Il ministro
della Salute Livia Turco oggi ne ha "sparata" una delle sue: 'L'intervento dei
Nas potrebbe servire non solo a individuare la presenza di droga nelle scuole,
ma anche a sostenere presidi e insegnanti nell'attivita' preventiva ed
educativa'.
Altro che Stato di Polizia, il ministro cattocomunista (sua l'autodefinizione)
oggi ha deciso di stupirci rivelando quali potrebbero essere i suoi sistemi
educativi! Chissa', quando pensera' di fare informazione sessuale a scuola
potrebbe chiamare un prete o una suora! Forse sono solo parole in liberta',
tipiche del periodo. Ma forse nascondono lo sbocco di una certa sinistra che
vuol mettere in carcere i lavavetri, punire i clienti delle prostitute,
insomma usare la mascella dura e il pugno di ferro davanti ad ogni fenomeno
sociale e di emarginazione.
Leggi speciali, ordinanze, soluzioni facili ed emergenziali come toccasana per
ogni problema, insomma proibire e criminalizzare invece che governare. I
risultati evidentemente non interessano, la misura demagogica e populista ha
altre priorita'. I risultati di queste politiche sono sotto gli occhi di tutti
coloro che vogliono vederli. Il consumo di cannabis continua a crescere in
particolare tra i giovani e i Paesi che sperimentano politiche ancora piu'
repressive come gli Usa, dove i cani poliziotto a scuola sono una routine, non
ci sembra abbiano avuto successo!
Alla ripresa dei lavori parlamentari le Commissioni Affari Sociali e Giustizia
hanno deciso di calendarizzare la riforma della legge sulla droga, lavoreremo
perche' l'ipocrisia delle misure proibizioniste crolli davanti all'evidenza
dei suoi fallimenti.
04/09/2007 Nas a scuola? Inutili, costosi e pericolosi (Pietro Yates Moretti, www.aduc.it)
E' un momento
di rinnovato fervore repressivo. Proibire, incarcerare, militarizzare. Queste
le parole d'ordine: dai tossicodipendenti di Trastevere ai lavavetri di
Firenze. Ora il ministro della Salute Livia Turco
torna a proporre
controlli dei Nas, con cani antidroga, nelle scuole italiane. Questo,
sostiene Turco, per dare uno strumento educativo in piu' per presidi ed
insegnanti. Ci e' difficile comprendere queste motivazioni, specialmente alla
luce dell'esperienza americana, dove cani antidroga inferociti e poliziotti
con pistole alla mano sono ormai una consuetudine in diverse scuole. Ecco
alcune ragioni per dire no ai Nas nelle scuole:
1. L'evidenza scientifica dimostra che i controlli antidroga nelle scuole non
hanno alcun impatto deterrente. Secondo uno studio dell'Universita' del
Michigan, ad esempio, non vi e' differenza fra i livelli di consumo di droghe
in quelle scuole dove avvengono regolarmente controlli e le altre. Questo
studio di quattro anni, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of School
Health nel 2003, conclude: "I test antidroga degli studenti non sono un
deterrente al consumo... I ricercatori hanno rilevato livelli di consumo di
droghe praticamente identici nelle scuole che fanno controlli antidroga e
quelle che non lo fanno".
2. I controlli antidroga ledono il rapporto di fiducia studente-insegnante.
Diversi studi dimostrano un atteggiamento sempre piu' negativo degli studenti
verso quelle scuole dove avvengono i controlli (vedi ad esempio lo studio
pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Adolescent Health nel 2003
–nota 2).
3. I controlli antidroga potrebbero spingere alcuni studenti verso l'abuso di
alcol e droghe pesanti. Lo rivela uno studio della prestigiosa Joseph Rowntree
Foundation (rapporto pubblicato nel 2005 –nota 3).
4. Inviare migliaia di carabinieri e decine di cani antidroga nelle scuole e'
un'operazione che puo' costare centinaia di milioni di euro ogni anno. Forse
converrebbe utilizzare questo denaro per assumere personale qualificato nelle
scuole per educare e consigliare gli studenti, oppure per finanziare attivita'
extracurricolari dopo l'orario scolastico per tenere gli studenti in un
ambiente controllato.
5. Uno Stato di Diritto non puo' coesistere con uno Stato di Polizia. La
cultura del "tutti sospetti" e' cio' che caratterizza i regimi assolutisti, in
cui il controllo del comportamento della collettivita' e' preventivo, e non
frutto di indagini mirate, individuali e controllate dalla magistratura. Prima
di rinunciare alla inviolabilita' della persona e della privacy semplicemente
perche' "studente", uno Stato di Diritto deve fornire elementi concreti che
giustifichino questa straordinaria intrusione.
6. Il consumo di cannabis non e' legato ad una diminuzione del rendimento
scolastico, e certamente esso non impedisce agli studenti di crescere e
realizzarsi. Il carcere si'.
Prima di prendere decisioni affrettate, seppur apparentemente popolari e
consone alla nuova tendenza repressiva in atto, chiediamo al ministro Turco di
riflettere bene sulle possibili conseguenze delle sue azioni.
[1] L. Johnston et al. Drug Testing in Schools: Policies, Practices, and
Associations With Student Drug Use. 2003. University of Michigan, Institute
for Social Research, Ann Arbor.
http://www.rwjf.org/research/researchdetail.jsp?id=1234&ia=131
[2] L. Goldberg et al. 2003. Drug testing athletes to prevent substance abuse:
background and pilot study results of the SATURN (student athlete testing
using random notification) study. Journal of Adolescent Health 32: 16-25.
[3] Joseph Rowntree Foundation. “Review highlights lack of evidence to support
random drug testing in schools.” February 23, 2005.
http://www.jrf.org.uk/pressroom/releases/230205.asp
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