I valori dell’Islam vengono descritti come strettamente legati al
“terrorismo islamico”. I governi occidentali ora accusano l’Iran
di esportare il terrorismo in occidente, come dice il Primo
Ministro Tony Blair:
“Dal cocktail di fanatismo religioso e repressione politica del
Medio Oriente nasce il virus dell’estremismo, che viene esportato
nel resto del mondo. Solo confrontandoci con ogni singolo aspetto
del problema, riusciremo a costruire un futuro sicuro. La nostra
sicurezza futura dipende dalla stabilità di quella regione. In una
situazione come questa non puoi mai dire mai.”
I musulmani vengono demonizzati, disinvoltamente identificati con
i “terroristi islamici”, e descritti anche come una possibile
minaccia nucleare. I terroristi sono supportati dall’Iran, una
Repubblica Islamica che minaccia il “civilizzato mondo
occidentale” con armi atomiche devastanti (di cui non è in
possesso), mentre le umanitarie bombe nucleari statunitensi sono
“precise, sicure e affidabili”.
Il Mondo è ad un Punto Critico
Non è l’Iran ad costituire una minaccia per il mondo, bensì gli
Stati Uniti d’America e Israele.
Ultimamente molti governi dell’Europa occidentale, ivi compresi i
cosiddetti “stati non-nucleari” in possesso di armi nucleari, sono
saliti sul carro del vincitore. In coro, l’Europa occidentale e
gli stati membri della NATO hanno iniziato ad appoggiare le
iniziative militari statunitensi contro l’Iran.
L’attacco aereo pianificato dal Pentagono prevede scenari di
utilizzo di armi convenzionali e atomiche. Il potenziale rischio
di un olocausto nucleare in Medio Oriente deve essere seriamente
preso in considerazione, e potrebbe diventare un punto
fondamentale a favore dei movimenti pacifisti, soprattutto negli
USA, in Europa, in Turchia e in Israele.
Bisogna anche tenere presente che Cina e Russia sono (non
ufficialmente) alleati dell’Iran, e fornitori di equipaggiamento
militare avanzato e di sofisticati sistemi missilistici difensivi,
dunque è molto improbabile che in caso di attacco all’Iran questi
due paesi assumano una posizione totalmente neutrale.
La nuova dottrina nucleare preventiva richiede un’integrazione fra
operazioni difensive e offensive, e la fondamentale distinzione
fra armi atomiche e convenzionali è diventata ormai inesistente.
Da un punto di vista militare, gli USA e i loro partner della
coalizione, inclusi Israele e Turchia, sono in “stato di
preallarme”.
Attraverso la disinformazione operata dai media, si vuole
raggiungere l’obiettivo di galvanizzare l’opinione pubblica
occidentale e convincerla a sostenere la guerra come risposta alla
sfida lanciata dall’Iran alla comunità internazionale.
La propaganda di guerra consiste nel “fabbricare un nemico”,
veicolando l’illusione che il mondo occidentale sia sotto
l’attacco di terroristi islamici direttamente sostenuti dal
governo di Teheran.
“Rendere il mondo più sicuro”, “Prevenire la proliferazione di
ordigni nucleari in mano ai terroristi”, “Attuare azioni punitive
contro l’Iran per garantire la pace”, “Combattere la produzione
nucleare da parte degli stati canaglia”.
Con il sostegno dei media occidentali, sta emergendo un’atmosfera
generalizzata di razzismo e xenofobia nei confronti dei musulmani,
che fornisce false giustificazioni alle azioni di guerra
statunitensi, presentate come “giusta guerra”. La teoria della
“Giusta Guerra” naturalmente serve solo a mascherare la vera
natura dei piani di guerra degli USA, e a fornire un volto umano
agli invasori.
Cosa si può fare?
Il movimento pacifista è in molti casi frammentato e poco
informato sui piani bellici degli Stati Uniti. Molte
organizzazioni non governative incolpano l’Iran di non accogliere
le “ragionevoli richieste” della “comunità internazionale”. Queste
stesse organizzazioni, impegnate per
la Pace
nel Mondo, tendono a sottovalutare le implicazioni di un
bombardamento all’Iran.
Per invertire la tendenza servirebbe una gigantesca campagna di
informazione senza confini, affinché più gente possibile venga a
conoscenza dei pericoli di una guerra che contempli l’uso di armi
nucleari. Il messaggio deve essere forte e chiaro: l’Iran non
costituisce una minaccia. Anche senza l’uso delle atomiche, un
bombardamento aereo darebbe origine ad un’escalation che
sfocerebbe in una guerra estesa a tutto il Medio Oriente.
Dibattimenti e discussioni sull’uso delle armi atomiche dovrebbero
avere luogo anche negli ambienti militari e dell’Intelligence, nei
corridoi del Congresso e a tutti i livelli governativi. In
definitiva, la legittimità degli alti ufficiali e delle alte sfere
del governo deve essere messa in discussione.
I grandi media hanno la pesante responsabilità di aver finora
insabbiato i crimini di guerra; ora devono essere energicamente
sfidati e contrastati nella loro reticenza sulla guerra in Medio
Oriente.
Negli anni scorsi, gli USA hanno messo in atto una serie di
esercizi diplomatici per portare molti paesi dalla loro parte. Ora
è giunto il momento che, proprio a livello diplomatico, paesi in
Medio Oriente, Asia, Africa e America Latina oppongano una ferma
presa di posizione contro i progetti militari statunitensi.
Condoleezza Rice
ha attraversato il Medio Oriente, “esprimendo preoccupazione
riguardo al programma nucleare iraniano”, cercando
inequivocabilmente un appoggio da parte dei governi della regione,
mentre l’amministrazione Bush stanziava fondi da destinare
a gruppi di dissidenti iraniani all’interno dell’Iran.
Quello che serve in questo momento è smascherare la cospirazione
del silenzio, far conoscere le bugie e le distorsioni dei media,
portare alla luce la natura criminale dell’amministrazione USA e
dei governi che la sostengono, dei suoi progetti bellici e della
sua cosiddetta “agenda per
la Sicurezza
della Patria”, che ha già gettato le basi per la costituzione di
uno stato di polizia.
(Michel
Chossudovsky – Tratto da
globalresearch.ca
Visto su http://italia.pravda.ru,
e su www.disinformazione.it)
Parte I
Parte II
Parte III
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