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14/12/2006 L’amministrazione Bush sta progettando un olocausto nucleare? III (Michel Chossudovsky – Tratto da globalresearch.ca Visto su http://italia.pravda.ru, e su www.disinformazione.it)

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I valori dell’Islam vengono descritti come strettamente legati al “terrorismo islamico”. I governi occidentali ora accusano l’Iran di esportare il terrorismo in occidente, come dice il Primo Ministro Tony Blair:

Dal cocktail di fanatismo religioso e repressione politica del Medio Oriente nasce il virus dell’estremismo, che viene esportato nel resto del mondo. Solo confrontandoci con ogni singolo aspetto del problema, riusciremo a costruire un futuro sicuro. La nostra sicurezza futura dipende dalla stabilità di quella regione. In una situazione come questa non puoi mai dire mai.”
I musulmani vengono demonizzati, disinvoltamente identificati con i “terroristi islamici”, e descritti anche come una possibile minaccia nucleare. I terroristi sono supportati dall’Iran, una Repubblica Islamica che minaccia il “civilizzato mondo occidentale” con armi atomiche devastanti (di cui non è in possesso), mentre le umanitarie bombe nucleari statunitensi sono “precise, sicure e affidabili”.

Il Mondo è ad un Punto Critico
Non è l’Iran ad costituire una minaccia per il mondo, bensì gli Stati Uniti d’America e Israele.
Ultimamente molti governi dell’Europa occidentale, ivi compresi i cosiddetti “stati non-nucleari” in possesso di armi nucleari, sono saliti sul carro del vincitore. In coro, l’Europa occidentale e gli stati membri della NATO hanno iniziato ad appoggiare le iniziative militari statunitensi contro l’Iran.

L’attacco aereo pianificato dal Pentagono prevede scenari di utilizzo di armi convenzionali e atomiche. Il potenziale rischio di un olocausto nucleare in Medio Oriente deve essere seriamente preso in considerazione, e potrebbe diventare un punto fondamentale a favore dei movimenti pacifisti, soprattutto negli USA, in Europa, in Turchia e in Israele.
Bisogna anche tenere presente che Cina e Russia sono (non ufficialmente) alleati dell’Iran, e fornitori di equipaggiamento militare avanzato e di sofisticati sistemi missilistici difensivi, dunque è molto improbabile che in caso di attacco all’Iran questi due paesi assumano una posizione totalmente neutrale.

La nuova dottrina nucleare preventiva richiede un’integrazione fra operazioni difensive e offensive, e la fondamentale distinzione fra armi atomiche e convenzionali è diventata ormai inesistente.
Da un punto di vista militare, gli USA e i loro partner della coalizione, inclusi Israele e Turchia, sono in “stato di preallarme”.
Attraverso la disinformazione operata dai media, si vuole raggiungere l’obiettivo di galvanizzare l’opinione pubblica occidentale e convincerla a sostenere la guerra come risposta alla sfida lanciata dall’Iran alla comunità internazionale.

La propaganda di guerra consiste nel “fabbricare un nemico”, veicolando l’illusione che il mondo occidentale sia sotto l’attacco di terroristi islamici direttamente sostenuti dal governo di Teheran.
“Rendere il mondo più sicuro”, “Prevenire la proliferazione di ordigni nucleari in mano ai terroristi”, “Attuare azioni punitive contro l’Iran per garantire la pace”, “Combattere la produzione nucleare da parte degli stati canaglia”.
Con il sostegno dei media occidentali, sta emergendo un’atmosfera generalizzata di razzismo e xenofobia nei confronti dei musulmani, che fornisce false giustificazioni alle azioni di guerra statunitensi, presentate come “giusta guerra”. La teoria della “Giusta Guerra” naturalmente serve solo a mascherare la vera natura dei piani di guerra degli USA, e a fornire un volto umano agli invasori.

Cosa si può fare?
Il movimento pacifista è in molti casi frammentato e poco informato sui piani bellici degli Stati Uniti. Molte organizzazioni non governative incolpano l’Iran di non accogliere le “ragionevoli richieste” della “comunità internazionale”. Queste stesse organizzazioni, impegnate per la Pace nel Mondo, tendono a sottovalutare le implicazioni di un bombardamento all’Iran.
Per invertire la tendenza servirebbe una gigantesca campagna di informazione senza confini, affinché più gente possibile venga a conoscenza dei pericoli di una guerra che contempli l’uso di armi nucleari. Il messaggio deve essere forte e chiaro: l’Iran non costituisce una minaccia. Anche senza l’uso delle atomiche, un bombardamento aereo darebbe origine ad un’escalation che sfocerebbe in una guerra estesa a tutto il Medio Oriente.

Dibattimenti e discussioni sull’uso delle armi atomiche dovrebbero avere luogo anche negli ambienti militari e dell’Intelligence, nei corridoi del Congresso e a tutti i livelli governativi. In definitiva, la legittimità degli alti ufficiali e delle alte sfere del governo deve essere messa in discussione.
I grandi media hanno la pesante responsabilità di aver finora insabbiato i crimini di guerra; ora devono essere energicamente sfidati e contrastati nella loro reticenza sulla guerra in Medio Oriente.
Negli anni scorsi, gli USA hanno messo in atto una serie di esercizi diplomatici per portare molti paesi dalla loro parte. Ora è giunto il momento che, proprio a livello diplomatico, paesi in Medio Oriente, Asia, Africa e America Latina oppongano una ferma presa di posizione contro i progetti militari statunitensi.

Condoleezza Rice ha attraversato il Medio Oriente, “esprimendo preoccupazione riguardo al programma nucleare iraniano”, cercando inequivocabilmente un appoggio da parte dei governi della regione, mentre l’amministrazione Bush stanziava fondi da destinare a gruppi di dissidenti iraniani all’interno dell’Iran.
Quello che serve in questo momento è smascherare la cospirazione del silenzio, far conoscere le bugie e le distorsioni dei media, portare alla luce la natura criminale dell’amministrazione USA e dei governi che la sostengono, dei suoi progetti bellici e della sua cosiddetta “agenda per la Sicurezza della Patria”, che ha già gettato le basi per la costituzione di uno stato di polizia.

  (Michel Chossudovsky – Tratto da globalresearch.ca
Visto su http://italia.pravda.ru,   e su www.disinformazione.it)

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