Dopo un secolo, quando nel 1912 fu approvata la Convenzione Internazionale
contro l'Oppio, e dopo quasi cinquant'anni di proibizionismo e repressione
su domanda e offerta di droghe illegali, il consenso diffuso verso questo
approccio e' venuto meno. I benefici sono stati scarsi e i costi
molto elevati. Partendo da questa premessa, un gruppo di esperti
messicani, Paese che vive in prima linea e sulla propria pelle la tragedia
del narcotraffico, mercoledi' 24 ha presentato il libro “Informe
Jalisco. Más allá de la guerra contra las drogas”, in cui si fa una
riflessione multidisciplinare sul narcotraffico ma anche sulla violenza e
l'insicurezza.
Coordinato dalla scrittore Héctor Aguillar Camin,
direttore della rivista Nexos, e altri specialisti, e con l'appoggio del
governatore dello Stato di Jalisco, Emilio González Márquez, il libro
prende in considerazione le dimensioni economiche, legali, sanitarie e di
opinione pubblica sul problema, stimolando il dibattito sul fatto che la
strategia attuale contro le droghe debba cambiare.
Il volume e' anche una sorta di libro bianco sul fenomeno in
Messico, con varie informazioni e grafici, di notevole rilievo per chi e'
interessato alla materia.
Durante la presentazione, Aguilar Camin ha perorato una “revisione
internazionale dell'approccio proibizionista sulle droghe, cosa che il
Messico ha l'autorita' morale per proporre", e per confrontarsi senza
pregiudizi sulla legalizzazione o almeno su depenalizzazione o
regolamentazione.
“C'e' un problema molto grande legato alla sicurezza, problema che
esige un approccio che non sia solo punitivo, che non sia solo una visione
di polizia, ma sociale e di convivenza”. Il governatore dello Stato
di Jalisco ha fatto leva sul fatto che occorre porre enfasi “sulla
prevenzione e sull'educazione”. Come dimostra il libro, ad oggi i
Paesi hanno investito una ingente quantita' di denaro nella repressione
dell'offerta, molto maggiore rispetto a quanto investito per ridurre la
domanda.
L'analista Eduardo Guerrero ha difeso la necessita', nel caso del Messico,
di “nazionalizzare” la politica antidroga, coinvolgendo gli Stati
e le amministrazioni comunali -essendo questi ultimi i piu' deboli della
catena per affrontare la situazione- e di migliorare le informazioni
locali sul problema.
El Informe Jalisco osserva, in un campo pieno di esagerazioni e
opacità, la dimensione della sfida, a partire dalla dimensione del mercato
della droga in Messico, che e' intorno a 8.000 milioni di Usd all'anno.
Una quanitta' astronomica se confrontata “con i 300 dollari che
guadagna un poliziotto ogni mese, i 500 che prende un sicario per uccidere
qualcuno o i 522 milioni sequestrati al narcotraffico negli ultimi quattro
anni”.
Solo 54 criminali sono stati giudicati per riciclaggio di denaro
tra il 2004 e il 2010 in questo Paese. Mentre i benefici del narcotraffico
sono giganteschi: in chilo di marijuana in Messico vale 80 dollari ma,
attraversando la frontiera con gli Usa, puo' arrivare fino a 1.920. Un
chilo di eroina duplica il suo valore fino a 71.000 dollari quando
oltrepassa il Rio Bravo e un chilo di cocaina che viene da Colombia, Peru'
o Bolivia ad un prezzo di 2.340 dollari, puo' arrivare, quando giunge
nelle strade del gigante del Nord, fino a 180,000 dollari.
Usa, Europa occidentale e Russia sono i grandi consumatori del mondo,
ma il danno viene patito dai cittadini dei Paesi poveri. Del milione
di persone che sono in prigione per reati connessi alle droghe, la meta'
e' negli Usa, e il 44% di essi e' negro, mentre il 21% e' ispanico. Nel
contempo, Paesi come Birmania, Afghanistan, Iran, Peru', Colombia o
Messico pagano il prezzo in violenza, corruzione e disarticolazione
istituzionale.
“Il narco”, scrivono gli autori, “e' un potere parallelo, una
forza economica, una rete di opportunita' a rischio, una fonte di
socializzazione illegale e una componente leggendaria della altrettanto
leggendaria violenza del territorio messicano”. Per questo e' giunto
il momento di porre fine alla condanna del mito di Sisifo in cui si e'
trasformata la mera strategia repressiva contro le droghe.
(articolo di Luis Prados edito da Citta' del Messico sul quotidiano El
Pais del 25/10/2012)
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