Oggi si celebra la Giornata Internazionale dei Rom,
che dal 1970 ha portato le aspirazioni di emancipazione di un popolo sparso
in molti Paesi, da un livello nazionale ad uno mondiale. Nel 1971 è stato
organizzato il primo meeting internazionale, vicino Londra, e si è scelto
l'8 aprile come data simbolo comune, che aiuta a preservare la propria
identità. L'evento riunisce le comunità Rom per celebrare la loro cultura e
ricordare la lunga battaglia per il loro riconoscimento. Il
commissario europeo responsabile del lavoro, degli affari sociali e
della pari opportunità, Vladimir Spidla, ha sottolineato l'importanza di
quest'evento che "ci permette di misurare il cammino percorso nel
riconoscimento della specificità della comunità Rom". "La situazione dei Rom
- ha denunciato Spidla - resta inaccettabile moralmente e socialmente.
Questa indebolisce la coesione sociale dell'Unione europea, dunque è un
affare che riguarda tutti".
La storia dei Rom europei non è soltanto una storia di lotte
contro il razzismo e l'esclusione sociale. E' anche una storia di sviluppo e
consolidazione di una nazione non territoriale in Europa. La resistenza dei
Rom contro il nazismo e gli altri regimi autoritari deve essere riconosciuta
come importante contributo al consolidamento della pace e della democrazia
nell'Unione europea.
Il 31 gennaio 2008 il Parlamento europeo ha adottato una
risoluzione per una strategia europea a favore dei Rom. Oltre a
sollevare l'urgenza di interventi di inclusione sociale e contro la
discriminazione razziale dei 10 milioni di Rom che vivono nell'Ue, il
Parlamento europeo ha chiesto alle altre autorità comunitarie di impegnarsi
per risolvere la situazione disastrata dei campi nomadi, del maltrattamento
delle donne, dell'esclusione dal mercato del lavoro.
Nel 2008, Anno Europeo del dialogo interculturale, la
realizzazione delle pari opportunità, soprattutto all'interno del dialogo
sociale, resta uno dei grandi obiettivi per la maggior parte dei Rom.
Tuttavia l'Ufficio Informazioni Europeo dei Rom (ERIO) crede che politiche
di reale inclusione possono avere successo solo con la piena partecipazione
dei Rom stessi.
Ieri al Parlamento europeo, il gruppo belga dei "Vaya con Dios"
si sono esibiti come paladini della causa dei Rom, cantando il loro inno "Djelem
djelem". Nel 1986 si sono fatti conoscere "Just a friend of mine" e da
allora continuano a suonare in giro per l'Europa orientale. Il gruppo porta
avanti il valore del rispetto degli esseri umani, senza lanciare particolari
messaggi politici.
La cantante Dani Klein ha ribadito che la musica, la
lingua, la tradizione del popolo Rom hanno contribuito ad arricchire la
cultura europea e loro, con il linguaggio della musica, cercano di
allontanarsi dal razzismo, andando oltre le differenze, rompendo gli schemi
e aprendo le mentalità e lo spirito.
"L'idea dell'Europa era quella di vivere in pace senza
guerre - ha dichiarato Dani Klein - ecco perché dovrebbe aiutare ad
accettare questa popolazione come parte integrante del popolo europeo". "Il
mio impegno per simili cause - ha concluso la cantante - deriva dalle
ingiustizie, occorre far valere principi come la libertà e il rispetto
reciproco".
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