Il confronto dei dati sugli arresti nel periodo primo maggio fino al 31
ottobre 2006, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, dimostrano
che sono aumentati del 10,1% gli arresti per possesso di hashish, mentre gli
arresti di chi era in possesso di marijuana e' aumentato addirittura del 63,9%
e per quelli in possesso di piante intere di cannabis c'e' stato un incremento
del 17,85%. Lo ha riferito in aula alla Camera il ministro della Salute
Livia Turco nella sua informativa sul decreto che ha aumentato le dosi
detenibili per uso personale al di sopra della quale scatta la sanzione
penale.
'E' vero che vi sono giudici che hanno adottato l'interpretazione piu'
favorevole all'imputato -ha spiegato il ministro- assolvendolo dal reato anche
in presenza di quantitativi di sostanze superiori al limite indicato dal
decreto ministeriale, quando ricorrevano circostanze che dimostravano in altro
modo l'uso esclusivamente personale della droga rinvenuta. Da sottolineare che
queste diverse interpretazioni da un lato possono causare evidenti disparita'
di trattamento, dall'altro evidenziano come, di fronte a una norma sbagliata e
iniqua, chi e' chiamato ad applicarla puo' essere indotto a cercare vie
interpretative per evitare effetti devastanti'.
I dati, secondo la Turco, sono la dimostrazione della necessita' del nuovo
decreto in vigore da ieri: 'esso e' in grado di correggere solo in minima
parte le storture della legge voluta dal Governo Berlusconi. Lo dico con
amarezza -ha aggiunto fra diverse contestazioni e applausi dall'aula- perche'
quelle vite di giovani in carcere, anche per uso occasionale di droghe
leggere, e' una sconfitta di tutti e non solo di una legge. Perche' quei
giovani anzich‚ il carcere dovrebbero incontrare adulti autorevoli e attenti
che sappiano persuaderli sul perche' e' illusorio e sbagliato ricorrere alle
sostanze, a qualunque sostanza. Per questo il pensiero che questo piccolo e
parziale decreto impedisca che dei giovani facciano l'esperienza del carcere
rende la mia coscienza serena.
E mi sprona a mettere in campo tutte le azioni affinche' il contesto sociale e
sanitario sia sempre piu' capace di dissuadere il ricorso a tutte le sostanze'.
ALTRI COMMENTI
"Siamo pronti al confronto, ma non siamo certamente disponibili a messaggi
cosi' devastanti come quelli del ministro Turco". Carlo Giovanardi,
deputato dell'Udc ed ex ministro per i Rapporti con il Parlamento, chiude
cosi' il suo intervento in aula alla Camera sul decreto Turco
sull'innalzamento del quantitativo minimo legale di cannabis.
Giovanardi poi difende la normativa che porta il suo nome insieme a quello del
leader di An Gianfranco Fini: "una legge seria, valida e non repressiva".
La Cdl compatta nel chiedere l''immediato ritiro' del decreto del ministro
della Salute; l'Unione, invece, che difende la scelta di Livia Turco e
ribatte: la legge Fini-Giovanardi ha fatto crescere il problema della
tossicodipendenza in Italia. E' il quadro che emerge dal dibattito nell'Aula
della Camera sull'informativa urgente del governo in tema di
tossicodipendenze.
'Il ministro ha deciso di aggirare il Parlamento: se voleva modificare la
legge vigente avrebbe dovuto avere il coraggio di venire qui a confrontarsi
con le forze politiche e poi modificare le tabelle', ha detto l'ex ministro di
Forza Italia Stefania Prestigiacomo, aggiungendo:'la verita' e' che
pensate che i giovani di oggi debbano fumarsi le canne dalla mattina alla sera
e che li avete tutti trasformati in piccoli spacciatori. Ora il ministro abbia
il coraggio di ritirare questo decreto che permette di fatto di fumare tutti
gli spinelli che si vogliono'.
Duro anche Maurizio Gasparri, che ha contestato i dati resi noti dal
ministro Turco sull'aumento degli arresti di consumatori di cannabis
dall'entrata in vigore della legge Fini-Giovanardi. 'Lei mente al Paese - ha
sostenuto - e la sfido a dimostrare quello che afferma: ci dia il nome di una
sola persona arrestata perche' aveva uno spinello. La verita' - ha proseguito
- e' che con questo decreto non avete fatto altro che legalizzare lo spaccio
della cannabis, ma non potete trasformare l'Italia in un Paese di zombi'.
L'Unione, almeno oggi in Aula, ha mostrato di aver superato le divisioni nel
giudizio sul decreto Turco. Per l'Ulivo Marina Sereni ha sostenuto che
'la droga non si combatte con il carcere, cosi' come prevede il programma
approvato dagli elettori; non e' con la galera che si risponde al disagio di
tanti giovani e di tante famiglie, mentre la scelta del ministro Turco riapre
la strada al confronto, mettendo da parte l'approccio ideologico e
propagandistico che caratterizza la legge Fini che ha messo sullo stesso piano
i carnefici e le vittime'. E se la Rosa nel Pugno esulta per l'elevazione del
limite, Daniele Farina del Prc ha ribadito come sia 'ora piu' che mai
urgente la riforma della legge vigente sulle tossicodipendenze, con l'entrata
in vigore della quale i consumi di droga sono esplosi ed il narcotraffico e'
aumentato. La legge - ha detto ancora - va cambiata per dare una prospettiva
diversa sia ai tossicodipendenti sia alle loro famiglie'.
"Nell'aula della Camera l'ex ministro della Salute ed attuale ministro della
Canna Libera, Livia Turco, non è arretrata di un millimetro e ha difeso a
spada tratta il suo decreto 'più spinelli per tutti': ora, visto che la
situazione è esattamente la stessa che ha portato i 51 parlamentari
dell'Unione ad esprimere in maniera chiara e inequivocabile il loro dissenso,
ci auguriamo solo che essi siano coerenti e passino dalle parole ai fatti,
votando la mozione contro tale nefasto provvedimento presentata da AN al
Senato". Lo dichiara in una nota Riccardo Pedrizzi, responsabile
nazionale di AN per le politiche della famiglia.
"L'ex ministro della Salute ed attuale ministro della Canna Libera - aggiunge
- non continui a ripetere che, prima del suo decreto, si andava in carcere per
uno spinello: è una menzogna 'tossica', farebbe bene a non 'spacciarla' più.
Consulti, in proposito, i dati ufficiali del Dipartimento dell'amministrazione
penitenziaria (che sono ben diversi da quelli, tutti da verificare, citati in
aula dalla Turco e attribuiti al ministero dell'Interno): imparerà che,
dall'entrata in vigore della legge Fini, il numero degli arresti è diminuito
del 10% (da 15.872 a 14.641)".
"La normativa invisa alla Turco, dunque, come sempre abbiamo detto, -
sottolinea Pedrizzi- non solo non sbatte in galera i ragazzi che fumano
qualche spinello, non solo non schiaffa in gattabuia i poveri cristi
tossicodipendenti, ma serve ad evitare che ciò accada. E' quindi una legge che
individua il nemico nella droga, e non nel drogato. E contro il nemico droga
si schiera senza se e senza ma. Per la Turco, evidentemente, la droga, che
uccide l'uomo nel corpo e nello spirito, -conclude l'esponente di AN- non è un
nemico".
"A nome del gruppo de l'Ulivo, voglio innanzitutto dire che condividiamo le
linee strategiche sulle quali l'esecutivo sta lavorando e che qui il ministro
ha richiamato". Così Marina Sereni, vicepresidente gruppo l'Ulivo alla
Camera, dopo l'informativa del ministro della Salute, Livia Turco sul decreto
che modifica le tabelle sulla quantità di cannabis che si può detenere per uso
personale senza incorrere nell'accusa di spaccio. Marina Sereni ha ricordato
il programma dell'Unione e il capitolo relativo alle tossicodipendenze che
comincia con queste parole: "Educare, prevenire, curare. Non incarcerare. Per
le tossicodipendenze non servono né il carcere, né i ricoveri coatti". "La
scelta fatta dal ministro Turco - ha sostenuto Sereni - non è l'anticamera di
una politica permissiva e superficiale. Al contrario: è una scelta che riapre
il confronto su un tema scottante e delicato che va affrontato con grande
capacità di ascolto tra le diverse posizioni". Ascolto mancato con il
centrodestra, ha sostenuto la vicepresidente dell'Ulivo, ricordando come la
Fini-Giovanardi abbia messo "sullo stesso piano spacciatori e consumatori,
carnefici e vittime, rendendo estremamente più difficile sviluppare una seria
azione di contrasto alla vendita di droghe e alla tossicodipendenza".
L'onorevole Sereni ha ringraziato il ministro per l'accento posto sullo stato
dei servizi dedicati alla tossicodipendenza nel nostro Paese e per aver
impegnato il governo tutto a intervenire per reprimere e combattere
l'illegalità e il traffico, per sostenere le famiglie e la scuola, per
rilanciare "la rete dei servizi pubblici e di privato sociale rivolti alla
prevenzione, alla cura e al recupero". Su questo programma, ha concluso, " il
gruppo dell'Ulivo non farà mancare l'apporto delle nostre ricche competenze e
sensibilità e il pieno sostegno nel confronto parlamentare".
"E' paradossale che in un Paese democratico una decisione di ampio impatto
sociale, come quella raddoppiare la quantita' di cannabis per uso personale,
sia assunta dal governo, e dal ministro Turco in particolare, senza il
confronto pubblico. Da un governo che si dichiara 'assolutamente aperto al
confronto' ci aspettavamo almeno un serio dibattito parlamentare. In realta'
l'unico obiettivo di questo decreto e' quello di compiacere una parte esigua
dell'elettorato e della stessa maggioranza di governo". Lo afferma Enrico
Montani (Lega Nord), componente della Commissione Affari Sociali della
Camera.
"Quella maggioranza che ha al suo interno un deputato, poco onorevole, che si
vanta di essere un coltivatore di marijuana.
Il ministro - aggiunge Montani - ha cercato in modo politicamente scorretto
una finta legittimazione democratica ad una decisione che tutto e' fuorche'
democratica. La verita' e' che la Turco sa benissimo che non esiste una linea
politica comune della sua maggioranza sul tema, per cui ha preferito operare
dietro le quinte e in modo superficiale, smantellando con colpi mirati la
legge Fini-Giovanardi. E' una decisione irresponsabile nei confronti dei
cittadini, e soprattutto dei giovani. Non e' liberalizzando
indiscriminatamente un consumo di principio attivo pari a ben 40 spinelli e
cancellando la distinzione tra droghe pesanti e leggere - sottolinea il
parlamentare del Carroccio - che si riesce a comunicare che il consumo di
droga e' pericoloso. La lotta al consumo di droga dovrebbe essere un obiettivo
comune a tutti i partiti.
Legittimamente il governo ha scelto di rivedere la normativa, ma contestiamo
che lo abbia fatto senza onesta' politica".
"Serve prevenire e curare ma non incarcerare: e' questa la logica che deve
essere applicata ed e' questo l'approccio civile che bisogna avere nei
confronti della droga.
Dopo il raddoppio delle quantita' del principio attivo della cannabis in
tabella, adesso, il governo pensi all'abrogazione della legge Fini-Giovanardi,
che e' una legge che guarda solo all'aspetto punitivo e poliziesco del
problema, senza una visione sociale della questione". E' quanto afferma
Pino Sgobio, Capogruppo dei Comunisti Italiani, alla Camera dei Deputati.
"Italia dei Valori condivide pienamente il principio che i tossicodipendenti
sono vittime della droga e che per questo non debbono essere criminilizzati"
dichiara Silvana Mura deputata di Idv nella replica all'informativa del
Ministro Livia Turco. "Quello sul quale ci sentiamo di esprimere qualche
riserva è lo strumento scelto dal ministro Turco per raggiungere lo scopo.
Come prevede il programma dell'Unione la legge Fini-Giovanardi va cambiata ma
raddoppiare la quantità massima di cannabis consentita come uso personale
lancia un messaggio negativo. Un segnale che colpisce e indebolisce il
principio di legalità, già messo a dura prova in questo paese. Riteniamo che
sia necessario agire in primo luogo nel campo della prevenzione e della
disincentivazione all'utilizzo di sostanze stupefacenti. Proprio per evitare
un'ingiusta criminalizzazione di chi è un semplice consumatore di droghe, la
prima modifica alla legge attuale che proponiamo è la modifica dell'articolo
73 bis del testo unico del 1990, che prevede possano essere applicate sanzioni
penali anche a chi è in possesso di quantità di sostanze stupefacenti che non
superano i limiti previsti delle tabelle ministeriali. Ritengo - conclude
Silvana Mura - che sia necessario lavorare ad una revisione complessiva della
Fini-Giovanardi, e che aver modificato i limiti consentiti per la detenzione
di Cannabis sia stata una scelta intempestiva, un voler risolvere il problema
partendo dalla coda".
Intervendo in aula sulle modifiche ministeriali alle tabelle della legge
Fini-Giovanardi, Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori
Liberali e deputato di Forza Italia, ha dichiarato: "Il provvedimento del
Ministro Turco e' ragionevole e condivisibile. Sono eccessive le
preoccupazioni di chi lo considera un messaggio "devastante": e' una misura
che si colloca nel solco della legge Fini-Giovanardi, ampliando i margini
della depenalizzazione per quanto riguarda il possesso dei derivati della
cannabis per uso personale. Ci e' parso comunque fuori luogo l'accento
anti-centrodestra usato dal Ministro: se la Casa delle Liberta' ha compiuto
negli anni di governo una scelta - a mio avviso - sbagliata, il centrosinistra
non ha certamente saputo fare di meglio nel quinquennio precedente, bloccato
da veti incrociati. E' necessario che in Parlamento parta un confronto aperto
e che anche nel centrodestra si apra un confronto che abbia su questi temi
come punto di riferimento le politiche e le posizioni che caratterizzano le
forze liberali e moderate del resto d'Europa, dalla Gran Bretagna, alla
Spagna, alla Germania.
Un'ultima doverosa riflessione proprio per aprire il dibattito nella Casa
delle Liberta'. In questi giorni e' morto il premio Nobel Milton Friedman,
l'economista ispiratore delle grandi rivoluzioni liberiste della Thatcher e di
Reagan, un pensatore che ha saputo porre l'accento sulla necessita' di
politiche antistataliste sia nel campo dell'economia che delle liberta'
individuali: non a caso, era un anti-proibizionista."
"Il ministro Livia Turco ha dimostrato grande senso di responsabilita' nel
venire a riferire in Aula sulle motivazioni poste alla base del decreto che
aumenta i limiti della cannabis per uso personale. Peraltro, sono da giudicare
positive le aperture che provengono da alcuni esponenti del centrodestra circa
la necessita' di cambiare la legge Fini-Giovanardi, una normativa oscurantista
e inutilmente repressiva". Lo ha affermato il capogruppo dei Verdi in
Commissione Affari sociali-Sanita' della Camera Tommaso Pellegrino. "Il
problema vero - ha proseguito - non e' punire i consumatori di droghe, ma
lottare contro le organizzazioni criminali che lucrano con il commercio di
stupefacenti. Fondamentale e' anche ascoltare gli esperti e distinguere tra
droghe leggere e pesanti e, in ogni caso - ha concluso Pellegrino - il carcere
non e' mai una risposta, ma una sconfitta".
"I Verdi sostengono con convinzione il provvedimento del Ministro Livia Turco
circa la revisione delle tabelle relative alla cannabis come ha ribadito oggi
in aula l'onorevole Boato". Lo dichiara Angelo Bonelli, Capogruppo alla
Camera dei Verdi, che ha aggiunto: "Riteniamo inopportuno e da non accogliere
l'appello dei cinquantuno parlamentari dell'Ulivo perche' il provvedimento del
Ministro Turco si trova pienamente e concretamente in sintonia con quanto
sostenuto nel programma dell'Unione". "In questi anni - prosegue l'esponente
del Sole che ride - si e' avviata una vera e propria caccia alle streghe nei
confronti dei giovani che fumano uno 'spinello' che spesso si e' risolta con
pesanti sanzioni amministrative ed in alcuni casi addirittura con il carcere".
"Ribadiamo il nostro sostegno all'iniziativa del Ministro Turco ed esprimiamo
disappunto nei confronti dell'iniziativa dei cinquantuno parlamentari
dell'Ulivo che hanno chiesto al Ministro di ritirare il provvedimento. Lungi
dal voler negare il diritto al dissenso ricordiamo a questi deputati e
senatori dell'Ulivo che quanto proposto dalla Turco e' previsto anche nel
programma dell'Unione".
Dichiarazione di Francesco Piobbichi, responsabile del Settore
Droghe del Prc:
"Altro che casa delle libertà, quella del centro destra sembra una casa delle
penalità, i dati presentati dalla Turco confermano quello che tutti quanto noi
dicevamo da tempo, ovvero che sarebbero aumentati gli arresti per i
consumatori di cannabis. Fortunatamente con il decreto sulle tabelle abbiamo
reso meno vorace la macchina carceraria costruita dal centro destra, anche se
è bene ribadire che non l'abbiamo ancora disattivata. Per questo occorre
procedere subito a mettere in atto quello che è scritto a chiare lettere nel
programma dell'Unione, abrogare la Fini Giovanardi, e superare la 309.
L'altro aspetto che emerge è il fallimento delle politiche sulle droghe del
governo precedente, per 5 anni hanno parlato solamente di repressione e
tolleranza zero, ma lo zero assoluto lo abbiamo visto sulle politiche di
prevenzione. I dati parlano chiaro, raddoppio del consumi di cannabis e
cocaina tra la popolazione e quindi anche dei profitti delle mafie, con questi
dati non è difficile risalire a chi sulle droghe ha dato messaggi devastanti,
vero On. Giovanardi?
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