E' destinata a
concludersi con un patteggiamento l'inchiesta della procura di Roma a carico
di tre componenti dello staff della trasmissione televisiva 'Le Iene', tra cui
l'autore Davide Parenti, finiti sul registro degli inagati per
violazione della legge sulla privacy in relazione al servizio, realizzato ma
mai andato in onda, in cui 50 parlamentari venivano sottoposti a loro insaputa
ad un test antidroga. Sara' il gup Maria Antonietta Ciriaco, il 16
ottobre prossimo, a pronunciarsi sulla richiesta di patteggiamento avanzata
dagli indagati con il consenso del pm Salvatore Vitello.
'Le Iene' era accusate di aver prelevato particelle di sudore agli esponenti
politici attraverso un tampone, in grado di rilevare se questi avessero
assunto droga nelle precedenti 36 ore. Sedici dei 50 parlamentari erano
risultati positivi al test, dal quale emerse che 12 avevano assunto cannabis e
4 cocaina. Il servizio, pero', non era piu' andato in onda a seguito
dell'intervento dell'Autorita' Garante per la privacy, che aveva disposto "il
blocco dell'uso dei dati personali" sulla base dei quali era stato realizzato
il servizio, rilevando una "raccolta illecita di dati di natura sensibile in
quanto attinenti allo stato di salute".
In origine il pm Salvatore Vitello aveva firmato dei decreti penali di
condanna, ma, per l'opposizione degli indagati, si era visto costretto a
chiudere le indagini seguendo l'iter ordinario. Un paio di posizioni sono
state archiviate. Sulla base di una consulenza tecnica, poi, la procura aveva
accertato che gli strumenti utilizzati dalle 'Iene' per il test avevano una
loro valenza scientifica ed erano in grado di fornire dati attendibili
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