I Dico non
entusiasmano né convincono la Chiesa italiana. E anche gli italiani
non li ritengono urgenti. Il dato emerge da un sondaggio
commissionato dalle Acli alla società Codres di Roma. I
particolari...
Le prime
reazioni dei vescovi. Il papa alla Colombia: difendere la famiglia
- Diritti
per i conviventi. Il Governo inventa i "Dico"
- Il
testo integrale del disegno di legge
I Dico non entusiasmano né convincono la Chiesa
italiana. Per tutta la giornata di ieri, si sono susseguite
dichiarazioni dello stesso segno, rafforzate anche dal monito del
papa all’ambasciatore colombiano presso la Santa Sede a difendere la
famiglia e la legge naturale. Tutte concordi nel ribadire – come
aveva fatto nel primo pomeriggio l’agenzia Sir della Cei - che la
famiglia è una e che il disegno di legge rischia di essere una
minaccia. Unica voce fuori dal coro, quella del vescovo emerito di
Ivrea, Luigi Bettazzi, che considera il ddl “una soluzione che va
incontro a delle esigenze senza creare i pericoli che si temevano
per famiglia naturale”. “Credo che se da una parte c'erano delle
spinte ad un rigoroso riconoscimento assoluto, – ha proseguito il
presule in un’intervista al Tg1 - dall'altra c’erano però dei timori
spinti all'eccesso”.
Mentre continua il dibattito, arriva tuttavia un dato molto
significativo di un sondaggio commissionato dalle Acli alla società
Codres di Roma, da cui emerge che solo il 6% degli italiani riteneva
urgente un provvedimento in tema di unioni di fatto. Realizzato nei
giorni scorsi, il 7 e l'8 febbraio, su un campione di circa 1000
intervistati rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne,
l’indagine fotografa ben altre priorità segnalate dai cittadini:
correggere gli squilibri del sistema pensionistico (41%); fare delle
leggi per risolvere i problemi della sanità (39%); dare un sostegno
ai lavoratori precari (39%); ridurre gli sprechi nella pubblica
amministrazione (24%); fare una politica a sostegno della famiglia
(24%); completare il processo di liberalizzazione dei servizi per
tutelare i consumatori (11%). Nel merito della questione,
interrogati sulla disponibilità a riconoscere diritti alle
convivenze, il 37% degli italiani, la maggioranza relativa, ritiene
se ne debbano concedere “solo alcuni, perché queste coppie non
possono essere equiparate alle coppie sposate”. Percentuali
pressoché simili, invece, tra i favorevoli alla concessione di
“tutti i diritti delle coppie sposate” (31%) e quelli nettamente
contrari – “nessun diritto” - perché “contrari comunque ad una legge
sulle coppie di fatto” (28%).
Sull'opportunità, inoltre, di riconoscere i diritti al singolo
convivente piuttosto che alla coppia, quasi la metà degli italiani
(45%) si dice d'accordo sulla proposta di diritti individuali.
Un'altra metà dei cittadini (49%) non condivide questa posizione o
perché contraria in toto al riconoscimento giuridico delle coppie di
fatto (11%) o perché favorevole a questo riconoscimento (21%) o,
infine, perché non ha un'opinione chiara sull'argomento (16%).
Quanto alle vere necessità delle famiglie, gli italiani sembrano
avere le idee chiare: “agevolazioni fiscali” (44%) e “servizi per
gli anziani” (42%), mentre a seguire trovano posto “orari di lavoro
che vengano incontro alle esigenze familiari” (32%) e l’“aumento gli
assegni familiari” (31%).
“La fretta con cui è stata chiesta e quasi pretesa questa legge
-afferma Andrea Olivero, presidente delle Acli - è parsa una
forzatura ideologica. Nessuno ha saputo spiegare perchè questa legge
andava fatta entro febbraio, prima ancora si diceva entro gennaio, o
entro dicembre. Tanto più che un testo legislativo non sembrava
strettamente necessario. La maggioranza dei diritti richiesti era
sostanzialmente esigibile sul piano del diritto privato. Si è voluto
partire dalla coda del fare a tutti i costi una legge piuttosto che
dalla testa, con l'analisi delle ingiustizie da correggere o dei
diritti in più eventualmente da concedere”. E ancora: “Se la
famiglia è al centro dell'azione di governo, pretendiamo che
contemporaneamente ad un disegno di legge in materia di evoluzione
dei diritti delle persone che convivono, ne venga presentato uno di
evoluzione dei diritti giuridici della famiglia. Perchè anche e
soprattutto la famiglia ha bisogno di nuovi e migliori sostegni
giuridici, che la promuovano oltre il campo delle esigenze
economiche”. Le proposte da cui partire? L’introduzione del
quoziente familiare nel regime fiscale e l’utilizzo dei soldi
derivanti dalle maggiori entrate fiscali a sostegno delle politiche
per la famiglia.
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