Lotta alla
dipendenza da cocaina attraverso la sperimentazione di farmaci e la
formazione degli operatori dei servizi pubblici e privati. La Toscana
mette in campo una vera e propria task force, prima regione in Italia a
farlo, per cercare di sconfiggere il fenomeno attraverso il 'Progetto
Cocaina', finanziato dalla Regione e realizzato dalla Societa' della
Salute di Firenze e dal Ceis (Centro Italiano di Solidarieta') di Pistoia.
L'individuazione di un rimedio farmacologico per la cura della dipendenza
(come avviene ad esempio per l'eroina o l'alcol), spiega una nota,
rappresenta la vera novita' del modello proposto dalla Toscana.
Individuato il principio attivo occorreranno l'approvazione del comitato
etico ed una fase di sperimentazione prima di arrivare ad un farmaco
specifico.
La domanda di cura per dipendenza da cocaina e' aumentata dai 7.700 casi
del 2000 agli oltre 21.000 del 2005; il solo consumo e' rilevato in circa
il 40% dell'utenza dei servizi pubblici. Si stima che i consumatori di
cocaina in Italia siano piu' di 700.000, di cui circa 135.000 gia' con
ricorrenti e significative conseguenze cliniche e sociali. Dati dello
studio Ipsad 2005 (Italian on Population Survey on Alcohol and Drugs)
evidenziano che in Italia quasi il 7% dei soggetti adulti (15-54 anni),
hanno consumato cocaina almeno una volta nella propria vita. Questo dato
risulta essere di circa 3 punti percentuali piu' alto rispetto a quello
rilevato nel 2003 (4,6%).
Anche a livello toscano i dati epidemiologici confermano una capillare
diffusione della droga sul territorio.
L'abbassamento del costo ha favorito l'incremento della domanda, un
allargamento dell'utenza ed un costante aumento dei consumi. Per
comprendere la particolare diffusione che questa sostanza sta assumendo
nelle diverse classi di eta', e' interessante la ricerca condotta dall'Ars
nel 2005 su un campione di 4951 studenti toscani: il 5,6% ha assunto
cocaina almeno una volta nella vita (dato superiore a quello nazionale che
si attesta sul 4,8%), il 3,9% ne ha fatto uso negli ultimi 12 mesi, l'1,6%
negli ultimi 30 giorni.
Analizzando quest'ultimo segmento risulta che il 65% ne ha fatto uso
almeno una volta la settimana, il 14% alcuni giorni la settimana, il 7,8%
tutti i giorni. Nel 2005 coloro che si sono rivolti ai Sert sono stati
piu' di 12mila (82,5% maschi e 17,5% femmine) il 19,6% dei quali nuovi
utenti. I consumatori di cocaina sono aumentati dal 6% del 1991 al 10% del
2005. L'uso secondario della sostanza e' invece aumentato dal 7% al 26%.
Questa realta' ha indotto i responsabili dei servizi pubblici e privati
toscani ad unire le forze per attivare un sistema di cura e prevenzione
che possa trasformarsi in un modello esportabile al resto del territorio
nazionale. Infatti a fronte di un aumento del consumo, sia generale che
problematico, da un lato non esiste una risposta qualificata ed omogenea
per la cura e la prevenzione del fenomeno e dall'altro e' raro che i
cocainomani si rvolgano ai servizi esistenti, i Sert, proprio perche' non
si considerano tossicodipendenti.
Per l'individuazione di principi attivi farmacologici efficaci e la
successiva sperimentazione regionale di medicinali per il trattamento
della dipendenza e' stato creato un panel di esperti provenienti dai
servizi pubblici e privati al quale hanno aderito anche studiosi delle
regioni Piemonte e Veneto e dell'Istituto Superiore di Sanita'. I lavori
sono iniziati lo scorso 20 aprile a Firenze e si sono conclusi oggi con
l'individuazione di un principio attivo il quale, dopo l'approvazione da
parte di un comitato etico, sara' sperimentato in Toscana entro la fine
del 2007 per ottenere risultati definitivi entro i primi mesi del 2008.
Un primo intervento e' stato avviato a partire dallo scorso marzo, con
l'attivazione di un percorso formativo diretto agli operatori dei servizi
pubblici e privati. E' lo stesso Piano Sanitario Regionale 2005-2007,
nella parte dedicata alle dipendenze, a prevedere la costituzione per aree
vaste di centri specialistici per i consumatori di cocaina. L'intervento
formativo e' diretto a fornire agli operatori le conoscenze necessarie per
l'applicazione del metodo cognitivo comportamentale, tradotto e applicato
in Italia dal dottor Augusto Consoli, responsabile del Dipartimento
per le Dipendenze della citta' di Torino.
Finora, in mancanza di trattamenti farmacologici scientificamente validati
(al contrario di cio' che accade per altri tipi di dipendenza) si e'
rivelato l'unico trattamento in grado di dare qualche risultato. Il
progetto, denominato 'Perseo' e gestito dal Ceis di Pistoia insieme ai
responsabili dei dipartimenti per le tossicodipendenze di Firenze, Arezzo,
Pisa e Pistoia, e' iniziato il 23 marzo (suddiviso per Area vasta) e si
concludera' a settembre. Le risorse messe a disposizione dalla Regione in
questa prima fase (formazione, panel di esperti e campagne di informazione
e sensibilizzazione) ammontano a 100mila euro (30mila assegnati alla
Societa' della Salute e 70mila al Ce.I.S. di Pistoia).
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