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13/08/2012 Lettera aperta al Ministro Riccardi. Legalizzazione della cannabis: è ora di parlarne (Giorgio Gatti, http://www.aduc.it)
TUTTOFRANCOBOLLI per iniziare o continuare una collezione a prezzo favorevole o per regalare una bella collezioncina ad un giovane
TUTTOFRANCOBOLLI
per iniziare o continuare una collezione a prezzo favorevole o per
regalare una bella collezioncina ad un giovane
Onorevole Ministro Riccardi,
Vorrei portare alla Sua attenzione alcune riflessioni riguardanti la relazione
sulle tossicodipendenze, recentemente presentata al governo, e la Sua apertura
ad un dibattito sulla legalizzazione delle droghe leggere. I punti di maggiore
interesse della relazione sono due; i dati relativi alla diminuzione dei
consumi e le implicazione dell' attuale normativa nel contrasto alla
diffusione degli stupefacenti.
Se "il
dato sui consumi di sostanza stupefacente indica che la tendenza alla
contrazione, in atto ormai da alcuni anni, puo' ritenersi sostanzialmente
confermata", come riportato nell'introduzione alla relazione,
cosa che ritengo non completamente verosimile, l' unico motivo imputabile ad
un simile trend sarebbe quello della crisi economica e le scarse disponibilità
economiche della popolazione, perchè le attuali politiche repressive sono del
tutto inefficaci, controproduttive e dannose. Tra i danni maggiori della
politica della repressione, svolta dall' approvazione del decreto
fini-giovanardi (che è bene ricordare, approvato senza discussioni in parlamento
tra le norme per la sicurezza sulle olimpiadi invernali tenutesi a Tornino), è
da menzionare il drammatico aumento del numero di tossicodipendenti nelle
carceri.
Si stima che un 30% della popolazione sia dietro le sbarre in violazione della
legge "antidroga"; dati i numeri, con la semplice conversione della pena di
questi detenuti in percorsi di recupero, si eliminerebbe il problema di
sovraffollamento delle carceri. I danni del decreto criminogeno fini-giovanardi
non si esaurirebbero, però, con la semplice conversione della pena per i
tossicodipendenti dal carcere a strutture di recupero; le spese legali per i
processi e le tempistiche di questi, generano e continueranno a generare ritardi
nello svolgimento dell' attività giudiziaria. Anche a seguito dei tagli del
governo in questa materia, i problemi sarebbero, dunque, lungi dall' essere
risolti se non si incide in maniera significativa sulla legge.
I dati sui sequestri di stupefacenti illegali del 2011 diffusi dalla polizia di
stato sono eloquenti: su oltre 7 mila kg di stupefacenti illegali, sono
oltre 6 mila kg i sequestri riguardanti la cannabis. Da dove iniziare dunque una
nuova politica sulle sostanze stupefacenti che parta
dai livelli di pericolosità sociale delle sostanze, dalla loro diffusione e
dalle evidenze scientifiche sulla loro pericolosità? Si deve partire dalla
discussione della legalizzazione della coltivazione per uso personale di
cannabis.
Secondo Prevo.Lab dell'Osservatorio regionale dipendenze (Ored) della
Lombardia il consumo di cannabis nei prossimi tre anni risulterà stabile a
fronte di un aumento della "autocoltivazione" di cannabis. Per questo motivo,
ora più che mai che è presente un governo tecnico, sarebbe opportuno un dialogo
aperto, lontano dagli allarmismi tipici di certa politica ottusa, desiderosa
solo di voti attraverso infondato terrorismo psicologico.
In Uruguay è stato presentato un disegno di legge sulla legalizzazione della
cannabis. In Italia, data la forte opposizione di alcune minoranze tra la
popolazione, sfortunatamente rappresentate come ex maggioranza di governo, a
politiche sulla legalizzazione della cannabis (regolamentazione della vendita
per i maggiorenni, regolamentazione della produzione, magari attraverso rilascio
di licenza per privati o per collettivi), sarebbe opportuno che si inizi a
parlare della coltivazione per uso personale e approvare misure che
alleggeriscano il sistema giudiziario e penale e che possano liberare nuove
risorse per il paese.
Anche gli Stati Uniti, negli anni passati, hanno dimostrato una apertura verso i
dispensari di cannabis terapeutica. E' un peccato che l' attuale amministrazione
abbia però disilluso le aspettative di tolleranza nei confronti dei distributori
legali attraverso un aumento della repressione,
in totale contrasto con quanto dichiarato ad inizio mandato, portando ad una
maggiore attività della DEA negli ultimi 5 anni di governo democratico che in
otto di amministrazione repubblicana, ignorando un
sempre maggiore consenso sull' opportunità della distribuzione controllata
della cannabis.
Nella direzione di una pericolosità sociale bassa della sostanza, vanno anche i
numerosi DDL regionali che si stanno diffondendo in Italia sulla distribuzione
di cannabis terapeutica, ma questo non basta. E' necessario avviare un dialogo
chiaro ed aperto e dare la possibilità di esperessione anche a quelle voci che,
per motivi di mera propaganda, sono state tacciate o volutamente ignorate dal
"Dipartimento per la Propaganda antidroga"(il vero nome attribuibile all'
acronimo DPA) negli ultimi anni di questa
triste e fallimentare "guerra alla droga".
http://www.aduc.it
Temi sulla droga
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