprire il confronto e vi propongo pertanto di
calendarizzare rapidamente una riunione in cui si possano affrontare questi
temi'.
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