Dichiarazione
di Claudia Sterzi, segretaria Associazione Radicale
Antiproibizionisti:
L'
ordine del giorno approvato al Senato nei giorni scorsi è un primo
segnale positivo sulla via del libero accesso ai farmaci cannabinoidi da
parte dei malati. La possibile produzione di un farmaco italiano, la
mancata distruzione delle piante che vengono coltivate a Rovigo e del
principio attivo, il suo utilizzo come farmaco attraverso l'Istituto
Farmaceutico Militare di Firenze, sono le soluzioni più semplici per
abbattere i costi e i tempi dovuti all'importazione. Dispiace solamente
che si debba tanto lottare e tanto applaudire per cose di una razionalità
e di una linearità totali, che dovrebbero essere già acquisite. Troppo è
il tempo, perso ai diritti dei malati, passato ad elaborare e a ribattere
a obiezioni come quelle di Quagliarello, che teme un "escamotage" verso la
liberalizzazione, nascosto sotto la produzione del farmaco. Obiezione
disonesta: la vera liberalizzazione è quella che oggi ci vede primi nel
consumo europeo, con ogni tipo di sostanze illecite vendute al mercato
nero, in ogni piazza, senza controllo se non quello della mafia, che da
tale mercato trae, secondo la Confesercenti, un fatturato complessivo
oltre i 135 miliardi di euro e un utile che sfiora i 70 miliardi al netto
di investimenti e accantonamenti.
Inoltre, sarebbe come tornare alle operazioni senza anestesia, per non
favorire la diffusione degli anestetici. Assurdità medioevali, che ben si
accompagnano all' incarcerazione di coltivatori di qualche pianta di
canapa, malati o no che siano.
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