Continua a diminuire il matrimonio tra i giovani
mentre è in rapida ascesa il fenomeno delle convivenze. I dati Istat
contestualizzano molto bene il dibattito sui Dico e anche le
preoccupazioni della Chiesa.
Continua a
diminuire il matrimonio tra i giovani mentre è in rapida ascesa il
fenomeno delle convivenze: sulla base dei dati rilevati presso gli
uffici di Stato civile dei Comuni italiani, nel 2005 sono stati
celebrati poco più di 250mila matrimoni. Un numero in diminuzione dal
1972, anno in cui si sono registrate poco meno di 419mila nozze, ad
eccezione di un lieve recupero nei primi anni '90. Lo sottolinea l’Istat
che ha diffuso i risultati delle rilevazioni sui matrimoni celebrati in
Italia, aggiornati al 2004-2005. Questo fenomeno, spiega l’Istat, va
interpretato nel quadro più generale delle trasformazioni dei
comportamenti familiari: sono sempre più numerose le coppie, ormai oltre
500mila, che scelgono di formare una famiglia fuori dal matrimonio.
La conferma di questo mutato atteggiamento arriva anche dalle
informazioni sulle nascite rilevate dall’Istat, che consentono di
monitorare quella che si può definire la ‘punta dell’iceberg’ del
fenomeno delle libere unioni, ovvero la frequenza delle coppie di fatto
con figli. L’incidenza di bambini nati al di fuori del matrimonio è,
attualmente, intorno al 15%, cioè quasi 80 mila nati all’anno, quasi il
doppio rispetto a dieci anni fa, quando questo valore era pari all’8%.
Insieme alla diminuzione dei matrimoni si è rafforzata la tendenza alla
posticipazione delle nozze verso età più mature. Attualmente, gli sposi
alle prime nozze hanno un’età media che è intorno 32 anni e le spose
quasi 30 anni, 4 anni in più dell’età che avevano in media i loro
genitori al primo matrimonio. Inoltre, dallo scorso decennio la tendenza
a rinviare le prime nozze si è ulteriormente accentuata. Agli inizi
degli anni ‘90 la maggioranza dei trentacinquenni era sposata, solo il
17% era ancora celibe o nubile; oggi questa percentuale è salita al 30%.
La tendenza alla diminuzione dei matrimoni e alla posticipazione delle
nozze è diffusa in tutto il paese, anche se il fenomeno della nuzialità
presenta delle importanti differenze territoriali. Ci si sposa più al
Sud e nelle Isole (rispettivamente 4,9 e 4,6 matrimoni per 1.000
abitanti nel 2005) che al Nord (3,8 per 1.000 abitanti). Le regioni dove
si registra il massimo e il minimo dei matrimoni sono rispettivamente la
Campania (5,3 nozze per 1.000 abitanti) e l’Emilia-Romagna (3,5).
Laddove i matrimoni sono più frequenti, inoltre, l’età media degli sposi
diminuisce: le ragazze campane hanno in media 27,9 anni alle prime
nozze, mentre in molte regioni del Nord l’età media delle spose al primo
matrimonio supera i 30 anni. Anche il numero di separazioni e di divorzi
è in costante aumento: gli ultimi dati riferiti al 2004 indicano oltre
80 mila separazioni l’anno e oltre 45 mila divorzi. Il numero medio di
divorzi per 100 matrimoni è nel nostro paese pari a circa 15. A questo
fenomeno è collegato l’aumento dei secondi matrimoni (o successivi) che
si riscontra nell'ultimo decennio. Attualmente in quasi il 10% delle
nozze almeno uno degli sposi è alla sua seconda esperienza. I secondi
matrimoni sono più diffusi nelle regioni del Nord e del Centro, rispetto
al Sud e alle Isole.
Le percentuali più elevate si registrano nell’ordine in Valle d'Aosta
(23,8), Liguria (21,1), Friuli-Venezia Giulia (19,5), Piemonte (17,8),
Emilia-Romagna (17,5), Toscana (17,0). All’opposto si collocano la
Calabria (5,2), la Campania (5,9) e la Basilicata (6,1). Gli uomini al
secondo matrimonio hanno in media 47 anni se sono divorziati e 58 se
sono vedovi. Le donne, invece, si risposano mediamente a 41 anni se
divorziate, o a 47 anni se sono vedove. La tipologia più frequente tra i
secondi matrimoni è quella in cui lo sposo è divorziato e la sposa è
nubile (il 4,2% dei matrimoni celebrati nel 2004), segue il caso opposto
in cui è la sposa ad essere divorziata e lo sposo è celibe (3,4%). Quasi
la totalità di questi matrimoni sono celebrati con il solo rito civile,
ad eccezione dei rari casi in cui oltre all’annullamento degli effetti
civili del matrimonio si è avuto anche l'annullamento religioso.
Archivio DICO
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