Un gruppo di ricerca dell'Istituto
sull'inquinamento atmosferico (Iia) del Consiglio Nazionale delle
Ricerche, ha messo in evidenza, per la prima volta nel mondo, la
presenza di cocaina nel particolato sospeso dell'atmosfera delle città.
Un gruppo di
ricerca dell'Istituto sull'inquinamento atmosferico (Iia) del Consiglio
Nazionale delle Ricerche, guidato dal dr. Angelo Cecinato, ha messo in
evidenza, per la prima volta nel mondo, la presenza di cocaina nel
particolato sospeso dell'atmosfera delle città. La ricerca si inquadra
nel contesto più ampio della valutazione di composti tossici presenti
nel materiale particolato ed è stata essenzialmente condotta in due aree
urbane italiane (Roma e Taranto) e ad Algeri. I risultati hanno
evidenziato, oltre alla presenza di cocaina e di sostanze tossiche
conosciute (come il benzopirene C20H12, un idrocarburo cancerogeno
presente nel fumo di sigaretta, negli scarichi degli autoveicoli e nelle
emissioni da combustione), quella di cannabinolo (il principale
componente attivo di marijuana e hashish) e altre droghe, anche se meno
dannose, come nicotina e caffeina.
“Le concentrazioni più elevate di cocaina sono state riscontrate al
centro di Roma e specialmente nell'area dell'Università La Sapienza,
anche se”, precisa il dr. Cecinato dell’Iia-Cnr, “a causa del limitato
numero di misure eseguite non si può dire con certezza che il quartiere
universitario sia quello più inquinato da cocaina. Né possiamo affermare
tout court che vi siano più diffusi il consumo e/o lo smercio di droghe:
le cause di questa concentrazione sono tutte da indagare”. Comunque,
tracce di varie sostanze stupefacenti – cocaina e cannabinolo – sono
state osservate anche in aree extraurbane e nei parchi cittadini, dove
sembrano più alte che nelle strade di traffico. La cocaina appare in
concentrazioni molto più basse nella città di Taranto, mentre risulta
assente ad Algeri. Al contrario, nicotina e caffeina risultano presenti
in tutte le aree studiate, “dimostrando l’estrema diffusione del consumo
di queste sostanze e la loro permanenza nell’aria ambiente”, spiega
Cecinato.
L'analisi dell’evoluzione stagionale della cocaina in aria indica che le
concentrazioni massime (a Roma, circa 0,1 nanogrammi per metro cubo) si
raggiungono nei mesi invernali, “probabilmente per la più frequente e
intensa stabilità atmosferica, ossia a causa dell’inversione termica al
suolo che ‘blocca’ le emissioni d’inquinanti nei più bassi strati
dell’atmosfera, impedendone la dispersione”. Tali concentrazioni
potrebbero apparire relativamente contenute, ma sono appena cinque volte
inferiori ai limiti stabiliti per legge per una sostanza ampiamente
riconosciuta come tossica quale è appunto il benzopirene.
“Il particolato sospeso, meglio conosciuto con il termine PM10 o
‘polveri sottili’ (composto da particelle di dimensioni inferiori a 10
micron)”, spiega il direttore dell’Iia-Cnr, Ivo Allegrini, “è già di per
sé motivo di grande preoccupazione per l'opinione pubblica, i media e i
responsabili della gestione dell'ambiente, in quanto è ben documentato
che anche piccole concentrazioni in aria di questo inquinante causano
gravi danni alla salute. Quando il particolato è accompagnato da
composti tossici per l’uomo, l’entità della sua presenza e le sue
proprietà chimiche diventano importanti dal punto di vista
epidemiologico e sociale, sì da travalicare il mero aspetto del
controllo generico delle fonti di emissione”.
Normalmente, tali fonti sono identificate nel traffico veicolare, nel
riscaldamento domestico, oppure in particolari insediamenti industriali.
“Accanto a inquinanti sopravvalutati, convivono in aria composti
complessivamente più pericolosi, completamente trascurati”, prosegue
Allegrini. “La scoperta dimostra l’elevatissimo livello tecnico
raggiunto dal Cnr nella determinazione di sostanze tossiche nei comparti
ambientali, ma anche che, nonostante il progresso le nostre conoscenze
sulla natura e sulla composizione del particolato atmosferico, sono ben
lontane dall'essere complete”. “In particolare”, conclude Cecinato,
“nuove e più estese ricerche sulla presenza, natura e origine delle
droghe e delle sostanze stupefacenti contribuiranno alla lotta contro la
diffusione del loro consumo”.
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