E basta, con
sto Mele...". Lorenzo Cesa è in fila per il test antidroga in piazza
Montecitorio e sta spiegando ai cronisti che l'Udc proseguirà la battaglia dei
valori nonostante la vicenda del deputato Mele e della sua notte brava, quando
un suo collega di partito lo invita stizzito a non parlarne più, a guardare
avanti. E in effetti sono in molti i parlamentari dell'Udc in fila per
sottoporsi al test e a rivendicare la guida della battaglia contro gli
stupefacenti.
Accanto a loro molti deputati azzurri, tanti leghisti, pochi quelli di An,
nessuno o quasi del centrosinistra.
Il test è triplice: della saliva, dell'urina o del sangue. Ci vogliono 5
minuti per farlo, molto di più occorre invece attendere in fila. Tanti i
parlamentari presenti, fin dalle 9:30 di stamattina. Fra i dirigenti Udc
Casini, Cesa, Buttiglione, Tassone, Volontè, D'Onofrio, Dionisi, Libè, D'Alia,
Pionati, Vietti, Drago, Ciocchetti. Fra i parlamentari di FI Osvaldo Napoli e
Guido Crosetto, i leghisti Roberto Cota, Andrea Gibelli, Davide Caparini,
Adolfo Urso e Riccardo Pedrizzi di An.
Cesa attacca chi ha portato avanti "una strumentalizzazione indecente" sulle
contestate dichiarazioni sul ricongiungimento familiare e sottolinea
l'importanza di una iniziativa che serve a "a dire che la droga uccide".
D'accordo Cota, per il quale "è giusto che ogni parlamentare dimostri di non
far uso di droghe, anche se la vera soluzione è una selezione della classe
dirigente a monte".
I parlamentari prendono un numero, come al supermercato, alle 11:30 ne hanno
già staccati oltre sessanta. Il deputato di An Pedrizzi, il primo del suo
partito ad arrivare, annuncia che proporrà al 'Secolo d'Italia' "nel rispetto
della privacy di pubblicare i nomi dei parlamentari che si sono sottoposti al
test". Quanto alle assenze di molti dei parlamentari di via della Scrofa,
getta acqua sul fuoco Urso: "E' un fatto personale e tale deve restare, nel
rispetto assoluto di chi sceglie di fare o meno il test".
Molti, fra gli esponenti dell'Udc, spiegano che avrebbero preferito un test
tricologico, come proposto senza successo dai centristi in Parlamento. Quel
tipo di test, a differenza di quello a cui si sono sottoposti stamane i
parlamentari, rileva presenza di sostanze stupefacenti anche a distanza di
mesi.
BLITZ VERDI-RNP A TEST UDC: PERE E CONDOM ANTI-IPOCRISIA - Un po' di pere,
"perche' e' meglio mangiarsele che farsele". Una manciata di profilattici, "perche'
una campagna di prevenzione in Parlamento farebbe solo bene". E qualche mela,
ma lasciata all'ultimo minuto nel sacchetto, "perche' avrebbero rappresentato
le tentazioni, ma non volevamo doppi sensi con il nome del deputato Mele dell'Udc,
non saremo noi a fare moralismi". Si sono presentati cosi' 'armati' i verdi
Paolo Cento, Grazia Francescato, Paola Balducci, Luana Zanella e la
radicale Donatella Poretti allo stand organizzato dall'Udc in piazza
Montecitorio per sottoporre i parlamentari al test antidroga.
"Volevamo sottolineare- ha detto il sottosegretario all'Economia Cento-
l'ipocrisia di questa campagna. Ci sono troppi politici che fanno i
proibizionisti e poi di notte...
Insomma, volevamo portare agli antiproibizionisti un po' di anti-ipocrisia".
"Ipocrita" sarebbe, secondo il gruppo di deputati di Verdi e Rosa nel pugno,
il test antidroga organizzato oggi dall'Udc "perche'- spiega ancora Cento-
farlo il mercoledi' con giorni di preavviso significa fare solo un gesto
simbolico. Facciamolo un sabato sera, all'improvviso. Cosi' vediamo".
"Ritengo necessario che i parlamentari si sottopongano a questa prova e ne
rendano pubblici i risultati".
Lo afferma Giorgio Bornacin (An), dopo essersi sottoposto stamattina,
volontariamente, ai test antidroga organizzati dall'Udc davanti alla Camera
dei deputati per sollecitare l'obbligatorieta' di tali test per tutti gli
eletti in Parlamento. "Non possiamo chiedere ai giovani di non drogarsi-
spiega il senatore-, non possiamo chiedere ad alcune categorie come medici,
autisti di mezzi pubblici, ed altri di sottoporsi a test periodici, se non
diamo l'esempio". La lotta alla droga, conclude Bornacin, "e' una priorita',
perche' drogarsi e' un reato contro se stessi e contro la societa': gravissimi
sono i danni che gli stupefacenti procurano sia alla persona sia alla
collettivita' tutta".
"La questione droga e' una emergenza che investe la nostra societa'. E'
riduttivo circoscrivere la gravita' del fenomeno a estemporanee richieste di
test per i politici". E' la posizione personale di Roberto Di Mauro,
presidente del gruppo parlamentare del Movimento per l'Autonomia all'Assemblea
regionale siciliana, in merito al dibattito sulla proposta di test antidroga
per i deputati regionali.
"Non ho mai fatto ne' faccio uso di sostanze stupefacenti -aggiunge Di Mauro-,
potrei, pertanto, senza alcun problema, sottopormi al test. Il dramma della
droga va combattuto con le armi della prevenzione verso i giovani e della
repressione verso le organizzazioni criminali che vendono morte -conclude
l'esponente del Mpa-. Non certo con un semplice test, evitiamo di far scadere
la morale in falso moralismo".
Angelo Compagnon, dell'Udc, annuncia che domani si sottoporra' al test
antidroga organizzato dal suo partito. Per Compagnon, 'un parlamentare, per
assolvere al proprio dovere, non ha bisogno di ulteriori incentivi', e deve
'rispondere solo agli elettori, oltre che con il lavoro, anche con la massima
coerenza sugli impegni presi e sui temi cardine della battaglia politica'.
Ora, per l'esponente dell'Udc, 'gli ultimi episodi confermano la necessita'
impellente che nell'urna i cittadini possano scegliere direttamente, oltre
alla forza politica, anche il proprio parlamentare', e 'la strada per
contrastare l'antipolitica passa inequivocabilmente dal ripristino delle
preferenze elettorali, che oggi soltanto l'Udc ha portato avanti'.
Quanto al test antidroga, 'e' fondamentale che un parlamentare lo faccia,
proprio per rinnovare il rapporto di fiducia con chi lo ha eletto. Io, domani
mattina, lo faro'; con me, dovrebbero farlo tutti coloro i quali ricoprono
incarichi di responsabilita' nella societa', e non solo a livello pubblico'.
"Capisco i gesti simbolici, ma questo mi sembra troppo simbolico...". Cosi' il
capogruppo di An alla Camera, Ignazio La Russa, commenta l'iniziativa
di domani dell'Udc, che sottoporra' al test antidroga i parlamentari che lo
vorranno, presso un banchetto di fronte a Montecitorio. "Il test ha un valore
retroattivo di sole 48 ore. Comunque - prosegue La Russa - ho detto ai
parlamentari di An di partecipare. Se la proposta di legge avesse continuato
il suo iter - aggiunge - avrei presentato un emendamento per fare il test
tricologico, che ha valenza sei mesi. Il test di domani invece - conclude -
non ha valore, e' come se non ci fosse, ci puo' andare anche un
tossicodipendente...".
Francesco Caruso e Maurizio Acerbo, del Prc, sostengono che 'l'Udc
e' immorale' e che il test antidroga organizzato dal partito sarebbe 'pura
ipocrisia'.
Partendo dal caso di Cosimo Mele, Acerbo e Caruso sostengono che il
parlamentare sarebbe stato candidato 'nonostante le sue inchieste per
tangenti', per cui 'ci pare molto piu' grave delle sue avventurine, l'assoluta
spregiudicatezza dell'Udc - sempre per i due - nell'ospitare nelle sue liste
personaggi coinvolti in reati di corruzione e persino in inchieste di mafia,
come il presidente della regione Sicilia, Cuffaro'.
Dopo aver accusato l'Udc di 'doppia morale', Caruso ed Acerbo suggeriscono
ironicamente 'a tutti deputati dell'Udc di evitare per stasera la
partecipazione a qualsivoglia festino a base di sesso e coca, poiche' per
domani e' previsto il test-antidroga organizzato dal loro partito, nella
speranza ormai vana di ridarsi un minimo di credibilita''.
Dopo aver affermato che il test 'rileva l'eventuale assunzione di droghe solo
nelle ultime 48 ore', Acerbo e Caruso aggiungono che 'al termine di questa
pagliacciata, i deputati risultati negativi al test, potranno tranquillamente
tornare a fare le loro avventurine, per alleviare la loro lontananza della
famiglia'.
'I test anti droga a cui si sottoporranno i parlamentari dell'Udc e, speriamo,
molti altri parlamentari di altri gruppi, non e' un gesto simbolico come
erroneamente vorrebbe far credere l'On. La Russa ma sono gli stessi a cui
vengono sottoposti gli atleti': e' quanto puntualizza Maurizio Ronconi
dell'Udc.
'Certo - aggiunge - ci sono anche altri accertamenti come quello tricologico
ma e' sempre preferibile assumere comunque una iniziativa di screening con
modalita' scientificamente riconosciute, che limitarsi ad una sterile ed
inutile critica.
Domani attendiamo, se lo vorra', anche l'On. La Russa e poi quando il suo
gruppo organizzera' altro tipo di accertamenti ricambieremo cortesemente la
visita'.
"Avvertire dieci giorni prima di un test antidroga equivale a rendere nulla la
verita' su chi si droga veramente tra i parlamentari". Cosi' Stefano Pedica,
capo della segreteria politica dell'Italia dei valori, interviene sul gesto
dei parlamentari Udc che oggi si sottopongono a un test anti droga.
"Il vero test- aggiunge Pedica- e' quello che e' stato eseguito a sorpresa
dalle Iene che, in questo modo, ha reso quello organizzato oggi dall'Udc una
farsa". Per l'esponente dell'Italia dei valori, "vedere tanti parlamentari che
si sottopongono a un test antidroga 'organizzato' da una parte fa sorridere,
dall'altra non fa che irritare tantissima gente".
Conclude Pedica: "Per senso di responsabilita', noi dell'Italia dei Valori,
non innalzeremo alcun cartello con la scritta 'senza vergogna' perche' la
vergogna vera e' stata quella di non aver annullato questa manifestazione dopo
i fatti di sesso, donne e droga occorsi a un loro parlamentare".
"Non provo nessun imbarazzo ad essere qui in fila per il test anti-droga.
Qualcuno dirà 'da che pulpito viene la predica...'. Ma io dico che non si può
sputtanare un partito che si batte per dei valori solo per l'errore di un
singolo. Mele non era il massimo dirigente del partito né l'emblema morale
dell'Udc". Così il presidente dei centristi, Rocco Buttiglione, spiega
le ragioni della sua presenza in piazza Montecitorio per sottoporsi al test
anti-droga e torna sulla vicenda del deputato ex Udc Cosimo Mele.
"Identificare il partito con l'errore di un singolo è infame, qual è il
partito italiano che non ha avuto nelle sue fila un drogato, un corrotto, un
mafioso o un camorrista? La priorità è però la selezione della classe
dirigente", conclude Buttiglione.
'Faro' volentieri il test antidroga, ma in una clinica medica, non in mezzo
alla strada. Il test proposto dall'Udc e' una buffonata. Non accetto lezioni
di morale da chi, visti i fatti degli ultimi giorni, fa politica in maniera
ipocrita'. Lo afferma Gianluca Pini, della Lega Nord.
'Droga e intercettazioni: sono vicende che raccontano del degrado della
politica. Si predica bene e si razzola male in alcuni casi, si vogliono
privilegi da casta in altri': lo afferma Marco Rizzo, coordinatore del
Pdci.
"Non credo sia un'iniziativa apprezzabile quella del test antidroga per i
parlamentari. Personalmente mi rifiuto solo al pensiero di dovermi
assoggettare ad una cosa del genere cosi' da incutere sospetti. E' una cosa
sbagliata". Cosi' il senatore della Lega Michelino Davico commenta
l'iniziativa dell'Udc sul test antidroga per i parlamentari. "Sono stato
eletto dal popolo- rileva Davico- per sostenere il territorio e i problemi
della mia gente e lavorare al meglio per il bene del paese. Sinceramente trovo
sconveniente questa iniziativa e il solo pensiero di un minimo sospetto. Non
ci vado, ci andasse qualcun altro".
"Anche l'on. Cosimo Mele oggi sarebbe negativo al test per la cocaina." A
sostenerlo e' Silvio Viale, medico, membro del Comitato nazionale di
Radicali Italiani. "E' curioso, e aggiungerei un po’ sospetto, che questa
messsinscena sia di mercoledi', a riguardevole distanza dalle serate del
week-end in cui si concentra il consumo di cocaina. Non metto in dubbio la
buonafede dell'UDC –non l'avrei messa in dubbio nemmeno prima del caso Mele–
ma oggi anche Cosimo Mele sarebbe negativo, qualora gli fosse sfuggita una
sniffata venerdi' sera. Gli esperti dell'UDC dovrebbero sapere che i test per
la cocaina si negativizzano in pochi giorni, soprattutto per sniffate
occasionali, non esagerate. Forse sarebbe stato meglio organizzare i test in
prossimita' del week-end, magari a sorpresa, come per i ciclisti.
Il punto non e' solo l'ipocrisia, quanto il fatto che i test di massa sono
controproducenti, dannosi e servono poco ad affrontare la questione droga.
Giocare demagogicamente sulla paura e' il peggiore servizio che i parlamentari
possono fare per le famiglie.
Resta poi il dubbio su Mele, se i carabinieri gli abbiano proposto il test
nelle ore successive, se l’abbia fatto o se l'abbia rifiutato, preoccupato
forse per un eccessivo scambio di saliva con le occasionali compagne...
In ogni caso, Cesa e Casini non possono ignorare che, senza l'avventuretta
finita male, oggi Mele sarebbe li' con loro e che la stessa circostanza
potrebbe verificarsi in ogni contesto sociale, anche nella piu' integerrrima e
virtuosa sezione di partito".
"Senza offesa, ma l'increscioso caso Mele sembra aver mandato l'intera Udc un
po' fuori di testa. Prima le assurde proposte di Cesa sui 'ricongiungimenti
familiari' per i parlamentari, oggi la ridicola messa in scena dei test
antidroga di fronte a Montecitorio. Il tutto ha un sapore decisamente
grottesco".
Lo dice il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena.
"L'argomento -continua Russo Spena- meriterebbe di essere trattato con ben
maggiore serieta'. La vicenda che ha coinvolto il deputato dell'Udc e' solo
l'ennesima dimostrazione di quanto inutile e controproducente sia il
proibizionismo. L'Udc avrebbe potuto cogliere l'occasione per avviare una vera
riflessione. Invece, per sottrarsi a un comprensibile imbarazzo, ha preferito
cavalcare i peggiori istinti proibizionisti e allestire la desolante
sceneggiata di Montecitorio".
"La sterile propaganda certamente non aiuta a risolvere un problema come l'uso
degli stupefacenti che merita serietà ed attenzione da parte delle
istituzioni". Lo dichiara in una nota Renzo Lusetti della Margherita.
"Se si decidesse di estendere il test antidroga, più che ai parlamentari -
prosegue - andrebbe fatto a tutte quelle categorie che con il loro lavoro
hanno la responsabilità della vita delle persone. Penso ai medici per esempio,
o ai piloti di aereo, o ai conducenti di mezzi pubblici: è di qualche mese fa
l'incidente stradale in cui si sospettava che l'autista di un autobus avesse
fatto uso di stupefacenti".
"Il problema della droga - conclude Lusetti - è serio e dobbiamo affrontarlo
con altrettanta serietà, non con teatrini propagandastici. E soprattutto su
questa materia non accettiamo lezioni da chi, come Forza Italia, è stata
coinvolta in una vicenda di droga in uno dei ministeri più importanti del
Governo.
Un pagina nerissima che gli italiani ricordano molto bene".
"Ho fatto il test antidroga allo stand organizzato dall'Udc. Sono stato fra i
primi ed in verita' non e' la prima volta". Lo afferma il parlamentare del
Nuovo Psi, Lucio Barani, che si e' recato presso la struttura allestita
a piazza Montecitorio e gia' si era sottoposto al test delle 'Iene'.
"Personalmente sono favorevole- ha aggiunto- anche ad analisi piu' dettagliate
come quelle sul 'capello' che consentono una maggiore veridicita'. Credo che
ogni parlamentare debba farlo, a garanzia dei cittadini italiani, prima di
entrare a Montecitorio". Sarebbe opportuno, conclude Barani, "farlo fare anche
agli esponenti del governo, alcuni provvedimenti di questo esecutivo sembrano
essere fatti sotto l'uso di sostanze stupefacenti".
"Come ho scritto in una lettera a Lorenzo Cesa, sono contraria a test
antidroga, sia volontari che obbligatori, soprattutto a quelli nelle scuole.
Perciò non faccio nessun test. Niente droga, niente alcol e nessun abusi di
farmaci. Sono favorevole ai test solo in caso di guida di veicoli. Inoltre
sono da sempre antiproibizionista.
L'antiproibizionismo ci sarebbe utile anche per estirpare il terrorismo che
vive sulla droga e sui cui proventi anche l'occidente si arricchisce.
L'Afghanistan ci dovrebbe insegnare qualcosa". È quanto afferma Franca
Bimbi, esponente dell'Ulivo e presidente della commissione Politiche
dell'Unione europea.
Il caso Mele 'riporta l'attenzione sui criteri seguiti da Casini e Cesa nella
composizione delle liste dell'Udc per le elezioni politiche': lo afferma l'ex
segretario regionale della Campania dell'Udc Arturo Iannaccone.
'Entrambi, infatti, hanno chiesto ed ottenuto la delega per la scelta dei
candidati prima al Consiglio Nazionale e poi alla Direzione Nazionale,
entrambi sono stati capolista in tutta Italia ed entrambi si sono dimessi,
dando poi indicazioni all'onorevole Mazzoni di farlo in Puglia per consentire
all'onorevole Mele di entrare in Parlamento', aggiunge Iannaccone.
'Invece di chiedere scusa agli italiani per lo scempio che e' stato compiuto
nella fase di individuazione delle candidature privilegiando il tasso di
amicizia e di fedelta' e non tenendo conto delle indicazioni territoriali,
Casini e Cesa si affrettano a preannunciare la sceneggiata del test
anti-droga, cui si dovrebbero sottoporre loro stessi e tutti i parlamentari
dell'Udc. Ma e' evidente che ne' Casini ne' Cesa, ne' l'Udc possono chiamarsi
fuori politicamente e moralmente da questa vicenda, almeno fino a quando non
saranno chiariti e resi pubblici, fino in fondo, dai diretti protagonisti i
criteri reali seguiti nella composizione delle liste dell'Udc alle ultime
elezioni politiche', conclude l'ex segretario regionale.
'La questione e' che le famiglie italiane non gradiscono che i propri figli si
droghino. L'Udc si sta battendo contro la droga e l'iniziativa di oggi fa
parte di una lunga strategia portata avanti dal partito. Si tratta di
affermare il principio che drogarsi da male, contro il progressivo lassismo
che tende a giustificare lo spinello o la pasticca. L'Udc vuole affermare
questa cultura, sappiamo bene che il test non e' la soluzione definitiva, non
vogliamo vendere l'illusione che basti questo, ma si inserisce in una
strategia piu' complessa'. Cosi' Francesco D'Onofrio, arrivando al
presidio sanitario allestito davanti a Montecitorio per il test antridroga ai
parlamentari, spiega il senso dell'iniziativa dell'Udc.
Quanto alle polemiche con Alleanza nazionale che vuole il test tricologico, il
presidente dei senatori centristi spiega che 'non e' una questione di capello
o di saliva. Nella lotta contro la droga non c'e' competizione, ma una
battaglia politica comune'.
Un test-propaganda da 'proibizionisti all'amatriciana': Rita Bernardini,
segretaria di Radicali Italiani, commenta cosi' l'iniziativa dell'Udc che
stamani, in un laboratorio allestito in piazza Montecitorio, ha effettuato una
serie di test ai parlamentari per verificare il consumo di droghe.
'Se non fossimo in Italia - sostiene - non ci sarebbe bisogno di ricordare ai
parlamentari dell'Udc, che questa mattina si sono precipitati in piazza a fare
propaganda demagogica con uno pseudo test antidroga, che per verificare se
effettivamente si e' fatto uso di sostanze psicotrope negli ultimi 12/24 mesi
occorre fare un esame tricologico. Il test-propaganda cui si sono sottoposti i
deputati dello stesso gruppo dell'onorevole Mele, coinvolto alcuni giorni fa
in una vicenda di prostitute e cocaina, possono soltanto verificare se si e'
fatto uso di Cannabis negli ultimi 30/90 giorni e di droghe pesanti nelle
ultime 24/48 ore'.
'Perche', mi chiedo, non vengono fatti anche gli esami sull'uso e abuso di
alcool? E' forse meno dannoso per se' e per gli altri della marijuana? La
verita' e' che i deputati Udc confermano, con test-propaganda sulla droga, che
le leggi proibizioniste come la Iervolino Vassalli o come quella del
centro-destra, votata demagogicamente poche settimane prima del voto delle
scorse elezioni politiche, falliscono miseramente'.
'Infatti, come tutti sanno, tutti i tipi di droghe sono facilmente reperibili
24 ore su 24; insomma, il trionfo del fallimento della legge di cui nessuno
parla! Occorre, invece, sperimentare con saggezza la regolamentazione del
consumo delle droghe per colpire subito il mercato mafioso che e' alimentato
proprio dal proibizionismo, destinando almeno una parte delle ingentissime
risorse oggi impiegate - conclude - ad un' inconcludente e costosissima
repressione, all'informazione e alla prevenzione'.
"Non ho fatto il test proposto dall'Udc perche' la questione della droga e'
molto seria e va discussa e approfondita in modo serio e non ideologico, sulle
cose serie non si scherza". Cosi', ai microfoni di Radio Radicale,
Benedetto Della Vedova, deputato di Forza Italia, interviene sul test anti
droga al quale si sono sottoposti i parlamentari dell'Udc di fronte a
Montecitorio.
"Io ritengo che questo gioco del test suoni per altro da parte dell'Udc-
aggiunge Della Vedova- come una sorta di excusatio non petita, un specie di
gioco". Occorrono invece, prosegue il forzista, "un impegno e un confronto
seri non solo a livello italiano della distribuzione ma anche a quello
sopranazionale della produzione". Poi, sottolinea, "possiamo anche discutere
se continuare a seguire l'opzione proibizionista che caratterizza la strategia
di contrasto alla droga da trent'anni con risultati nulli, oppure se scegliere
un'opzione improntata ad un pragmatico antiproibizionismo non ideologico". E
conclude: "Ma questo grande gioco, messo in campo oggi dall'Udc, non fa fare
passi in avanti".
"L'immagine di parlamentari in fila sotto il sole in attesa di sottoporsi al
test antidroga è davvero indecorosa per la classe politica italiana": lo
sostiene il capogruppo dei Popolari-Udeur al Senato, Tommaso Barbato.
"Chi ha qualcosa da nascondere lasci la politica; chi è a posto, a maggior
ragione, pensi a lavorare dignitosamente e seriamente per il bene del Paese",
aggiunge Barbato in un comunicato.
'Mi sono volontariamente sottoposto all'ennesimo atto di delegittimazione dei
parlamentari con l'inutile test di assunzione di droghe'. Lo afferma
Basilio Germana' di Forza Italia, secondo il quale il test dell'Udc e'
'mortificante perche' fatto su un camper in piazza; inutile perche' a
differenza dell'esame tricologico questo test fa riferimento alle ultime 48
ore; discriminante perche' per far l'esame a 630 deputati, peraltro impegnati
nelle votazioni in Aula, sarebbero state necessarie 105 ore consecutive'.
'Coloro i quali non si sottoporranno al test - conclude Germana' - potrebbero
essere considerati come 'disertori dell'opinione pubblica''.
"Non esiste il diritto all'errore. O si fa una politica normale e rispettosa
della privacy cosi' come della pluralita' degli stili di vita, oppure se si
dice che il matrimonio e' solo eterossesuale e che il sesso si fa solo per
avere figli e poi si viene beccati alle feste con droga e prostitute... allora
non ci sto". Franco Grillini ritorna sulla 'notte brava' di Cosimo Mele
e chiama in causa Chiesa e supporter del 'Family day': "Perche' la gerarchia
vaticana, che interviene sull'intero scibile umano, e' stata zitta? C'e' uno
stranissimo silenzio- attacca il deputato Sd, interpellato dal quotidiano
online 'Affaritaliani.it'- da parte dei promotori del 'Family day'. Perche'
non c'e' un'opinione di Pezzotta, della Roccella o del presidente della Cei?".
Grillini e' impietoso nei confronti dell'Udc, rinfaccia a Casini e al suo
partito la "doppia morale", parla di "crisi irreversibile" della loro "credibilita'
morale", accusa i centristi di aver dato vita oggi a una "iniziativa
sfortunata" che per "decenza" meglio sarebbe stato sospendere: "E' anche
offensiva nei confronti dei parlamentari dell'Udc, perche' se fanno un test
vuol dire che non si fidano. E inoltre e' offensiva nei confronti dell'intero
Parlamento, in quanto mette in discussione l'onorabilita' delle Camere".
Ma in Parlamento il caso Mele e' isolato? "Sicuramente- dice Grillini- non e'
isolato. Non arriverei a dire che la maggioranza dei parlamentari conduce uno
stile di vita simile... Mele e' uno ricco". In altri termini, "non solo molti
quelli che possono sputtanarsi 4 o 5 mila euro a notte" e "chi si puo'
permettere uno scherzetto simile? Quelli di centrosinistra danno i soldi ai
partiti, finanziano le organizzazioni locali e pagano in regola i loro
collaboratori. Credo che siano piu' nel centrodestra, perche' hanno piu'
soldi".
Il deputato di An Giorgio Holzmann, firmatario del disegno di legge per
istituire il controllo obbligatorio sulla droga per i parlamentari, si e'
sottoposto al test nel pomeriggio di oggi e chiede che il test sia esteso ad
altre categorie, tra cui anche a quella dei magistrati.
'Sapere con certezza che coloro che svolgono particolari delicate funzioni,
non fanno uso di sostanze stupefacenti - afferma in una nota - e' sicuramente
auspicabile e tale obbligo andrebbe esteso anche ad altre categorie che per la
loro funzione rivestono particolari responsabilita' amministrative o,
nell'ambito della loro attivita' potrebbero mettere a rischio l'incolumita'
pubblica'. Holzmann cita ad esempio, 'alti dirigenti dello Stato, magistrati,
medici, paramedici, controllori di volo, piloti aerei, macchinisti ferroviari,
conducenti di autobus e taxi'.
'Il testa anti droga proposto dall Udc e' ipocrita, se non si effettua l esame
tricologico non ci sono risultati attendibili, ed e' figlio di un
atteggiamento populista e demagogico'. Cosi' Chiara Moroni, deputata di
Forza Italia.
'I parlamentari, personaggi pubblici, devono essere da esempio per i cittadini
ma non possono essere oggetto di regole diverse rispetto al resto del Paese. I
parlamentari rispondono delle loro azioni direttamente all'elettorato che ha
la possibilita', con l'esercizio del voto, di giudicarne l'operato.
La discussione circa l'uso di droghe - sottolinea Moroni - rappresenta un
problema serio che va affrontato con competenze scientifiche e senza approcci
ideologici'.
'Vanno sostenute campagne di sensibilizzazione ed informazione rivolte alle
giovani generazioni e - conclude Moroni - bisogna interrogarsi sui risultati
deludenti conseguiti con le politiche proibizioniste'.
I test effettuati dai parlamentari permettono di verificare la presenza di
droghe solo se sono state assunte al massimo pochi giorni prima. Lo sostiene
Roberta Pacifici, ricercatrice dell'Osservatorio Fumo Alcool e Droga
dell'Istituto Superiore di Sanita'.
'C'e' da dire innanzitutto che questi test vanno utilizzati da personale
specializzato, per evitare che i risultati vengano falsati da un uso improprio
- sottolinea Pacifici - inoltre il loro risultato e' piu' che altro
indicativo, e va sempre confermato da analisi piu' precise. Inoltre questo
tipo di analisi andrebbe effettuato a sorpresa, dato che i tempi di permanenza
dei metaboliti nelle matrici biologiche e' molto breve'.
Questi i valori dei tempi di permanenza delle sostanze nelle varie matrici
biologiche indicati dall'esperta: - URINE: i metaboliti del Thc, il principio
attivo di hashish e marijuana rimangono nelle urine per quattro-cinque giorni,
di piu' se chi fa il test e' consumatore abituale o la dose assunta e' elevata
(fattore che aumenta la permanenza anche delle altre sostanze). Cocaina,
eroina ed ecstasy invece rimangono per uno o al massimo due giorni.
- SANGUE E SALIVA: le droghe hanno un comportamento simile in sangue e saliva,
cosi' come nei campionamenti 'a striscio' come quelli utilizzati nel servizio
della trasmissione 'Le Iene' che ha scatenato le polemiche sfociate nei test
di oggi. La permanenza e' molto inferiore a quella nelle urine, e indica
generalmente che la persona e' ancora sotto effetto della sostanza. Cocaina ed
eroina hanno il picco dopo un'ora dall'assunzione, e scompaiono dopo
tre-cinque ore. L'ecstasy ha il picco alla seconda ora, inizia a diminuire
dopo quattro e scompare dopo otto. Il Thc invece e' piu' veloce, e scompare
gia' dopo un paio d'ore perche' viene assorbito dai tessuti adiposi.
- CAPELLI: i metaboliti delle droghe si fissano nella cheratina, la proteina
di cui sono fatti i capelli, e non ne vengono piu' espulsi a meno di
trattamenti cosmetici come la colorazione. Sono quindi sempre presenti nei
capelli, dove possono essere rilevati. Poiche' i capelli crescono di un
centimetro al mese, e' possibile facendone un'analisi frazionata anche
stabilire a quanti mesi prima risale l'assunzione.
"Il tema della droga va affrontato seriamente. Così come quello sul rapporto
tra parlamentari ed etica politica. L'iniziativa dell'Udc appare, sotto questi
due aspetti, grossolana e demagogica". Lo sostiene, in una nota, la deputata
di Sd Alba Sasso.
Secondo Sasso "non può essere un singolo partito a fare 'controlli' o a
promuovere dubbie iniziative di 'certificazione' della moralità dei
parlamentari: senza voler entrare poi nello specifico di quanto sia meno
eticamente legittimato a farlo...
Dopo fatti incresciosi che ne mettono in discussione la coerenza, nella più
classica delle contrapposizioni tra pubbliche virtù e vizi privati, e dopo
aver reagito chiedendo più soldi per i parlamentari per aiutarli a
'sconfiggere la solitudine', l'Udc ha evidentemente bisogno di ricostruirsi
un'immagine moralizzatrice".
"Le deputate e i deputati di Sinistra democratica - prosegue - sono ovviamente
favorevoli a tutte quelle iniziative che facciano assumere ai parlamentari la
piena responsabilità del proprio ruolo, politico e pubblico".
"Non ci prestiamo ovviamente - conclude Sasso - ad iniziative strumentali di
singoli partiti in cerca di riscatto".
'Mi e' sembrata una iniziativa di propaganda e nient'altro'. Cosi' il ministro
per l'attuazione del programma, Giulio Santagata, ha commentato, questa
sera a Firenze a margine del dibattito sui costi della politica in corso alla
festa dell'Unita', il test sulla droga compiuto stamani a Roma dai
parlamentari dell'Udc dopo la vicenda Mele.
'Io credo che il problema droga - ha aggiunto il ministro - sia un problema
serio che va affrontato aiutando i ragazzi, ma non solo loro perche' il
consumo della cocaina mi sembra sia diffuso non in una sola generazione. Va
affrontato senza farne un tema di controllo sociale'. A proposito della
proposta di finanziare il ricongiungimento famigliare per i parlamentari, il
ministro ha commentato: 'mi sembra che Cesa si sia fatto prendere da un
problema che ha in casa'. 'La sua proposta - ha aggiunto Santagata - e'
assolutamente fuori da ogni logica, tra l'altro nel clima che stiamo vivendo
nei rapporti tra cittadini e politica. Mi sembra una scivolata, nulla di piu''.
"Il criterio con cui va giudicato un politico è quello della qualità della sua
attività politica. Così come un medico, un avvocato o un commercialista va
giudicato sulla base di ciò che fa e di come lo fa. Se ci mettiamo sul terreno
delle analisi farmacologiche rischiamo di costruire un altro tipo di Fattoria
degli animali, quella di Orwell". Così, in un'intervista a 'Libero', il vice
coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto, parla dei test
anti-droga promossi ieri dall'Udc. Test che, dice "mi fa sorgere molti dubbi".
"Così facendo - sottolinea - si entra quasi in un meccanismo psicologico: io
faccio il test e tu no, quindi io sono così e tu no. Eccetera, eccetera.
Brutto meccanismo".
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