La somministrazione medica di eroina per via iniettiva ai
tossicodipendenti in Italia non e' consentita, ma ora c'e' un nuovo tipo
di terapia, con eroina per via orale, che in Svizzera sta mostrando esiti
positivi e che si potrebbe sperimentare anche da noi: la proposta e' stata
spiegata ieri, da un gruppo di esperti, nella sede della Croce Rossa
Italiana a Villa Maraini a Roma.
Si tratta, ha spiegato il presidente dell'Agenzia comunale per le
tossicodipendenze di Roma, Ignazio Marcozzi Rozzi, di una cura
destinata a quegli eroinomani che si sono mostrati refrattari ai farmaci
sostitutivi, cioe' al metadone e alla buprenorfina. Su questo tipo di
tossicodipendenti gravi, da molti anni in alcuni Paesi europei -Svizzera,
Germania, Spagna, Paesi Bassi, Regno Uniti, Belgio, Austria- oltre che in
Canada e in Australia, sono in atto programmi di cura con la
diacetilmorfina, cioe' l'eroina farmaco, per via endovenosa, in
associazione con cure psicoterapiche e socio-riabilitative.
L'esperienza svizzera, in particolare -ha sottolineato Marcozzi Rossi- ha
dato esiti positivi, 'migliorando le condizioni psico-fisiche e sociali'
dei pazienti. Tanto che nel Paese elvetico ormai questa terapia e' passata
dalla fase di sperimentazione a una condizione ordinaria, cioe' viene
fornita dal servizio sanitario nazionale. 'Ora c'e' questo nuovo studio
svizzero - ha concluso - che ha curato per un anno 402 tossicodipendenti
con l'eroina in compresse, dimostrando una maggiore ritenzione nel
programma (l'80% delle persone non ha abbandonato la cura) e una minore
pericolosita' rispetto alla somministrazione con siringa'.
Il farmacologo Paolo Nencini, dell'Universita' La Sapienza di Roma,
ha spiegato che i tossicodipendenti che non rispondono al trattamento con
il metadone o a trattamenti 'drug free' nelle comunita', potrebbero trarre
beneficio dalla cura con l'eroina.
'Il metadone riduce di un terzo le morti per overdose, ma c'e' una parte
dei pazienti in terapia che continua a essere dipendente dall'eroina. Ci
sono elementi di indizio del fatto che l'eroina, per alcuni, non sia
sostituibile con il metadone'. Queste persone, insomma, hanno proprio
bisogno dell'eroina, non dei suoi sostituti. E quella in pillole e' non
solo meno pericolosa, ma ha meno effetti collaterali.
Perche' quindi non avviare anche in Italia una sperimentazione di questo
tipo? Gli esperti propongono quindi uno 'studio pilota' della durata di
due anni, che coinvolga mille persone divise in due gruppi: uno trattato
con metadone e l'altro con eroina in pillole. 'E' un'opportunita'
terapeutica da non lasciare cadere, la posta in gioco e' grande'. E non
costerebbe neanche delle cifre enormi, visto che 'la materia prima costa
poco'. Anche il presidente della Cri, Massimo Barra, si e' detto
convinto dalla proposta, e ha dato 'la disponibilita' della Cri se le
autorita' competenti daranno l'ok alla sperimentazione'.
"Il problema e' verificare la pericolosita' delle sostanze". Cosi' il
ministro della Solidarieta' sociale, Paolo Ferrero, intervenuto
ieri al simposio.
"Viviamo in una societa' in cui cresce la diffusione dei farmaci, ma anche
di psicofarmaci e bevande alcooliche ed e' convinzione sempre piu' diffusa
che una pasticca possa risolvere ogni problema. La prevenzione serve
proprio a questo: a rompere immaginari come, per esempio, l'idea che
l'uomo debba lavorare 20 ore al giorno per raggiungere il successo. Un
meccanismo, questo che in se' produce la diffusione di sostanze".
'Eroina in compresse a carico del Servizio sanitario nazionale? Ma perche',
'farsi' con una pasticca garantita dal ministero della Salute e' meno
grave che farsi con un 'buco', con una 'pera' illegale? E come si fa a
curare un avvelenamento somministrando all'avvelenato lo stesso veleno che
ha determinato l'avvelenamento? Come si fa a combattere la droga con lo
spaccio di Stato? Sarebbe la resa connivente delle istituzioni a questa
piaga nefasta'. E' la posizione di Riccardo Pedrizzi (An).
'Il problema e' la droga, non la modalita' di assunzione. E la soluzione
e' non drogarsi piu', rinunciare alla droga. Non drogarsi 'meglio' e in
maniera piu' 'sicura'. Che non lo capiscano la Turco e Ferrero, passi; che
non lo capisca la Croce rossa italiana, meraviglia non poco'.
'La filosofia dell'eroina in pillole e' la stessa dei Sert, del metadone,
della somministrazione controllata di eroina, della distribuzione di
siringhe sterili, delle stanze del buco, della droga di Stato insomma. La
filosofia di chi accetta il fatto della tossicodipendenza, ritiene che con
la droga si possa convivere, scendere a patti; la filosofia di chi si
accontenta di ridurne il danno, cioe' di mantenere a vita il tossicomane
nel suo stato, di condannarlo per sempre alla prigionia, di normalizzarne
la schiavitu'. La filosofia che punta, egoisticamente e
menefreghisticamente, al mero controllo sociale del drogato, per
impedirgli di disturbare, di dare fastidio alla gente 'perbene''.
'La nostra filosofia, quella della legge Fini - conclude - e' un'altra, e'
quella delle comunita': pensare che nessun tossicodipendente sia
irrecuperabile, credere che la tossicodipendenza non si vinca con sostanze
sostitutive che non fanno altro che cronicizzare l'emarginazione; prendere
in carico il tossicomane con l'obiettivo di eliminare il danno della
droga, far evadere la persona dal carcere della dipendenza, recuperarla
integralmente dal punto di vista umano e sociale, liberarla dalla
schiavitu''.
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