Premessa: le ragioni dell’astensione
Il 13 aprile non voteremo, non ci piegheremo ad alcun ricatto, diremo no ad
elezioni truffa che preparano la legislatura dell’americanizzazione
integrale del sistema politico italiano.
Una legislatura i cui contenuti essenziali sono già tracciati dall’intesa
Veltroni-Berlusconi, un’intesa coperta a sinistra dall’arlecchinesco
arcobaleno di Bertinotti.
Come ben si capisce dal testo dell’appello il nostro non è un astensionismo
ideologico, astorico e decontestualizzato. Al contrario, quel che proponiamo
è un astensionismo politico che trova le sue ragioni fondanti nell’attuale
tornante della storia del nostro paese.
Per quanto la casta di regime - sia essa di “centro”, di “sinistra” oppure
di “destra” – si sforzi per dare dignità ad un finto dibattito politico,
ampi settori popolari hanno già capito l’essenziale: queste elezioni sono
una truffa. Un imbroglio antidemocratico che impedisce ogni vera scelta,
perché le vere scelte sono state già fatte e verranno imposte al paese
qualunque sia il risultato.
Il rapporto di sudditanza con gli Usa si rinsalderà, insieme alla
disponibilità a nuove avventure militari se Washington lo chiederà. Gli
interessi delle oligarchie finanziarie saranno la preoccupazione condivisa
del nuovo mostro bipartitico, mentre i privilegi del ceto politico saranno
ancor più tutelati. La costituzione che prenderà forma sarà apertamente
fondata sull’impresa, non più sul lavoro; mentre il sistema istituzionale
(legge elettorale inclusa) verrà sempre più piegato alle esigenze delle
classi dominanti, verso nuove forme di totalitarismo che includono ma non si
esauriscono nel presidenzialismo.
Questa è la Terza repubblica di cui già parlano, frutto velenoso
dell’imbarbarimento sociale, prodotto garantito di queste elezioni truffa.
Come rispondere a questo scenario? In teoria ci sono tre possibilità: il
menopeggismo, l’identitarismo, il rifiuto. Il menopeggismo (rifondarolo e
non solo) è l’ideologia che più ha prodotto danni, dato che il meno peggio
prepara sempre il peggio. L’identitarismo di chi pensa che basti avere una
falce e martello sulla scheda elettorale (Sinistra Critica, Pcl, ecc.) è
comprensibile ma del tutto inefficace.
Resta il rifiuto ed è questa la scelta che proponiamo. Una scelta etica e
politica.
Ma il rifiuto, cioè l’astensione, non è fuga. Al contrario, esso vuol essere
la premessa di una lotta più ampia che potrà svilupparsi solo a condizione
di una rottura totale con l’indecente casta che chiederà il voto il 13
aprile. A volte il voto più forte è quello non dato. A noi sembra che questa
volta sia proprio così.
QUESTA VOLTA NO
Quelle del 13 aprile non saranno elezioni di ordinaria amministrazione. Esse
potrebbero avere conseguenze di portata storica. Le stesse oligarchie che
seppellirono la prima Repubblica, sprofondata la seconda nei miasmi delle
loro meschine lotte di potere, hanno deciso di fondarne una terza.
I due partiti di plastica, quello di Veltroni e quello di Berlusconi (forti
dell’inopinato sostegno del neonato ectoplasma di Bertinotti che ha assunto
il ruolo di garante di questo imbroglio) chiedono di cambiare le “regole del
gioco”, nascondendo ai cittadini quali siano il gioco e la posta in palio.
Il gioco consiste nell’adottare un modello istituzionale di tipo americano,
ovvero una monarchia elettiva fondata su di un bipartitismo coatto più o
meno perfetto. La posta in palio, già deciso quali siano i due monarchi, è a
chi dei due debba spettare il trono.
Chiunque si piazzerà per primo ricorrerà infatti all’appoggio del secondo
classificato (e all’avallo delle due forze di complemento, quella di
Bertinotti per il PD e quella di Casini per il PdL),per fare a pezzi la
Costituzione, atto obbligato per passare dalla democrazia parlamentare ad un
regime presidenzialista autoritario. Da un sistema in cui la sovranità,
almeno legalmente, spetta al popolo, vogliono condurci ad un altro in cui
essa sarà appannaggio di ristrette oligarchie che trasformeranno i governi
in docili comitati d’affari dei grandi oligopoli capitalistici, e le
assemblee elettive in bivacchi schiacciati dagli stivali dell’Esecutivo.
Un sistema oligarchico che farà della democrazia una finzione procedurale,
trasformando i cittadini in sudditi, non può essere altrimenti considerato
che una dittatura mascherata.
Sappiamo bene che questa tendenza non riguarda solo l’Italia, che essa
riguarda tutta l’Europa. Le classi dominanti europee, da sempre prigioniere
della supremazia nordamericana, hanno infatti abbracciato il disegno
imperialistico di Washington, disegno che fa dell’Alleanza atlantica la
punta di lancia della “guerra permanente e infinita” con la quale imporre al
mondo le proprie ambizioni imperiali. Alla guerra permanente contro ogni
popolo e nazione recalcitranti corrisponde, entro i confini del blocco
imperiale, la necessità di una pace interna cimiteriale, la prevenzione e la
soppressione d’ogni conflitto sociale e politico, la violazione dei diritti
fondamentali delle persone. La maniacale ricerca di leggi elettorali truffa,
la sacralizzazione del principio della governabilità, vanno infatti di pari
passo con l’adozione di leggi lesive delle libertà individuali e collettive,
il tutto accompagnato da accanite campagne securitarie razziste e xenofobe.
Non si tratta solo del presidenzialismo, ma del passaggio dallo Stato di
diritto allo Stato di Polizia.
Quando la società italiana pulsava, quando la democrazia viveva della
partecipazione diretta dei cittadini, questo mutamento sarebbe potuto
avvenire solo con un “colpo di stato” —minaccia che è infatti gravata sul
nostro paese, dal Piano Solo del 1964, a quello della P2 di Licio Gelli
negli anni ’70-’80.
Oggigiorno, già disarticolate le istituzioni repubblicane, neutralizzate le
forze antagonistiche, trasformati i cittadini in tele-spettatori/consumatori
inebetiti, questo golpe può essere perpetrato in maniera incruenta, grazie
ad una competizione elettorale manipolata con ciniche strategie di marketing
dai padroni delle TV e dei mass media.
In questo contesto, davanti ad elezioni il cui risultato è già sancito in
anticipo, l’astensionismo di massa è la sola risposta che abbia valore etico
e senso politico.
Questa volta no, non ci “tureremo il naso”, non accetteremo il ricatto di
chi, dopo aver scelto il ruolo di comprimario e di complice di un crimine,
vorrebbe il nostro voto accreditandosi come innocente. Né riteniamo abbia
senso politico presentare liste alternative. Esse, oltre a non aver alcuna
possibilità di successo, svolgerebbero, loro malgrado, la funzione di
comparsa della messa in scena elettorale.
Chiamiamo quanti condividono quest’appello non solo a sottoscriverlo, non
solo a diffonderlo, ma ad attivarsi in una campagna astensionista di massa
allo scopo di contrastare la nascita di quella che chiamano “Terza
Repubblica”. Una campagna che sola può gettare le premesse per
un’opposizione politica futura, intransigente e a tutto campo, non solo
contro la svolta autoritaria e per salvare lo Stato di diritto, ma anche per
rilanciare la lotta per affermare i principi di eguaglianza sociale, libertà
politica e fratellanza umana, principi che restano i soli per costruire
un’alternativa di sistema.
Ci impegniamo altresì a convocare una grande assemblea unitaria nazionale
affinché l’opzione astensionista e antagonista abbia una dimensione di
massa.
Fonte: http://questavoltano.splinder.com/
Link
Vedi anche Non votateli
http://www.comedonchisciotte.org
Archivio ELEZIONI PORCATA
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