Uno studio italiano ha evidenziato, grazie alla tecnica delle
neuroimmagini, gli effetti sul cervello di due sostanze stupefacenti molto
diffuse, la cocaina e la cannabis. Lo ha reso noto il capo del
Dipartimento nazionale antidroga, Giovanni Serpelloni, nel corso del
Congresso internazionale "Addiction: new evidence from neuroimaging and
brain stimulation", in corso a Verona.
Il Dipartimento - la cui delega e' affidata al ministro per la
Cooperazione e l'Integrazione Andrea Riccardi - ha effettuato una
mappatura delle alterazioni del cervello dovute al consumo di queste due
sostanze. Per entrambi il dato scientificamente saliente si è rivelato una
interazione diretta tra il consumo di droga e la risposta della corteccia
prefrontale, cioè la cosiddetta "area del controllo". In particolare, per
quanto riguarda la cannabis, le risonanze effettuate hanno evidenziato
significative correlazioni tra i deficit nella memorizzazione e
apprendimento riscontrati ai test e la riduzione nello spessore corticale
delle aree temporo-mesiali.
"Lo studio - ha spiegato Serpelloni - evidenzia come l'uso di droga
influisce direttamente sulla corteccia prefrontale, allontanando la
capacità decisionale dell'individuo, anche rispetto alla stessa assunzione
di droghe. Capire quali meccanismi neurologici si inneschino prima,
durante e dopo l'assunzione di droghe, come ad esempio l'alterazione
dell'integrità microstrutturale in diverse aree cerebrali e una riduzione
del glutammato, il piú importante neurotrasmettitore eccitatorio del
sistema nervoso centrale, significa fare un passo in avanti nella
possibilità di dare risposte concrete alla sfida della prevenzione
dall'uso di droghe".
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