La Telecomitalia nei prossimi giorni vedra' al vaglio dell'Autorita' le
proprie intenzioni di dividersi in tre (gestione rete, telefonia fissa e
telefonia mobile). I sindacati confederali hanno cominciato un pressing
che e' una evidente richiesta di intervento dello Stato; nei giorni scorsi
avevano sottolineato che sarebbe grave che Telecom Italia cedesse la sua
rete fissa, il forte indebitamento dell'azienda dovrebbe essere superato,
per esempio, con una ricapitalizzazione. Ovviamente non ci hanno detto da
dove dovrebbero arrivare questi capitali e, considerato che stiamo parlando
di una delle maggiori aziende privilegiate dallo Stato, sotto il controllo
dello stesso attraverso la golden share, crediamo a ragion veduta che
stessero perorando l'aiuto dello Stato in una qualche forma. Beffa doppia
per i consumatori, gia' costretti a pagare a prezzi altissimi rispetto
all'Ue i servizi di questo gestore, e poi come contribuenti vedere i propri
soldi che vanno a rimpinguare le casse del principale responsabile della
caotica e di fatto monopolista situazione del nostro sistema di
comunicazioni telefoniche fisse. E rincara oggi 11 settembre il segretario
della Cisl Raffaele Bonanni: "Sono preoccupato degli interessi nazionali che
un servizio cosi' delicato vada tutto in mano agli stranieri, potrebbe
essere un problema. Vorrei capire, avere delle garanzie".
A noi che il proprietario di Telecomitalia sia italiano o straniero non
ci interessa, perche' vorremmo solo quel rispetto e quella lealta' di
rapporti economici e commerciali a cui le proprieta' di questo gestore non
ci hanno abituati. Non solo, ma vorremmo che con un colpo di spugna
fosse cancellato il gigantesco conflitto di interessi (e il conseguente
abuso di posizione dominante) che ha Telecomitalia nel suo essere gestore di
tutta la rete fissa e, nel contempo, vendere l'accesso alla stessa ai propri
concorrenti. Il patrimonio della rete messo in piedi dall'azienda
statale Sip dovrebbe essere a disposizione di chiunque, paritariamente.
Quindi ben venga la separazione societaria di questo settore di
Telecomitalia, ma non per creare –come crediamo possa succedere- una
societa' in permanente difficolta' e, per la funzione che svolgera',
giustificata nel ricevere tutti gli aiuti possibili e immaginabili e dallo
Stato. Auspichiamo invece una acquisizione di questa societa' da parte
dello Stato o l'affidamento in gestione ad un consorzio paritario di tutti
gli operatori di telefonia fissa. Ovviamente non abbiamo la ricetta precisa,
ma crediamo che sarebbe un ottimo punto di partenza cominciare a
ragionare sul fatto che la rete fissa non deve comunque essere in mano ad un
gestore tra gli altri concorrenti in posizione di svantaggio.
Questa e' la Telecom che vorremmo, e forse in questo modo non
dovremmo piu' pagare bollette con consumi mai fatti a numeri mai
chiamati, forse avremo venditori dei prodotti Telecom che non
cerchino di rifilare il bidone alla minima distrazione del pollo di turno,
forse avremo servizi di assistenza all'altezza delle richieste
dell'utenza e meno arroganti, forse avremo un mercato che, aprendosi
e attirando nuovi operatori, proporra' tariffe piu' basse e qualita'
migliore per cercare di attirare meglio i consumatori.
Ma siamo consapevoli che questo e' il mondo dei sogni, che neanche l'Autorita'
antitrust potra' far diventare realta'. Per cui continuiamo e continueremo
ad essere attrezzati per combattere monopoli, tariffe alte, arroganza,
cattiva qualita', furberie, truffe, etc.. cioe' tutto quello che oggi e'
frutto del monopolio della rete fissa.
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