Ormai, nella guerra alla droga, ci vuol poco a consolarsi, visti gli
scarsi risultati. E così non stupisce che un attentanto mafioso sia
interpretato come buon auspicio...
"Non ci sono dubbi sulla matrice mafiosa dell'attentato contro la Procura
Generale" Non ha dubbi, il giorno dopo, il procuratore della repubblica di
Reggio Calabria Giuseppe Pignatone che poi parlando ad Apcom aggiunge:
"Abbiamo arrestato decine di latitanti, sequestrato centinaia di milioni
di euro e fiumi di cocaina. E' chiaro che ci troviamo davanti a una
reazione".
Pignatone ieri era a Palermo ed è stato in stretto contatto con il suo
"aggiunto" ed uomo di fiducia, Prestipino, che fin dall'inizio ha seguito
la vicenda. Il procuratore di Reggio ha aggiunto: "Sono fatti di estrema
gravità e le indagini faranno chiarezza sulle responsabilità e
motivazioni. Ma mi pare chiaro che ci troviamo davanti a una reazione
legata all'azione della magistratura di Reggio Calabria che negli ultimi
tempi e' stata intensa e continua. Solo nell'ultimo anno nella provincia
abbiamo sequestrato 800 milioni di euro".
La bomba che ieri mattina ha colpito la Procura Generale della città dello
stretto ha fatto clamore, e che il ministro Maroni ha fissato per il
prossimo 7 gennaio un vertice interforze a Reggio Calabria. Sul grave
episodio è tornato anche il Procuratore antimafia Pietro Grasso: "Se le
mafie colpiscono significa che noi gli diamo fastidio. Perche' - ha
aggiunto - quando stanno in silenzio significa che tutto va per il loro
verso".
Per capire meglio il perche' di un attentato contro le istituzioni bisogna
considerare l'attività investigativa della magistratura reggina: 49
arrestati di cui 11 inseriti nella lista dei 30 ricercati piu' pericolosi,
e centinaia di milioni di beni sottratti alla `ndrangheta. Resta il fatto
che mai le `ndrine aveva alzato il tiro cosi in alto, consapevoli del
grosso rischio di far tornare Reggio Calabria al centro dell'interesse
delle forze dell'ordine, come era stato con l'omicidio di Franco Fortugno,
il vice presidente del Consiglio regionale ucciso nel 2005 davanti ad un
seggio delle primarie dell'Unione.
Intanto per questa mattina è fissata una nuova riunione in Prefettura ed
una in Procura, prima che il fascicolo passi per competenza al tribunale
di Catanzaro. Ed è stato lo stesso Procuratore della città capoluogo,
Lombardo, ad affermare: "Mi sono sentito telefonicamente ieri con i
colleghi reggini, adesso aspettiamo le carte per capire come dobbiamo
muoverci".
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