L’argomento all’ordine del giorno del prossimo
Consiglio episcopale permanente che si aprirà lunedì con la prolusione
del nuovo presidente Bagnasco. E il Forum delle Famiglie precisa:
“Nessuna ambiguità, in piazza San Giovanni i contrari ai Dico”.
E dunque ci sarà.
La “parola meditata, ufficiale e impegnativa” arriverà, e sarà
verosimilmente “chiarificatrice per tutti”. Lo aveva annunciato a suo
tempo l’allora presidente della Conferenza Episcopale Italiana Camillo
Ruini, lo ha confermato ieri un comunicato della Cei che ha reso noto
l’ordine del giorno del Consiglio episcopale permanente che si riunirà a
Roma dal 26 al 29 marzo prossimi. Fra gli argomenti in discussione anche
la “Nota pastorale a riguardo della famiglia fondata sul matrimonio e
delle unioni di fatto”, primo banco di prova che vede impegnato il nuovo
presidente mons. Angelo Bagnasco, che aprirà i lavori del Consiglio con
la consueta prolusione, fatta oggetto negli anni di presidenza Ruini di
una straordinaria attenzione mediatica.
C’è attesa per comprendere quale sarà il taglio della Nota, gli
argomenti che affronterà e le modalità di approccio che vi si potranno
ritrovare. Riguardo ai contenuti, appare naturale che si porrà in linea
con i più recenti documenti emessi dalla Santa Sede in materia di
impegno dei cristiani in politica e di riconoscimento legale delle
unioni omosessuali. I punti di riferimento dovrebbero dunque essere la
“Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il
comportamento dei cattolici nella vita politica”, pubblicata il 22
novembre 2002, e le “Considerazioni circa i progetti di riconoscimento
legale delle persone omosessuali”, documento datato 3 giugno 2003. Sono
entrambi testi licenziati dalla Congregazione per la Dottrina della
Fede, all’epoca guidata dal cardinale Joseph Ratzinger: in essi si
ricorda che la coscienza cristiana ben formata non permette ai cattolici
che siedono in Parlamento di portare avanti progetti di legge che vadano
contro i contenuti della fede.
Il pronunciamento della Cei rappresenterà senza dubbio un punto di
riferimento per il variegato mondo dell’associazionismo cattolico che si
è espresso nei giorni scorsi con il Manifesto “Si
alla famiglia” e l’annuncio della manifestazione prevista per il
prossimo 12 maggio in piazza San Giovanni a Roma. Le parole d’ordine
scelte dalla ventina di organizzazioni che hanno aderito immediatamente
al Manifesto sono tutte volte al positivo, con la sottolineatura del
ruolo essenziale volto dalla famiglia fondata sul matrimonio. E di
fronte a quelle adesioni giunte – in modo serio o in modo provocatorio -
da esponenti di associazioni e di partiti politici che appoggiano il
disegno di legge sui Dico, è durato solo 24 ore l’atteggiamento
conciliante e attendista del Forum delle Associazioni Familiari,
principale organizzatore dell’appuntamento di metà maggio: “Credevamo di
aver spiegato tanto chiaramente, sotto il profilo culturale, sociale e
antropologico, la nostra bocciatura del disegno di legge governativo sui
cosiddetti Dico, che ci sembrava inopportuna una ulteriore
puntualizzazione. Ma il ripetersi di interpretazioni segnate
dall’ambiguità e che spingerebbero, addirittura, i sostenitori dei Dico
a venire in Piazza San Giovanni il 12 maggio, ci vediamo costretti a
intervenire”, ha affermato ieri il presidente Giovanni Giacobbe.
“E’ evidente - spiega in una nota - che basta una lettura attenta del
Manifesto per cogliere la nostra contrarietà ai Dico. Noi non li abbiamo
mai nominati perché il tema è affidato alla valutazione parlamentare e
può darsi che per il 12 maggio, abbiano già cambiato nome. Quello che
pensiamo è contenuto nel quarto paragrafo del nostro Manifesto e non
lascia dubbi: smontiamo alla radice il ddl Bindi-Pollastrini sotto il
profilo antropologico e giuridico, facendo appello al dettato
costituzionale e alla famiglia fondata sul matrimonio. Non è comunque
attraverso il riconoscimento pubblico delle convivenze - conclude
Giacobbe - che si può e si deve rispondere ai bisogni delle persone
conviventi. Per soddisfare quei bisogni sono sufficienti la libertà
contrattuale e alcuni interventi sul Codice civile”. Ad ognuno la sua
piazza dunque: se a piazza Farnese si inneggiava ai Dico, a piazza San
Giovanni sarà tutta un’altra musica.
La prossima settimana, in occasione del loro Consiglio permanente, i
vescovi italiani saranno chiamati ad esaminare anche la bozza della
"nota pastorale" dopo il Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona e il
Repertorio nazionale di canti per la Liturgia. Ci sarà una riflessione
anche sui cambiamenti in atto nell'ambito dei pellegrinaggi e del
turismo religioso e sul ruolo dei santuari. Tra gli argomenti figurano
anche l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole e la
pubblicazione dei nuovi Lezionari. Al Consiglio Permanente sarà deciso
anche l'ordine del giorno della 57esima Assemblea Generale dell'
Episcopato Italiano, che si terrà nel mese di maggio. Infine sarà deciso
l'ammontare del contributo da assegnare ai Tribunali ecclesiastici
regionali per l'anno in corso e saranno approvati gli statuti e
regolamenti di alcune associazioni ecclesiali in vista della loro
ammissione nella Consulta Nazionale dell'Apostolato dei Laici.
Archivio PACS e DICO
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