La prima cosa che il capitano dell'esercito britannico Leo Docherty ha notato
quando e' arrivato nella turbolenta provincia di Helmand nell'aprile 2006
erano i papaveri. "Crescevano accanto al cancello della nostra base militare",
mi ha detto. Dopo due mesi di dispiegamento nel remoto paesino di Sangin, ha
capito che "il papavero e' la base economica e tutti solo coinvolti fino alla
piu' alta carica del governo locale".
Il papavero, ovviamente, e' la pianta da cui deriva l'oppio, e quindi
l'eroina. Docherty ha subito capito che la missione militare nella provincia
di Helmand, nel nord del Paese, avrebbe incontrato seri problemi. Girava voce
che "eravamo li' ad eradicare le piantagioni di papavero", ha detto. "I
talebani non sono stupidi e quindi hanno detto, 'questi sono qui per
distruggere la vostra fonte di sopravvivenza, uniamoci contro di loro'. E
tutto e' diventato sempre piu' difficile".
Nonostante la presenza di 35.000 truppe della Nato in Afghanistan, il traffico
di droga e' esploso. Secondo l'Unodc (l'ufficio antidroga e anticrimine delle
Nazioni Unite), la produzione di oppio afghano nel 2006 e' cresciuta del 57%
rispetto all'anno precedente. Il prossimo mese, le Nazioni Unite dovrebbero
produrre un rapporto in cui si dira' che la crescita e' continuata a salire di
un ulteriore 15%, e che l'Afghanistan produce ormai il 95% dell'oppio
mondiale. Ma il successo dell'industria illegale di narcotici non e' limitato
all'Afghanistan. Gli affari vanno alla grande nell'America del Sud, nel Medio
Oriente, in Africa e negli Stati Uniti.
Trentasei anni e centinaia di miliardi di dollari dopo il lancio della guerra
alla droga da parte del presidente Richard M. Nixon, il consumo di droghe non
e' mai stato cosi' alto ed i criminali non hanno mai guadagnato cosi' tanto.
Le multinazionali che controllano la produzione e la distribuzione di
narcotici incassano ogni anno dai 400 ai 500 miliardi di dollari. E le
organizzazioni terroristiche come i talebani usano questi soldi per allargare
le proprie operazioni e comprare armi sempre piu' sofisticate che mettono a
rischio la sicurezza dell'Occidente.
Negli ultimi due anni, la guerra alla droga e' divenuta lo strumento piu'
efficace di reclutamento per i talebani in Afghanistan. Gli estremisti
islamici afghani si sono rafforzati nuovamente tramite il sostegno e la
tassazione di innumerevoli contadini che dipendono in qualche modo dal
commercio dell'oppio, l'unica fonte di guadagno sicura. I talebani si stanno
arricchendo e rafforzando ogni giorno di piu', specialmente nel sud-est del
Paese. La "guerra alla droga" sta sconfiggendo la "guerra al terrorismo".
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Negli ultimi tre anni, ho viaggiato per il mondo per fare ricerca sulla
incredibile crescita delle organizzazioni criminali internazionali dalla
caduta del comunismo e dall'avvento della globalizzazione. Ho visto come le
feroci gang della droga organizzano un attacco a San Paolo in Brasile,
isolando la citta' per tre giorni mentre i suoi abitanti si rinchiudono in
casa. Ho osservato i Beduini mentre trasportano su cammelli centinaia di chili
di cocaina attraverso la frontiera egizio-israeliana; ho notato come il Sud
Africa e l'Africa occidentale siano diventati centri di distribuzione
internazionale di narcotici.
Il commercio di droghe illegali incentiva la violenza, la poverta' e la
tragedia. E dovunque andassi nel mondo, gangster, poliziotti, vittime,
intellettuali e politici dicevano tutti la stessa cosa: la guerra alla droga
e' causa di questa miseria. Dovunque eccetto che a Washington, dove esiste un
consenso bipartisan fortissimo che ha espulso la questione dal dibattito
politico.
Il problema inizia con il proibizionismo, la base della guerra alla droga. La
teoria e' quella secondo cui se fai male abbastanza ai produttori ed ai
consumatori di droga, essi smetteranno di fare quello che fanno. Ma invece, il
commercio va nel sommerso; questo significa che l'unico contatto con le
istituzioni avviene attraverso le forze di polizia e la giustizia, attraverso
l'arresto di coloro che sono coinvolti, siano essi produttori, distributori o
consumatori. La richiesta di droghe negli Stati Uniti, nell'Unione Europea e
nel lontano Oriente e' cosi' vasta che e' oggi impensabile poter controllare
il mercato.
Il proibizionismo fa si' che le droghe abbiano un valore aggiunto enorme. Una
volta evitati i rischi del business -arresti o guerre fra organizzazioni
criminali- i narcotrafficanti fanno enormi profitti. Un rapporto strategico
confidenziale preparato nel 2005 dal Governo britannico dell'allora primo
ministro Tony Blair, successivamente trapelato ai media, offre una delle piu'
severe condanne dell'inefficacia della guerra alla droga. Le autorita' di
polizia riescono a confiscare meno del 20% delle 700 tonnellate di cocaina e
delle 550 tonnellate di eroina prodotte ogni anno. Secondo il rapporto,
sarebbe necessario raggiungere quota 60-80% per scoraggiare le organizzazioni
criminali.
L'offerta e' cosi' abbondante che il prezzo di un grammo di eroina sta
precipitando in Europa, e specialmente in Gran Bretagna. Secondo l'Unodc, il
prezzo di strada di un grammo di cocaina negli Stati Uniti e' ora inferiore a
70 dollari, rispetto ai 184 dollari del 1990. Considerando l'inflazione, il
prezzo e' calato di due terzi.
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Un eccesso di banane ha spinto la 47enne colombiana Susan Castillo a fare
affari con i terroristi. "Era circa 10 o 15 anni fa", mi ha detto. "Avevamo
costruito la nostra azienda agricola e cresciuto i nostri sette figli grazie
al mais e alle banane. Ma improvvisamente nessuno voleva piu' le nostre
banane. Abbiamo fatto quello che facevano tutti allora: siamo passati dalle
banane alla coca. In realta' non coltivavamo la coca direttamente, ma davamo
la nostra terra in affitto ai cocaleros". Entrambi, la famiglia Castillo ed i
cocaleros, pagavano le tasse ai Farc -le Forze armate rivoluzionarie della
Colombia, un esercito di contadini di oltre 17mila unita', la piu' grande
organizzazione terroristica nell'emisfero del Sud.
Ho parlato con Castillo in un ufficio senza arredamento di un centro locale
delle Nazioni Uniti di Ciudad Bolivar, un campo profughi che ospita circa un
milioni di rifugiati a sud di Bogota'. Qualche settimana prima era stata
costretta a lasciare la propria casa a causa di una battaglia fra l'esercito
colombiano e le Farc vicino al parco nazionale de La Macarena.
Accanto all'ufficio dell'Onu c'e' una biblioteca nuova di pacca, donata dal
Plan Colombia, il programma antidroga da 4,7 miliardi di dollari finanziato
dagli Stati Uniti. E' usato dall'esercito colombiano per acquistare elicotteri
ed altre armi prodotte negli Stati Uniti; una buona parte e' pagata alla
societa' privata di sicurezza DynCorp. La Gran Bretagna ed altri Paesi europei
per ora non vogliono usare sostanze chimiche per distruggere l'oppio in
Afghanistan. Da molti anni, la DynCorp usa l'erbicida glifosfato su migliaia
di ettari di coca in Colombia.
L'impatto del programma di eradicazione e' insignificante, per non dire di
peggio. Le Farc non solo continuano a controllare un territorio grande quanto
la Svizzera nel centro-sud della Colombia, ma ha anche messo radici a nord. Le
Nazioni Unite hanno rilevato piantagioni di coca in 24 sulle 32 province del
Paese, mentre prima dell'inizio dell'uso di erbicidi chimici erano solo 6. Ma
la cosa piu' imbarazzante e' che, prima della sua visita negli Stati Uniti a
maggio, il presidente Alvaro Uribe e' stato costretto ad annunciare che la
produzione di coca era cresciuta dell'8% nel Paese. La produzione di coca e'
cosi' diffusa che il prezzo all'ingrosso di questo bene da esportazione e'
continuato a scendere durante il Plan Colombia.
E ora il Governo degli Stati Uniti vuole replicare questo "successo" in
Messico. A Washington si parla di circa un miliardo di dollari da destinare al
Governo del presidente Felipe Calderon per sostenere la sua guerra alla droga.
e in Messico, e' davvero guerra: Calderon ha mobilizzato l'esercito contro i
trafficanti. Nella prima meta' dell'anno, piu' di mille persone sono state
uccise a pistolettate da gang rivali di narcotrafficanti.
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Il crollo del comunismo e l'arrivo della globalizzazione alla fine degli anni
'80 e agli inizi degli anni '90 ha dato un grande aiuto alla criminalita'
transnazionale. L'espansione del mercato globale e dei mercati finanziari ha
offerto ai criminali un'ottima opportunita' per ampliare le loro attivita'. Ma
non vi e' stata una crescita neanche paragonabile della capacita' del mondo
occidentale di controllare il crimine internazionale.
I criminali internazionali, diversamente dai terroristi, non vogliono
abbattere l'Occidente; voglio solo guadagnare. Ma queste due specie distinte
si riproducono nello stesso habitat. In aree ad alta intensita' criminosa,
come la regione di frontiera che unisce Paraguay, Brasile ed Argentina, o
nelle zone di conflitti per diamanti come il Sierra Leone e la Liberia,
criminali e terroristi collaborano normalmente e lavarono insieme.
Quegli habitat si stanno avvicinando sempre piu' agli Stati Uniti. Il British
Columbia ospita ora il piu' grande numero di associazioni criminali nel mondo
(se accettiamo la definizione dell'Onu che qualifica organizzazione criminale
quella in cui piu' di due persone sono coinvolte in un crimine). Secondo il
Governo del British Columbia, la produzione, la distribuzione e l'esportazione
del B.C. Bud (la potente marijuana prodotta nelle serre accanto alla frontiera
con gli Stati Uniti) costituisce il 6% del prodotto interno lordo della
regione. Da lavoro a piu' persone che non le tradizionali industrie del
carbone e del legno del B.C.
Quasi tutti i criminali della regione sono in realta' tipi passivi per i quali
questa sostanza fa parte dello stile di vita hippie. Ma come mi ha detto il
numero uno della squadra investigativa della polizia canadese, il mercato
della marijuana potrebbe divenire un disastro se gli Hells Angels, una delle
organizzazioni criminali piu' importanti al mondo, cerca di farne parte. Il
mercato della droga e' cosi' lucrativo, ha detto, che quando la polizia
confisca piantagioni nelle abitazioni per un valore di 500mila dollari, i
coltivatori abbandonano le proprie proprieta'. "Fanno cosi' tanto denaro che
non importa loro di perdere quell'investimento".
Una valanga di marijuana prodotta nel B.C. entra negli Stati Uniti ogni
giorno, evitando i controlli di frontiera in una miriade di modi. Ma mentre
gli Hells Angels ed altre organizzazioni diventano sempre piu' forti e
acquistano sempre piu' controllo del mercato, la capacita' dei Governi di
controllare la frontiera diventa sempre piu' debole.
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Cosa potrebbe sostituire la guerra alla droga? Non c'e' una risposta semplice.
A maggio, il Senlis Council, un'associazione che studia la questione
dell'oppio in Afghanistan, ha sostenuto che "le politiche attuali contro le
droghe ... si sono concentrate sull'eradicazione dell'oppio, senza dare
alternative effettive ai contadini". Invece dell'eradicazione, il Council, di
cui fanno parte politici e esponenti delle forze di polizia del Canada e
dell'Europa, ritiene che i contadini afghani potrebbero crescere il papavero
che puo' poi essere usato per produrre morfina e destinato ad uso medico
(questo non accadra' visto che gli Stati Uniti hanno confermato il loro
impegno all'eradicazione del papavero).
Altri pensano che l'unico modo per ridurre la criminalita' e l'impatto sociale
causato dalle droghe e' legalizzare i narcotici in modo tale che lo Stato
possa controllare il mercato. Le droghe devono essere tassate e controllate,
dicono.
A Washington, la guerra alla droga e' rimasta questione di cui non si parla
sin dal suo inizio. E' ovvio il perche': dire alla gente che i loro figli
possono consumare sostanze illegali e' il bacio della morte nella cabina
elettorale. Ma questo andava bene prima dell'11 settembre. Ora la guerra alla
droga sta indebolendo la sicurezza dell'Occidente nel mondo. In una
conversazione particolarmente illuminante, un importante ufficiale del
ministero degli Esteri britannico mi ha detto: "Penso spesso che fra cento
anni penseremo alla Guerra alla Droga e racconteremo la fiaba 'I nuovi abiti
dell'Imperatore'. Questa guerra e' cosi' stupida".
Editoriale apparso sul Washington Post del 18-8-7
Archivio Droga
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