Pubblico il video ed il testo del servizio del nostro inviato
all'udienza del processo Bassolino di mercoledì 4 febbraio.
"Salve a tutti mi trovo all'esterno del carcere di Poggioreale di
Napoli, è mercoledì 4 febbraio 2009, oggi è andata in scena l'udienza del
processo Impregilo-Bassolino. Udienza che non ha portato
a novità, anzi! Il processo si è arenato ancora per vizi di forma che poi
vi spiegherò meglio. Prima di arrivare alla conclusione vorrei riassumere
velocemente l'intera vicenda: una mega truffa ai danni delle
tasche degli italiani perché, intanto questa inchiesta è nata su
segnalazione dell'ex prefetto della città, Corrado Catenacci,
che nel 2002 vedendo che le cose non funzionavano fece una denuncia alla
procura di Napoli, che cominciò le indagini che hanno portato
all'inchiesta. Procura che ha affidato ai pm Noviello e
Sirleo il ruolo dell'accusa e perciò si cerca di far luce
sulla fine di questi soldi, nostri, che Impregilo ha incassato per
raccogliere, differenziare e smaltire i rifiuti dell'intera regione
Campania che invece non ha fatto. Questo mancato assolvimento di un
servizio pagato con le nostre tasche ha provocato ulteriori danni perché
il governo ha dovuto sborsare altri soldi per tamponare ciò che
Impregilo non ha fatto. Il processo mira a stabilire le
responsabilità penali dei 27 imputati, fra cui il numero uno di Impregilo
Cesare Romiti, e diversi responsabili delle 5 società che
controllava e che avevano il compito di gestire l'affare rifiuti qui in
Campania.
Bassolino è imputato di abuso d'ufficio
perché nel 2001 era già governatore della Campania però era anche
Commissario straordinario dell'emergenza rifiuti ed è accusato di aver
avallato, assecondato e favorito in questa truffa Impregilo,
firmando documenti che autorizzavano questo scempio senza alcun controllo.
Invece gli altri capi d'imputazione che riguardano gli altri imputati,
Impregilo come soggetto giuridico e i 27 imputati come persone fisiche,
sono frode in forniture pubbliche e truffa aggravata.
Dunque di questi soldi non c'è traccia, di almeno 200 milioni
che il governo ha sborsato nei confronti di Impregilo per gestire
la raccolta differenziata dei rifiuti. Il mancato assolvimento di questo
servizio per il quale non c'è un processo in corso, nel frattempo ha
creato un enorme danno alle tasche di noi italiani perché abbiamo
speso più di 500 milioni di euro. Questo è il dato in possesso
dell'Avvocatura di Stato che è parte civile nel processo in rappresentanza
della presidenza del consiglio dei ministri. 500 milioni di euro che dal
2001 al 2007, circa 7 anni, 60-70 milioni l'anno di danno
in più! Perché ad esempio, il fatto di pagare le ferrovie per caricare i
rifiuti su un treno diretto in Germania con la preghiera che ci
smaltissero per poi sentirsi dire che di quelle schifezze la Germania non
se ne fa niente perché non sono state differenziate, col risultato che il
convoglio ha dovuto fare dietro front, è un doppio danno che si è
ripercosso sulle nostre tasche.
Perciò gli iniziali 200 milioni di euro sommati ai 500 fanno in
tutto 700 milioni, tutta questa operazione che non ha portato a
niente e probabilmente non restituirà giustizia perché se questo processo
andrà in prescrizione non sapremo mai se Impregilo ha
rubato questi soldi. Non sapremo mai chi evntualmente questi soldi se li è
messi tasca. Non sapremo mai se questi soldi sono finiti
anche nelle tasche di coloro che hanno collaborato e contribuito a
coprire, eventualmente, questa mega truffa o mancato assolvimento del
servizio. Non riavremo giustizia perché i soldi spesi in
più li abbiamo messi noi per dover gestire ancora oggi quella che è
un'emergenza che riguarda i rifiuti. Non ci sarà nemmeno ripagato il danno
ambientale, cioè il danno alla salute nostra e dei nostri figli,
perché il non gestire i rifiuti per lasciarli a marcire, mentre quei pochi
che sono stati bruciati negli inceneritori non dovevano finire mischiati
fra bucce di banana, stoffa e plastica, che creano emissioni inquinanti.
Ebbene anche di questo più nessuno ne risponderà. Tant'è che questo
processo non mira a capire se l'inquinamento ha prodotto danni, ma mira a
stabilire le responsabilità penali per capire l'entità del danno e chi
dovrà risarcirlo!
Però il processo si arena su vizi di forma perché
finora le difese non hanno portato nessuna prova che cerca di smontare le
tesi dell'accusa, bensì si attaccano ai cavilli: oggi c'è stato un
tentativo di rinvio dell'udienza da parte di un sostituto dell'avvocato
Cavalli, a difesa dell'imputato Di Pelliccia,
direttore generale della Fibe, perché impegnato nelle
elezioni della cassa forense, la cassa di previdenza degli avvocati,
mentre i suoi sostituti sono impegnati in altri delicati procedimenti.
I giudici presieduti da Adele Scaramella in mezz'ora
di camera di consiglio, hanno deciso di respingere la richiesta di rinvio,
ma subito dopo c'è stata una seconda richiesta di rinvio, formulata
dall'avvocato Tuccillo, difensore degli imputati
Cattaneo e Urciuoli, rispettivamente
amministratore delegato e presidente del cda della Fibe, poiché non ha
ricevuto i documenti con le accuse formulate dai pm. Giustamente ha detto
"se io non so cosa i pm dicono nelle accuse, come faccio io oggi ad avere
anche soltanto una teorica difesa per i miei assistiti? Bisogna che
rinviate l'udienza". Voi vi chiederete, bene perché questo avvocato non ha
ricevuto i documenti con le accuse dei pm? Perché avrebbe dovuto fargliele
recapitare in ufficio la cancelleria del tribunale! Perché la cancelleria
non li ha recapitati? Vallo a capire! Non si sa. Qui entriamo in un'altra
sfera che riguarda - ahime - l'efficienza della macchina della giustizia,
che evidentemente riguarda anche l'efficienza di una cancelleria.
Verosimilmente, dico io, gravata da un numero ridotto di persone
che avranno un carico di lavoro che non riusciranno a smaltire.
Tant'è che in una seconda camera di consiglio durata un'ora e mezza, i
giudici hanno dovuto accogliere questa richiesta di rinvio, rinvio che è
stato fissato inizialmente l'11 di febbraio, cioè mercoledì prossimo, e
poi rinviato ulteriormente a sabato 14 perché l'11 qualche avvocato non
potrà presentarsi, quindi a dimostrazione della volontà dei giudici di
voler continuare questo processo, hanno rinviato il tutto il sabato
mattina alle 9 e mezzo. Sempre qui, nell'aula bunker del carcere di
Poggioreale, che in base alla seconda ordinanza sarà di nuovo chiusa alle
videocamere e alle registrazioni. Le immagini che avete visto e che vedete
in sovrimpressione si riferiscono proprio alla giornata di oggi, nella
quale inspiegabilmente, il procuratore generale Vincenzo Galgano
ha ritirato il divieto, forse perché pensava che questo processo poteva
spostarsi fisicamente in un'altra aula, fuori dal carcere, cosa che invece
non avverrà, per cui siam potuti entrare coi registratori e gli operatori
con le videocamere, però è stata un'eccezione. I giudici, durante la
lettura della seconda ordinanza, hanno ricordato che il procuratore ha
emesso un secondo provvedimento che vieta alle telecamere di riprendere.
Per altro c'è da sottolineare che durante l'udienza di stamane, alcuni
avvocati, accorgendosi della presenza delle videocamere, si sono subito
opposti. Volevano che le videocamere si spegnessero. Sentite.
Questo processo ha una valenza pubblica importante,
riguarda i nostri soldi, il destino di centinaia di milioni di euro,
intascati da una società privata, di cui non si sa nulla e ha valenza
pubblica perché fra gli imputati c'è il governatore della Campania
ancora in carica, accusato di aver favorito questa mega truffa,
per il quale si profila un seggio alle prossime elezioni europee, almeno
questo trapela dalle ultime indiscrezioni.
Profili politici a parte, tutto ciò serva anche per ribadire che questo
processo si continua ad arenare su sciocchezze, motivate ma pur sempre
sciocchezze, quindi la possibilità che si arrivi in prescrizione senza
nemmeno una sentenza di primo grado, è reale. Per ora è tutto. Ci
riaggiorniamo sabato 14 febbraio.
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