Il 46% dei
giovani studenti di Rimini e Riccione -un campione di 1.181 persone- deve la
sua conoscenza della droghe alla televisione. Al secondo posto e' collocato il
gruppo degli amici, 31,5% delle risposte. Le agenzie educative non sembrano
invece essere fonte d'informazione o luogo di discussione su questo tema. E in
famiglia parla di droga solo il 9% dei ragazzi ed a scuola dichiara di averlo
fatto appena l'8% degli intervistati. E' quanto emerge da una indagine
prevista da un progetto del Ministero della P.I. e condotta nel riminese con
la collaborazione della comunita' di San Patrignano e l'Universita' di Urbino,
attraverso la distribuzione di due questionari. Risulta, dunque, che 900
ragazzi su 1181 non trovano in casa o a scuola informazione sulla droga.
Interessante il confronto con un'analoga domanda posta a 2718 studenti di
Emilia Romagna, Marche e Umbria, durante una ricerca realizzata da San
Patrignano insieme all'Universita' di Pavia nell'anno scolastico 2002/2003.
All'epoca parlavano di droga con genitori e insegnanti, rispettivamente il 19
e il 22% del campione. Eppure i ragazzi del riminese vorrebbero piu'
informazioni. Nel 47,5% dei casi da persone che ne sono uscite, il 22,5% da un
medico. Le domande sugli stili di vita si sono rivelate "scomode" per i
ragazzi. Molti non rispondono quando gli viene chiesto se conoscono qualcuno
che si droga, ben il 14% del campione non risponde. Nonostante questo, il
35,5% di loro conosce qualcuno che usa marijuana/hashish e ben il 23% cocaina,
percentuale addirittura maggiore del 7,5% rispetto a chi dichiara di conoscere
chi fa uso di ecstasy. Inoltre, il 15,5% dichiara che continuerebbe a
frequentare un gruppo di amici dove la ricerca dello sballo e' diventata
un'abitudine e il 19% non lo sa, collocandosi in un'area a evidente rischio
disagio e droga. Ma il dato piu' grave e' che il 31,5% (dato ottenuto
aggregando le risposte "si', senza problemi" e "si', se ti organizzi bene")
dichiara che l'abitudine allo sballo del sabato sera si concilia con gli
impegni e le responsabilita' del quotidiano e il 25,5% non lo sa. Insomma, per
649 ragazzi drogarsi e' pratica possibile o su cui non si ha un'opinione.
Per di piu', l'8,5% sostiene di bere alcolici piu' di tre volte la settimana,
il 62,5% di farlo meno di tre volte e l'8% dichiara di prendere
tranquillanti/sonniferi o sostanze per migliorare le prestazioni sportive. Tra
i ragazzi il concetto di droga si associa a quello di dipendenza o di
stupefacenti "pesanti". Per il 38%, 390 studenti, sono droghe "quelle che
danno dipendenza", per il 30%, 311 persone, lo sono "eroina e cocaina". Solo
il 26% risponde "tutte le sostanze che ti alterano, anche l'alcol". Modifica
della percezione di se e della realta', non sono quindi considerati parametri
sufficiente per definire droga una sostanza. "Fughe da fermi" uno spettacolo
sui danni della droga, realizzato da San Patrignano nell'ambito di "Drugs
Off", marchio slogan che caratterizza tutte le attivita' di
educazione-prevenzione svolte dalla comunita',. e' stato lo strumento
utilizzato per intervenire sulla percezione del fenomeno droga, raccolta con
il primo questionario. La comparazione con i dati raccolti nel secondo ne
conferma l'efficacia. Le informazioni offerte dal format sono considerate
valide dal 48% dei ragazzi. E nel confronto con gli altri luoghi
dell'informazione (Tv, amici, scuola, famiglia) e' quello con il minore gap
tra "informazioni incomplete/allarmistiche" e "valide": 4%. Mentre dopo avere
assistito allo spettacolo aumenta del 6% la percentuale di chi non
frequenterebbe una compagnia dove ci si droga, cosi' come sale del 9% quella
di chi non considera normale lo sballo del sabato sera. Nel contempo,
diminuisce del 3% la percentuale di chi continuerebbe a frequentare un gruppo
dove ci si droga e del 2% il numero di chi non sa o non risponde. Infine,
diminuisce del 3% il numero di chi risponde "puoi sballare se ti organizzi
bene" e ben del 9%.
"Queste statistiche dimostrano come la figura del tossicodipendente stia
cambiando. I giovani ospiti di San Patrignano non si sentono
tossicodipendenti, poiche' per loro l'idea di 'tossico' e' quella di chi si
buca. Ma per questo motivo prendono sottogamba le nuove droghe". E' questo il
problema nuovo, che Andrea Muccioli, leader di Sanpa, fa emergere in
una dichiarazione, commentando i dati dell'indagine riminese su giovani e
droghe. "Meta' dei nuovi ospiti che ogni anno arrivano a Sanpa hanno queste
caratteristiche. Cosi' sta cambiando il mondo della droga e dei giovani. Con
la sottovalutazione delle droghe pesanti che non si assumono con l'uso di
siringhe".
A Muccioli si aggiungono gli esperti. "Da questa ricerca emerge che sono tanti
i ragazzi a forte rischio di disagio sociale e di emarginazione, e quindi
potenziali vittime della droga": e' preoccupato il professor Giorgio
Manfre', docente di Sociologia all'universita' di Urbino, che ha curato la
ricerca riminese sui giovani e gli stupefacenti. "Oltre la meta' dei ragazzi
che hanno risposto al questionario e' esposto al rischio- aggiunge Manfre'-.
Oggi il disagio non solo e' diffuso ma tende ad una progressiva
normalizzazione. Gli sviluppi delle nuove droghe tendono a pregiudicare sempre
meno la competenza comunicativa di chi le assume quindi vengono ritenute come
una sorta di mediatore estremo quando il rapporto tra individuo e societa',
tra emozioni e cognizione non funziona".
Quanto alla divisione tra droghe leggere e pesanti, secondo Manfre' "e'
propedeutica ad aprire la strada ad una poliassunzione che puo' essere molto
pericolosa per i giovani". Infine il responsabile medico-scientifico di Sanpa,
Giampaolo Brusini, spiega che assistere ad uno spettacolo come "Fughe da
fermi" puo' aiutare ad avere un atteggiamento diverso, piu' critico, verso la
droga: "E' come se il pubblico, e cioe' i ragazzi, stesse guardando un film
nel quale scorre il primo tempo della sua vita. Poi il ragazzo, ospite di San
Patrignano, dal palco racconta come sara' il secondo tempo se si prenderanno
decisioni che portano sulla strada della droga". E non e' una bella
prospettiva.
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