Tonfo alla Borsa di Tokyo, che dopo la consistenti perdite
dei giorni scorsi per la crisi dei mutui facilitati americani ha vissuto oggi un
vero e proprio venerdì nero, con perdite superiori al 5,4%. Già nel primo quarto
d'ora di contrattazioni l'indice Nikkei aveva perso l'1,4% rispetto alla
chiusura di ieri, scendendo nettamente sotto la 'soglia psicologica' dei 16.000
punti e facendo temere l'innesco di una spirale depressiva.
Per tentare di fronteggiare la situazione la Banca del
Giappone è tornata a immettere sui mercati liquidità per 1.200 miliardi di yen
(7,5 miliardi di euro), ma la situazione è continuata a precipitare e l'Istituto
di emissione si è astenuto da altri interventi, giudicandoli ormai un argine
inutile e solo dannoso per i tassi di interesse.
A invertire la tendenza non è valsa nemmeno la pubblicazione di valutazioni dei
principali istituti nipponici di ricerche economiche secondo cui le fondamenta
della ripresa del paese sono salde ed è prevedibile uno sviluppo di almeno il 2%
durante l'anno fiscale in corso.
E' così che alla fine della seduta l'indice guida ha perso quasi 875 punti,
scendendo a 15.274 punti, il livello più basso da un anno, con una perdita del
5,42% rispetto alla chiusura di ieri. Tra gli elementi che paiono avere
contribuito al ribasso, pur se non in misura determinante, figura il sensibile
rafforzamento della moneta nipponica rispetto a quella statunitense (il dollaro
vale oggi a Tokyo circa 112 yen rispetto ai 116 di ieri).
Le esportazioni nipponiche, infatti, potrebbero essere sfavorite da uno yen
forte, pur se occorre rilevare che ormai la bilancia nipponica delle Partite
correnti appare assai meno esposta di un tempo alle intemperie valutarie e che
quindi la responsabilità del nuovo tonfo sembra sempre da ricondurre alla crisi
dei 'mutui subprime'.
Rispetto alle prime avvisaglie della crisi otto giorni fa, il Nikkei ha perso
l'11%, per un totale di quasi 1.900 punti. Secondo alcuni esperti citati
dall'agenzia Kyodo, il movimento di panico ha riguardato soprattutto i fondi a
rischio, in una ''per reazione'' che ''non riflette i dati basilari
dell'economia giapponese''. La depressione odierna, comunque, ha interessato
tutti i settori, con la sola eccezione della cellulosa: tra i titoli piu'
penalizzati hanno figurato quelli legati piu' direttamente alle esportazioni, ma
anche quelli minerari.
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