Questo
articolo, pubblicato sulla rivista scientifica Open Medicine I,2
(2007), e' stato sottoscritto da 130 medici e scienziati che lavorano nel
campo delle tossicodipendenze.
Immaginate il seguente scenario ipotetico. Viene sviluppato un nuovo,
innovativo trattamento per le persone affette da diabete. Health Canada
[ministero federale della Salute] finanzia un gruppo di prestigiosi esperti
della scienza medica, senza conflitti di interessi rispetto alla nuova
terapia, al fine di studiare la sua efficacia. I loro studi dimostrano che la
nuova cura riduce in maniera significativa la manifestazione di una serie di
complicazioni legate al diabete. Nonostante una attenta ricerca sui possibili
effetti collaterali della terapia, non ne viene trovato alcuno. In un periodo
di tre anni, i risultati della ricerca di questo gruppo di studiosi vengono
pubblicati sulle principali riviste mediche, tra cui il New England Journal
of Medicine, The Lancet and British Medical Journal.
Per tutta risposta, il Governo federale definisce questa ricerca non
conclusiva ed afferma la sua politica secondo cui le uniche terapie
accettabili per il diabete sono quelle della prevenzione o quella della cura
totale di questa condizione medica. Due organizzazioni nazionali si dicono
contrarie alla terapia in quanto temono che la disponibilita' di una terapia
che riduce il rischio di complicazioni da diabete spingera' la gente a
mangiare di piu' e a diventare piu' obesa. Il Governo suggerisce che, senza
ulteriori ricerche che possano rispondere a queste preoccupazioni entro un
anno, provvedera' a vietare la nuova terapia. Nel frattempo, e' vietato
somministrare la terapia a tutte le istituzioni eccetto quella da cui e'
originata la ricerca.
Anche se questa storia potrebbe apparire assurda ed anche orwelliana, diventa
realta' se sostituite "diabete" con "tossicodipendenza", "complicazioni da
diabete" con "danno legato al consumo di droghe", e "nuova terapia" per
"stanze per iniezioni controllate". In una serie di articoli "peer-reviewed"
(sottoposti al controllo di altri ricercatori estranei allo studio), la stanza
per iniezioni controllate di Vancouver ha dimostrato di offrire molti
benefici, tra cui la riduzione della condivisione di siringhe, riduzione
dell'uso di droghe nei luoghi pubblici, minor numero di siringhe gettate per
strada ed un accesso piu' rapido ai centri di disintossicazione rispetto ai
consumatori che non usano la struttura. (1-4) L'apertura della struttura non
e' associabile all'aumento di crimine, disordine pubblico e consumo di droghe.
(5)
Nonostante tutte queste prove, il ministro della salute federale Tony Clement
ha dichiarato ufficialmente a settembre 2006 che "ad oggi l'unica cosa che la
ricerca e' riuscita a provare inconfutabilmente e' che i tossicodipendenti
hanno bisogno di maggiore aiuto per smettere". (6) Questa dichiarazione e'
stata fatta immediatamente dopo un comunicato stampa congiunto
dell'Associazione della polizia canadese e della Polizia reale canadese (Rcmp)
in cui si asseriva, in assenza di altri dati a supporto, che la stanza per
iniezioni controllate a Vancouver stava contribuendo ad un aumento del crimine
(7). Rimane una reale possibilita' che il Governo federale non rinnovi
l'attuale autorizzazione che permette alla struttura di operare legalmente,
obbligando il centro a chiudere a dicembre 2007 (8). Il fatto che un
trattamento altamente promettente per il controllo della tossicodipendenza sia
stato giudicato secondo parametri completamente differenti da quello di altre
condizioni croniche di salute, come il diabete, indica che l'evidenza
scientifica sta per essere calpestata dall'ideologia.
Vogliamo affermare la vitale importanza di una politica basata sulla
conoscenza delle questioni legate all'abuso di sostanze, e vogliamo esprimere
la nostra preoccupazione riguardo al rischio di perseguire politiche sanitarie
che ignorano dati scientifici solidi e credibili. Ovviamente, le decisioni
politiche sono il risultato di un processo complesso influenzato non solo
dalla conoscenza e dall'evidenza come quella ottenuta attraverso la scienza.
Altri fattori essenziali e legittimi che influenzano le decisioni politiche
sono le ideologie (opinioni normative su come qualcosa dovrebbe essere),
credenze (convinzioni su come sono le cose o la probabile efficacia di certe
azioni), ed interessi (chi vince, chi perde, e di quanto) (9). Ma la salute
del nostro Paese e' messa in pericolo se i nostri leader ignorano importanti
dati scientifici frutto della ricerca semplicemente perche' contrari ad una
agenda politica rigida, illuminata dall'ideologia e da convinzioni fisse (10).
Un esempio delle potenziali conseguenze mortali di questo tipo di approccio
alla politica sulle droghe e' il divieto negli Stati Uniti di finanziare
programmi di scambio di siringhe con fondi federali (in Canada non c'e' un
divieto del genere). Il divieto statunitense e' entrato in vigore nel 1988 in
quanto i programmi di scambio erano per alcuni un incentivo al consumo di
droghe illegali. Nonostante l'accumulazione successiva di una grande mole di
prove scientifiche sulla efficacia del programma di scambio delle siringhe nel
ridurre la trasmissione dell'Hiv fra consumatori di droghe da iniezione (11),
ed il consenso unanime dell'Istituto Nazionale della Salute sul fatto che i
programmi di scambio di siringhe non portano all'aumento del consumo di droghe
(12), il divieto e' tutt'oggi in vigore. Washignton DC, l'unica citta' in
America dove negli ultimi dieci anni il divieto riguarda sia i fondi federali
che quelli locali, ha oggi il piu' alto numero di nuovi casi di Aids negli
Stati Uniti (128 per ogni 100mila persone ogni anno) (13).
Travisare consapevolmente o nascondere i risultati della ricerca scientifica
per motivi ideologici, pone un rischio simile al bene comune. In due esempi
particolarmente gravi risalenti al 2002, pressioni politiche hanno portato
alla cancellazione di affermazioni basate sulla scienza dai siti Internet del
Governo statunitense (14). In un caso, il Centro per il controllo e la
prevenzione delle malattie degli Usa ha censurato informazioni sui
preservativi dal settore sulla prevenzione dell'Hiv, con l'eliminazione di
affermazioni come "La ricerca ha dimostrato che i preservativi in latex sono
molto efficaci nella prevenzione della trasmissione di Hiv". In un altro caso,
le lamentele di un membro conservatore del Congresso americano hanno spinto
l'Istituto nazionale sul cancro a rimuovere dal proprio sito Internet un
documento sull'aborto ed il cancro al seno. Il documento in questione
sosteneva cio' che ora e' ampiamente accettato, ovvero che "allo stato la
ricerca scientifica suggerisce che le donne che hanno abortito, spontaneamente
o meno, hanno la stessa probabilita' di essere colpite dal cancro al seno
delle altre donne". Indipendentemente dalle convinzioni ideologiche di
ciascuno, questi tentativi di impedire la divulgazione di dati solidamente
basati sulla ricerca scientifica, sono da aborrire in quanto colpiscono sia la
capacita' dell'individuo di fare scelte personali informate, sia la
possibilita' per i politici di giungere a decisioni basate su dati scientifici
veritieri.
Il legislatore potrebbe decidere legittimamente su basi etiche, morali,
politiche o economiche di limitare o anche proibire l'uso di una certa
terapia, come quella impiegata presso la stanza delle iniezioni di Vancouver e
che la ricerca scientifica ha dimostrato portare numerosi benefici alla salute
pubblica. In questi casi, pero', i politici devono fornire giustificazioni
serie per le loro decisioni, oltre a rendere pubbliche e trasparenti le
ragioni delle loro azioni. Questo tipo di decisioni non puo' essere
giustificato attraverso affermazioni false ed ingannevoli che mettono in
dubbio l'efficacia del trattamento, o che fomentano paure infondate sugli
effetti collaterali.
Allo stesso tempo, medici, scienziati e professionisti della sanita' devono
cominciare a parlare pubblicamente quando la ricerca dimostra chiaramente
l'efficacia di un certo intervento sanitario che pero' e' osteggiato da
credenze e convinzioni ideologiche. Come afferma Scientists and Engineers
for America, un'associazione che conta fra i suoi dirigenti 15 premi
Nobel, "il ruolo principale della comunita' scientifica e tecnologica e'
quella di avanzare la conoscenza umana. Ma vi sono occasioni in cui questo non
e' sufficiente. Gli scienziati e gli ingegneri hanno il diritto, ed infatti
l'obbligo, di partecipare al dibattito politico quando i leader del Paese
ignorano sistematicamente i dati e le analisi scientifiche, o antepongono gli
interessi ideologici alle verita' scientifiche". (15)
Siamo certi che questa sia una di quelle occasioni. Ad oggi la ricerca
dimostra che la stanza delle iniezioni controllate di Vancouver e' un
intervento che riduce il danno delle droghe, senza alcuna conseguenza
negativa. Se il Governo federale sceglie di chiudere quella struttura, allora
dovra' chiaramente giustificare la natura delle sue obiezioni ad un intervento
la cui efficacia e' supportata ad oggi dalla ricerca scientifica.
*Stephen W. Hwang e' direttore della ricerca presso il Centre for Research on
Inner City Health, il Keenan Research Centre presso l'Istituto Li Ka Shing
Knowledge dell'Ospedale St. Michael di Toronto, ed e' docente di medicina
presso l'Universita' di Toronto.
Note:
1. Wood E, Tyndall MW, Montaner JS, Kerr T. Summary of findings from the
evaluation of a pilot medically supervised safer injecting facility. CMAJ
2006;175(11):1399-404.
2. Wood E, Kerr T, Small W, Li K, Marsh DC, Montaner JS, et al. Changes in
public order after the opening of a medically supervised safer injecting
facility for illicit injection drug users. CMAJ 2004;171(7):731-4.
3. Kerr T, Tyndall M, Li K, Montaner J, Wood E. Safer injection facility use
and syringe sharing in injection drug users. Lancet 2005;366(9482):316-8.
4. Wood E, Tyndall MW, Zhang R, Stoltz JA, Lai C, Montaner JS, et al.
Attendance at supervised injecting facilities and use of detoxification
services. N Engl J Med. 2006;354(23):2512-4.
5. Kerr T, Stoltz JA, Tyndall M, Li K, Zhang R, Montaner J, et al. Impact of a
medically supervised safer injection facility on community drug use patterns:
a before and after study. BMJ 2006;332(7535):220-2.
6. Health Canada. No new injection sites for addicts until questions answered
says Minister Clement [news release 2006-85]. 2006 Sept 1. Available (accessed
11 Aug 2007).
7. CBC News. Police group takes aim at Vancouver safe injection site. 2006
Sept 1. Available (accessed 11 Aug 2007).
8. Wainberg MA. The need to promote public health in the field of illicit drug
use. CMAJ 2006;175(11):1395-6.
9. Lomas J. Connecting research and policy. Isuma: Can J Policy Res
2000;1(1):140-4.
10. Rosenstock L, Lee LJ. Attacks on science: the risks to evidence-based
policy. Am J Public Health 2002;92(1):14-8.
11. Gibson DR, Flynn NM, Perales D. Effectiveness of syringe exchange programs
in reducing HIV risk behavior and HIV seroconversion among injecting drug
users. AIDS 2001;15(11):1329-41.
12. Interventions to prevent HIV risk behaviors. National Institutes of Health
Consensus Development Conference Statement. 1997; Feb 11-13. AIDS 2000;14
Suppl 2 S85-96.
13. Urbina I. Alone in a city's AIDS battle, hoping for backup. New York Times
2007 May 29. Available (accessed 2007 Aug 11).
14. Clymer A. Critics say government deleted sexual material from web sites to
push abstinence. New York Times 2006 Nov 26. Available (accessed 2007 Aug 12).
15. Kelly H. Cited on website of Scientists and Engineers for America.
Available (accessed 2007 Aug 12).
Archivio Droga
|