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04/01/2010 Procuratore Reggio Calabria: attentato mafioso è segno del successo della guerra alla droga (http://droghe.aduc.it)

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Ormai, nella guerra alla droga, ci vuol poco a consolarsi, visti gli scarsi risultati. E così non stupisce che un attentanto mafioso sia interpretato come buon auspicio...
"Non ci sono dubbi sulla matrice mafiosa dell'attentato contro la Procura Generale" Non ha dubbi, il giorno dopo, il procuratore della repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone che poi parlando ad Apcom aggiunge: "Abbiamo arrestato decine di latitanti, sequestrato centinaia di milioni di euro e fiumi di cocaina. E' chiaro che ci troviamo davanti a una reazione".
Pignatone ieri era a Palermo ed è stato in stretto contatto con il suo "aggiunto" ed uomo di fiducia, Prestipino, che fin dall'inizio ha seguito la vicenda. Il procuratore di Reggio ha aggiunto: "Sono fatti di estrema gravità e le indagini faranno chiarezza sulle responsabilità e motivazioni. Ma mi pare chiaro che ci troviamo davanti a una reazione legata all'azione della magistratura di Reggio Calabria che negli ultimi tempi e' stata intensa e continua. Solo nell'ultimo anno nella provincia abbiamo sequestrato 800 milioni di euro".
La bomba che ieri mattina ha colpito la Procura Generale della città dello stretto ha fatto clamore, e che il ministro Maroni ha fissato per il prossimo 7 gennaio un vertice interforze a Reggio Calabria. Sul grave episodio è tornato anche il Procuratore antimafia Pietro Grasso: "Se le mafie colpiscono significa che noi gli diamo fastidio. Perche' - ha aggiunto - quando stanno in silenzio significa che tutto va per il loro verso".
Per capire meglio il perche' di un attentato contro le istituzioni bisogna considerare l'attività investigativa della magistratura reggina: 49 arrestati di cui 11 inseriti nella lista dei 30 ricercati piu' pericolosi, e centinaia di milioni di beni sottratti alla `ndrangheta. Resta il fatto che mai le `ndrine aveva alzato il tiro cosi in alto, consapevoli del grosso rischio di far tornare Reggio Calabria al centro dell'interesse delle forze dell'ordine, come era stato con l'omicidio di Franco Fortugno, il vice presidente del Consiglio regionale ucciso nel 2005 davanti ad un seggio delle primarie dell'Unione.
Intanto per questa mattina è fissata una nuova riunione in Prefettura ed una in Procura, prima che il fascicolo passi per competenza al tribunale di Catanzaro. Ed è stato lo stesso Procuratore della città capoluogo, Lombardo, ad affermare: "Mi sono sentito telefonicamente ieri con i colleghi reggini, adesso aspettiamo le carte per capire come dobbiamo muoverci".

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