“Sono spaventato
dalla prospettiva di utilizzo dell’acqua come veicolo di farmaci. I fluoruri
sono corrosivi veleni che produrranno seri effetti a lungo termine. Ogni
tentativo di utilizzare l’acqua a questo scopo è deplorevole.” - Dr. Charles
Gordon Heyd, ex Presidente della American Medical Association. [1]
Asserzioni forti come questa sono solo un esempio di quanto numerosi ed
autorevoli ricercatori, odontoiatri, associazioni mediche, sostengono da tempo
contro la controversa pratica della fluorizzazione delle acque ad uso domestico.
Il fluoro è un alogeno (come il cloro), ed è il più elettronegativo degli
elementi, reagisce perciò facilmente con la maggior parte di essi; è un gas
biatomico tossico, corrosivo e di odore penetrante. Si trova in natura nei
minerali fluorite, criolite e apatite; inoltre, sotto forma di fluoruri, si
trova nelle acque, negli organismi vegetali, e nello scheletro e nei denti degli
animali [2]. E’ alla base di gas nervini come il Soman ed il Sarin.
Dal 1945, quando venne sperimentata l’addizione di fluoro nelle acque potabili
di Newburgh (stato di New York) [3], si è progressivamente diffusa questa
pratica il cui scopo dichiarato è quello di prevenzione delle carie nella
popolazione. Oggi è praticata in numerosi Paesi, tra cui USA, Australia ed
alcune zone in Gran Bretagna. E’ proibita in Belgio, Danimarca, Olanda e
Francia, in Spagna e Germania ogni decisione è rimessa alle autorità locali, in
Italia non esiste una legge specifica a riguardo. [4]
Queste poche informazioni già permettono di capire quanto si tratti di una
questione complessa, e interessante a quanto pare. Cerchiamo di capire meglio.
Il beneficio della fluoroprofilassi, ossia dell’uso di dentifrici contenenti
fluoruri (tipicamente fluoruro di sodio, monofluorofosfato di sodio o fluoruro
stannoso) o nel caso dei bambini nell’assunzione di fluoro via tavolette o
gocce, consistono essenzialmente nella formazione di uno smalto più resistente
agli attacchi acidi demineralizzanti. Ma la distinzione tra uso locale, come nel
caso dei dentifrici (purché non ingeriti!), ed uso sistemico, come nel caso
delle tavolette o dell’acqua “fluorizzata” non è banale. L’assorbimento
complessivo è infatti ben diverso nei due casi. Perché un eccessivo assorbimento
di fluoro è tanto dannoso da spingere Belgio ed India a bandire non solo la
fluorizzazione delle acque, ma anche chewing-gum , compresse e gocce?
Perché esso provoca fluorosi, che si manifesta con denti screziati, decolorati,
macchiati fino a significative erosioni dello smalto stesso (vedi
http://www.fluoride.org.uk/picture_gallery/fluorosis.html ). Ma non solo.
Ecco un estratto delle conclusioni del Rapporto Natick, città del Massachusetts,
USA:
1) Il fluoruro ha effetti negativi sul sistema nervoso centrale, determina
alterazioni comportamentali e deficit cognitivi. Questi effetti sono stati
osservati a dosi di assunzione effettivamente riscontrate in alcuni cittadini
negli USA. C’è buona evidenza (scientifica) che il fluoruro è un neurotossico
dello sviluppo, ad indicare che ha effetti sul sistema nervoso del feto in
sviluppo a dosi che non sono tossiche invece per la madre. Tale neurotossicità
si manifesterà come ridotto quoziente intellettivo ed alterazioni
comportamentali.
2) La fluorizzazione dell’acqua è chiaramente correlata all’aumento delle
fratture all’anca in persone oltre i 65 anni, sulla base di due recenti studi
epidemiologici.
3) Alcuni adulti sono ipersensibili anche a ridotte quantità di fluoruro,
inclusa quella contenuta nell’acqua fluorizzata.
4) L’impatto del fluoruro sulla riproduzione umana alle dosi ricevute dalla
semplice esposizione ambientale è fonte di seria preoccupazione: un recente
studio epidemiologico mostra una correlazione tra la diminuzione annuale del
tasso di fertilità negli esseri umani ed aumento di fluoruri nell’acqua da bere.
5) Bioanalisi sugli animali suggeriscono che il fluoruro è carcinogeno,
specialmente per tessuti quali ossa (osteosarcoma) e fegato. Il potenziale
carcinogenetico è supportato dalla geno-tossicità e della proprietà
farmacocinetiche del fluoruro. Studi epidemiologici sugli esseri umani a
riguardo sono ad oggi (il rapporto è del 1997) non decisivi, ma nessun
appropriato studio su larga scala è stato condotto.
6) Il fluoruro inibisce o altera l’azione di una lunga lista di enzimi
importanti per il metabolismo, la crescita, la regolazione cellulare.
Questa commissione ha raggiunto la ferma conclusione che i rischi di
sovraesposizione al fluoruro superano di gran lunga ogni attuale beneficio della
fluorizzazione dell’acqua.” [5]
Determinare il quantitativo di fluoruri assunti attraverso cibi e bevande, o la
semplice esposizione ambientale non è cosa semplice, ma due fatti sono
indubitabili: l’aumento della presenza di composti tossici del fluoro sulla
crosta terrestre quali residui di numerosi processi industriali; ed il fatto che
il fluoro viene accumulato nel tessuto osseo nel corso dell’intera vita di
ciascuno di noi. [6]
Tant’è che è l’UNICEF stessa a dichiarare “per decenni abbiamo creduto che il
fluoro in piccole dosi non avesse effetti collaterali sulla salute. Ma sempre
più scienziati stanno seriamente mettendo in discussione i benefici del fluoro,
anche in piccole quantità” [7]
Per giunta i prodotti chimici utilizzati per la fluorizzazione dell’acqua non
sono ad elevata purezza, come i prodotti farmaceutici di qualità, piuttosto sono
sottoprodotti delle lavorazioni dell’alluminio e dei fertilizzanti perciò
contenenti elevate concentrazioni di tossine e metalli pesanti quali arsenico
piombo e cromo. Tutti notoriamente carcinogeni. [8]
Ricapitolando: gli effetti negativi dell’eccessivo assorbimento di fluoro sono
sconcertanti, molteplici ed a lungo termine; non sembra sia possibile stabilire
un “dosaggio di sicurezza” viste le numerose fonti di esposizione al medesimo,
la correlazione con numerosi altri fattori (ad esempio in persone con carenze
nutrizionali, specialmente di calcio e vitamina C, i rischi sono più alti anche
per piccole assunzioni [9]) , e l’eventuale ipersensibilità di alcuni; tuttavia
in numerosi paesi si aggiunge fluoro alle acque potabili [10], per giunta da
fonti chimiche impure, in quantità inferiore ad 1,5 mg/litro come stabilito
dall’OMS.
Meraviglioso.
Credo a questo punto sia superfluo far notare che se anche non esistessero tanti
rischi in relazione alla fluoroprofilassi, pensare di veicolare un medicamento
attraverso l’acqua potabile, di cui ognuno peraltro utilizza quantitativi
differenti, sarebbe comunque una pratica indecente. Non trovate anche voi?
Si intuisce anche la vastità degli interessi economici insiti nella
fluorizzazione: anziché spendere denaro nel costoso smaltimento di rifiuti
altamente tossici come i fluoruri, industrie quali le produttrici di
fertilizzanti vengono pagate per fornirlo ai gestori delle acque delle aree in
cui è praticata. Un efficiente riciclaggio direi…
Va da sé che per alcuni tra gli scienziati che si sono opposti presentando
evidenti prove sperimentali non sono mancate le ritorsioni. Un ottimo esempio è
quello della dott.ssa Mullenix [Ph.D. alla Harvard University] che condusse
ricerche altamente rivelatrici sulla neurotossicità dei fluoruri: “[…] nel
1994, dopo aver perfezionato la sua ricerca e le sue scoperte il Dr. Mullenix
presentò i suoi risultati al Journal of Neurotoxicology and Teratology (Giornale
di Neurotossicologia e Teratologia (studio delle malformazioni congenite)),
considerata forse la più autorevole pubblicazione al mondo in questo campo. Tre
giorni dopo che essa annunciò felicemente al Forsyth Institute (istituzione
statunitense per la ricerca e l’educazione orale presso cui lavorava e che le
aveva commissionato lo studio, NdT) che il suo lavoro era stato accettato per la
pubblicazione su tale giornale, venne licenziata. Ciò che seguì fu la completa
eliminazione di tutte le borse di studio ed i fondi per tutte le ricerche della
Mullenix. Ciò che questo significa nel mondo ‘a cervello sinistro’ della ricerca
scientifica, alimentato da borse di studio governative e capitali delle
corporazioni, è l’equivalente di una sepoltura accademica. La sua lettera di
licenziamento dal Forsyth Institute asserisce quale motivazione che il lavoro
della Mullenix non era ‘correlato ai denti’ [La ricerca sui fluoruri non
correlata ai denti??]. Il direttore dell’istituto affermò, a detta della
Mullenix, che ‘essi non consideravano la sicurezza o la tossicità del fluoruro
come il loro tipo di scienza’. Certamente, una logica domanda si pone da sé a
quest’ultima affermazione: perché allora alla Dr. Mullenix venne assegnato lo
studio sulla tossicità del fluoruro se questo non era il ‘loro tipo di scienza’
?.
Successivamente fu continuamente incitata sia dal Forsyth che dall’NIH (Istituto
Nazionale per la Salute, USA) circa l’identità del giornale che era in procinto
di pubblicare le sue ricerche. Lei disse al WINDS (il sito World Internet News
Distributary Source, da cui è estratto questo brano, NdT) che si rifiutò di
rivelare tale informazione perché sapeva che lo scopo delle continue
interrogazioni era di permetter loro di tentare di impedirne la pubblicazione.
Quasi immediatamente dopo il suo licenziamento, disse la Dr. Mullenix, il
Forsyth Institute ricevette fondi per un quarto di milione di dollari dalla
Colgate. Coincidenza o compenso?
Le sue ricerche dettagliavano chiaramente gli effetti del fluoruro sullo
sviluppo pre- e post natale. Dosi somministrate prima della nascita davano luogo
a marcata iperattività nella prole. La somministrazione post nascita determinava
nei topi infanti quella che la Dr. Mullenix chiama ‘sindrome da teledipendente’
– un malessere o assenza di iniziativa ed attività (si noti che a parità di
concentrazione di fluoruri nel plasma sanguigno i topi sono più resistenti ai
medesimi degli esseri umani, NdT). E’ più che sufficiente osservare il numero di
bambini cui viene somministrato il Ritalin (vedi
http://www.disinformazione.it/adhd3.htm) come trattamento per la loro
iperattività per trarre le logiche correlazioni.
In seguito al suo licenziamento la strumentazione e i computer della scienziata,
progettati espressamente per i suoi studi, vennero misteriosamente danneggiati e
distrutti da una perdita d’acqua prima che lei potesse rimuoverli dal Forsyth
Institute. Coincidenza?
E’ divenuto chiaro a persone come la Dr. Mullenix ed altri, che il denaro, non
la verità, guida la scienza – anche a spese della salute e delle vite dei
cittadini della nazione.” [11]
Tornando in Italia per quanto riguarda le acque minerali non c’è ancora un
limite fissato al contenuto in fluoro, al più acque che ne contengono oltre 1
mg/litro ‘possono’ riportare sull’etichetta l’indicazione ‘fluorata’. Vedi
http://www.odontopage.it/File-zip/Fluoro.htm per un elenco del contenuto in
fluoro di alcune acque minerali. Per le acque potabili il limite superiore da
rispettare è quello raccomandato dall’OMS, 1,5 mg/litro.
Non so voi, ma personalmente mi sento fortemente motivato a non usare dentifrici
al fluoro, ad evitare acque minerali fluorate, né ho la benché minima intenzione
di dare ai miei eventuali futuri figli gomme o tavolette al fluoro. E
naturalmente auspico una decisione legislativa chiara in merito anche per
l’Italia.
Per completezza aggiungerei, per chi si chiedesse se è possibile eliminare il
fluoro contenuto nell’acqua del rubinetto, che la risposta è si: applicando un
filtro ad osmosi inversa, reperibile in commercio nella categoria filtri per la
purificazione dell’acqua; generalmente abbattono il fluoro fino al 90% del
contenuto originale, ma attenzione, alcuni di questi filtri, invece, sono
progettati appositamente per lasciar passare inalterato il fluoro, a beneficio
dei nostri denti…
Questo articolo non pretende certo di essere esaustivo dell’annosa questione
trattata. Ci sono molti altri, interessantissimi aspetti storici che non ho
nemmeno citato. Per chi volesse approfondire suggerisco questa lettura:
http://www.dentrolanotizia.com/n/n38.php.
Massimiliano
Benevene.
Fonti:
[1] – da www.nofluoride.com
[2] – da
http://web.romascuola.net/itaer/vaula/chimica/fluoro.htm
[3] – da
http://www.nofluoride.com/a_bomb_%26teeth.htm
[4] – da Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee (1999/C 370/173)
[5] – The Natick Report. Findings, Conclusion, and
Recommendations of the Natick Fluoridation Study Committee, 27 September, 1997
[6] - The significance of age-dependent fluoride accumulation in bone in
relation to daily intake of fluoride, P. Wix and S.M. Mohamedally, London,
England. From Polytechnic of the South Bank, Dept. of Biology and Food
Science, 103 Borough Road, London SEI OAA. Presented at the Tenth Conference of
the I.S.F.R. in Oxford, England, Sept. 16 - 19, 1979.
[7] – da
www.nofluoride.com
[8] – ibidem
[9] - Marier JR. (1977). Some current aspects of
environmental fluoride. Sci Total Environ 8(3):253-65.
[10] – The "Fuzzy Math" of Fluoride Promotion, Paul Connett, PhD,
co-fondatore de
Fluoride Action Network e
professore di Chimica, St. Lawrence University, Canton, NY.
[11] – da
http://www.fluoride.org.uk/infodocs/f10.html
24/05/2004
Processo ai depuratori o controllo mentale preventivo?
Processo ai depuratori o controllo mentale preventivo? Processo ai depuratori o controllo mentale preventivo? (Marcello Pamio, www.disinformazione.it) L’Italia consuma, dopo Canada e Stati Uniti, più acqua minerale al mondo!
Sembrerà strano ma nel nostro paese si producono ogni anno oltre 10 miliardi di litri di acqua minerale[1], (nel 2002 ha raggiunto quasi 11 miliardi di...
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