E'
così anche Walter Litvinenko, padre dell'ex
agente dell'Fsb morto l'altro ieri a Londra, ha
accusato il Cremlino di aver organizzato
l'assassinio di suo figlio. L’unica cosa che
sembra al momento sicura è che il materiale
chimico usato per avvelenare l'ex spia russa sia
il famigerato polonio-210. Un materialmente
talmente radioattivo che persino l'autopsia del
corpo di Litvinenko è stata rimandata sino a
quando non saranno prese misure tali da
garantire la sicurezza dei medici dell'obitorio.
Nel frattempo da Gerusalemme è rimbalzata la
notizia che Leonid Nevzin, ex amministratore
delegato della Yukos, attualmente residente in
Israele dove si è rifugiato per evitare
l'arresto come il suo ex presidente, Mikhail
Khodorkovsky, avrebbe rivelato al quotidiano
israeliano Ha'aretz di aver incontrato
l'ex agente dell'Fsb Alexander Litvinenko, morto
giovedì a Londra, e di avergli passato delle
informazioni riservate "potenzialmente
pericolose per l'attuale dirigenza russa".
L'SVR (servizi segreti esteri russi) dal canto
loro hanno affermato che non è nel loro
interesse mettere a repentaglio le relazioni con
la Gran Bretagna per via di Litvinenko (che,
stando alle parole del portavoce, per loro "non
contava nulla"). Ed anche alcuni commentatori
russi indipendenti hanno dato in parte credito
all'SVR, così come molta della stampa russa ha
parlato apertamente di una mossa ordita dall'ex
magnate Boris Berezovsky per screditare il
presidente russo Vladimir Putin, proprio mentre
quest’ultimo si trovava in Finlandia a trattare
un accordo strategico con l'Unione Europea. Che,
tra le altre cose, non si è potuto firmare anche
a causa degli strascichi di questo incidente. La
stampa occidentale invece, tranne qualche voce
dubbiosa, sembra aver deciso di credere alla
storia dell'assassinio politico ordito dal
Cremlino. Un esempio di questa presa di
posizione acritica è dato dal sito internet del
Corriere della Sera che pubblica le
accuse di Nevzin in prima pagina, senza fare
alcun riferimento, o quasi, alla difesa dei
russi.
A prescindere dalla partigianeria delle fonti di
informazioni citate, proviamo però un attimo ad
analizzare la questione punto per punto. Che
interesse avrebbe il Cremlino a mettere in gioco
le proprie relazioni diplomatiche con Londra e
con l'Occidente, a poche settimane di distanza
dal barbaro omicidio della giornalista Anna
Politkovskaya? Si direbbe nessuno, anche perchè
il “braccio armato” del Cremlino, ovvero la
Gazprom diretta dal fido alleato di Putin,
nonché suo probabile erede, Medvedev, sta
espandendo i suoi affari in Europa. Proprio di
questi giorni è la firma di un accordo tra Eni e
Gazprom che permetterà a quest'ultima di vendere
direttamente il gas in Italia. Considerando che,
come si è visto chiaramente, la Russia ha un
interesse strategico a far si che la <em<Gazprom
si espanda in Occidente per far si che esso
dipenda energeticamente sempre più dalla Russia,
che senso avrebbe darsi le picconate sulle
scarpe e rischiare di far saltare tutto con
l'assassinio di Litvinenko? Ancora una volta
nessuno. Da qui i principali dubbi su tutta la
faccenda.
Ancora: che tipo di informazioni potrebbe aver
avuto Litvinenko tali da "far tremare l'attuale
dirigenza russa"? Stiamo parlando di una persona
che nel 2000 è scappata via dalla Russia assieme
al suo protettore, Boris Berezovsky, affermando
che Putin aveva organizzato gli attentati del
1999 per salire al potere con una specie di
colpo di Stato, e poi avrebbe dato la colpa ai
ceceni. Che altro tipo di informazioni
pericolose potrebbe avere una persona del
genere, dopo aver fatto accuse così gravi? E
poi, se, come afferma l'ex ad di Yukos, Nevzin,
il motivo fossero state le informazioni
riservate da lui fornite a Litvinenko, allora
sarebbe stato un colpo completamente fallito,
visto che lo stesso Nevzin ha affermato di aver
fornito tutte le informazioni a Scotland Yard ed
ha detto di volerle rendere pubbliche. Se
l'obiettivo era quello di far sparire nel nulla
queste fantomatiche informazioni si è ottenuto
esattamente il contrario. Inoltre Nevzin è molto
vicino ai servizi segreti israeliani e, in
quanto ad affidabilità delle informazioni
fornite, il Mossad non è da tempo meglio dei
servizi segreti russi.
Ma ci sono anche altre domande: chi è Boris
Berezovsky? Stiamo parlando dell'oligarca più
potente dell'epoca Eltsin, colui che tra il 1996
ed il 1999 ha di fatto gestito le sorti del
Paese alla corte di Tatiana Eltsina (la figlia
dell'ex presidente Eltsin) come una sorta di
Rasputin dei nostri giorni. Non c'era nulla in
quel periodo che non passasse prima dalle mani
di Berezovksy, tangenti comprese. E' stato lo
stesso Berezovsky ad organizzare l'ascesa di
Putin al Cremlino nel 1999 per evitare la
vittoria dei comunisti alle elezioni
presidenziali dell'anno successivo. E' stato
sempre Berezovsky, la sera della trionfale
elezione di Putin al Cremlino il 26 marzo 2000,
ad annunciare trionfante la "vittoria degli
oligarchi" dinanzi agli astanti di una cena
convocata ad hoc. Peccato che avesse fatto male
i suoi conti. Appena asceso al Cremlino, Putin
ha infatti intrapreso una vera e propria guerra
contro gli oligarchi dell'epoca Eltsin, a suo
dire colpevoli di aver dilapidato le risorse del
Paese ed averlo ridotto alla bancarotta (accusa
abbastanza plausibile a dire la verità). Così
sono stati costretti all'esilio personaggi come
Gusinsky e lo stesso Berezovsky. Ed è poi stato
arrestato chi, come Khodorkovksy, non si era
arreso agli ukaze presidenziali. Da allora
Berezovsky non fa altro che affermare che Putin
è un dittatore e che presto sarà cacciato via
dalla "protesta popolare". Peccato che Putin sia
ancora, di gran lunga, l'uomo più popolare della
Russia. Qualcuno dovrebbe spiegare a Misha
Berezovsky che gli errori si pagano a caro
prezzo.
Sia chiaro che non si vuole affermare che non ci
sia la mano del Cremlino dietro questo
assassinio, ma ci sono troppe cose che non
quadrano per credere alla versione
dell’"assassinio politico" senza porsi tante,
troppe domande. E offrendo in cambio troppe,
convenienti risposte.
Archivio Litvonesko07/10/2006 Archivio Litvonesko
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