'Giustoprocesso'
è scontro…,'Giusto processo': Berlusconi…,
'Giusto processo': Bersani…, 'Giusto processo'…. E giù articoli pro e
contro su giornali e tv.
L'uso al singolare in questi titoli è una delle più
azzeccate sintesi giornalistiche, descrive appieno l'obiettivo
dell'ipotizzata riforma della Giustizia: rendere 'giusto', velocizzare
(la prescrizione) di un solo processo, o meglio di un solo imputato, il
premier, che non vuole intralci giudiziari alla sua azione di governo.
È questo l'obiettivo, perché la Giustizia (penale e
civile) e la sua riforma è altra cosa e soprattutto avrebbe un obiettivo
diverso. E basterebbe volerlo per metterla in pratica, basterebbe –per
esempio- che il Governo di turno fosse autorevole e determinato, per
sconfiggere l'istinto corporativo dei funzionari della Giustizia (dai
presidenti delle Corti d'appello ai cancellieri e ai commessi).
È evidente che i conservatori hanno gioco facile a
trovare argomenti condivisi da molti, quando le riforme hanno obiettivi
particolari, e non l'interesse generale.
Le fontane di Trevi. Vendere è un'arte.
Una nobile arte con le sue regole fisse, che contempla
varianti che esaltano la creatività e la dialettica del venditore.
Mauna cosa è dire le paroline
giuste, dissimulare o simulare emozioni ad arte, altra cosa è vendere
inalienabili fontane di Trevi.
Una cosa è chiudere la presentazione di un prodotto con
la frase: quanti gliene lascio?, lasciando il cliente
con le spalle al muro, senza
la facoltà di non effettuare alcun acquisto, che al
contrario avrebbe se la chiusa del discorso fosse: acquista? Firma?
No!
Altra cosa è raccontare frottole, come
supersconti inesistenti, travestire una televendita da quiz televisivo,
far firmare un foglio senza specificare che è un contratto con un nuovo
fornitore elettrico, spacciare prodotti finanziari molto rischiosi per
Bot. Oppure vendere fontane di Trevi, come ha fatto una pay tv che, per
catturare clienti tifosi di una squadra di calcio, ha raccontato che
aveva la fontana (i diritti televisivi a trasmettere in diretta le
partite, poi andati ad altra emittenti) e quindi poteva venderla.
La relazione.
La giustizia e i controlli sul rispetto
delle regole sono il principale problema italiano, dall'incertezza del
diritto derivano tanti altri guai. Se ci fosse giustizia veloce quindi
giusta, i furbi si ridurrebbero. Aziende che raddoppiano i costi di
un'opera pubblica con la complicità del politico o dell'amministratore
pubblico, che gonfiano i consumi del gas e addebitano in bolletta, che
sfruttano i lavoratori senza potere contrattuale, che pagano tangenti
per ottenere protezione e appalti a mafia, 'ntrangheta, camorra e poi la
Rai che con metodi paramafiosi tenta di 'estorcere' il canone, i
raccomandati, gli evasori totali, i fannulloni, i ministri
antifannulloni, i piloti da Formula1 sulle stradine dei centri storici,
i ...
Sovviene un dubbio.
Se in Italia ci fosse giustizia, saremmo tutti in galera?
http://www.aduc.it
Archivio Leggi Salva Premier
Archivio Processo Breve
|