E' iniziato a Bologna davanti al giudice monocratico di Bologna Meri De
Luca (Pm d'udienza Stefano Garuti) il processo sulla vicenda della
morte di un giovane di 27 anni di Saronno (Varese) che mori' in una
clinica bolognese dove si stava sottoponendo ad una cura disintossicante
dalla cocaina basata sulla sedazione. A causare la morte fu, secondo le
indagini, una contaminazione del dispositivo utilizzato per il trattamento
sedativo. L'inchiesta sul decesso, condotta dal Pm Lucia Musti
della Procura di Bologna, ha portato al rinvio a giudizio per omicidio
colposo di due medici e un' infermiera che si occupavano del trattamento
disintossicante del ragazzo.
A mettere in moto le indagini, condotte dal Nas dei carabinieri di
Bologna, fu un esposto presentato dal padre del giovane all'indomani della
morte, avvenuta il 9 aprile 2003. La famiglia del ragazzo, Fabrizio R., e'
assistita dall'avvocato Busignani del foro di Varese. Imputati sono un
medico anestesista, di 54 anni; il medico ricoverante, di 54; e una
infermiera. L'anestesista e' assistito dall' avv.Fabio Bazzani di
Modena e dal collega Maurizio Merlini di Bologna, l' infermiera
dall'avv.Enza Vergine, l'altro medico dagli avv. Aldo Savoi
Colombis e Roberto Landi.
Secondo l'accusa, non furono adottate tutte le cautele previste da una
rigorosa procedura che va seguita nell' applicazione del trattamento
disintossicante. Un trattamento basato su una sedazione continua che alla
lunga toglierebbe il bisogno della droga. Per la sedazione farmacologica
veniva usato l'anestetico Propofol, ad alto rischio infettivologico
poiche' preparato in forma di emulsione in olio di soia, glicerolo e
lecitina. Il ventisettenne mori' per un collasso cardiaco irreversibile
dovuto al passaggio nella circolazione del sangue di microrganismi,
derivati dalla contaminazione del dispositivo infusionale utilizzato per
la somministrazione prolungata del Propofol. Ieri in aula e' iniziata
l'audizione dei testi. L' udienza e' stata aggiornata al 22 marzo.
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