E' entrato ieri in vigore il decreto firmato dal ministro della Salute
Livia Turco in concerto con il ministro della Giustizia Clemente Mastella
che innalza da 500 milligrammi a 1 grammo la quantita' massima di cannabis al
di sopra delle quali scattano le sanzioni penali.
In base a questo provvedimento, 'i cittadini che saranno trovati in possesso
di quantitativi al disotto di questo limite potranno essere oggetto solo di
sanzioni amministrative senza incorrere nella presunzione di spaccio e nei
provvedimenti punitivi che, in base alla legge Fini-Giovanardi, potevano
arrivare fino all'arresto e al carcere anche per quantitativi realisticamente
ascrivibili ad un uso personale'.
Il nuovo valore soglia di 1.000 milligrammo di principio attivo della Cannabis
deriva dalla moltiplicazione per 40, anziche' per 20 come previsto dalla
vecchia tabella varata dal precedente Governo, della 'dose media singola' che
e' pari a 25 milligrammi. Secondo l'attuale legge sulla droga per dose media
singola si intende 'la quantita' di principio attivo per singola assunzione
idonea a produrre in un soggetto tollerante e dipendente un effetto
stupefacente e psicotropo'.
ALTRI COMMENTI
"La lettera ad Avvenire dell'ex ministro della Salute ed attuale ministro
della Canna Libera, Livia Turco, e' semplicemente inquietante". Riccardo
Pedrizzi, responsabile di An per le politiche della famiglia, attacca, in
una nota, l'ultima presa di posizione del ministro, oggi sul quotidiano della
Cei.
La Turco, dice Pedrizzi, "fa capire di voler tornare alla situazione
precedente alla legge Fini, quando, per colpa dello sciagurato referendum
antiproibizionista del '93, il consumo della droga era di fatto legalizzato e
il confine fra la detenzione ad uso personale e quella a fine di spaccio era
assolutamente labile, a causa dell'eliminazione del concetto di dose media
giornaliera". "Con la legge Fini, continua, "si e' usciti dal marasma, si e'
cioe' fatta chiarezza, restituendo alla legislazione italiana in materia di
stupefacenti un minimo di congruita' e di efficacia, rendendola piu'
funzionale al compito di contrastare la droga. Ma ora Turco vuol far
ripiombare il nostro Paese nel caos, ridando ai magistrati quella
discrezionalita' nell'accertamento della finalita' della detenzione della
droga, che consentira' nuovamente agli spacciatori di farla franca". Insomma,
conclude Pedrizzi, "se con la legge Fini il legislatore si e' riappropriato
della sua funzione, fissando i paletti in maniera precisa e inequivocabile,
Turco vuole tornare ad espropriare il legislatore della sua funzione e
demandarla al magistrato".
"La presa di posizione dei parlamentari della Margherita contro la decisione
del ministro Turco di elevare la soglia di detenzione di sostanze stupefacenti
in presenza della quale scatta la reclusione da sei a venti anni appare non
comprensibile per vari motivi".
Lo afferma Luciano Violante, presidente commissione Affari
costituzionali. "Bisogna ricordare che comunque al di sotto della soglia
indicata non c'e' la terra di nessuno, ma scattano le sanzioni amministrative.
Inoltre la pena di almeno sei anni di carcere per chi detiene alcuni spinelli
e' una sanzione inumana e questo a quei colleghi della Margherita non dovrebbe
sfuggire. Si aggiunga che chi acquista droghe leggere - sottolinea Violante -
non ha alcuna possibilita' di verificare la quantita' di principio contenuto
nella sostanza che acquista e quindi rischia di rispondere penalmente senza
avere la consapevolezza dell'illecito compiuto. Ridurre la possibilita' di
ricorso al carcere per i semplici detentori di sostanze leggere e' la premessa
per una politica efficace e civile contro tutte le droghe. E' questa la linea
seguita dal ministro Turco, che va sostenuta e condivisa. Su un punto invece,
si deve essere d'accordo con colleghi della Margherita, laddove essi pongono
il problema complessivo delle dipendenze, dall'alcool, che in Italia e' la
piaga piu' grave, alla droga, ai videogiochi. Su questo terreno - conclude -
sarebbe utile incontrarsi e discutere senza pretese di primati, ma
nell'intento di superare schematismi ideologici ed affrontare questi problemi
nella loro drammatica concretezza e con l'intento di costruire soluzioni
efficaci".
'Esprimiamo il nostro pieno appoggio al ministro della salute Livia Turco che
ha innalzato con decreto il limite relativo al possesso di principio attivo
della cannabis, oltre il quale puo' configurarsi il reato di spaccio e quindi
incorrere nella detenzione carceraria. La lotta alla tossicodipendenza certo
non si ferma qui. Discutiamone in modo rigoroso a partire dalle sedi
parlamentari. Questo era comunque un primo passo necessario'. Lo afferma le
parlamentari dell'Ulivo, Katia Zanotti e Elena Cordoni.
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