Ieri sera Rita Bernardini ha rilasciato la seguente nota:
Ai parlamentari partenopei e campani che si sono sentiti oltraggiati
dalle mie
dichiarazioni sulle possibili infiltrazioni camorristiche nel centro
storico di Roma, rispondo che il modo per offendere i tantissimi napoletani
onesti e vittime della delinquenza organizzata, e' quello di tacere e
nascondere la testa sotto la sabbia come finora si e' fatto e si continua a
fare.
Osservo che quello che temo sia accaduto -e accada- a Roma, da anni avviene a
Napoli, a Salerno e in altre citta' della Campania: vale a dire un vorticoso
cambio di proprieta' di attivita' commerciali che non hanno altro scopo se non
quello di trasformare il denaro illecito in "pulito" e riconvertirlo in
immobili e proprieta' "immacolate". Per avere una conferma dell'allarmante
fenomeno basta leggere l'ultima relazione annuale della Direzione Nazionale
Antimafia che denuncia una "silente infiltrazione in campo economico e
finanziario con accordi strategici che hanno portato sul territorio romano
ingenti capitali con progressivo inquinamento di interi settori economici". E'
del resto accaduto anche in altre metropoli, New York, Berlino, Parigi,
Londra; ed e' attivita', per esempio, che oltre alle "nostre" organizzazioni
criminali, vede in prima fila impegnati da tempo le triadi cinesi.
Quando il Ministro degli Interni Giuliano Amato, in visita a Napoli, a
febbraio di quest'anno si meraviglio' per il "gigantesco consumo di cocaina e
la spaventosa domanda" mi meravigliai a mia volta della sua meraviglia e feci
una dichiarazione che non desto' le reazioni irate che sono costretta a
leggere oggi. Scrissi che se si voleva comprendere il fenomeno "bastava
circoscrivere l'attenzione nell'area di una decina di chilometri quadrati dove
sono compresi i palazzi della Camera, del Senato e di alcuni Ministeri. A
parte le indagini a colpi di tampone delle Iene, si scoprirebbe la stranezza
rilevata dal cittadino comune di sospetti e continui passaggi di proprieta' di
locali commerciali come bar e ristoranti (ma non solo), ristrutturati da cima
a fondo per tre volte nel giro di tre anni: che si tratti di fenomeni di
riciclaggio di denaro sporco proveniente dal traffico di droga, sembra non
chiederselo nessun abitante dei palazzi del potere, magistrati compresi.
Eppure tutto avviene candidamente sotto i loro occhi, con tanto di licenze e
permessi concessi dal Comune di Roma"(
http://www.radicali.it/view.php?id=84843).
In queste ore mi scrivono e mi telefonano cittadini del centro storico
chiedendomi di non farmi intimidire e di tenere duro perche' ho semplicemente
rivelato… il segreto di Pulcinella! Mi segnalano una miriade di locali
sospetti e mi esprimono piena solidarieta' sulle critiche che mi sono state
rivolte da tanti politici superficiali che, improvvisamente, si scoprono
difensori della "napoletanita'"
. A questo punto faccio io una domanda ai tanti che mostrano di non sapere, di
non vedere, di non capire: hanno idea di quale consistenza abbia, solo nella
citta' di Roma, in un giorno, il guadagno dello spaccio di cocaina? E dove
credono, lor signori, che questo denaro vada a finire, e come venga
utilizzato? Se poi si vuole continuare a fare gli struzzi, a ignorare una
realta' che gli investigatori ben conoscono, si faccia pure; ma non si conti
su di noi.
A sostegno della segretaria dei Radicali Italiani, e' di oggi una nota del
Comitato promotore dell'Associazione "Napoli punto a capo" (Sergio
Fedele, Rossella Paliotto, Paolo Monorchio):
La Bernardini ha chiarito di non aver fatto l'equazione napoletani =
camorristi. Ci sembra opportuno che istituzioni e parlamentari locali , invece
di indignarsi su accuse di razzismo, si concentrino su come verificare il
riciclaggio di capitali da parte della criminalita' organizzata, fenomeno
devastante che avviene purtroppo in primo luogo nella nostra stessa regione a
danno dell'economia sana e si diffonde a livello internazionale come
ufficialmente dichiarato dai servizi segreti tedeschi in questi giorni.
A Roma un mese fa l'associazione esercenti del centro storico ha chiesto
ufficialmente all'amministrazione di avviare un'indagine sulla proliferazione
di esercizi commerciali e sulle verifiche di legge a carico dei possessori
delle licenze. Una preoccupazione quindi gia' diffusa, comprensibile, e non
certo nata dalle parole della Bernardini.
Le giuste preoccupazioni sulla possibilita' che aumenti, in quanto gia'
esistente il razzismo verso i napoletani, devono venire proprio dalla poco
contrastata azione all'estensione della criminalita' organizzata che invece
non vede disponibili ne' le risorse economiche ne' gli uomini sufficienti.
Ci chiediamo il perche' mentre si sia alzata un'ondata di indignazione su un
fenomeno che in parte potrebbe risultare anche reale, le istituzioni
napoletane tacciano sul fatto che proprio ieri la gazzetta ufficiale ha
destinato alla lotta alla criminalita' briciole da quel Tesoretto che doveva
essere l'occasione per poter disporre delle risorse necessarie per una
battaglia cosi' difficile. Se la Bernandini rappresenta una voce che mettera'
in moto indagini capaci di appurare la provenienza di questi capitali, va bene
cosi'.
La Bernardini avrebbe dovuto aggiungere che tra i napoletani in crescita nei
locali adiacenti Montecitorio potrebbero esserci anche esponenti di due classi
che testimoniano purtroppo la crisi profonda della citta' di Napoli. Si tratta
di commercianti che fuggono dalla nostra citta' vittime di rapine a
ripetizione (il caso del gioielliere Perez e' di qualche mese fa) oppure di
disoccupati che non trovano lavoro all'ombra del Vesuvio. Insomma non e' la
Bernardini che rovina l'immagine di Napoli ma e' la situazione oggettiva cui
e' giunta la citta' che diffonde in Italia e all'estero una visuale
mortificante ma purtroppo reale e non attutita dalle cose positive che
comunque sono presenti.
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