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23/08/2006 Bonus Bebč Interpellanza dell'on Donatella Poretti(www.aduc.it)

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Interpellanza dell'on Donatella Poretti al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'Economia ed al Ministro di Giustizia

premesso che:
● la legge finanziaria per il 2006 ha riconosciuto un bonus di 1000 euro per tutti i cittadini italiani e comunitari nati nel 2005 e nel 2006;
● nel gennaio 2006 la Presidenza del Consiglio ha inviato ai nuovi nati una lettera invitandoli alla riscossione del bonus;
● questa lettera e' stata inviata, per errore, anche a bambini stranieri;
● i genitori dei bambini stranieri, espressamente invitati dal Presidente del Consiglio, hanno riscosso il bonus presso l'ufficio postale indicato nella lettera. Secondo stime non ufficiali, la lettera sarebbe stata inviata per errore a circa 600.000 nuovi nati stranieri, ed il bonus sarebbe stato riscosso da circa 3.000 famiglie straniere;
● con una nota del 21 aprile 2006 il Ministero dell'Economia ha comunicato le modalita' di restituzione del bonus erroneamente corrisposto;
● il 21 luglio 2006 il Consiglio dei Ministri ha annunciato un provvedimento con il quale il Ministero dell'Economia rinuncia a chiedere la restituzione dei bonus bebe' erroneamente incassati da cittadini extracomunitari;
● seppur tale provvedimento (finora solo annunciato) ponga fine alla questione delle restituzioni, condonando le somme, lascia aperto un problema ben piu' grave: le conseguenze penali della vicenda. Chi ha erroneamente ritirato il bonus, come ha fatto rilevare l'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) fin dallo scorso 26 luglio, sara' infatti perseguito per diversi reati che vanno, a seconda dell'interpretazione data dalle singole Procure della Repubblica, dall'appropriazione indebita, alla indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, alla falsita' ideologica – reato punito con la reclusione fino a due anni - e alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche – reato punito con la reclusione da uno a sei anni. Cio' comportera' esborsi ben piu' onerosi di mille euro per pagare le spese di giudizio ed il rischio di una pesante condanna penale;
● diverse Procure della Repubblica (Cuneo, Perugia, Rovigo, Verona, Varese, Treviso, Firenze) hanno gia' provveduto ad inviare gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari per questi reati, atto prodromico all'instaurazione di un processo penale;
● alle conseguenze penali dell'accaduto si aggiungono quelle relative alle condizioni di soggiorno in Italia. Infatti, l'esistenza di un procedimento penale a proprio carico per questo tipo di reato e' motivo ostativo al rilascio della carta di soggiorno, ed una eventuale condanna ne e' motivo di revoca. I “colpevoli” dunque non potranno mai piu' richiedere la carta di soggiorno, titolo decisamente piu' garantistico rispetto al permesso di soggiorno che deve essere rinnovato ogni anno ed e' sempre imprescindibilmente legato ad un contratto di lavoro;
● in buona sostanza, le conseguenze dell'errore della Presidenza del Consiglio rischiano di ricadere su chi, in buona fede, ha presentato un modulo sul quale era prestampata la autocertificazione di cittadinanza italiana. La buona fede di chi ha riscosso il bonus e' incontestabile, avallata dalla lettera ricevuta che ha indotto in errore i riceventi. Questi ultimi peraltro si sono recati all'ufficio postale muniti di documento di identita' - dal quale chiaramente si evince la cittadinanza: qualsiasi operatore di sportello avrebbe potuto (e dovuto) verificare la mancanza del requisito. Da un punto di vista generale, questo errore portera' all'instaurazione di circa 30.000 processi penali, che contribuiranno alla (gia' grave) congestione dei tribunali penali, pagati con i soldi dei contribuenti, esattamente come le 600.000 lettere inviate;

per sapere:
– in che modo il Governo intenda porre rimedio agli errori commessi dalla presidenza del Consiglio, tenuto conto della gravita' delle conseguenze penali della vicenda, che si ripercuoterebbero altresi' sulle modalita' del soggiorno in Italia;
– se sia intenzione del Governo adottare un provvedimento legislativo d'urgenza che escluda le conseguenze penali dell'accaduto, sia per i processi gia' terminati che per quelli in corso, e con quale tempistica.

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