'Io ho l'impressione che ci sia un grande riciclaggio di denaro che deriva dal
mercato illegale delle sostanze stupefacenti, di guadagni che provengono dal
proibizionismo, proprio intorno ai palazzi della politica'. la denuncia viene
dalla segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini, che specifica
di parlare a titolo personale ('e' una mia impressione, me ne assumo le responsabilita''), che si tratta di una osservazione sulla quale non tutto il
partito e' d'accordo. In ogni caso, durante una conferenza stampa alla Camera
sulla relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze, la
segretaria radicale osserva: 'Rilevo che la lingua parlata sempre piu' nei
locali e nei bar intorno a questi palazzi e' il napoletano'.
'Si tratta di ingressi recenti con la spesa di centinaia di migliaia di euro
in ristrutturazioni'. 'Provate a fare un giro -e' il suo invito- nella zona di
Sant'Eustachio o a Largo Argentina: sono stati rilevati molti locali, non so
se dalla camorra'. 'A me la cosa da cittadina insospettisce e perche' non
insospettisce anche i magistrati? Perche' le forze dell'ordine non fanno delle
indagini?'. 'Sicuramente questi forti guadagni sono frutto del proibizionismo
che c'e' da queste parti e ho l'impressione che ci sia un grande riciclaggio
proprio intorno ai palazzi della politica. E' una mia impressione, ripeto, e
me ne assumo la responsabilita''.
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In seguito alle numerose polemiche che ci sono state (e che possono essere
lette in seguito), Rita Bernardini ha voluto precisare il suo pensiero
con questa dichiarazione:
Ho letto le reazioni alle mie dichiarazioni di questa mattina e constato che
molti dei politici intervenuti –per lo piu' campani– gridano allo scandalo
rifiutando l'equazione che io non ho mai fatto – ne' mi sognerei mai di fare –
"Napoletani = camorristi". Respingo al mittente le accuse di razzismo che mi
sono attribuite.
I sospetti che ho espresso -che trovano conferme negli esiti di numerose
recenti inchieste condotte dalla magistratura romana– nascono dal vedere
ripetersi a Roma di un fenomeno ben conosciuto a Napoli come in altre
localita' italiane: vorticose attivita' di compravendita di esercizi
commerciali bene avviati e di immobili, e costosissime ristrutturazioni che
celano iniziative di riciclaggio di denaro sporco.
D'altra parte, se dalle inchieste che ci si dice essere in corso, emergesse
anche che una sana imprenditoria campana ha deciso di rilevare numerose
attivita' economiche nel centro storico di Roma, sarebbe sicuramente un fatto
positivo. Spero che sia cosi', temo pero' che la realta' sia ben diversa e
invito coloro che come me amano Napoli e i napoletani a non ignorare questo
fenomeno.
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Per il sociologo Domenico De Masi, 'bisogna prima indagare e poi, prove
alla mano, parlare' perche' altrimenti 'si rischia di essere razzisti'. De
Masi commenta le dichiarazioni della Bernardini.
'Ma come si fa ad associare il parlare napoletano con l'essere camorristi? Mi
auguro che chi lo dice non abbia solo queste prove in mano -esordisce De Masi,
titolare della cattedra di sociologia del lavoro alla Sapienza di Roma nonche',
per qualche anno, assessore al Turismo esterno del Comune di Ravello
(Salerno).- Allora vuol dire che anche a casa mia siamo tutti camorristi visto
che parliamo napoletano'. 'Da napoletano non mi arrabbio certo perche' queste
equazioni sono cosi' assurde che non vale neanche la pena commentarle. Cosi'
si rischia solo di essere e di fomentare il razzismo, altra cosa e' indagare.
Se la radicale Bernardini, come penso di aver capito, ha questi sospetti,
faceva bene, se non l'ha gia' fatto, a rivolgersi prima alla polizia e poi ai
media'.
A largo Sant'Eustachio c'è un locale gestito da campani, salernitani per la
precisione. Nel bar, 'Cafè et cafè', ci sono due dipendenti, un ragazzo
e una ragazza, anch'essi campani. Filippo Clarizia legge le agenzie e subito
chiede di rispondere: "E' una vergogna andare in giro e vedere se e chi parla
napoletano". Razzismo? "Assolutamente sì", e' convinto.
"Non si puo' fare di tutta l'erba un fascio -aggiunge- e poi perchè non si fa
un'indagine su tutti i locali, invece che parlare solo di quelli gestiti da
napoletani? Mi ritengo offeso come italiano perche' vengo considerato diverso
dagli altri, e solo perche' ho l'accento napoletano...".
Ma i dipendenti non si ritengono soddisfatti, chiamano al telefono
l'amministratore del locale, ce lo passano: "Che posso dirle? Ho ventisette
anni, sono salernitano, mi chiamo Adolfo Ardovino. Qua siamo tutti
ragazzi, siamo in sei-sette, tutti lavoratori. La signora e' libera di
esprimere un parere, siamo in democrazia. Ma e' una dichiarazione
fastidiosa... . E anch'io potrei dire che tutti i parlamentari sono drogati o
indagati, ma non lo faccio".
Questo locale, chiarisce l'amministratore, e' "stato comprato con cambiali e
non ci sono interessi della camorra o della malavita, questo e' certo".
Conclusa la chiamata, l'ultimo commento, ruvido, chiede di farlo Noemi,
anch'essa giovane dipendente del bar: "Sono anni che lavoriamo qui, perche' la
signora non ci viene a trovare invece di sputare m... contro di noi?".
Marco Dell'Annunziata gestisce il locale 'Aumm-Aumm',specialita'
gastronomiche campane in pieno centro di Roma. Di piu', il suo locale e' in
via Torre Argentina, a tre metri dalla sede dei Radicali, e potrebbe
corrispondere all'identikit tracciato oggi dal segretario di Radicali
italiani, Rita Bernardini. La risposta del gestore e' lapidaria, ma con humor,
nemmeno a dirlo, napoletano: "Ca' tenimm solo nu pacco 'i cambiali da pagare,
se la signora passa possiamo anche fargliele vedere....".
Poi Dell'Annunziata aggiunge serio: "Non e' di certo il nostro caso, e' un
locale rilevato cosi' come lo vede oggi, solo qualche piccolo aggiustamento.
Le diro' di piu', che indaghino per davvero. E poi i radicali sono fra i
clienti piu' affezionati, compreso Marco Pannella...".
"La Bernardini parla a vanvera e il suo e' un atteggiamento razzista –dice il
il deputato di An, Italo Bocchino- perche' nelle sue parole esiste una
presunzione di colpevolezza nei confronti dei napoletani che investono a Roma.
Ricordo che in Italia esiste una normativa costituzionale sugli investimenti
economici e una normativa antimafia. In realta' Bernardini vuole nascondere il
vero problema: quello della troppa tolleranza sul fenomeno delle
tossicodipendenze. E i Radicali ne sono in parte responsabili".
'I napoletani non sono tutti camorristi. Bisogna spostare l'attenzione sul
milanese o sullo svizzero che agisce alle spalle di chi parla con il nostro
accento'. L'attore Patrizio Rispo risponde cosi' alla dichiarazione
della segretaria di Radicali Italiani. 'Sono disgustato da un certo andazzo di
cose. Sono chiacchiere. Non sono solo i napoletani a commettere certe cose. Si
pensi a quelli che vanno a Roma per lavoro facendo i pendolari e vivendo
onestamente'.
"Ai Radicali dico che davanti alla tragedia che e' accaduta in Germania ci
vuole un po' di responsabilita'. Tra l'altro loro sono gli stessi che quando
c'e' da buttar giù un pilastro come l'ergastolo ci fanno una campagna. Che
pena dovrebbe essere inflitta, secondo loro, a quelli della strage di Duisburg?".
Il senatore de 'La Destra' Francesco Storace boccia come una 'boutade
estiva' il sospetto espresso dalla segretaria dei Radicali italiani.
"Non mi sembra che a Roma ci sia la mafia e quindi quella della Bernardini mi
sembra una delle solite cose estive. Comunque, se ne e' convinta ha un'unica
strada da percorrere: faccia una denuncia alla magistratura".
Forza Italia chiederà "l'immediata convocazione del Comitato per l'ordine e la
sicurezza pubblica e l'intervento della magistratura romana per promuovere
subito una seria iniziativa di prevenzione e di controllo sul territorio". Ad
annunciarlo l'esponente di Forza Italia, Francesco Giro, coordinatore
regionale e della sezione di Roma, che risponde cosi' alle dichiarazioni rese
nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio dal segretario di Radicali
Italiani.
"Sono mesi che denunciamo il degrado impressionante in cui e' precipitata la
Capitale, con un aumento vertiginoso dello spaccio di cocaina e casi sempre
più frequenti di violenza metropolitana ma il sindaco Veltroni pensa a tutt'altro.
Ora e' giunto il momento che interrompa le sue lunghissime vacanze balneari e
torni a Roma per assumersi le proprie responsabilita'".
"Le accuse della Bernardini vanno ascoltate, ma l'esponente radicale faccia
nomi e cognomi, non si limiti solo ad accuse generiche che colpiscono in modo
indiscriminato un'intera regione". Lo afferma Tommaso Barbato, senatore
dell'Udeur, che commenta cosi' le dichiarazioni di Rita Bernardini. "E'
assurdo dire che la lingua che si parla sempre piu' spesso nei bar e nei
ristoranti del centro di Roma e' il napoletano. La stragrande maggioranza dei
napoletani e' gente per bene, e d'altronde la criminalita' e' un male che
colpisce l'Italia tutta, senza distinzione geografica. Se il problema esiste,
la Bernardini ne informi ufficialmente le forze dell'ordine e la magistratura
perche' e' interesse anche di noi cittadini del Sud fare chiarezza. In questo
modo ci sembra invece che la segretaria radicale abbia voluto guadagnare la
scena mediatica, facendo affermazioni troppo vaghe, dal sapore razzista".
'Naturalmente sono per non generalizzare perche' e' molto facile farlo. La mia
preoccupazione e' pero' che e' diventato troppo facile farlo perche' ci siamo
messi in condizione affinche' questo accada'. E' amara la considerazione di
Francesco Paolantoni, l'attore che da ottobre sara' impegnato nelle prove
di Miseria e Nobilta' il cui debutto e' previsto al Brancaccio di Roma per poi
spostarsi all'Augusteo di Napoli, sul rischio di un'equazione napoletani
uguale camorra.
'Il cattivo esempio -sottolinea Paolantoni- e' ormai dilagante. Purtroppo le
persone perbene soccombono da un punto di vista pratico e d'immagine'.
Insomma, 'e' facile cadere in questo luogo comune che ci siamo creati noi
napoletani e per questo dovremmo fare autocritica. Bisogna impegnarsi perche'
non ci siano piu' questi luoghi comuni ma lo dovremmo fare in modo concreto,
invece di limitarci solo a criticare'.
"Spero che chi ha fatto la conferenza stampa poi faccia anche la denuncia
perche' tutto non risulti una boutade, una pagliacciata". Il vice presidente
del gruppo della Lega Nord alla Camera Roberto Cota commenta cosi'
l'uscita della segretaria dei Radicali italiani.
"Se hanno fatto questo tipo di segnalazione spero che abbiano le loro buone
ragioni, che abbiano da dire qualcosa di rilevante e in questo caso sara'
giusto approfondire".
'E' possibile che questo avvenga, ma avviene in tante zone di Roma, non solo
attorno a Montecitorio, e anche nelle altre citta' d'Italia'. Commenta cosi'
il capogruppo del Prc al Senato e membro della commissione Antimafia,
Giovanni Russo Spena, originario di Acerra (NA).
Pur sottolineando che 'da garantisti e' chiaro che, prima di esprimersi,
bisogna sempre esaminare le prove', Russo Spena ammette che 'quello che dice
in maniera un po' ruspante la Bernardini ha comunque un suo fondamento di
verita''. 'E' evidente infatti che l'economia illegale, quella che proviene
dal commercio di stupefacenti, deve trovare in qualche modo canali legali per
ripulirsi. E non ho dubbi che i soldi 'sporchi' rastrellati attraverso il
pizzo, l'estorsione e l'usura vengano riciclati e ripuliti sia attraverso le
grandi banche, anche del Nord o estere, strage di Duisbur docet, sia
attraverso gli investimenti nella ristorazione'. Ecco allora, probabilmente,
il perche' del riferimento a bar e ristoranti del centro storico di Roma. Che
pero', 'e senza fare di tutta l'erba un fascio, in parte -spesso 'di livello',
molto eleganti e situati proprio del centro storico di Roma- sono gia' nel
mirino della Guardia di Finanza che li tiene sotto controllo da un po''.
"Dietro molti esercizi commerciali 'e' la criminalità organizzata che ricicla
danaro. La Bernardini scopre l'acqua calda; naturalmente le denunce e le
inchieste su questi temi si fanno in base a dati reali e non a fonti
dialettali". Commenta cosi', Gianfranco Rotondi, segretario della
Democrazia Cristiana per le Autonomie.
"Esprimo tutto il mio apprezzamento per quanto affermato da Rita Bernardini
perche', in queste calde giornate d'agosto, le sue parole mi fanno cunsulà
(consolare, ndr)...". Vincenzo Salemme, regista e attore napoletano,
commenta con ironia le esternazioni della segretaria dei Radicali. "L'estate
fa dire spesso cose senza senso. Questo e' uno di quei casi in cui si dice:
'La fantasia al potere', un ragionamento del tutto creativo e senza alcun
fondamento. Quando non puoi spiegare delle cose o non puoi risolverle si
sfocia nella superficialita'. Su questo si possono fare esempi infiniti come
la supremazia della razza ariana rispetto a quella ebrea oppure il razzismo
nei confronti dei cittadini di colore. Tutte espressioni di non cultura.
Questioni di comodo che, di solito, nascondono altro". E sul fatto che la
Bernardini punti il dito sull'eccessivo uso della lingua napoletana nei locali
di Roma, Salemme sostiene: "Non so se questo sia vero o meno, ma se così
fosse, si potrebbe dire che si parla una bella lingua...". E da napoletano
che, ormai da anni, vive nella Capitale, Salemme conclude: "Mi sono sempre
trovato a mio agio. E' ovvio che ci possa essere qualcuno a cui i napoletani
non sono simpatici, ma siamo cosi' vicini... E poi non si e' sempre detto che
romani e napoletani sono cugini?".
"Siamo certi che nelle intenzioni di Rita Bernardini non ci fosse la volonta'
di offendere nessuno, tantomeno i napoletani. Certamente ha usato espressioni
un po' rudi, ma e' evidente che non sarebbe certo una novita' scoprire che
attivita' illecite collegate alla camorra siano passate da una ambientazione
tipicamente provinciale ad una piu' cittadina". Massimo Donadi,
capogruppo di Idv alla Camera, difende le parole espresse oggi dalla
segretaria dei Radicali italiani Rita Bernardini. "Detto questo e' chiaro che
la competenza e' e rimane delle Forze dell'Ordine, Guardia di Finanza, Polizia
e Carabinieri, che nel silenzio e senza il clamore dei riflettori svolgono
egregiamente il loro lavoro di contrasto alla criminalita' organizzata,
ottenendo ottimi risultati".
"Ma come si fa a definire napoletani i camorristi solo perche' alcuni
negozianti del centro parlano napoletano, e per quanto tali spacciatori. Il
sole fa male, ma alla Bernardini deve aver colpito duro per fare simili
affermazioni". Lo dichiara Stefano Pedica, capo della segreteria
politica di Idv. "E io che credevo Pannella avesse nominato un segretario
serio nel suo partito. A Pannella dico di insegnare alla Bernardini che il
partito radicale non e' nato per spararle piu' grosse, ma per affrontare
grandi temi e fare meritorie battaglie che a volte, come per il divorzio, il
caso Welby o per la moratoria internazionale si distinguono ed elevano il loro
valore culturale. Mi chiedo se e' arrivata per sbaglio a fare il segretario di
un partito di opinione come e' il partito di Pannella. Quasi quasi fa
rimpiangere la gestione piu' personalistica di Capezzone. E' sciocco pensare e
dichiarare quello che la Bernardini ha dichiarato, e' grave se sa qualche
verita' che altri non sanno. E se sa una verita' che la magistratura non sa,
il mio suggerimento e' andare a riferire agli organi competenti, altrimenti
viene da pensare, ovviamente come battuta, che dichiarando che alcuni negozi
trafficano in riciclaggio e traffico di stupefacenti, e' perche' li
frequenta".
"Le dichiarazioni della Bernardini sono molto gravi e come tali dovrebbero
essere circostanziate". E' quanto afferma l'onorevole Antonio Martusciello,
componente della Consulta del presidente di Forza Italia. "Con le sue parole
la Bernardini compie un'enorme caduta di stile quasi razzista. E'
inaccettabile la proposizione di un sillogismo Napoli uguale camorra in quanto
la criminalita' organizzata, oltre a non avere colore, non ha accento. Non e'
necessario ribadire che la stragrande maggioranza dei napoletani e' gente
onesta e che la citta' partenopea e' anche cultura, storia e tradizione, ma
purtroppo, nel corso degli ultimi 15 anni, la citta' di Napoli si e' proposta
all'attenzione dell'opinione pubblica prevalentemente per fatti di
criminalita', cattiva amministrazione ed emergenze ambientali e sanitarie. Se
il segretario Bernardini arriva a fare dichiarazioni cosi' violente nei
confronti della citta' di Napoli, evidentemente, qualcuno le avra' data la
ragione e l'invito e' che presto la signora Bernardini si rivolga alla
magistratura".
"Sconcertante il binomio fra accento napoletano e camorra venuto fuori dalla
conferenza stampa a Montecitorio tenuta dal segretario dei radicali, Rita
Bernardini. Sono esternazioni che richiedono delle scuse, non si possono
offendere i napoletani e la citta' di Napoli in un modo così gratuito". Lo
afferma il capogruppo vicario della Democrazia cristiana per le autonomie
Giampiero Catone.
"E' un'offesa anche per tutti quei napoletani che hanno dovuto sacrificarsi,
lasciando la propria citta' per il lavoro. Parafrasando il buon Toto' ci
sarebbe da rispondere: 'Ma mi faccia il piacere!'".
Il sindaco di Napoli Rosa Iervolino Russo dice che 'quando si evidenzia
un fenomeno negativo molti hanno la brutta abitudine di far subito riferimento
a Napoli. La Bernardini non ha fatto eccezione. Quasi che la droga la
smerciassero solo i napoletani. Purtroppo il fenomeno e' molto piu' grave e
complesso e non lo si risolve di certo lanciando accuse generiche e razziste'
.
"Sembra farsi a gara in questi ultimi tempi nel dichiarare che Roma e' sotto
il controllo, un giorno della 'ndrangheta, e uno della camorra. Le Forze
dell'ordine in questi ultimi anni hanno lavorato sodo e con risultati
brillantissimi". A scendere in campo nella polemica scatenata dall'esponente
dei Radicali, Rita Bernardini, e' direttamente il prefetto della Capitale,
Achille Serra. In una nota fa sapere che "mai e' emersa la possibilita' di
una gestione territoriale delle organizzazioni criminali, benche' vi siano
state infiltrazioni nel litorale subito stroncata dall'azione della
magistratura e delle Forze dell'ordine". Per la prefettura e' dunque "poco
comprensibile che queste sottolineature giungano da organi istituzionali e
politici considerato che i luoghi deputati a tali denunce sono gli uffici di
polizia dove nulla negli ultimi tempi e' pervenuto. Cio' nonostante ho
disposto che l'argomento sia inserito all'ordine del giorno del prossimo
Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, gia' convocato per il 23
agosto".
"Non bisogna mai abbassare la guardia contro l'illegalita' e la criminalita' e
contro le possibili infiltrazioni nel territorio della capitale". E' quanto
afferma il vicesindaco di Roma, Maria Pia Garavaglia, in relazione alle
polemiche sorte in seguito alle dichiarazioni di Rita Bernardini. "E' tuttavia
molto pericoloso associare possibili fenomeni di questo tipo a popolazioni e
citta', per esempio come Napoli, che non possono ne debbono essere
identificate con questi fenomeni". Per Garavaglia "e' profondamente ingiusto
per quelle popolazioni, per le istituzioni e per tutti coloro, la stragrande
maggioranza, che sono in prima fila contro la camorra e le organizzazioni
criminali. Le forze dell'ordine e della sicurezza, insieme alle istituzioni
sono impegnate quotidianamente in un grande sforzo di prevenzione e
repressione della criminalita' e cosi' continuera' per rendere Roma sempre
piu' sicura. Non si sente affatto bisogno di girandole di dichiarazioni estive
che lasciano il tempo che trovano".
'Mi auguro che si tratti solo di un colpo di sole ferragostano e che la
Bernardini si affretti a smentire'. Cosi' il presidente dell'Udc, Rocco
Buttiglione commenta le dichiarazioni della leader radicale. 'I napoletani
si sono fatti strada nella ristorazione non solo a Roma ma in tutta Europa e
nel mondo. La ragione e' semplice: la pizza e gli spaghetti li hanno inventati
loro. Almeno in questo la camorra non c'entra niente. I soldi della malavita
organizzata si possono riciclare in molti modi, e certo anche nella
ristorazione. Se ci sono indizi la magistratura faccia il proprio dovere, ma
avere successo e parlare con accento napoletano non e' indizio di reato. Se i
radicali la pensano diversamente questo e' razzismo della peggior specie'.
Gli imprenditori napoletani che hanno un'attivita' a Roma si sentono
infastiditi dalla dichiarazione della segretaria dei Radicali Italiani. A dare
voce agli imprenditori partenopei sono i titolari del ristorante Terrazza a
Barberini, Nicola e Roberto Fiorillo. Loro rappresentano la terza
generazione di un'azienda familiare che dal 1927 lavora nel campo della
ristorazione. A Napoli gestiscono lo storico locale Augustus in via Roma e nel
2001 hanno investito a Roma. Quello espresso dalla Bernardini 'e' un suo
pensiero -dice Nicola Fiorillo- ci sono tanti napoletani seri e corretti, se
ha dei nomi li facesse'. 'Una cosa del genere, detta da un segretario di
partito e' allarmante, sia piu' precisa nelle sue dichiarazione: ci sono tanti
imprenditori napoletani che lavorano a Roma. Siamo sbalorditi'. 'Noi lavoriamo
per passione, i nostri clienti ci conoscono. Sono illazioni che danno fastidio
a chi opera sul territorio'. Le voci vanno verificate anche secondo Roberto
Fiorillo: 'Non si puo' fare di tutta un'erba un fascio dicendo che i
napoletani sono tutti camorristi e' come dire che tutti i politici sono ladri'.
"Parole sotto l'ombrellone, in liberta'". Bolla cosi' le esternazioni del
segretario dei radicali italiani Antonio Pace, presidente provinciale
di Napoli di Ascom-Confcommercio, patron del famoso ristorante partenopeo
"Ciro a Santa Brigida", promotore del disciplinare per la pizza doc e tra i
primi a investire nel made in Naples a Roma, dove apri' "Terrazza Barberini"
ora lasciata nelle mani di altri soci sempre napoletani. "Piu' che
esternazioni di dubbi, le sue sono parole per sparare nel mucchio un razzismo
inutile che trasforma una operazione giusta, quella contro il riciclaggio di
capitali sporchi che danneggia l'imprenditoria seria, in una iniziativa
sterile". La cucina partenopea, spiega ancora Pace, "la pizza su tutto, ha un
momento di straordinario successo nel mondo. Non a Roma o a Milano, nel mondo.
Tanto che a Tokyo daremo 23 riconoscimenti di 'vera pizza napoletana' ad
altrettanti ristoranti e a Shangai stiamo iniziando un discorso per due
pizzerie cinesi. Se a Roma si parla napoletano in bar e ristoranti e' per la
bellezza della gastronomia napoletana e delle sue ricette. La camorra, o
meglio la criminalita' organizzata, e il riciclaggio non sono appannaggio solo
di Napoli. Bernardini rifletta quando parla e si disabitui a farlo a
sproposito e senza logica".
Imprenditoria e camorra "e' un legame oggetto di grande attenzione" anche nel
Lazio e in particolare a Roma. Lo sottolinea il procuratore aggiunto di Roma
nonche' procuratore distrettuale antimafia del Lazio Italo Ormanni. "La
Dda romana guarda con attenzione al fenomeno. Abbiamo diviso il territorio del
Lazio in zone, e per ognuna di esse c'e' il lavoro di due magistrati, uno
esperto di reati economici come il riciclaggio e l'altro di quelli contro la
persona come le estorsioni. Roma e' la realta' a cui poi guardano tutti,
quindi capillarmente valutata". Ormanni non e' sorpreso dalle esternazioni di
Bernardini per contatti avviati nei giorni scorsi con il suo ufficio da
avvocati vicini ai Radicali, ma non commenta cio' che non e' stato nemmeno
tradotto in denuncia. "Noi lavoriamo sul tema e continueremo in ogni caso a
lavorare", dice laconico. Per il suo pool parlano le inchieste gia' concluse,
anche recenti, con sequestri preventivi di immobili proprio a Roma e con 22
indagati e 11 arresti due settimane fa tra imprenditori affiliati e soggetti
organici al clan casertano di Michele Zagaria, il boss superlatitante dei
Casalesi. Una indagine che porta la firma dei pm Diana De Martino e Francesco
Curzio, inquirente napoletano prestato a Roma proprio per fronteggiare la
camorra in trasferta.
'Da quando il Napoli e' tornato in serie 'A' in effetti si parla di piu' il
dialetto, anche nel centro di Roma. Il napoletano insomma ora fa tendenza..'.
E' questa la battuta con la quale il presidente dei senatori dell' Udc
Francesco D'Onofrio risponde al segretario di Radicali Italiani. Per
D'Onofrio poi il fatto che si senta parlare di piu' il dialetto nella zona di
S.Eustachio, Largo Argentina, cioe' intorno al Senato, potrebbe dipendere
anche dalla 'nascita del Club Napoli-Palazzo Madama' di cui lui e' stato tra i
promotori. 'Se poi Rita Bernardini ha altre notizie non si limiti a fare delle
battute ferragostane e ne parli con chi di dovere...'.
'Il nesso diretto tra il vernacolo e il riciclaggio mi pare azzardato'. Cosi'
il senatore Dl Antonio Polito. 'Se ci fosse una invasione di capitali
sporchi in centro a Roma comunque, credo che la polizia lo saprebbe'. In ogni
caso, 'non e' che ci sia un legame diretto: non tutti quelli che maneggiano
capitali della mafia sono russi, cosi' come non tutti i russi sono
mafiosi...'.
"E' ridicolo parlare ancora in termini quasi razzisti. Accento napoletano,
dunque sospetto camorra. E la mafia russa o quella cinese dove la mettiamo?
Guardiamo solo alla camorra?". Marisa Laurito commenta cosi'. "Giusto
poco fa con amici constatavamo che in televisione gli attori parlano tutti
romano ma non abbiamo da questo dedotto qualche altra cosa. Certo, e'
probabile che la camorra sia presente a Roma e non credo solo a Roma. Quello
che bisogna respingere e' il razzismo strisciante per chi lavora e ha altre
tradizioni o accenti, napoletani o marocchini. Se e' in regola con la legge,
non vedo problemi. La delinquenza e' un conto, un'altro chi mette in piedi
attivita' imprenditoriali".
'Il problema della camorra esiste, ma certo non e' questo il modo di
affrontarlo. Bisogna, innanzitutto, colpire i suoi interessi economici che
sono la base materiale di vere e proprie imperi criminali'. Non e' piaciuta a
Gennaro Migliore, capogruppo alla Camera del Prc, la dichiarazione del
segretario nazionale dei Radicali italiani. Napoletano doc, il presidente dei
deputati di Rifondazione comunista, invita 'la Bernardini a farsi una
passeggiata a Casal di Principe il prossimo 17 settembre, quando ci sara'
l'apertura dell'anno scolastico contro la camorra nel paese dei Casalesi, una
delle cosche piu' sanguinarie. Considero le dichiarazioni della Bernardini
come un modo per avere qualche titolo sui giornali nel vuoto d'agosto'.
'Il napoletano? E' una lingua parlata anche dal nostro Presidente della
Repubblica che sicuramente non puo' essere accusato, per il suo alto valore
morale, di essere un camorrista. E la parola 'napoletano' ce l'ha anche nel
suo cognome'. Attacca cosi' Corrado Ferlaino, l'ex patron del Napoli
che ha conquistato due scudetti negli anni di Maradona, di fronte alle accuse
di Rita Bernardini. 'In tutta la mia vita e ancora oggi ho avuto sparse in
ogni angolo d'Italia una serie di attivita' e posso assicurare che essere
napoletano mi ha quasi sempre agevolato, facendomi guadagnare le simpatie di
tante persone ed anche di qualche accanito concorrente in affari. Il
napoletano, al pari di una lingua viene parlato in ogni angolo del mondo da
scienziati, famosi cattedratici, artisti apprezzati: forse e' per questo
motivo che anche i camorristi in trasferta lo parlano, cosi' diventano
simpatici a chi non conosce la loro vera natura'.
'Mi sembra una dichiarazione sconcertante: equiparare un idioma a un fenomeno
criminale, senza voler sottovalutare la capacita' di penetrazione della
camorra in campo immobiliare o degli esercizi commerciali, mi sembra una
semplificazione inammissibile'. Cosi' Aniello Palumbo, senatore
napoletano Dl, componente della commissione Antimafia. 'Se ha indizi in questo
senso -e' il suo invito- faccia una denuncia alla magistratura. In ogni caso
da parte sua mi sembra una leggerezza'.
'Se Rita Bernardini ha tutti questi dubbi sui locali intorno ai Palazzi della
Politica perche' invece di parlare ai giornalisti non lo fa ai magistrati?'.
Cosi l'imprenditrice coraggio, Silvana Fucito, che ha fatto arrestare e
condannare i suoi estorsori, finendo sul Time Magazine come protagonista della
lotta al pizzo. 'I dubbi -spiega la Fucito, cavaliere del lavoro, che vive
sotto scorta- arrivano sempre da fatti concreti; quindi, se lei e' al corrente
di fatti e non parla diventa partecipe di atti illegali. Con le sue accuse
butta fango anche sugli imprenditori onesti come me. Per risanare la politica
bisogna assumersi delle responsabilita': o si parla come ho fatto io o non si
lanciano accuse cosi', tanto per parlare'. A suo giudizio 'e' facile sparare
su Napoli e sui suoi abitanti specialmente quando non si conosce la realta'.
In Campania, cosi' come in Calabria ed in Sicilia la maggior parte della
popolazione e' composta da persone oneste e perbene. E' assurdo pensare che in
una struttura dove si parla napoletano si hanno per forza legami con la
camorra'.
Per Marcello D'Orta, maestro e scrittore partenopeo, e' un "pericoloso
binomio" quello fra accento napoletano e camorra. "Ha fatto un accostamento
simile a quello che stanno facendo i giornali tedeschi dopo la strage di
Duisburg ed e' avvilente vedere che stereotipi simili esitano ancora".
L'autore di "Io speriamo che me la cavi", non certo tenero con la realta'
della sua citta' sulle colonne de "Il Giornale" cui collabora, invita
Bernardini "a fare una disamina oggettiva" sul fatto che nelle strade del
centro di Roma sia crescita la presenza di Napoli. "Che a Napoli ci sia la
camorra, lo sappiamo, che la camorra penetri a tutti i livelli, dovunque,
ricicli denaro sporco e sia imprenditrice, e' cosa nota. Ma non tutti i
criminali sono camorra e non tutti gli imprenditori sono criminali. E qualche
volta gli imprenditori criminali non sono nemmeno napoletani, vedi casi come
Parmalat. Napoli con i suoi prodotti tipici e' del resto anche un po' una moda
attuale. Qui non si tratta di andare a favore o andare contro Napoli. Si
tratta di avere buon senso. E parlare cosi' e' produrre luoghi comuni a
rischio equivoco, esattamente come dire che tutti i tedeschi bevono birra e
che tutti i giapponesi fotografano. Finiamo solo per alimentare noi stessi le
equivalenze sballate che dall'estero ora ci ritorcono contro, dipingendo tutti
i calabresi come esponenti delle 'ndrangheta".
'Non lanciate accuse ma preoccupatevi di risolvere i problemi di Napoli e
delle altre citta'. Nel capoluogo campano la maggior parte delle persone e'
perbene ed onesta'. Cosi' Gigi D'Alessio replica alle accuse lanciate
oggi dalla segretaria di Radicali Italiani. 'I politici -prosegue il popolare
cantante- invece di parlare soltanto perche' non fanno cio' per cui sono
onerosamente retribuiti e cioe' aiutare a risolvere i problemi? Spesso si
sparla di Napoli e dei napoletani perche' e' facile; cosi' facendo le cose si
amplificano costruendo un quadro piu' nero di quello che in realta' e'. Mi
rivolgo ai politici, alle istituzioni, a quelli cioe' che noi abbiamo votato,
per i quali paghiamo le tasse e che occupano posti di rilievo; il loro compito
e' quello di proteggere la popolazione'. D'Alessio sottolinea che 'in periodo
di campagna elettorale cercano i voti di tutti e, una volta eletti, alla
stessa maniera dovrebbero aiutare tutti. Bisogna fare di piu' per tutti, anche
per i delinquenti. Le carceri dovrebbero rappresentare quel percorso
rieducativo in grado di far capire a chi commette reati che i guadagni facili
sono sbagliati che, per tutti, ci sono altre chance oneste'. Infine D'Alessio
da' un consiglio alla Bernardini alla quale dice: 'Prima di parlare perche'
non richiede i certificati penali?'.
'Fortunatamente, le forze dell'ordine non guardano solo alla lingua o al
dialetto parlato quando devono fare indagini per accertare la presenza della
camorra in determinate attivita''. Lo ha detto il segretario della commissione
bicamerale antimafia, Tommaso Pellegrino, commentando le parole di Rita
Bernardini.
'Evidentemente il caldo di questi giorni ha provocato un brutto effetto alla
rappresentante dei radicali che va anche contro il suo partito facendo accuse
razziste nei confronti dei napoletani', ha aggiunto l'assessore provinciale
dei Verdi di Napoli, Francesco Emilio Borrelli, per il quale 'e'
assurdo affidarsi a stereotipi e generalizzazioni di questo tipo per parlare
di temi importanti e delicati quali quello della criminalita''. 'L'approccio
con cui Bernardini affronta il tema della legalita' e' il peggiore' hanno
aggiunto i due esponenti dei Verdi per i quali 'prima di parlare a vanvera, e
dire scemenze, la segretaria dei Radicali, un partito che non merita di essere
rappresentato da una persona che la pensa in questo modo, farebbe bene a
informarsi sull'importanza e il ruolo che la lingua, e non il dialetto,
napoletana ha avuto nella storia d'Italia e del mondo'. 'Bernardini si renda
conto dell'errore fatto e chieda scusa ai napoletani' hanno concluso Borrelli
e Pellegrino.
'Premesso che e' giusto e doveroso fare controlli a tappeto sui flussi di
denaro e quindi sulle possibili ipotesi di riciclaggio di proventi 'sporchi',
mi chiedo solo se l'onorevole Bernardini avrebbe manifestato analoghe
preoccupazioni se avesse ascoltato nei pressi della Camera dialetti diversi da
quello napoletano'. Cosi' il presidente della commissione di Vigilanza sulla
Rai, Mario Landolfi
'Meglio i napoletani dei cinesi...'. L'europarlamentare Alessandra
Mussolini ricorre a questa battuta per commentare la dichiarazione della
segretaria di Radicali italiani. 'Basta poi con questi luoghi comuni che il
napoletano e' criminale e camorrista, perche' la criminalita' non e' che abbia
una razza o una lingua particolare'. 'Credo che Rita Bernardini sia in preda
al suo furore antiproibizionista per dire cose del genere...'. 'Fatti come
quello di Duisberg dimostrano poi che e' su tutta l'Italia che si deve
vigilare ma anche sugli extracomunitari. E anche li' non bisogna generalizzare
perche' ad esempio il quartiere Esquilino dove ci sono molti stranieri e'
molto piu' pulito di tante altre zone della citta'...'.
'Il pericolo esiste, in tutti i centri storici, non solo a Roma, ma non
banalizziamo la questione con una battuta, parlando di accento napoletano. E'
ormai noto che il pericolo vero e' quello della mafia dei colletti bianchi'.
Cosi' il presidente del I municipio di Roma Giuseppe Lobefaro,
competente sul centro storico della capitale. 'Se togliamo l'aspetto del
napoletano, dal sapore razzista e ridicolo e ragioniamo invece sul problema e'
indubbio che basta leggere i rapporti della guardia di finanza e delle procure
per capire che le attivita' commerciali, nei centri storici, possono essere
utilizzate per il riciclaggio'. Per quanto riguarda Roma, 'il tema esiste e
non viene sottovalutato come dimostrano interventi anche recenti della Dia e
della Finanza. Di recente e' stato sequestrato dalla Dia un palazzo al Rione
Monti e l'Osteria del pesce', un ristorante rinomato vicino piazza Farnese'.
'Che io sappia non mi risultano problemi nelle zone segnalate dalla Bernardini.
Certo, quello che colpisce molto e' vedere, nel centro storico, locali
acquistati e rivenduti con grande rapidita''.
"A Rita Bernardini consiglio un incontro con il Procuratore nazionale
antimafia ed un altro con il procuratore della repubblica di Napoli per
chiarirsi le idee sugli imponenti investimenti trasnazionali che la camorra
gestisce nella grande finanza, nelle borse europee, nel business dei rifiuti e
del settore immobiliare". Lo ha detto Sergio De Gregorio, presidente
della Commissione difesa del Senato e leader nazionale del movimento politico
Italiani nel Mondo. "Altro che baretti e ristoranti romani, quelli fanno parte
di una filiera della proposta gastronomica 'made in Campania' che per fortuna
ancora funziona in tutto il mondo grazie alla sofferenza di piccoli
imprenditori che impegnano la vita e le risorse economiche di famiglia. E poi
questa terribile gaffe sul dialetto uguale camorra, e' figlia di un
giustizialismo ideologico che sta condannando il mezzogiorno a subire un nuovo
razzismo, ben piu' pericoloso di quello degli anni sessanta. Una sola domanda
rivolgo al segretario Bernardini: Ma i radicali non erano quelli della
giustizia giusta e del garantismo? O si sono convertiti ai processi sommari di
piazza?'.
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