I capi di Stato e di governo della Ue hanno raggiunto un accordo
politico: le energie rinnovabili saranno obbligatorie entro il 2020.
Prodi: "Presto definizione di un piano di emergenza"
BRUXELLES - I capi di Stato e di governo
della Ue hanno raggiunto un accordo politico sull'insieme degli obiettivi
previsti nel piano di azione contro il cambiamento climatico. ''L'accordo e'
fatto'', hanno annunciato fonti europee, precisando che l'intesa riguarda
anche l'obiettivo vincolante sulle fonti rinnovabili. Su questo punto, che
prevede di portare la quota dei consumi energetici da fonti rinnovabili al
20% sul totale entro il 2020, i leader hanno concordato di chiedere alla
Commissione di presentare ''al piu' presto'' una proposta per la
ripartizione del target a livello nazionale, che sara' differenziata e
terra' conto dei mix energetici di ciascun paese. La Commissione si e'
impegnata a presentare le sue ipotesi nei prossimi mesi, entro l'anno.
Si e' appena concluso a Bruxelles il Consiglio europeo di primavera,
i 27 hanno superato le divisioni sull'obbligatorieta' dell'obiettivo che
punta a portare al 20% (contro il 7% attuale) la quota dei consumi europei
da fonti alternative sul totale consumato. Il compromesso individuato
prevede un target europeo da raggiungere con ''target differenziati'' paese
per paese, che dovranno tenere conto delle ''circostanze individuali, dei
punti di partenza e potenziali'' di ciascun Stato membro. La questione che
resta sul tavolo e' se imporre il voto all'unanimita' o a maggioranza
qualificata nell'adozione dei singoli piani. Se passasse il criterio dell'unanimita',
ciascun paese avrebbe diritto di veto e potrebbe compromettere l'efficacia e
la rapidita' dei processi decisionali.
Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, annuncia che
nei prossimi giorni riunirà' i ministri competenti in materia di energia per
definire un grande piano di emergenza al fine di contrastare i mutamenti
climatici in atto. Un piano che comunque non prevede assolutamente il
ricorso al nucleare. "L'obiettivo del 20% di energie rinnovabili entro il
2020 -ha affermato il presidente italiano- obbliga a cambiamenti radicali
della politica europea e della politica industriale dell'Italia". E "vi
sara' -ha proseguito Prodi- una mobilitazione straordinaria per la politica
delle energie rinnovabili, per una nuova politica industriale altrimenti
l'Italia restera' non solo fuori dai nuovi settori, ma avra' anche danni per
le conseguenze finanziarie". Complessivamente il premier ha avvertito che si
tratta ora "di riorganizzare tutto il sistema energetico italiano,bisogna
evitare che l'Italia si trovi impreparata coome è successo per Kyoto".
"Per l'Italia - ha detto Prodi - si apre una grande sfida nella
ricerca, nell'innovazione e nello sviluppo industriale: siamo
estremamente arretrati in questo settore e abbiamo perso anche alcuni
vantaggi relativi che avevamo sull'energia solare ed eolica". Perciò, ha
insistito Prodi, "dobbiamo fare un grande sforzo soprattutto per inserirci
sull'energia solare di ultimissima generazione, su cui l'Europa è leader, e
non è troppo tardi".
"E' necessario- ha aggiunto poi Prodi- armonizzare su
scala europea un sistema di aiuti pubblici" per sostenere lo sviluppo delle
fonti rinnovabili.
La Commissione Ue proporrà di trasformare in legislazione gli
obiettivi vincolanti decisi oggi dai capi di Stato e di governo
della Ue per combattere il cambiamento climatico. In particolare, alla
Commissione spetterà di definire, in accordo con i singoli Stati, il
contributo nazionale di ciascun paese al raggiungimento dell'obiettivo
vincolante sulle fonti rinnovabili. ''Proporremo una legislazione'', ha
detto il presidente della Ue Jose' Manuel Durao Barroso, annunciando che
l'esecutivo presentera' le sue proposte ''nel terzo trimestre dell'anno''.
L'utilizzo dello strumento legislativo - che sara' oggetto di nuovi
negoziati - consentirebbe alla Commissione di fare ricorso alla Corte di
giustizia europea contro uno Stato inadempiente.
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