Tossicodipendenti e inglesi potrebbero essere le 'cavie' per la messa a punto
di un vaccino anti-cocaina . Lo ha annunciato Jose Perez de los Cobos,
presidente della Società Spagnola della Tossicodipendenza (Set), durante
l'inaugurazione del XII Congresso della Set e del II Forum Iberoamericano dei
Disturbi da Assuefazione.
La possibilità, ancora "in fase di studio", ha precisato Perez de los Cobos,
si deve alla considerazione dell'ingente quantità di cocaina consumata nei due
paesi, che sono in testa alla classifica del consumo dello stupefacente.
Tuttavia sono stati realizzati solo i "primi contatti" per l'inizio della
sperimentazione.
In pratica, il 'vaccino' allo studio funzionerebbe annullando gli effetti
eccitanti della cocaina e impedendo così al tossicodipendente di provare la
sensazione di appagamento proporzionata dallo stupefacente. Anche se il solo
versante farmacologico non è sufficiente: la cura si deve completare con un
appoggio psicologico che aiuti il soggetto a non desistere nella lotta alla
dipendenza.
Il vaccino agisce assorbendo le micromolecole di cocaina prima che raggiungano
il cervello. Infatti, nonostante si pratichino differenti metodi di assunzione
(Fumata, sniffata, ecc.), il 'trasporto' della droga al cervello avviene
sempre attraverso il sangue. E, proprio come nei vaccini classici, il metodo
funzionerebbe grazie alla somministrazione di una molecola simile a quella
della cocaina, ma manipolata in maniera da favorire la formazione di anticorpi
che impediscano il superamento della barriera emoencefalica.
La cura, ha spiegato il presidente della Set, non avrebbe carattere
preventivo, ma priverebbe i consumatori dell'effetto piacevole derivante dallo
stupefacente. Uno strumento apparentemente efficace per contrastare il
vertiginoso aumento del consumo di cocaina registrato negli ultimi anni.
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