Sono arrivate quando già su piazza Farnese era tramontato il
sole e la manifestazione volgeva verso il suo finale musicale le "perplessità"
di Romano Prodi sulla presenza di Barbara Pollastrini, Alfonso Pecoraro Scanio e
Paolo Ferrero sul palco della kermesse romana in favore delle unioni civili. Un
richiamo forse inatteso quello del premier perchè, al contrario della marcia
contro la base Usa di Vicenza, Prodi stavolta non aveva esplicitamente
sconsigliato ai ministri di scendere in piazza accanto ai movimenti omosessuali
e, d'altra parte, alcuni rappresentanti del governo già nei giorni scorsi
avevano annunciato la loro presenza.
Scelta che, in ogni caso, una volta a piazza Farnese i tre
hanno difeso a spada tratta. "Sono il ministro per le Pari opportunità", ha
infatti sottolineato la Ds Pollastrini, "ed è giusto che io sia qui come in
tutti quei posti dove si lotta per i diritti. Sarebbe stato strano se la
ministra dei Diritti e delle pari opportunità non fosse stata qui". Anche per il
comunista Ferrero è "giusto che i ministri accettino di farsi fare delle domande
dalla società civile. Il fatto che avvenga in una manifestazione di questo
genere piuttosto che in un convegno a porte chiuse non fa differenza: loro hanno
diritto a chiederci delle cose e noi il dovere di rispondere". "Essere qui a
sostegno di una proposta che il governo ha fatto per allargare i diritti è una
cosa di grande civiltà", ha ricordato infine il verde Pecoraro Scanio.
A metà pomeriggio a Campo de' Fiori si cammina senza difficoltà, la folla è
tutta raccolta nel largo attiguo, quello che ospita l'ambasciata di Francia: da
tutta Italia arrivano gay e lesbiche, anziani e bambini, coppie di fatto e
sposate, tanti gli striscioni (in massa quelli contro la Chiesa e Papa Ratzinger),
bandiere arcobaleno e vessilli delle diverse associazioni partecipanti. In
piazza "saremo almeno 50 mila", avevano vaticinato gli organizzatori della
'festa per le libertà civili', "siamo quasi 100 mila", annunciavano oggi con
enfasi dal palco: "circa 15 mila persone", diranno poi le forze dell'ordine,
riportando la manifestazione a dimensioni certamente più realistiche. Sul palco,
il giornalista Pier Luigi Diaco alterna storie e racconti di chi vive i problemi
che il ddl Bindi-Pollastrini vorrebbe risolvere, ai ragionamenti di parlamentari
e politici.
Arrivano i vice-presidenti di Camera e Senato Leoni e Angius, il sottosegretario
alla Giustizia Manconi, quello alla Famiglia Acciarini, la ds Sereni, numerosi i
comunisti con Giordano, Luxuria, Rizzo, Russo Spena e Migliore, fa un salto
Boselli (Sdi), immancabili i radicali Pannella, Cappato e Bernardini. Ma fanno
capolino anche i Riformatori liberali Della Vedova e Taradash. Chi ha criticato
l'evento, chi non ha appoggiato i Dico o chi ha annunciato di contro la propria
presenza al Family Day cattolico si becca sonori fischi dalla piazza: così per
Andreotti, idem per Mastella. Il ministro Udeur incassa, ma da Cortina risponde
con "il pernacchio inventato dai sanniti" e minaccia: "Ho sempre detto che il
Governo non sarebbe caduto sui Dico, ma oggi ho le mie perplessità".
Dure critiche dalla Cdl. Se il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi parla
di un "pauroso regresso culturale e politico" nel centro sinistra", per il
leader della Lega Bossi è "un errore costruire una famiglia parallela" e i Dico
"finiscono per portare via i diritti alla famiglia tradizionale". Per l'azzurro
Schifani la kermesse dà una "fotografia impietosa di un Governo deflagrato",
mentre per Mussolini (As) si tratta di "una vera e propria offensiva contro la
famiglia".
Chi dagli omosessuali, chi dai cattolici: il governo è dunque diviso? "Il
problema è trovare il punto di incontro anche fra posizioni diverse",
filosofeggia Ferrero, "Nella coalizione non c'è nessuna polemica, solo diversi
punti di vista", rassicura Pollastrini per la quale, del resto, l'importante è
il messaggio che arriva dal palco, che c'è "qualcosa che può unire ed è l'amore
e il rispetto per le persone".
Unione: Manifestazione positiva per l'approvazione dei Dico
"Questa manifestazione serve a sollecitare il Parlamento per
varare una legge sui diritti delle persone che convivono".Così la Sereni (Ulivo)
valuta positivamente la manifestazione sui Dico e si dice ottimista sul ddl del
governo. Per Boselli (Sdi) i diritti per le coppie di fatto sono "un principio
fondamentale anche per l'Italia. Sarà battaglia dura,ma ho fiducia".Giordano(Prc):
difendere "il principio di laicità", giacché "non possiamo essere un Paese a
sovranità limitata". Palermi (VerdiPdci): "No alla crociata indecorosa".
Attesi 50mila partecipanti alla manifestazione nazionale a favore dei Dico
Piazza Farnese ore 18: tutti pronti per quello che già
chiamano il 'grande trillo''. I partecipanti alla manifestazione nazionale a
favore dei Dico faranno squillare a quell' ora, puntuali, sveglie e telefonini
per "svegliare la politica italiana". Gli organizzatori aspettano almeno tante
persone quante furono quelle che lo scorso anno parteciparono all' iniziativa
"tutti in Pacs": circa 50.00 mila che strabordarono da Piazza Farnese verso l'
adiacente Campo dei Fiori.
Due piazze significative e piene di simboli: l' ambasciata di
Francia, patria dei Pacs, e la statua di Giordano Bruno, un monumento caro ai
laici. Ma il "grande trillo" (una sveglia in azione è anche il logo della
manifestazione) non risuonerà solo a Roma: sono già previsti "punti trillo" in
altre città, come Torino e Padova, mentre il circuito di Radio popolare network
trasmetterà lo squillo via etere. A parte questo elemento di visibilità, anzi di
udibilità, la manifestazione di domani non lascerà molto altro spazio agli
aspetti spettacolari. Il cuore dell' appuntamento romano sarà infatti il
confronto ed il dibattito, a cominciare con gli esponenti del governo "amico"
(attesi Pecoraro Scanio, Ferrero e Pollastrini) anche se non mancheranno
esponenti del centrodestra, come Chiara Moroni o Benedetto Della Vedova.
E di centrodestra sono anche i manifestanti di Gaylib che, hanno annunciato,
saranno domani in piazza. "Essere gay non significa essere di sinistra", dicono
affermando di lanciare così "una sfida al centrodestra per una concreta apertura
ai diritti civili". Alle 16:30, quindi, la manifestazione entrerà nel vivo con
gli interventi di Alessandro Zan, coordinatore nazionale della manifestazione
"Diritti ora", e Sergio Lo Giudice presidente nazionale di Arcigay. "E' in gioco
- spiega Lo Giudice - l'identità culturale dell'Italia: rimanere un paese
ancorato a un tradizionalismo che esclude, o volare verso una modernità civile,
fondata sul riconoscimento dei diritti delle persone".
Quindi il confronto con le istituzioni, protagonisti del quale saranno proprio
le coppie di fatto che, assicurano gli organizzatori, porteranno testimonianze
personali e soprattutto porranno questioni concrete alle quali spetterà a
ministri e parlamentari rispondere. Problemi che il mondo della politica
dovrebbe conoscere bene, dice Franco Grillini, deputato Ds e presidente onorario
di Arcigay, il quale ha stimato che "almeno il 10 per cento" dei parlamentari
italiani è gay. "E si va ben oltre - aggiunge - se si considerano anche i
bisessuali". Dopo il "grande trillo", invece, sarà affidata a Dario Fo e Franca
Rame ed al nutrito gruppo di artisti invitati la parte serale della
manifestazione prima del concerto finale nel quale, insieme a gruppi emergenti,
spiccano i nomi di vecchie glorie come Eugenio Finardi e del vincitore del
Festival di Sanremo Simone Cristicchi.
Polemiche sulla presenza dei ministri alla manifestazione a sostegno dei
Dico
Numerosi esponenti del governo andranno in piazza a Roma a
sostegno del ddl sulle unioni di fatto, altri, invece, saranno alla
manifestazione in difesa della famiglia. Soffia il vento della polemica sulle
scelte dei ministri Paolo Ferrero, Alfonso Pecoraro Scanio, Barbara Pollastrini
che sabato saranno a Piazza Farnese. Il Presidente della Camera, Fausto
Bertinotti, proprio non puo'. "Questa volta io sto in Germania...", dice da
Berlino.
Mentre sul percorso in Parlamento della legge il Presidente
del Senato, Franco Marini, confida sulla capacita' di Cesare Salvi per un ampio
accordo. La seconda carica dello Stato considera "uno sforzo serio" quello
compiuto dai ministri Rosy Bindi e Barbara Pollastrini, ma per un raccordo ampio
Marini dichiara di confidare soprattutto sul lavoro del presidente della
commissione Giustizia. "Salvi mi ha detto -confida Marini- che ha un'ambizione:
poiche' accanto a quella del governo ci sono altre proposte di legge, vuole
trovare un accordo largo. Ed io non cancello questa aspirazione del presidente
Salvi".
Il vicepremier Francesco Rutelli afferma: "Garantire il lavoro non precario e le
famiglie a basso reddito" vengono certamente "prima il provvedimento sui Dico,
altrimenti direi una bugia. Il provvedimento rientra comunque nel programma di
governo ma la priorita' economica e sociale e' garantire il potere di acquisto
delle famiglie o un lavoro non precario per i giovani pur nella consapevolezza
che i Dico sono un tema che e' giusto che sia regolato e per questo il
Parlamento lo affrontera' e mi auguro con equilibrio". Il segretario dei Ds,
Piero Fassino, dice che quella di piazza Farnese e' una manifestazione giusta.
"Io non andro' perche' sono impegnato in impegni congressuali in Emilia. Ci
saranno esponenti e rappresentanti del nostro partito. I Ds hanno aderito alla
manifestazione e credo sia una manifestazione giusta perche' rivendica il
riconoscimento de diritti individuali delle persone, il pieno rispetto delle
scelte di vita".
Mentre soffiano forti i venti delle polemiche sull'abbandono degli studi di
"Anno zero" del ministro Clemente Mastella, Vladimir Luxuria attacca la
senatrice teodem Paola Binetti sostenendo che "se la Binetti votera' contro il
ddl di questo governo io credo che il partito della Margherita dovra' espellerla
cosi' come Rifondazione ha fatto con il senatore Turigliatto quando ha votato
contro la politica estera di Massimo D'Alema". Invito che non piace al
responsabile informazione della Margherita, Renzo Lusetti, che invita Luxuria,
"diventata monotematica oltre che spesso inopportuna", a evitare di dare
"lezioni di etica e medicina alla senatrice Binetti".
Rosy Bindi: I ministri non devono partecipare alle manifestazioni
Rosy Bindi annuncia che non andra' alla manifestazione sui
Dico 'perche' credo che i ministri non debbano andare alle manifestazioni.
'Penso che farlo sia un lusso che non ci possiamo permettere', dichiara il
ministro per le Politiche della famiglia.
Il ministro ha spiegato che la sua decisione non deriva dal
fatto che ''andando alle manifestazioni ci si contamini, ma perche' a noi
ministri spetta ascoltare le istanze di tutte le manifestazioni, stando nel
nostro posto istituzionale''.
Forza Italia attacca la manifestazione di domani sui Dico
"La manifestazione sui Dico, programmata per domani, non e'
appannaggio di una partecipazione democratica, ma e' soltanto una pericolosa
operazione mediatica che evidenzia un paradosso: la famiglia, regolarmente
basata sul matrimonio, delicato microcosmo di una proiezione piu' ampia che e'
la societa', subisce un attacco alle sue radici".
Lo dice il coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia,
Angelino Alfano, che aggiunge: "I diritti da garantire ai conviventi possono
anche essere contemplati dal nostro Codice civile, ma resterebbero, comunque,
cosa ben diversa dal matrimonio e dal riconoscimento giuridico alle coppie
omosessuali".
Archivio PACS e DICO
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