Anche l'Italia e' pronta alla sperimentazione del vaccino anti-cocaina. Lo
dicono i risultati dello Studio preliminare di fattibilita' per la
sperimentazione del vaccino anti-cocaina in Italia, realizzato dal
Cocaina Verona Group in collaborazione con Asl e comunita'
terapeutiche italiane, nel percorso di attuazione degli obiettivi dell'
accordo con la multinazionale produttrice della molecola e proprietaria del
brevetto, che prevede la sperimentazione in fase 3 del vaccino in alcuni Paesi
Europei compreso il nostro.
I primi test dovrebbero partire alla fine dell'anno.
Lo studio e' stato condotto in Italia nel 2006 attraverso questionari e
interviste a consumatori di cocaina quale sostanza primaria d'uso (50% del
campione) e professionisti di servizi e comunita' terapeutiche (50%) allo
scopo di verificare l' accettabilita' del vaccino e della sua sperimentazione
in fase 3 in Italia in termini di percezione di efficacia, percezione di
utilita', importanza di un sostegno psicologico annesso, eventuale rischio di
discriminazione sociale dei partecipanti alla sperimentazione e dei 'vaccinati',
eventuali pregiudizi in merito a un intervento farmacologico di carattere
preventivo. I risultati dello studio indicano in particolare che, riguardo
alla percezione di efficacia, l'88% dei professionisti di servizi e comunita'
terapeutiche e il 60% dei consumatori di cocaina ritiene utile il vaccino
anti-cocaina, abbinato pero' a un adeguato sostegno psicologico; soltanto il
14% di consumatori e il 6,5% di operatori ne considera infatti l'utilita' in
termini di pura somministrazione farmacologica.
Riferito invece alla percezione di utilita' il 55% di consumatori e il 63% di
professionisti ritiene utile il vaccino per vincere la dipendenza da cocaina.
Sia consumatori (78%) che professionisti (83%) ritengono indispensabile che la
futura sperimentazione venga condotta nel completo anonimato. Il direttore del
Dipartimento delle dipendenze di Verona, Giovanni Serpelloni, rileva
che 'i dati sono incoraggianti; stiamo solo aspettando il via per capire le
condizioni che pone l'azienda proprietaria del brevetto.
L'importante e' considerare prioritario il rispetto di due condizioni: primo
le implicazioni etiche, secondo la necessita' di un adeguato supporto
psicologico da affiancare alla somministrazione farmacologia del vaccino'. In
Italia piu' del 4,5% della popolazione ha provato la cocaina almeno una volta
nella vita, con eta' media di primo utilizzo di 18 anni (in Europa l'eta' di
primo utilizzo e' intorno ai 22 anni); l'89% dei consumatori abituali sono
maschi e hanno eta' media di 33 anni; il 62% dei consumatori ha un'occupazione
e piu' del 70% risulta coniugato; negli ultimi 5 anni e' stato rilevato in
Italia un aumento del 10% del numero di soggetti segnalati in possesso di
cocaina.
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