Sullo scudo fiscale il governo ha posto la
fiducia: la votazione inizierà questo pomeriggio, l'approvazione è
prevista per domani quando la sanatoria diventerà legge, fra le proteste
dell'opposizione - che parla di un provvedimento che rappresenta "uno
schiaffo agli onesti" - della stessa Famiglia Cristiana - "l'ennesima beffa
per la gente onesta" - e dei consumatori per i quali il provvedimento è a
favore di "imbroglioni e truffatori". Per il ministro dell'Economia Giulio
Tremonti, invece, attraverso lo scudo fiscale ci saranno "meno capitali di
disonesti fuori dall'Italia ed un uso più onesto di quei capitali per
università, ricerca, scuola, sociale". Il provvedimento va dunque
avanti e fa discutere per i suoi contenuti: rimpatrio dei capitali
detenuti illegalmente all'estero con il pagamento di un'imposta una tantum
del solo 5%, estensione dei benefici al falso in bilancio e ad altri reati
tributari e fiscali dei quali viene dunque prevista la non punibilità,
mancata possibilità di usare le prove ricavate dalle pratiche dello scudo in
procedimenti penali in corso, niente obbligo di segnalazione di sospette
operazioni di riciclaggio.
Ma quali sono le cifre in ballo? Una stima
dell'Associazione italiana dei Private Bankers, resa nota durante un
convegno di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate sui paradisi fiscali,
parla di quasi 300 miliardi di euro corrispondenti ai patrimoni detenuti
all'estero dagli italiani. E ci va giù duro Federconsumatori: "Se le cifre
sbandierate dalla Guardia di Finanza riguardo l'ipotesi che l'ammontare dei
capitali all'estero, frutto di evasione fiscale, si attestino a circa 300
mld venisse confermata, c'è da inorridire. Poiché ciò significa - sostiene
Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori - che il nostro è un Paese
dove ci sono molti più "clandestini" di quanto si pensasse". E allora,
prosegue l'associazione, "dato che si vorranno eliminare attraverso lo scudo
fiscale i reati fiscali e il falso in bilancio (che molto fanno ricordare i
casi Cirio e Parmalat con truffe che hanno coinvolti 850 mila risparmiatori)
per attenuare la vergogna di queste norme, almeno si applichi, per questi
evasori, il reato di clandestinità per quanto hanno commesso".
Secondo quanto affermato dal direttore dell'Agenzia
delle Entrate Attilio Befera durante il convegno sui paradisi fiscali, "il
destino dei paradisi fiscali è ormai segnato": "I contribuenti - ha detto -
stanno davvero iniziando a capire che non esistono più rifugi sicuri dove
nascondere beni e redditi alle Autorità fiscali nazionali. È evidente,
quindi, che le disposizioni normative del decreto di luglio per il rientro
dei capitali dall'estero, in parallelo con misure sostanzialmente simili
adottate dagli altri Paesi, appaiono come la cerniera per mettersi in regola
al fine di evitare le conseguenze degli interventi che si stanno mettendo in
campo".
Un ruolo sarà svolto anche dalle banche, come ha messo
in evidenza durante lo stesso convegno il presidente Abi Corrado Faissola,
per il quale il ruolo delle banche per chi vuole avvalersi della procedura
di emersione si inquadra in una logica che assicura "sin dal primo momento
al cliente adeguata assistenza, mirata ad evitare il riprodursi di
situazioni non trasparenti sul piano fiscale. Con il rimpatrio, poi - ha
aggiunto - la canalizzazione tramite banca rappresenta la strada
privilegiata affinché le disponibilità prima investite all'estero trovino un
reimpiego nel sistema produttivo italiano, di particolare importanza nel
momento attuale". Dall'Abi anche la proposta di valutare il problema della
tempistica e dunque la possibilità di "effettuare l'emersione in due fasi".
Per il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, inoltre,
"i capitali criminali non saranno rimpatriati". "Non credo che la
criminalità si servirà di questo strumento - ha detto il Ministro - I
capitali criminali o sono in Italia perfettamente sbiancati o continueranno
la loro attività all'estero".
Ma per capire davvero in modo chiaro cos'è e come si
sviluppa lo scudo fiscale, è utile leggere il parere degli esperti del sito
lavoce.info. Il titolo dell'articolo di Silvia Giannini
e Maria Cecilia Guerra è emblematico:
"Un'amnistia di fatto dietro lo scudo fiscale".
Lo scudo fiscale, spiegano le due autrici, consente il
rimpatrio di attività patrimoniali e finanziarie detenute illegalmente
all'estero al 31 dicembre 2008, che possono essere legalizzate pagando una
una tantum del 5%, il minimo della sanzione. Di fatto il capitale è in
genere frutto di evasione. Il gettito raccolto dovrebbe aggirarsi fra i 3 e
i 5 miliardi di euro. E le dichiarazioni di emersione sono in forma anonima.
Di conseguenza "lo scudo - scrivono - è un potente condono fiscale". Non
solo. "Non necessariamente lo scudo fiscale servirà a fare tornare i
capitali in Italia, perché il rimpatrio è obbligatorio solo se le somme sono
presso paradisi fiscali - precisano Giannini e Guerra - In ogni caso, il
gettito raccolto è una tantum e non potrà finanziare interventi permanenti.
Ma il timore è che i capitali rientrati grazie allo scudo non appartengano a
piccoli evasori intenzionati a rifinanziare la propria impresa in
difficoltà. Potrebbero invece essere di grandi organizzazioni mafiose che
ottengono così denaro pulito per le loro attività economiche, compresa
l'acquisizione di imprese in difficoltà".
di Sabrina Bergamini
02/10/200 Approvato lo scudo fiscale, l’indignazione di Federconsumatori (BS, http://www.helpconsumatori.it)
Lo scudo fiscale è legge. Il provvedimento che consentirà il
rimpatrio dei capitali detenuti illegalmente all'estero
con il pagamento di un'imposta una tantum del solo 5%, l'estensione dei
benefici al falso in bilancio e ad altri reati tributari e fiscali dei quali
viene dunque prevista la non punibilità, la mancata possibilità di usare le
prove ricavate dalle pratiche dello scudo in procedimenti penali in corso è
stato approvato oggi dalla Camera. E i consumatori insorgono. "La parola
vergogna non basta per qualificare il provvedimento approvato oggi sullo
scudo fiscale", commenta Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori.
"Abbiamo già invocato il reato di clandestinità per gli
evasori, truffatori e malavitosi che beneficeranno di tale misura, che
riteniamo una vera e propria istigazione a delinquere - prosegue Trefiletti
- Oggi rinnoviamo la proposta di una raccolta di firme per attribuire agli
impuni evasori fiscali, quantomeno il reato di "clandestinità" in Italia,
dal momento che, questi sì anti-italiani, hanno operato contro il bene del
Paese e nel totale disprezzo dei cittadini che pagano regolarmente tasse e
tributi". L'associazione annuncia inoltre di aver dato mandato al suo
ufficio legale di verificare se la legge sia incostituzionale.
http://www.helpconsumatori.it
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