Il Direttore Generale della Rai, Claudio Cappon, "incontrera' nei prossimi giorni" il direttore di RaiDue, Antonio Marano, e il conduttore Michele Santoro "per valutare la situazione del programma 'Anno Zero' in relazione ai principi di imparzialita' e completezza dell'informazione nel Servizio pubblico ed alla necessita' che tutti i suoi protagonisti si attengano ai precisi obblighi contrattuali nella rappresentazione di posizioni personali". Lo comunica la Direzione Generale della Rai.
Santoro: La Rai è servizio per il pubblico non per i partiti
"Riteniamo di essere stati corretti, di aver fatto il nostro
mestiere nella maniera più giusta: ognuno può avere la sua idea di servizio
pubblico, per me è servizio per il pubblico e non per i partiti".E' la replica
di Michele Santori alla critiche alla sua puntata di ieri sera di "Anno Zero".
Mentre all'estero ci sono programmi in cui il pubblico
sottopone i politici a "fuoco di fila" - sostiene Santoro- "in Italia i politici
continuano a pretendere che si osservino solo le loro necessità di
comunicazione".
Mastella: Quello che è successo in Rai apre una questione politica
Quello andato in onda ieri sera su Raidue non è servizio
pubblico, per questo vertici aziendali e commissione di Vigilanza devono
intervenire. All'indomani dello scontro con Michele Santoro, culminato
nell'abbandono dello studio di 'Annozero', Clemente Mastella si sfoga parlando
ai microfoni del Tg5 e del Tg2, e annunciando battaglia: "la Rai ha il dovere di
riflettere su che cosa è servizio pubblico e noi su questo apriremo una
questione politica forte".
Per il Guardasigilli, il programma di Santoro "non è servizio
pubblico. La faziosità - spiega davanti alle telecamere del Tg dell'ammiraglia
Mediaset - non appartiene al servizio pubblico. Ognuno può avere opinioni, io ho
espresso la mia, un'opinione di grande attenzione e rispetto, ma questo modo
verbalmente provocatorio, questo atteggiamento che non partiva dal
riconoscimento dei diritti ma da una forma di anticlericalismo, che se la
prendeva con la Chiesa, che fa il suo dovere etico e morale prescindendo da ogni
altro aspetto, francamente è una cosa che non è né pedagogicamente intrigante e
interessante, né può passare sotto silenzio".
Il leader dell'Udeur rincara la dose parlando al telegiornale della seconda
rete, facendo riferimento a una "forma faziosa, partigiana inaccettabile. La Rai
deve porsi il problema di che cosa significa fare servizio pubblico in termini
anche pedagogici. Peraltro, in prima serata mandare quelle immagini credo sia ai
limiti della correttezza e dell'etica professionale. E' un problema che pongo al
direttore generale e al presidente della Rai che devono intervenire e alla
commissione parlamentare". Non solo, ribadisce il ministro, l'incidente di ieri
apre anche "una questione politica". Soprattutto, è la stilettata verso Santoro,
"prendersela con la politica quando uno guadagna quasi un milione di euro
all'anno francamente è una cosa disonesta moralmente".
«La cosa di cui davvero non se ne può più è l'arroganza di
questi politici che se ne vanno senza nemmeno ascoltare che cosa gli altri
stanno dicendo. Non me ne frega niente. Cacciatemi! Questi signori devono
abituarsi e accettare di confrontarsi anche con chi ha idee diverse e, comunque,
starli a sentire». Moltissime persone godono grazie alla tv.
La brava gente che gode dei bambini nudi, quella più normale che passa le serate
con i film porno-censurati sulle reti minori, e chi si diverte con le video-line
dove desnude telefoniste rallegrano i mariti mentre le mogli dormono. C'è di
tutto per tutti. Io ieri sera ho goduto con Michele Santoro.Ognuno ha i suoi
gusti.
E' stato bello, e' durato anche tanto, due ore. Vista l'età non è poco no? Due
ore di orgasmica libertà alla faccia di una televisione ostaggio di tutti. Della
chiesa, del governo, dei partiti. Immagini di omosessuali per le strade di Roma,
omosessuali che si baciano, omosessuali che ballano. Forse mai prima d'ora in tv
si era visto così tanto. Arriva anche Marco Travaglio, che tira fuori un
editoriale dei suoi che non lascia spazio ai commenti nè alla concessa replica
telefonica di Andreotti, il quale aveva di recente accostato l’omosessualità
alla pedofilia tirando in ballo pure l’inferno.
In una lettera Travaglio gli ricorda che la stessa chiesa sull’argomento forse
avrebbe qualcosina da dire e arrivando a citare Dante Alighieri. Lustrato per
bene. In studio Mastella recita la poesia intitolata "La mia chiesa", quella di
Madre Teresa di Calcutta, dei missionari, dei martiri. Ma c'è anche un'altra
chiesa però, perchè non parlarne? Si agita, da sfogo ai suoi tic nervosi, quasi
si commuove. La sua chiesa è diversa, come la sua banca. La sua chiesa non è
quella descritta "in maniera filosofeggiante" da Marco Travaglio (balla:
Travaglio parla solo di fatti, niente filosofia o opinione). Il reportage dal
gay pride del 2000 continua, e io mando mille messaggi per avvertire tutti dello
spettacolo che va in onda su Rai Due.
Sono eccitato, come sull'hot-line. Chiamo i miei amici deviati: avete visto che
roba? Era ora! Penso: per un pò di anni non si vedranno più queste cose. Il Papa
e i sette Santi saranno furiosi. La trasmissione sta per finire, e interviene un
giovane deviato. Ventun'anni, così giovane. In Veneto direbbero "E si che gl'iera
anca un buon toso". Così giovane e già malato. E'un gay! E' calmo, rilassato. Si
rivolge con rispetto e modo al ministro Mastella da Calcutta, gli chiede in base
a quale diritto e perchè la famiglia omosessuale è diversa da quella
eterosesuale.
Mastella dice che la sua domanda è oziosa e che il suo tono è saccente. Nessuno
si può rivolgere così ad un ceppalonico. Lui è un ministro della Repubblica.
L'altro un malato. Mastellum in terram dice che è il diritto naturale. Santoro
chiede "Quindi Spagna, Portogallo, Inghilterra, Svezia, Germania ecc. sono tutti
deviati?". «Non posso apparire come un cretino, non posso essere processato da
lei qua». No? Perchè? Santoro è un giornalista che fa le domande, l'altro un
ragazzo che vuole delle risposte e lui è un uomo pubblico. Un ministro della
Repubblica (ma come siamo messi?).
Se va in tv deve aspettarsi che le sue parole vengano messe in discussione. E'
il giornalismo, è la democrazia. E' chiaro che ormai questi piccoli uomini si
sono talmente abituati ai copioni e alle domande "pre-viste" che hanno paura
degli agguati. Va in onda la pubblicità. Si rientra in studio e già Mastella ha
studiato il colpo.
Appena Vauro apre bocca "Sapevo che era uno studio di comunisti, ora vedo che
siete pure froci..." il chierico Udeur si alza e va via. E non lo ringrazierò
mai abbastanza: grazie alla sua uscita Santoro pronuncia le parole che metà
degli italiani avrebbe voluto urlare. E' stata una grande serata di libertà, mi
sono ubriacato di essa, ho ecceduto, come Belluca ne "Il treno ha fischiato".
Adesso tornerò alla quotidianetà, censurata e controllata. Ma ogni tanto avrò
bisogno di evadere. Spero che il giovedì Anno Zero continui a farmi viaggiare.
Benny Calasanzio
P.S. Nel Radio Giornale che conduco sulla Radio Universitaria "Radio Bue" oggi
ho dato questa notizia. Spero nessuno si alzi e se ne vada:
"Caro Benny, sono il vocabolario di italiano De Mauro. Ti scrivo dopo aver
visto per l'ennesima volta un politico italiano, Mastella di Calcutta ad Anno
Zero, criticare ed aggettivare le domande che gli venivano poste. Io definisco
la domanda come: frase, discorso con cui si esprime la volontà di sapere
qualcosa. Non ci sono domande faziose, scorrette o sconvenienti. Ci sono solo
domande. Fare domande non ha mai fatto male a nessuno, nascondere le risposte
qualche volta si"
Archivio PACS e DICO
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