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25/10/2012 Guerra alle droghe. Per un nuovo approccio. Libro a Citta' del Messico (http://www.aduc.it)

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Dopo un secolo, quando nel 1912 fu approvata la Convenzione Internazionale contro l'Oppio, e dopo quasi cinquant'anni di proibizionismo e repressione su domanda e offerta di droghe illegali, il consenso diffuso verso questo approccio e' venuto meno.

 I benefici sono stati scarsi e i costi molto elevati. Partendo da questa premessa, un gruppo di esperti messicani, Paese che vive in prima linea e sulla propria pelle la tragedia del narcotraffico, mercoledi' 24 ha presentato il libro “Informe Jalisco. Más allá de la guerra contra las drogas”, in cui si fa una riflessione multidisciplinare sul narcotraffico ma anche sulla violenza e l'insicurezza.
Coordinato dalla scrittore Héctor Aguillar Camin, direttore della rivista Nexos, e altri specialisti, e con l'appoggio del governatore dello Stato di Jalisco, Emilio González Márquez, il libro prende in considerazione le dimensioni economiche, legali, sanitarie e di opinione pubblica sul problema, stimolando il dibattito sul fatto che la strategia attuale contro le droghe debba cambiare.

 Il volume e' anche una sorta di libro bianco sul fenomeno in Messico, con varie informazioni e grafici, di notevole rilievo per chi e' interessato alla materia.
Durante la presentazione, Aguilar Camin ha perorato una “revisione internazionale dell'approccio proibizionista sulle droghe, cosa che il Messico ha l'autorita' morale per proporre", e per confrontarsi senza pregiudizi sulla legalizzazione o almeno su depenalizzazione o regolamentazione.

“C'e' un problema molto grande legato alla sicurezza, problema che esige un approccio che non sia solo punitivo, che non sia solo una visione di polizia, ma sociale e di convivenza”. Il governatore dello Stato di Jalisco ha fatto leva sul fatto che occorre porre enfasi “sulla prevenzione e sull'educazione”. Come dimostra il libro, ad oggi i Paesi hanno investito una ingente quantita' di denaro nella repressione dell'offerta, molto maggiore rispetto a quanto investito per ridurre la domanda.
L'analista Eduardo Guerrero ha difeso la necessita', nel caso del Messico, di “nazionalizzare” la politica antidroga, coinvolgendo gli Stati e le amministrazioni comunali -essendo questi ultimi i piu' deboli della catena per affrontare la situazione- e di migliorare le informazioni locali sul problema.


El Informe Jalisco osserva, in un campo pieno di esagerazioni e opacità, la dimensione della sfida, a partire dalla dimensione del mercato della droga in Messico, che e' intorno a 8.000 milioni di Usd all'anno. Una quanitta' astronomica se confrontata “con i 300 dollari che guadagna un poliziotto ogni mese, i 500 che prende un sicario per uccidere qualcuno o i 522 milioni sequestrati al narcotraffico negli ultimi quattro anni”.

 Solo 54 criminali sono stati giudicati per riciclaggio di denaro tra il 2004 e il 2010 in questo Paese. Mentre i benefici del narcotraffico sono giganteschi: in chilo di marijuana in Messico vale 80 dollari ma, attraversando la frontiera con gli Usa, puo' arrivare fino a 1.920. Un chilo di eroina duplica il suo valore fino a 71.000 dollari quando oltrepassa il Rio Bravo e un chilo di cocaina che viene da Colombia, Peru' o Bolivia ad un prezzo di 2.340 dollari, puo' arrivare, quando giunge nelle strade del gigante del Nord, fino a 180,000 dollari.


Usa, Europa occidentale e Russia sono i grandi consumatori del mondo, ma il danno viene patito dai cittadini dei Paesi poveri. Del milione di persone che sono in prigione per reati connessi alle droghe, la meta' e' negli Usa, e il 44% di essi e' negro, mentre il 21% e' ispanico. Nel contempo, Paesi come Birmania, Afghanistan, Iran, Peru', Colombia o Messico pagano il prezzo in violenza, corruzione e disarticolazione istituzionale.


“Il narco”, scrivono gli autori, “e' un potere parallelo, una forza economica, una rete di opportunita' a rischio, una fonte di socializzazione illegale e una componente leggendaria della altrettanto leggendaria violenza del territorio messicano”. Per questo e' giunto il momento di porre fine alla condanna del mito di Sisifo in cui si e' trasformata la mera strategia repressiva contro le droghe.

(articolo di Luis Prados edito da Citta' del Messico sul quotidiano El Pais del 25/10/2012)

http://www.aduc.it

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